Visualizzazioni totali

mercoledì 19 novembre 2014

I sindacati fanno guerra a Renzi E lui: "Solo un dibattito ideologico"

I sindacati dichiarano guerra a Renzi. E lui: "Dibattito ideologico"


di Luca Romano




La Uil dichiara lo sciopero generale spiegando che proporrà a Cgil e Cisl di stabilire insieme la data. Il premier: "Il Jobs act toglie alibi a imprese e politici, non diritti". Guerra di nervi tra sindacati e governo, con i primi che alzano le barricate, proclamando nuovi scioperi, e l'esecutivo che, tramite il premier, replica senza mezzi termini: dibattito ideologico.

"La Uil ha indetto lo sciopero generale", fa sapere lo stesso sindacato, spiegando che domani verrà proposto a Cgil e Cisl di stabilire insieme la data e le modalità della mobilitazione. I temi del contendere sono diversi: dal pubblico impiego al Jobs Act passando per la Legge di stabilità e le pensioni. "Abbiamo avanzato rivendicazioni concrete per dare soluzione ai problemi dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati e dei lavoratori - sottolinea la nota - Abbiamo cercato e voluto, con determinazione, il confronto. Ma il governo non ha dato alcuna risposta chiara ai problemi veri delle persone, né in occasione degli incontri che ha avuto con i sindacati né nella sua attività di definizione e proposta dei provvedimenti necessari ad affrontare tutte le questioni ancora aperte. Il governo ha perso un’occasione nei confronti del Paese".

Entrando nel dettaglio, la Uil "ha giudicato negativamente l'esito dell'incontro svoltosi nella serata di ieri a Palazzo Chigi: nessuna disponibilità è giunta dal Governo a proposito del rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Nessuna risposta è stata data sulla richiesta degli 80 euro ai pensionati, né sul ripristino della rivalutazione delle pensioni né, tantomeno, sui non autosufficienti. Resta nebulosa tutta la partita relativa al Jobs Act, con il rischio concreto che siano messi in discussione le tutele per quei lavoratori che già le hanno.

Mancano, poi, le risorse necessarie a garantire una continuità agli ammortizzatori sociali, per la protezione di coloro che rischiano la perdita del posto di lavoro". E ancora: "Bisognerebbe accrescere l'azione di salvaguardia delle aziende in crisi e determinare le condizioni per favorire la contrattazione anche nel settore privato. Nella legge di stabilità, infine, permangono forti contraddizioni che impediscono di immaginare un progetto di rilancio del Paese, a partire dal Sud, mentre per le imprese si prevede una riduzione indiscriminata dell'Irap, che non premia chi fa innovazione e occupazione", lamenta il sindacato.

Che poi evidenzia che "la stessa auspicata riduzione delle tasse sul lavoro può perdere peso e sostanza a fronte di un incremento della tassazione locale, oltreché sul Tfr o sui fondi pensione. Le ricadute negative di questa condizione sarebbero immediate, peralto, nel settore dei trasporti e dei servizi". "Ed ora Matteo Renzi ha 'convinto' anche Uil allo sciopero generale bingo". Così, su Twitter, Giorgio Airaudo, deputato di Sel. 

Renzi: dibattito ideologico
"Quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici". Il presidente del consiglio Matteo Renzi lo ha scritto sulla sua Enews, la newsletter che invia ai simpatizzanti

De Sica: "Cafona mezza calzetta". Selvaggia lo demolisce: "Figlio di papà, raccomandato". Poi lo sbugiarda: "Cinque anni fa..."

Selvaggia Lucarelli demolisce Christian De Sica: "Io mezza calza? Pensa ai fatti tuoi, figlio di papà col master in bon ton"




Giorni di polemiche incrociate, per la nostra Selvaggia Lucarelli, che risponde colpo su colpo. Tutto parte dall'incrocio in teatro con Toni Servillo ed Emis Killa, tutto nasce dalla spocchia dell'attore che rifiuta una foto con un giornalista di Dagospia perché "io non voglio essere associato a certa gente", dice, e la "certa gente" sarebbero Selvaggia ed il rapper. "La notiziola esce su Dagospia - scrive Lucarelli su Facebook - e fin qui taccio". Chi invece non ha taciuto, ancor prima del post su Facebook della Lucarelli, è stato Christian De Sica, che ha deciso di scendere in campo in favore di Servillo e per dire la sua sulla polemicuccia in libreria. Scrive solenne il De Sica: "Servillo è un grande attore il resto è solo niente. E devono imparare a vivere, non siamo stanchi di Servillo siamo stanchi dei maleducati. Servillo è un gran signore e la Lucarelli è quello che è... Sicuramente saranno stati maleducati e chiassosi come sempre. Pensa tu se Servillo rosica... casomai è quella mezza calza che si ostina a voler fare un mestiere che non le appartiene".

Mister sobrietà - Livore da record, dunque, per De Sica, che si erge a giudice, dà della "cafona" alla Lucarelli, le rinfaccia di essere una "mezza calza" e la accusa di fare un lavoro che "non le appartiene". A questo punto, anche Selvaggia decide di non tacere più. Come detto, la demolizione controllata del De Sica va in scena su Facebook, dove premette: "Dunque. Su Servillo mi limito a dire che si conferma quello che è: un gigante di attore e di antipatia". Ma il problema, ricorda, non è Servillo. "Il problema è De Sica. Lui arriva, non interpellato, e dall'alto del suo master in bon ton decide che Servillo è un gran signore e dà dei chiassosi e maleducati a me e ad Emis. Lui, che come noto ha fatto della sobrietà e del garbo la sua ragione di vita".

Che fatica, Christian... - Selvaggia rincara: "Mio caro De Sica, io sono figlia di una casalinga e di un amministratore di quartiere. Mi mantengo dall'età di 19 anni. Mi sono guadagnata e sudata tutto. Che un figlio di papà ormai papà a sua volta e a momenti pure nonno, abbia queste uscite livorose che nascono da chissà quale contenzioso irrisolto suona piuttosto ridicolo". La Lucarelli, dunque, punta il dito: "Pensi alla sua fortuna De Sica. Al suo lavoro, non al mio, fatto di porte spalancate grazie al peso specifico del suo cognome e costellato da faticosi viaggi in giro per il mondo con donne meravigliose e l'onere di imparare battute impegnative quali: L'uomo, che essere meraviglioso: una bella pisciata, una bella cacata e ti riconcili con il Creato! (citazione da un cinepanettone)".

Chiavi interpretative - Infine, Selvaggia, dopo aver risposto - nel merito - a tutti gli insulti di De Sica, offre ai lettori anche un chiave interpretativa del livore che mister Cinepanettone nutre nei suoi confronti. E scrive: "Ah, un'ultima cosa. In un ulteriore commento il signor De Sica afferma anche di non leggermi. Mi legge eccome, signor De Sica. Nel 2009 chiamò i vertici di un'azienda con minacce di andare per vie legali per un mio pezzo su Italia Oggi che non le era piaciuto - ricorda -. Sono passati 5 anni ma vedo che non le è passata. Si tranquillizzi, che certi reati cadono in prescrizione. Non le hanno dato il 41 bis per Natale in India, per cui sia meno severo chi commette peccati veniali".

La rivoluzione del bancomat: sulle commissioni cambia tutto

Antitrust, il Consorzio Bancomat taglia le commissioni




Il Consorzio Bancomat, al quale aderiscono attualmente 594 soggetti tra cui banche, società capogruppo di gruppi bancari e i più importanti operatori non bancari nazionali, ridurrà da 0,10 a 0,07 euro la commissione per ogni operazione (Bill Payment). A riferirlo l'Antitrust e per il futuro, inoltre, questo valore sarà ancorato a un'analisi dei costi sostenuti dagli operatori e si ridurrà per effetto delle eventuali efficienze riscontrate a livello di sistema. Stabilita in 10 centesimi per operazione, la commissione interbancaria multilaterale (Mif) era stata applicata a partire dal 3 gennaio 2014, senza la previsione di un termine ultimo di applicazione. 

La commissione - Sotto il profilo della trasparenza, oltre a commissionare la realizzazione di uno studio sul Merchant indifference test per acquisire gli elementi necessari a recepire i principi della Commissione europea, il Consorzio si è impegnato a pubblicare sul proprio sito Internet il valore della commissione applicabile al servizio Bill Payment, per consentire così agli esercenti e ai consumatori di fare scelte più consapevoli sui mezzi di pagamento. A fronte di questi impegni, il garante per la concorrenza e il mercato ha deliberato di renderli obbligatori e di chiudere il procedimento. Entro 45 giorni, il Consorzio Bancomat dovrà presentare all’Antitrust una relazione in cui illustrerà le modalità di attuazione degli impegni assunti.

Tracce di vita sulla cometa Rosetta: una (enorme) scoperta lassù nel cosmo

Missione Rosetta, scoperte molecole organiche sulla cometa




Sono state ritrovate delle molecole organiche contenenti carbonio sulla superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko: il modulo di atterraggio Philae, che mercoledì scorso è atterrato per la prima volta nella storia su una cometa, avrebbe riscontrato le basi per le componenti microscopiche della vita. Ekkehard Kuhrt, direttore scientifico dell’Agenzia spaziale tedesca, ha annunciato: "Abbiamo raccolto molti dati preziosi", ricevuti prima che Philae si entrasse "in sonno" a causa dell'esaurimento della batteria a bordo.

La presenza di molecole - Kuhrt ha aggiunto che non è chiaro se le molecole organiche trovate sulla cometa includono anche quelle complesse che costituiscono le proteine. Questa scoperta, in ogni caso, è proprio uno dei principali risultati che gli scienziati si attendevano da Philae e dalla sua sonda madre Rosetta: la verifica diretta della presenza di molecole organiche che ai primordi della Terra potrebbero essere state portate dalle comete sul nostro pianeta. Le molecole sono state scoperte nell'atmosfera della cometa dal gascromatografo Cosac a bordo di Philae. Il lander prima di bloccarsi è riuscito a utilizzare la trivella italiana Sd2 per perforare la superficie di 67/P, anche se non è ancora chiaro se i campioni sono riusciti a essere utilizzati dallo strumento Cosac, realizzato in Germania.

Pubalgia? No, altra follia: Balotelli cacciato dal ritiro L'ultima (fatale) lite: che cosa è successo con Conte

Antonio Conte e Mario Balotelli, il retroscena: lite a Coverciano, l'attaccante torna a casa




Non sappiamo se l'avventura di Mario Balotelli con la maglia azzurra sia definitivamente finita, ma quanto accaduto alla sua "prima" con il ct Antonio Conte potrebbe aver posto una pietra tombale sulla sua carriera in nazionale. Il tecnico lo ha stroncato, in un'intervista a Rai Sport: "Non ho tempo da perdere con lui. Andrebbe educato, ma in questo momento non ho il tempo". Una frase durissima che pone sotto un'altra luce quanto accaduto sabato mattina, quando Balotelli ha lasciato lasciato Coverciano, ufficialmente per un affaticamento muscolare con lieve pubalgia. Ma dietro ci sarebbe altro.

Il retroscena - Giovedì scorso, infatti, l'Italia ha affrontato in amichevole l'Under 18. Zaza e Immobile sono stati schierati titolari, nel secondo tempo sono entrati Pellè e Giovinco. E Balotelli? E' rimasto in panchina per 65 minuti, a guardare i compagni correre, lottare e fare gol (d'altronde Conte lo aveva detto: Mario parte dietro a tutti gli altri). Quando è entrato in campo il bomber del Liverpool non si è mostrato svogliato, tanto che ha pure segnato: ma ad un certo punto, improvvisamente, si è fermato, e ha cominciato a camminare.

Urlacci del mister - Come rivela Il Mattino, Conte, che non gradisce per niente i giocatori che camminano sul terreno di gioco, ha invaso il campo, urlandogli "Corri!". Niente da fare: Balotelli è rimasto fermo, a passeggiare sul campo di Coverciano, una sorta di protesta. Mario ha resistito ancora un giorno, poi ha capito che sarebbe stato meglio andarsene: si è toccato l'inguine e ha abbandonato il ritiro. La diagnosi ufficiale è di "lieve pubalgia": ma la realtà sarebbe ben diversa, come si è visto, e parla di un Balotelli svogliato e poco incline ad ascoltare i consigli del mister.

Gli allenamenti - Conte ha notato le difficoltà di Balotelli anche durante gli allenamenti: l'attaccante non regge i ritmi alti, e si muove poco pure a livello tattico. Tecnicamente, fatica a calciare in porta, e si mette in mostra solo con la palla tra i piedi. Bocciatura totale: sarà praticamente impossibile rivedere Balotelli in azzurro, con Conte commissario tecnico. Già non lo aveva convocato agli inizi, e dopo quanto successo (e la clamorosa dichiarazione del Ct) la storia d'amore tra Balo e l'azzurro, mai iniziata, pare finita. Per sempre.

martedì 18 novembre 2014

Nuovo riccometro, chi paga di più: "punito" chi ha una casa di proprietà

Isee, scatta il nuovo "riccometro": penalizza chi ha la casa di proprietà




Avere una casa di proprietà per lo Stato è un lusso. Da oggi il nuovo Isee sbarca in Gazzetta Ufficiale e nascerà grazie al controllo incrociato con le banche dati dell’amministrazione fiscale, in parte perfezionato nel calcolo dell’effettiva ricchezza. Rispetto al passato saranno penalizzati soprattutto i proprietari degli immobili. Il tutto per via dell’effetto collaterale del passaggio dall’Ici all’Imu: con l’aumento delle basi imponibili, che ha fatto impennare del 60% il valore degli immobili, ci sarà una ricaduta negativa sul conteggio finale per chi ha un appartamento di proprietà. Dall’anno prossimo, infatti, la casa di proprietà peserà nell’Isee in base al valore ai fini Imu e non più in base a quello misurato dall’Ici. Chi però ha ancora il mutuo da estinguere, potrà ottenere un vantaggio: infatti nel nuovo Isee, il debito residuo con la banca va sottratto dai calcoli. 

Banca e gli investimenti - Ma le cattive notizie non finiscono qui. Anche gli investimenti in titoli, azioni o obbligazioni saranno penalizzati. Insieme ai risparmi sul conto corrente. Una delle novità del nuovo Isee, infatti, è la verifica del saldo presente in banca. Ma la differenza rispetto al passato è che se tali risparmi e investimenti prima non venivano considerati se inferiori a 15mila euro, oggi invece la soglia si abbassa a 6mila euro. Insomma di fatto chi ha una casa di proprietà e qualche risparmio sul conto corrente verrà considerato "ricco" e ne pagherà le conseguenze come sempre col fisco...

"Se Renzi va avanti così noi lo molliamo" Minaccia di Ncd: Matteo rischia grosso

Job Act, il governo presenterà emendamento per cambiare il testo




Alta tensione nel governo. Sul ddl lavoro e sulla revisione dell'articolo 18 l'esecutivo è pronto a presentare un proprio emendamento al testo della delega per il Jobs Act che recepirà le modifiche già presentate dopo l'accordo all'interno del Pd sul tema dei licenziamenti. Di fatto, Matteo Renzi vuole assecondare le richieste della minoranza Pd. Ma il Nuovo centrodestra torna a puntare i piedi. L'emendamento dovrebbe arrivare domani alla commissione Lavoro di Montecitorio, e la conferma arriva dal sottosegretario Teresa Bellanova. 'emendamento atteso dal governo, ha sottolineato Bellanova a margine dei lavori della commissione, "riprende tutti gli emendamenti sul tema per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie" per le quali la reintegra nel posto di lavoro non verrà cancellata per essere sostituita da un indennizzo. Ma Ncd dichiara guerra e minaccia anche l'uscita dalla maggioranza. "L'annuncio sull'emendamento del governo non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza".