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lunedì 17 novembre 2014

Il Partito democratico crolla di 5 punti, Salvini supera il 10 per cento. E Silvio...

Pd crolla di 5 punti, Salvini supera il 10 per cento




Cala il Pd di Matteo Renzi, cresce, seppur di poco Forza Italia, guadagna punti la Lega. Rivela il sondaggio Demos riportato da Repubblica, che il Partito democratico non ha mai vissuto un momento tanto negativo, mai il premier si era visto così in difficoltà.

Premier - La fiducia nel governo scende al 43%, 13 punti in meno in un mese e cala di dieci punti il gradimento personale del presidente del Consiglio che comunque resta primo nella classifica delle preferenze degli elettori. Dopo di lui, l'altro Matteo, Salvini. Poi distanziati, Maurizio Landini, segretario della Fiom, figura di riferimento della sinistra radicale. E Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d'Italia.

Partiti - Il Pd perde consensi, passando dal 41% al 36 (comunque meglio che nel 2008 quando alle politiche prese il 33%). Forza Italia recupera un punto rispetto al mese scorso ma resta sotto rispetto alle ultime europee (dal 16,8 per cento al 16,2). Il Movimento 5 Stelle scende dal 21,2 per cento al 19,8, sostanzialmente stabile rispetto a ottobre, mentre guadagna consensi la Lega Nord. Il partito guidato da Matteo Salvini infatti era al 6,2 per cento alle europee, il mese scorso era all'8,8 e oggi è al 10,8 per cento. Una vera scalata.

Una papera di Buffon frega l'Italia Con la Croazia a San Siro è solo 1-1

Qualificazioni Euro 2016: Italia-Croazia 1-1




Candreva salva l'Italia di Antonio Conte. A San Siro contro la Croazia finisce il 1-1 il match valido per le qualificazioni ad Euro 2016. La partita per gli azzurri si mette subito in discesa con un gol di Candreva già all'11 minuto del primo tempo. Il centrocampista tira da fuori area dopo una respinta della difesa croata, non può nulla Subasic.Il centrocampista tira da fuori area dopo una respinta della difesa croata, non può nulla Subasic. Poi al 15' destro di Perisic appena entrato all’interno dell’area, il pallone passa sotto le braccia di Buffon e si insacca in rete. Al 33' ci prova Immobile. Cross di Candreva dalla destra, Immobile arriva a colpire ma disturbato da Srna manda sul fondo. In apertura di ripresa gli azzurri cominciano a spingere. Al '47 Zaza parte palla al piede dal centrocampo e tira da fuori, blocca a terra Subasic.Zaza parte palla al piede dal centrocampo e tira da fuori, blocca a terra Subasic. A questo punto la partita si addormenta. E al 70' viene sospesa per cinque minuti a causa dei fumogeni in campo. Al 77' riprende il gioco ed è ancora Italia. Destro pericoloso di El Shaarawy, Srna riesce a respingere in scivolata. Ma all'87' la squadra di Conte rischia grosso. L 'Italia è scoperta sulla destra, Perisic arriva al tiro e manda di un soffio a lato. Finisce 1-1. L'Italia resta in testa al suo girone. 

Pensioni, stop per l'uscita anticipata Nuove norme: ecco chi rischia

Pensioni: scade il termine per l'uscita anticipata per le donne




Ultima chiamata per le donne di pendenti che vogliono andare in pensione in anticipo. Tra pochi giorni infatti scade l'"opzione contributivo" con cui le donne possono lasciare il lavoro in anticipo accettando però un assegno più basso. L'opzione potranno sfruttarla le lavoratrici del settore privato che maturano i requisiti richiesti entro il mese di novembre, e quelle del pubblico che ce la fanno entro dicembre. Dopo questa finestra, come racconta ilMessaggero, le porte si chiuderanno e sarà inevitabile restare al lavoro fino a cinque-sei anni in più. Questo canale di uscita, introdotto dalla riforma Maroni-Tremonti del 2004, ha acquistato sempre più importanza dopo la legge Fornero che spostando in avanti di parecchio il traguardo della pensione, ha reso tutto sommato conveniente per molte accettare il sacrificio economico. Secondo le stime dell'Inps saranno 12 mila circa le donne che useranno la via d'uscita anticipata. n una sua circolare, l’Inps ha interpretato la questione specificando che il termine del 31 dicembre 2015 va riferito al momento dell’uscita effettiva e non a quello del conseguimento del diritto. 

I requisiti per le donne - Ecco perché il tempo è già scaduto per le lavoratrici autonome e si avvia a scadere per le dipendenti: quelle del privato per poter andare in pensione entro il primo dicembre 2015 (ultima data utile) devono maturare i requisiti entro novembre, mentre le pubbliche, che per le vecchie regole Inpdap hanno la possibilità di uscire in qualsiasi giorno del mese, potranno arrivare anche al 30 dicembre, un anno prima dell’ultimo giorno del 2015. 

Gli uomini - L'opzione contributivo doveva essere estesa anche agli uomini soprattutto nel settore della pubblica amministrazione. Ma alla fine il governo ha fatto marcia indietro. Dal primo gennaio quindi si applicheranno solo i requisiti generali che permettono la pensione di vecchiaia con 63 anni e 9 mesi di età (66 e 3 mesi nel pubblico) e quella anticipata con 41 anni e 6 mesi di contributi.

Wall Street farà fuori l'euro: a Natale l'assalto della finanza

Wall Street, l'attacco finale all'euro: il piano di Natale

di Carlo Cambi 


«Gli stress test sono una porcata: tutto finto». La confidenza-confessione, complice un ottimo Brunello di Montalcino, è di uno che conta molto nel board di controllo dei cosiddetti protocolli di Basilea arrivato a Siena per sbirciare i conti di Mps. Se metteranno - e le metteranno - le mani nei vostri conti correnti sapete chi ringraziare: la finanza americana. Non è, peraltro, un mistero che a Wall Street temono la nascita di una vera unione bancaria europea. Se ci fosse la Bce potrebbe governare direttamente le ristrutturazioni bancarie ma soprattutto si spezzerebbe il legame incestuoso tra debito degli Stati e sistema bancario che è la vera ragione della stagnazione perdurante nell’Eurozona, ma che è anche la riserva di caccia dei Fondi speculativi.

Sull’unione bancaria Mario Draghi si è molto speso, ma poco ha incassato. E - secondo il nostro interlocutore - la finanza americana che lo tiene al guinzaglio gli ha consigliato di stare buono perché sta per lanciare l’offensiva bis contro l’euro. La prova regina non c’è, ma se Soros scommette un miliardo di euro sul ribasso dell’indice di Milano, se Carl Icahn veterano di Wall Street mette nel mirino i fondi obbligazionari italiani qualcosa che si muove di certo c’è. La «porcata» sta nel fatto che negli stress test il peso dei derivati e in particolare dei Cds (credit default swap) è assai ridotto rispetto alla valutazione dei cosiddetti incagli (crediti in sofferenza o inesigibili) per cui paradossalmente le banche commerciali sono penalizzate rispetto alle banche finanziarie. Con un’aggiunta di non poco conto che ha salvato le Landsbank tedesche (i cui bilanci continuano a non tornare, ma non si può dire). Negli stress test sono stati pesati diversamente i titoli di Stato. Mentre le banche tedesche li valutano a scadenza, le banche italiane li detengono al prezzo corrente. Nel caso delle banche tedesche i titoli vanno a patrimonio migliorando il rapporto ricchezza posseduta/credito concesso, per le banche italiane il rischio Paese viene calcolato come una perdita.

Perché accade? Stando a questo nostro interlocutore lo scenario è semplice e leggibilissimo. Basta considerare come Usa e Cina stiano in questi ultimi mesi tubando. La ragione starebbe in uno studio non troppo segreto che circola nei piani altissimi della finanza secondo il quale l’euro è ingombrante nell’ordine mondiale. E si sta per scatenare l’offensiva bis. A Wall Street aspettano solo il momento buono. La Germania lo sa e non si fida di Mario Draghi convinta che il capo della Bce voglia drenare ricchezza dagli Stati forti europei per poi sancire la fine della moneta unica e offrire un piatto ancora più ricco ai suoi referenti d’oltreoceano (in intesa con i cinesi). La posizione tedesca quindi è: il debito europeo non si potrà mai mettere in comune. E la Germania sta cercando di indurci a costruire trincee. Insomma il rigorismo tedesco ci darebbe una mano. L’ordine sarebbe: diventate più poveri, ma salvatevi altrimenti sarà la vostra fine e la fine dell’euro. Non a caso i tedeschi sono già pronti a riadottare il Marco anche se sarebbero costretti a una rivalutazione che penalizzerebbe il loro export proprio nel momento in cui anche la loro economia si sta incagliando.

Questo è il momento in cui la finanza americana sta decidendo di lanciare l’offensiva. Ma prima ha bisogno di preparare il terreno. Gli stress test sarebbero serviti a costringere le banche a drenare quanta più ricchezza possibile per essere prede più grasse. Gli italiani e le imprese italiane sono pesci di un acquario e il denaro, la liquidità, è la loro acqua. Peccato che a questo acquario siano applicate due idrovore: il fisco e il sistema bancario che continuamente lo svuotano. Mario Draghi avrebbe il compito di versare acqua europea in questa vasca e al contempo di far girare al massimo (attraverso gli stress test) la pompa bancaria per risucchiarla mentre la richiesta di maggiori entrate fiscali servirebbe da aggregatore della ricchezza privata in modo da apparecchiare per i «grassi gatti» della finanza un buon piatto di pesce italiano morto per asfissia. Il pranzo dovrebbe essere servito tra Natale e Capodanno. È quello il momento in cui si scatenerà la nuova offensiva contro l’Italia con lo scopo da una parte di mettere le mani sullo stock di ricchezza privata degli italiani (la più alta del mondo) e in questa direzione vanno i continui inviti a mettere le patrimoniali e la misura di salvaguardia secondo la quale se le banche falliscono pagano i correntisti, e dall’altra di azzerare l’euro.

domenica 16 novembre 2014

RIVOLUZIONE GIUSTIZIA Niente carcere per furti e truffe

Riforma giustizia: archiviazione per i piccoli reati




Niente carcere per chi ruba. La riforma della Giustizia che sta per prendere forma ha diverse novità che mettono al riparo dalla detenzione chi commette piccoli furti. Per velocizzare la giustizia, come racconta il Messaggero, è in arrivo un decreto legislativo che stabilirà "l'improcedibilità per tenuità" del danno arrecato. Insomma chi ruberà qualcosa ad esempio in un supermercato potrebbe cavarsela con una semplice archiviazione. I reati "bagatellari" in Italia, finora, vanno sempre e comunque perseguiti in ossequio al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. Ma probabilmente a partire dal 2015, non sarà più così. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha trasmesso a Palazzo Chigi il testo di un decreto legislativo delegato che introduce nel codice la "non punibilità per particolare tenuità del fatto".

Cosa cambia - La bozza del provvedimento prevede che "nei reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l'esiguità del danno o del pericolo, l'offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale".

Reati archiviati - Tradotto che truffe o furti semplici, oppure lievi forme di abuso d'ufficio o di peculato d'uso potranno esser chiusi subito, senza alcun processo. Ovviamente ad essere penalizzati dalla riforma saranno le parti lese che dovranno poi far valere le proprie ragioni in sede civile. In ogni caso, il decreto Orlando prevede che la vittima, entro dieci giorni, possa prendere visione degli atti e presentare opposizione alla richiesta di archiviazione del pm. Ma l'ultima parola spetterà sempre al giudice. 

Fregare le multe dell'autovelox: ecco quando non si devono pagare

Milano, migliaia di ricorsi per multe con autovelox: scaduti i termini per la notifica




Migliaia di multe potrebbero essere cancellate. La svolta su una valanga di sanzioni fatte dagli autovelox arriva da Milano. Il cavillo che permette il ricorso (con buone probabilità di essere accolto) è nella prima riga di ogni verbale. "Rilevata 57, effettiva 52, consentita 50 km/h. Il verbalizzante P. A., matr. 1xxx, in servizio presso l'Ufficio varchi della polizia locale di Milano in data 15/10/2014". Cioè quattro mesi e mezzo dopo la violazione. E' proprio sulla data del verbale che è possibile con le nuove norme fare ricorso contestando la sanzione. Secondo la giurisprudenza in vigore negli uffici dei giudici di pace e in quello delle depenalizzazioni in prefettura i termini entro cui vengono notificati i verbali sarebbero irregolari. Il codice della strada all'articolo 201, prevedeva la notifica delle infrazioni non immediatamente contestate entro 150 giorni. 

I ricorsi - La legge 120 del 2010 invece ha accorciato quel termine a 90 giorni. Ma da quando? Dalla data in cui l'agente mette mano alla foto, legge la targa, annota la velocità rilevata e commina la sanzione. Da qui sono scattati migliaia di ricorsi. Il comando della polizia di Milano, ad esempio, sarebbe sommerso da una tale mole di accertamenti da rendere necessario un raddoppio del personale dedicato all'Ufficio procedure sanzionatorie. "È un criterio evidentemente illegittimo - spiega Nicola Castiglioni (Codacons) - Ormai si sta affermando questa giurisprudenza". Insomma in questo modo migliaia di multe potrebbero essere nulle. E intanto sul web spopolano vademecum con le regole da seguire per fare i ricorsi. 

Lele Mora rompe gli indugi. Tutta la verità sul suo "pappagallino", sulle "pilloline" e sul suicidio. Poi su Corona: "E' malato"

Lele Mora, le confessioni sul suo "pappagallino", su Renzi, su Corona e sul suicidio




"E' allegro, stuzzichevole, simpatico, con quel sorriso sornione che a volte fa venire libidine". Si parla di Matteo Renzi a La Zanzara, e Lele Mora "interrogato" dai conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo, si lascia andare e confessa l'attrazione fatale per il premier toscano, tanto che l'ex agente dei vip a cuore aperto confessa: "Fa venie la libidine sì, ma non a me - spiega Mora - che non faccio sesso da quattro anni e il mio pappagallo è morto con le pilloline che prendo mai". E in ogni caso, prosegue, "mi sembrerebbe di andare con Fonzie, di tornare indietro negli anni, quando ero giovane, fresco, quando ancora mi tirava…". 

Il carcere - L'intervista continua e si parla un po' di tutto: del carcere, di Fabrizio Corona, dell'exploit di Matteo Salvini e persino di Arcore e di Silvio Berlusconi. "Il carcere? - fa di rimando Mora - Piuttosto mi ammazzo, mi butto dal balcone" spiega l'ex agente delle star, condannato in appello a sei anni e un mese nel processo Ruby bis. "La condanna è ingiusta - spiega Mora - ma sono felice. Se fossi tornato in galera non avrei resistito. Già quando ero dentro ho tentato il suicidio. Piuttosto la morte, mi sarei tolto la vita prima buttandomi giù dal quinto piano. In carcere ci vanno i veri banditi, io non lo sono" continua Mora amaro. "Non ho stuprato nessuno - aggiunge l'ex agente - e non ho rubato, prendono meno quelli che fanno le rapine in banca. Ho patteggiato una condanna a quattro anni e tre mesi, sono stato punito abbastanza".

Berlusconi, Corona e Salvini - "Corona? Quando uno sbaglia è giusto che paghi, E' malato e bipolare, lo curino, e la grazia sarebbe un privilegio" spiega Lele Mora che tornando alle ipotesi di voto non nasconde e anzi conferma la sua preferenza per l'ex sindaco di Firenze, scartando senza troppi fronzoli il competitor della Lega Nord: "Salvini? Per carità, se potessi votare voterei Renzi – dice Mora – può mettere a posto il Paese, certo non è uno di sinistra. E' tutto: socialista, democristiano, liberale, e fa finta di essere anche un po' comunista" conclude entusiasta Mora che chiosa: "Renzi è il number one, il numero uno. Renzi forever".