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domenica 16 novembre 2014

Fregare le multe dell'autovelox: ecco quando non si devono pagare

Milano, migliaia di ricorsi per multe con autovelox: scaduti i termini per la notifica




Migliaia di multe potrebbero essere cancellate. La svolta su una valanga di sanzioni fatte dagli autovelox arriva da Milano. Il cavillo che permette il ricorso (con buone probabilità di essere accolto) è nella prima riga di ogni verbale. "Rilevata 57, effettiva 52, consentita 50 km/h. Il verbalizzante P. A., matr. 1xxx, in servizio presso l'Ufficio varchi della polizia locale di Milano in data 15/10/2014". Cioè quattro mesi e mezzo dopo la violazione. E' proprio sulla data del verbale che è possibile con le nuove norme fare ricorso contestando la sanzione. Secondo la giurisprudenza in vigore negli uffici dei giudici di pace e in quello delle depenalizzazioni in prefettura i termini entro cui vengono notificati i verbali sarebbero irregolari. Il codice della strada all'articolo 201, prevedeva la notifica delle infrazioni non immediatamente contestate entro 150 giorni. 

I ricorsi - La legge 120 del 2010 invece ha accorciato quel termine a 90 giorni. Ma da quando? Dalla data in cui l'agente mette mano alla foto, legge la targa, annota la velocità rilevata e commina la sanzione. Da qui sono scattati migliaia di ricorsi. Il comando della polizia di Milano, ad esempio, sarebbe sommerso da una tale mole di accertamenti da rendere necessario un raddoppio del personale dedicato all'Ufficio procedure sanzionatorie. "È un criterio evidentemente illegittimo - spiega Nicola Castiglioni (Codacons) - Ormai si sta affermando questa giurisprudenza". Insomma in questo modo migliaia di multe potrebbero essere nulle. E intanto sul web spopolano vademecum con le regole da seguire per fare i ricorsi. 

Lele Mora rompe gli indugi. Tutta la verità sul suo "pappagallino", sulle "pilloline" e sul suicidio. Poi su Corona: "E' malato"

Lele Mora, le confessioni sul suo "pappagallino", su Renzi, su Corona e sul suicidio




"E' allegro, stuzzichevole, simpatico, con quel sorriso sornione che a volte fa venire libidine". Si parla di Matteo Renzi a La Zanzara, e Lele Mora "interrogato" dai conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo, si lascia andare e confessa l'attrazione fatale per il premier toscano, tanto che l'ex agente dei vip a cuore aperto confessa: "Fa venie la libidine sì, ma non a me - spiega Mora - che non faccio sesso da quattro anni e il mio pappagallo è morto con le pilloline che prendo mai". E in ogni caso, prosegue, "mi sembrerebbe di andare con Fonzie, di tornare indietro negli anni, quando ero giovane, fresco, quando ancora mi tirava…". 

Il carcere - L'intervista continua e si parla un po' di tutto: del carcere, di Fabrizio Corona, dell'exploit di Matteo Salvini e persino di Arcore e di Silvio Berlusconi. "Il carcere? - fa di rimando Mora - Piuttosto mi ammazzo, mi butto dal balcone" spiega l'ex agente delle star, condannato in appello a sei anni e un mese nel processo Ruby bis. "La condanna è ingiusta - spiega Mora - ma sono felice. Se fossi tornato in galera non avrei resistito. Già quando ero dentro ho tentato il suicidio. Piuttosto la morte, mi sarei tolto la vita prima buttandomi giù dal quinto piano. In carcere ci vanno i veri banditi, io non lo sono" continua Mora amaro. "Non ho stuprato nessuno - aggiunge l'ex agente - e non ho rubato, prendono meno quelli che fanno le rapine in banca. Ho patteggiato una condanna a quattro anni e tre mesi, sono stato punito abbastanza".

Berlusconi, Corona e Salvini - "Corona? Quando uno sbaglia è giusto che paghi, E' malato e bipolare, lo curino, e la grazia sarebbe un privilegio" spiega Lele Mora che tornando alle ipotesi di voto non nasconde e anzi conferma la sua preferenza per l'ex sindaco di Firenze, scartando senza troppi fronzoli il competitor della Lega Nord: "Salvini? Per carità, se potessi votare voterei Renzi – dice Mora – può mettere a posto il Paese, certo non è uno di sinistra. E' tutto: socialista, democristiano, liberale, e fa finta di essere anche un po' comunista" conclude entusiasta Mora che chiosa: "Renzi è il number one, il numero uno. Renzi forever".

Benvenuto a Mancini firmato Baresi: "Bentornato un caz...". Polemica e giallo

Inter, la figlia di Beppe Baresi a Roberto Mancini: "Bentornato un cazzo"




Su Twitter spopola l'hashtag #BentornatoMancio, con cui i tifosi nerazzurri accolgono il ritorno in panchina di Roberto Mancini. Eppure non sono tutti entusiasti. Già, infatti c'è anche chi scrive: "E' incredibile come possa cambiare tutto in un attimo: bentornato un cazz**!". Un cinguettio postato e poi subito rimosso da Regina Baresi, la figlia di Beppe Baresi, ex allenatore in seconda della Beneamata. Infatti poche ore fa, insieme a Walter Mazzarri, anche Beppe, fratello del rossonero Franco, è stato sollevato dall'incaricho. Una scelta che non è piaciuta affatto alla figlia Regina, che per inciso è anche il capitano della squadra di calcio femminile dell'Inter. Dopo 37 anni consecutivi in nerazzurro, prima da giocatore e poi nello staff tecnico, papà Beppe dovrebbe lasciare il club: da quello che si è appreso, non farà di sicuro parte dello staff tecnico e potrebbe restare in società al massimo con un altro ruolo. Regina, poco prima del divorzio-declassamento di papà, sempre su Twitter aveva cinguettato: "Ora che arriva Mancini non dovete pretendere un netto cambiamento dopo la prima partita, ci vuole pazienza e bisogna lasciarlo lavorare". Pochi minuti dopo il tweet incriminato, e subito rimosso. Regina ha provato a salvare capra e cavoli aggiungendo: "Indipendentemente da tutto, sempre e solo Inter". E ancora: "Grazie per tutti i messaggi di affetto, dopo 37 anni per mio papà c'è sempre e solo l'Inter". Ma ormai la proverbiale frittata era stata fatta...

Due morti, un disperso, fiumi in piena Milano sott'acqua, città in ginocchio

Maltempo, Genova ancora devastata. Milano sott'acqua




E' durata davvero poco la tregua concessa dal maltempo: questa mattina, al nord, è tornato l'allarme, e si registrano danni maggiori tra Liguria, Piemonte, Toscana e Lombardia. A Genova il sindaco Marco Doria lancia l'allarme: "Il Bisagno è preoccupante, invito i cittadini alla massima attenzione: non uscite di casa e se necessario raggiungete i piani alti".

Liguria - Il ponente genovese è sott'acqua: i 103 millimetri di acqua caduti in un'ora hanno causato gravissimi disagi. Il resoconto dei danni è quasi "un bollettino di guerra", come ha affermato l'assessore regionale alla Protezione civile, Raffaella Paita. Una persona risulta attualmente dispersa dopo che la sua automobile è stata travolta da un torrente a Mignanego, in provincia di Genova. La A10 è chiusa da Voltri a Genova Aeroporto, per allagamenti, in entrambi i sensi: sempre sull'A10 è stata chiusa la stazione di Celle Ligure. Diversi tratti chiusi anche sull'A12, intorno a Genova, dove l'esondazione del rio Borzoli e del Polcevera (assieme a suoi affluenti) hanno creato notevoli danni. A Prà si è abbattuta una violenta tromba marina che ha causato danni. La circolazione ferroviaria, inoltre, è stata sospesa sulle linee Genova-Torino e Genova-Milano, mentre è interrotta dalle 6.30 di stamattina la ferrovia Genova-Ventimiglia. Nel pomeriggio "Il Bisagno a Firpo ha superato il livello di attenzione". Lo ha detto l'assessore regionale alla Protezione civile Raffaella Paita a proposito della situazione del torrente Bisagno la cui esondazione il 9 ottobre scorso ha provocato un morto. "I livelli sulle sezioni monitorate del torrente - ha aggiunto - sono in salita, così come il livello del Fereggiano che evidenzia una salita repentina pur attualmente al di sotto del livello di attenzione.

Piemonte - In provincia di Alessandria sono esondati l'Orba, il rio Lovassina, il Grue e il Lemme, mentre preoccupa il Bormida: evacuazioni anche a Gavi, per la terza emergenza maltempo nell'ultimo mese. Per oggi sono previsti picchi di precipitazioni tra il Biellese e il Verbano, con anche 150 mm di pioggia previsti. Il livello dei laghi principali tornerà a salire: il Lago Maggiore dovrebbe risalire di 15 cm. Il livello della neve, lunedì, dovrebbe scendere attorno ai 1200 metri.

Milano e Lombardia - Il fiume Seveso è esondato in via Valfurva, in zona Niguarda a Milano. Sul posto, informa il Comune di Milano, sono presenti le pattuglie della Polizia locale e le squadre della Protezione civile. Sono stati aperti da Mm Servizi idrici tutti i chiusini per il deflusso dell’acqua. In zona Isola gli ambulanti del mercato rionale di piazzale Lagosta sono stati invitati ad anticipare il disallestimento dei banchi lasciando libere piazza Minniti, via Garigliano e via Sebenico. Oltre al Seveso, è uscito dall’alveo anche il fiume Lambro. Il Comune di Milano invita i cittadini dei quartieri interessati di Niguarda, Isola, Garibaldi, Forlanini, Lambrate e Mecenate "a non usare le auto private per quanto possibile nelle prossime ore". Sono presenti sul territorio 70 tra squadre della protezione civile, pattuglie della polizia locale e squadre del servizio idrico di MM. È stato chiuso il mercato di piazzale Lagosta. È stata evacuata al Parco Lambro la sede della Fondazione Exodus al Parco Lambro, informano fonti vicine all'associazione di don Antonio Mazzi. Tutti i ragazzi, tranne un volontario che sarebbe rimasto sul posto, hanno lasciato la sede dell’associazione, protetta da sacchi di sabbia.

Le altre regioni - In Abruzzo, sul Gran Sasso, due militari in escursione sono stati sorpresi dal maltempo: entrambi sono stati trovati morti. In Toscana è già scattato il massimo livello di attenzione: è stata già evacuata la zona rossa a Marina di Carrara, in vista della bomba d'acqua prevista per stasera e che mette ancora a richio gli argini del fiume Carrione. Allerta anche in Veneto, per la piena del Po, così come in Emilia Romagna, fino alla mezzanotte di lunedì. Il sindaco di Ferrara, intanto, ha firmato un'ordinanza di evacuazione per i residenti nelle aree golenali del Grande Fiume.

Silvio-Brunetta, il grande gelo: uno scambio di battute al vetriolo

Renato Brunetta scrive a Juncker: "Bocciate la manovra". Silvio Berlusconi sbotta: "Iniziativa personale"




La lettera che Renato Brunetta ha inviato al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e al vice-presidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività, Jyrki Katainen, con la richiesta, in sostanza, di bocciare la manovra italiana ha fatto infuriare Silvio Berlusconi.

La missiva - Il presidente dei deputati di Forza Italia, infatti, ha scritto un'articolata missiva "tecnico-politica per denunciare gli imbrogli della legge di stabilità di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, ai fini di una corretta valutazione della stessa da parte della Commissione europea in vista del suo giudizio", previsto per il 24 novembre, "con il rischio concreto dell'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell’Italia".

Doppio attacco - Una mossa che non solo ha fatto infuriare il governo ("E' difficile immaginare una lettera dell'omologo francese o tedesco per scommettere sul fallimento del proprio Paese", ha detto il viceministro Enrico Morando) ma anche Berlusconi. Scrive infatti La Stampa che alcuni suoi fedelissimi lo descrivono "letteralmente furibondo per una iniziativa non concordata" e in contraddizione con la scelta del partito di contestare al governo non la mancanza di rigore "ma il fatto che Renzi non ha forzato i vincoli europei" ha specificato Raffaele Fitto.

Con convinzione - Brunetta però non si pente e taglia corto: "Non ho fatto altro che riassumere le posizioni espresse in Parlamento da Forza Italia, obiezioni fatte pubblicamente che il governo non ha mai preso in considerazione". 

sabato 15 novembre 2014

Rivoluzione in Forza Italia: un big lascia una poltrona chiave...

Forza Italia, Paolo Romani lascia la commissione Affari costituzionali, arriva un fittiano




Dopo l'armistizio, cominciano le grandi manovre. Dentro Forza Italia inizia il giro di poltrone per sedare la rivolta dei fittiani e tenere unito il partito. A pochi giorni dal nuovo incontro Berlusconi- Fitto, il capogruppo al Senato Paolo Romani lascia a sorpresa la commissione Affari costituzionali, nonostante sia tra i massimi esperti della legge elettorale che proprio ora approda a Palazzo Madama per la seconda lettura. In commissione, da uomo vicinissimo al capo, aveva condotto tutte le trattative col Pd anche sulla riforma del Senato. Passa alla commissione Esteri, il suo posto è stato già preso in queste ore dal “fittiano” e pugliese Francesco Bruni. Un cambio della guardia avvenuto in silenzio. 


Giro di poltrone - L’operazione, come racconta Repubblica, è partita, dunque, ma i nuovi organigrammi ai quali sta lavorando Verdini anticipati ieri da questo giornale) hanno fatto insorgere gli esponenti di punta del cerchio magico berlusconiano. In testa, Maria Rosaria Rossi. Ma da Giovanni Toti a Niccolò Ghedini, sono tanti altri i dirigenti di prima fila che vedono come fumo negli occhi le aperture a beneficio dell’eurodeputato e dei suoi uomini. Il piano dei forzisti della linea dura è quello di scaricare ogni responsabilità e attribuire a Verdini il progetto del nuovo ufficio esecutivo con una dozzina di componenti che proprio Fitto potrebbe guidare, per completare la "pacificazione" interna. Una tregua che per il momento appare davvero lontana. 

La vendetta al veleno di Lapo Elkann: cinque foto al vetriolo contro Della Valle

Lapo risponde a Della Valle: la vendetta ironica (e social) del rampollo di casa Agnelli




Nel corso di un evento a Piazza Affari a Milano, ieri 13 novembre, Diego Della Valle aveva espresso il suo punto di vista sulla quotazione in Borsa della Ferrari: il Cavallino "ha salvato quel bidone che è la Fiat" aveva detto l'imprenditore marchigiano. Aggiungendo che "è vergognoso, l'Italia cambierà quando capirà quanto male ha fatto questa famiglia al Paese". Lapo Elkann, rampollo di casa Agnelli e ragazzo orgoglioso del nome e del brand che gli Agnelli rappresentano nel mondo, non ci sta, e risponde per le rime al patron di Tod's postando dal proprio profilo Instagram, il social delle foto, una collezione di scatti ironici con l'intento di canzonare Diego Della Valle.

La vendetta di Lapo - "L'unico HOGAN che stimo!!!" conferma la didascalia di una foto del wrestler d'antan Hulk Hogan, ma il riferimento neanche troppo velato è allo "scarparo" Della Valle. E ancora "Scusa hai le Hogan, non ti posso parlare" recita una maglietta fotografata e condivisa dal più piccolo degli Elkann, prima dello smacco definitivo: "Una macchina può far sognare più di un paio di scarpe! Enjoy The silence!".