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mercoledì 8 ottobre 2014

Imbecilli, centimetri e bonifici. Juventus-Roma, tra Mughini e Giordano è rissa totale in diretta tv

Juventus-Roma, rissa tra Giampiero Mughini e Mario Giordano a "Tiki Taka"




Nella fiera dei commenti post partita (si parla di Juventus-Roma, ovvio) mancava solo lui: Giampiero Mughini. Il super tifoso se la prende questa volta con Mario Giordano, a cui ricorda, nel corso del talk show calcistico Tiki Taka, che "se si sta parlando di centimetri va bene, mentre se si parla, al contrario, di bonifici" va meno bene (parafrasando). Di lì a poco, manco a dirlo, scoppia il putiferio.

La rissa - "Se stiamo parlando dei centimetri (riferendosi ai due rigori dubbi fischiati all'interno dell'area o meno, ndr) è legittimo che ognuno di noi dica la sua, per carità, ma se stiamo parlando dei bonifici... dei bonifici fatti da Andrea Agnelli (alludendo a un ipotetico giroconto fatto recapitare all'arbitro Gianluca Rocchi, ndr)...", lascia cadere la frase, l'esasperato Mughini. Che poi, però, ricomincia più agguerrito che mai: "Perché uno dei tanti imbecilli oggi ha detto che Agnelli non si limita a telefonare, ma manda il bonifico. Ma di che cosa stiamo parlando?" domanda infuriato Mughini. Al ché Giordano sbotta: "Stiamo parlando che la Juve è favorita, di questo stiamo parlando" ribatte furiosamente all'opinionista di fede bianconera. Da lì in poi è rissa: "Ma queste squallidità dille al tuo portiere" fa Mughini sprezzante, "che cosa squallida!". E infine: "Se sapevo che c'era Mario Giordano chiedevo un indennità..." 

I pm umiliano Giorgio Napolitano: per loro deve deporre davanti a Riina

Stato-mafia, i pm umiliano Napolitano: per loro deve deporre davanti a Riina




La Procura di Palermo, in una memoria depositata alla Corte d’Assise, ha dato parere favorevole alla partecipazione dei boss Totò Riina e Leoluca Bagarella e dell’ex ministro Nicola Mancino alla deposizione, al Quirinale, del Capo dello Stato Giorgio Napolitano al processo sulla trattativa Stato-Mafia. I capimafia, qualora la Corte accogliesse la loro istanza di assistere alla deposizione, parteciperebbero in videoconferenza dal carcere, mentre Mancino potrebbe assistere dal Quirinale. Secondo i pm, infatti, la possibilità di partecipare all’udienza, seppure con le forme della videoconferenza, sarebbe prevista dalla norma richiamata dalla Corte d’Assise per lo svolgimento dell’udienza al Quirinale, cioè l’articolo che disciplina l’audizione del teste sentito a domicilio. Inoltre - per la Procura - alla luce dei principi generali che consentono all’imputato di partecipare al processo, un’eventuale esclusione, a fronte di una precisa istanza, potrebbe determinare una nullità processuale. Da qui il parere favorevole della Procura.

martedì 7 ottobre 2014

Nozze gay, Alfano manda la polizia contro Pisapia Giggino & C.

Alfano ordina ai prefetti di cancellare le trascrizioni delle nozze gay dai registri italiani




«Questa mattina firmerò una circolare che invierò ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti all’estero. Queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane». Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha così chiarito l'illegittimità della fuga in avanti di alcuni amministratori locali in tema di diritti civili. «In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge», ha spiegato Alfano ai microfoni di ’Non Stop News’ su Rtl 102.5. Secondo il ministro «le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di Stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane». «Anzi - sottolinea - ne approfitto per annunciare che io proprio questa mattina firmerò una circolare che invierò ai prefetti della Repubblica italiana e con la quale dirò esattamente quello che ho detto a voi. Dove risultino adottate queste direttive sindacali in materia di trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero e che vogliono essere registrate in Italia, dirò ai prefetti che si dovranno rivolgere ai sindaci rivolgendo loro un invito formale al ritiro di queste disposizioni e alla cancellazione, ove effettuate, delle trascrizioni, avvertendo anche che in caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati».

Gay Center non ci sta - «Alfano si candidi a leader delle sentinelle in piedi. Il suo annuncio che invierà una circolare oggi stesso ai prefetti per cancellare le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero è l’esempio di un ministro dell’Interno che vuole derubricare i diritti civili a questione di ordine pubblico», dice in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center. «Alfano - prosegue Marrazzo - usa il suo potere di ministro per attaccare quei sindaci che stanno aprendo alle trascrizioni. Noi, invece, ci auguriamo che quei sindaci coraggiosi che hanno deciso di aprire alle trascrizioni vadano avanti. Sarebbe bene che dal governo, magari dal presidente Matteo Renzi, e dalla maggioranza ci fossero prese di posizione chiare contro questa decisione del Ministro dell’Interno».

Vendola: "Austroungarico" - «Evidentemente nel governo delle larghe intese a Renzi spetta la parte degli annunci, mentre chi detta legge sui diritti sociali è il diversamente berlusconiano Sacconi», ha tuonato Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà. «E sui diritti civili e sulla dignità e la libertà delle persone - ha aggiunto- detta legge il diversamente berlusconiano Alfano, famoso per la vicenda kazaka e per aver votato a suo tempo la vergogna della Bossi/Fini». Sel da alcuni mesi ha lanciato una campagna nazionale per la registrazione di questo tipo di unioni in tutti i comuni. «Ora - ha continuato il leader di Sel - come un ministro della polizia austroungarica dell’epoca risorgimentale tenta di bloccare i passi in avanti della società italiana. Impresa vana la sua, non ci riuscirà. L’Italia per fortuna è più avanti dell’ottusità dei suoi governanti. Sono certo che nessun sindaco, nessun consiglio comunale abbasserà la testa». «Rimane solo un’amarezza - ha concluso Vendola - che c’entrate voi, amici del Pd con questa destra medievale? Che ci state a fare al governo con loro?».

"Ho sbagliato, i rigori non c'erano..." Rocchi non arbitrerà più Juve-Roma

Gianluca Rocchi: i gol della Juve erano irregolari




Al termine della tanto discussa partita Juventus-Roma, i due dirigenti giallorossi Mauro Baldissoni e Claudio Fenucci hanno chiesto un incontro privato con l'arbitro del match, Gianluca Rocchi, per chiedere spiegazioni sulle scelte che hanno ampiamente penalizzato la squadra della Capitale. Il fischietto fiorentino ha risposto alle critiche facendo "mea culpa": è questa la clamorosa rivelazione fatta oggi dal quotidiano "Il Tempo".

Il "mea culpa" dell'arbitro - Rocchi ha ammesso che i due rigori concessi alla Juventus - il tocco di braccio di Maicon e l'intervento di Pjanic su Pogba, entrambi di poco fuori area - erano al limite, e solo la moviola poteva togliere ogni dubbio. Parole che danno ragione al tecnico giallorosso, Rudi Garcia, e al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che chiedono ormai con insistenza l'uso della tecnologia e della moviola in campo: ma sono anche parole in evidente contrasto con quanto riferito dal capitano della Roma, Francesco Totti, nel post-partita. "Quando ho chiesto a Rocchi che avevamo visto le immagini nell’intervallo e i rigori non c’erano, lui mi ha risposto che c’erano al mille per mille".

Vidal: era fuorigioco - L'arbitro della partita ha inoltre riconosciuto che il gol di Bonucci andava annullato, per il fuorigioco attivo di Vidal, accusando peraltro di scarsa collaborazione il guardalinee Faverani, primo assistente del direttore di gara. Insomma, a mente fredda Rocchi si sarebbe pentito delle proprie decisioni, in parte: non avrebbe infatti ammesso, per esempio, che il tocco di braccio di Maicon non andava comunque giudicato irregolare, perché si trattava di semplice protezione. La società giallorossa, intanto, non è più tornata su quanto successo domenica scorsa allo Stadium: le ultime parole sono quelle di Rudi Garcia, che ha giudicato i fatti di Torino "un male al calcio".

L'ULTIMO ANNUNCIO DI RENZI "Dal 2015 una tassa unica sulla casa" Intanto pagano anche gli affittuari

Renzi: "Dal 2015 una tassa unica sulla casa". Nel frattempo pagano anche gli affittuari

di Sandro Iacometti 


Per quanto ormai tartassati al di là di ogni umana sopportazione, i proprietari di casa al salasso annuale ci hanno fatto il callo. Tra coloro che il 16 ottobre dovranno passare alla cassa, però, c’è anche un gruppo di esordienti che finora aveva avuto a che fare solo con oneri condominiali e balzelli sui rifiuti. Con la nuova Tasi ad aprire il portafoglio saranno anche gli inquilini. Chi vive in affitto dovrà farsi dare dal proprietario le rendite catastali dell’immobile e delle relative pertinenze, calcolarsi la sua bella tassa su una quota che va dal 10 al 30% dell’aliquota Tasi per le abitazioni locate fissata del proprio comune, compilare un F24 o un bollettino postale dedicato. Qualche esempio? A Roma si pagherà il 20% sulla base di un’aliquota allo 0,8 per mille, a Milano il 10% sulla stessa aliquota. I più spremuti sono i locatari di Biella, 30% su un’aliquota del 3,3 per mille, dove il balzello però è stato già andato all’incasso prima dell’estate. Occhio, però, all’importo. Se sarà sotto i 12 euro la legge stabilisce che nulla è dovuto. Comunque il premier Matteo Renzi proprio ieri ha promesso: «Dal 2015 ci sarà un’unica tassa» nei Comuni che poi decideranno l’aliquota.

Salasso assicurato - Il conto alla rovescia è comunque scattato per tutti. La stangata è assicurata. Anche per le prime case. Le ultime elaborazioni del Servizio Politiche Territoriali della Uil calcolano che per una famiglia su due il conto sarà quest’anno più salato dell’Imu 2012. Su 336 famiglie residenti in 84 città capoluogo oggetto del campione di indagine, il 51,8% dovrà vedersela con una Tasi più pesante di quanto pagato con l'Imu due anni fa.

Prima e seconda rata - L’appuntamento del 16 ottobre riguarda il pagamento della prima rata per gli oltre 5mila comuni che hanno deliberato le aliquote in ritardo. Il 16 dicembre, invece, insieme alla vecchia Imu per le seconde case, sarà la volta del pagamento della seconda rata per gli oltre 2mila comuni che avevano già deciso a giugno e per quei circa 700 comuni che non lo hanno ancora fatto, dove la Tasi si verserà in un’unica soluzione all’aliquota base dell’1 per mille.

La base imponibile - La base imponibile Tasi è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista abilitato oppure di rintracciare la delibera per vedere aliquote ed eventuali esenzioni, quindi fare il calcolo con alcuni siti che su internet facilitano di molto l’adempimento.

Il pagamento - Per quanto riguarda il pagamento, inutile sperare nei bollettini precompilati che nessun comune manderà a casa dei contribuenti. Il versamento si potrà fare con F24 o bollettino postale dedicato da prelevare alle poste. C’è da ricordarsi, però, che dal primo ottobre chi deve pagare importi pari o superiori ai mille euro può utilizzare esclusivamente il modello F24 online e versare telematicamente la cifra tramite i servizi dell’Agenzia delle Entrate o il canale di home banking della propria banca. Si può pagare con modello F24 cartaceo solo per cifre inferiori ai mille euro. Mentre chi paga con bollettino postale non ha problemi anche nel caso in cui debba versare di più. Per chi non rispetta le scadenze della Tasi dovrebbe scattare la sanzione ordinaria pari al 30%.

Meno sconti su asili e Tasi: gli svantaggi di avere il Tfr in busta paga

Tfr in busta paga: ecco tutti gli svantaggi




Alla fine ci guadagnerà solo lo Stato. A mettere in guardia i lavoratori sull'operazione che Matteo Renzi ha in mente per rilanciare l'economia, ovvero mettere il Tfr in busta paga, oggi ci pensa Repubblica. Che avverte: più Tfr in busta paga significa anche avere un reddito Isee maggiore e quindi meno agevolazioni per asili nido, mense scolastiche, tasse universitarie, minori detrazioni Tasi. E ovviamente più tasse di domani che il governo incassa oggi: dai 4 ai 6 miliardi di euro a seconda dell'ipotesi se il "salario differito" sarà al 50% o al 100%.

Il reddito Isee - Il Caf della Uil calcola che un dipendente con un reddito di 23 mila euro l'anno avrebbe una busta paga più pesante di circa 106 euro al mese a partire da gennaio 2015 con l'anticipo del 100%. Tutto ciò, spiega Valentina Conte, nel caso in cui (logico e favorevole) l’anticipo del Tfr sia tassato non come cumulo di reddito e dunque con un’aliquota Irpef più alta (sarebbe una stangata fiscale in piena regola). Ma in modo separato e agevolato, come avviene ora alla fine del rapporto di lavoro, con un’aliquota media pari a quella Irpef degli ultimi cinque anni (più un 11% della rivalutazione), dunque tra il 23 e il 25%. Ebbene, anche in quest’ultimo caso di tasse ridotte, salirebbe il reddito. Non quello imponibile ai fini Irpef, ma quello Isee. Che proprio dal 2015 ricomprende nel suo calcolo, giustappunto, anche tutti i redditi a tassazione separata, come appunto il Tfr, oggi esclusi.

Gli esempi - Un reddito Isee di 12.500 euro a Milano paga una tariffa di asilo nido pari a 103 euro mensili. Ma se quel reddito si alzasse anche solo di un euro per effetto del Tfr anticipato - la retta passerebbe a 232 euro: 129 euro in più al mese. Il costo della mensa scolastica a Roma è di 50 euro mensili per redditi Isee non superiori, anche qui, a 12.500 euro. Limite che un anticipo di liquidazione potrebbe violare, portando così la mensa a 54 euro. L’iscrizione all’università La Sapienza di Roma costa 549 euro l’anno, per i redditi Isee di 12 mila euro. Si passerebbe a 600 euro con un reddito poco sopra. A Bari chi ha un reddito Isee di 10 mila euro non paga la Tasi. Sarebbe rischioso accettare il Tfr nello stipendio, se poi questo comportasse l’obbligo di versare la tassa sulla casa e per giunta con aliquota massima, al 3,3 per mille. Conviene?

Lo juventino Travaglio: "Abbiamo rubato 3 gol. Vergogna"

Lo juventino Marco Travaglio: "Abbiamo rubato tre gol, che vergogna"




Al banco dei testimoni ecco Marco Travaglio. Testimonianza affidabile, la sua, che è uno juventino doc. Il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano dice la sua sulla partita dei veleni tra Juve e Roma a Un giorno da pecora. E senza peli sulla lingua il tifoso Travaglio ammette: "Ho visto Juventus-Roma ieri. La Juve ha rubato su tutto, non c'è un gol che sia regolare. Devo dire che non mi vergognavo così dai tempi di Moggi: i suoi allievi hanno superato il maestro. La partita - ha concluso Marco Manetta - è stata rovinata da un arbitro servile".