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lunedì 8 settembre 2014

Montezemolo, addio alla Ferrari e sfogo al veleno: "Ormai è diventata americana. E ora Marchionne..."

CAVALLINO Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo e l'amaro addio: "Ormai è americana, Marchionne sarà presidente"




La Ferrari "è americana", e forse il nuovo presidente sarà Sergio Marchionne: profezia, amara, di Luca Cordero di Montezemolo. La sua domenica nera passa da due tappe: il siluramento in diretta dal Forum di Cernobbio, ad opera dello stesso ad di Fiat Chrysler Marchionne, e il flop totale a Monza, nel Gp d'Italia, con il disastro della Rossa. Marchionne ha definito Montezemolo "non indispensabile", modo gentile (fino a un certo punto) per annunciarne l'addio dopo sei anni di fallimenti sportivi senza Mondiali conquistati. Parole "ingenerose", le avrebbe definite Luca Cordero secondo il Corriere della Sera, che riporta alcune riflessioni malinconiche del presidente uscente del Cavallino. Montezemolo, a margine del Gp "di casa", ha ricordato come quando nel 2000 Michael Schumacher riuscì a conquistare il suo primo titolo, "erano 21 anni che Maranello non vinceva un campionato mondiale. La Mercedes l'ultimo lo ha vinto nel 1955". 

La rottura con John Elkann - In 23 anni alla guida della Ferrari, non consecutivi, Montezemolo ha portato a casa 14 titoli mondiali (8 costruttori e 6 piloti) e 118 vittorie nei Gran premi. Ma nello sport, come nell'economia, la riconoscenza se c'è ha comunque una data di scadenza. E sicuramente la Ferrari, come la Fiat, non è più una azienda familiare, un gioiellino da coccolare. Semmai, un marchio da sfruttare. Montezemolo si sarebbe sentito "tradito" dalla famiglia Agnelli: nel 2010 era stato lui a lasciare il timone di Fiat a John Elkann, dopo aver guidato la casa torinese nel periodo più difficile, dal 2004, sull'orlo del fallimento. Diventato consigliere d'amministrazione, Montez è stato fatto fuori dal rinnovato cda della Fca, nata dalla fusione di Fiat e Chrysler, la creatura di Marchionne, di fatto nuovo signore della Fiat. Secondo le regole delle grandi corporation, servono molti consiglieri "indipendenti" e Montezemolo, in qualità di presidente Ferrari, non rientrava tra questi. Di sicuro, l'esclusione gli ha fatto male, tanto da non essersi presentato nemmeno in un'occasione mondana ufficiale come il decimo anniversario di matrimonio tra Elkann e Lavinia Borromeo, giovedì scorso. 

La Rossa a Marchionne? - "E' finita un'epoca - ha confidato a Monza - la verità è che ormai la Ferrari è americana". Il rischio, sussurra, è che possa "diventare come la Lamborghini". Un marchio da sfruttare, insomma, senza troppi vincoli affettivi o legami geografici. Perché si sta pur sempre parlando del "marchio più conosciuto al mondo". Giovedì prossimo potrebbe arrivare la staffetta: dentro Marchionne, fuori Montezemolo. Si tratterebbe di trovare solo una cospicua buonuscita economica.

Cav: "Assurde le sanzioni contro Putin"

Berlusconi: "Assurde le sanzioni contro Putin"




"Ho combattuto per più di 20 anni per resistere agli attacchi, alle menzogne e alle calunnie che mi sono state rivolte contro e sto combattendo ancora dopo una sentenza infondata e inverosimile, per riconquistare la serenità, la dignità, il prestigio e l’agilità politica". Lo ha detto Silvio Berlusconi ai giovani di Forza italia riuniti a Giovinazzo. Con una telefonata alla sede del meeting, accolta da un lungo applauso Berlusconi ha detto ancora: "Sto combattendo ancora per la libertà del Paese che amo, ma da ora spetta a voi scendere in campo al mio fianco, in prima linea per difendere il vostro benessere e il vostro futuro. Noi vecchi resteremo in  campo, non arretreremo di un centimetro ma abbiamo bisogno di avervi al fianco per rinnovare Forza Italia, per presentarci agli italiani con volti nuovi che non vengano solo dal mestiere della politica, ma anche dall’Università, dal mondo del lavoro. Sta a voi far tornare a vincere Fi, dovete essere voi i nostri soldati della libertà, io sarò la vostra bandiera, nonostante l'età". 

Crisi Ucraina - Ma Berlusconi ha parlato anche della crisi tra Russia e Ucraina accusando  "una malaugurata carenza di leadership internazionale" che sta portando ad assumere "un atteggiamento ridicolmente e irresponsabilmente sanzionatorio nei confronti della Federazione Russa, che non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa che considera come fratelli . Siamo in profonda angoscia per la profonda crisi dell’economia che va di male in peggio e ancora più per la situazione internazionale e per le decisioni dei vertici occidentali europei, la Nato, che, direi incredibilmente, inspiegabilmente e irresponsabilmente, hanno cancellato e stanno cancellando il grande lavoro e il risultato che avevamo conseguito noi, nel 2002, con il trattato di Pratica di Mare, mettendo fine a mezzo secolo di guerra fredda", ha detto il leader di Forza Italia. 

Matteo "gentleman" con la Boldrini: "Quando sento parlare Laura..."

Salvini: "Boldrini mi fa dormire". Lei "Solito gentleman"




I due, più diversi, non potrebbero essere. Lei di sinistra, la classica radical chic approdata quasi per caso alla politica: e mica in un posto qualsiasi, ma direttamente alla presidenza della Camera, dalla quale rifila spesso i suoi sermoni politically correct. Lui leghista da quando ancora andava a scuola una vita in politica, campione nel dire cose scomode e sempre all'attacco dei luoghi comuni. Laura Boldrini e Matteo Salvini, un faccia a faccia vero e proprio non lo hanno mai avuto. Ma oggi il segretario del Carroccio, a Cernobbio per portare anche al Forum Ambrosetti la sua battaglia anti-euro, ha parlato anche della presidente di Montecitorio: "Quando la sento parlare mi fa dormire". E lei, di rimando: "Salvini? E' il solito gentleman". 

Al Bano: "Viva Putin". E la Rai manda il suo concerto in prima serata

Record di ascolti per il concerto di Al Bano e Romina




Il ritorno della coppia Al Bano e Romina fa bene anche agli ascolti della Rai. Felicità, il concerto evento di Al Bano e Romina Power dal Crocus City Hall di Mosca, riproposto venerdì 5 settembre, da Rai1 vince la prima serata con 3 milioni 478mila spettatori e il 15.89 di share. La coppia (che nella vita privata ha ritrovato il dialogo e l'armonia, ma non è tornata insieme) ha molto successo all'estero, e in Russia in particolare. Polemiche per la messa in onda dello spettacolo, al termine del quale il cantautore di Cellino San Marco ha elogiato Putin, proprio nei giorni dello scontro tra Russia e Ucraina e delle sanzioni decise dalla Nato (Italia compresa) a carico di Mosca.

Per Roberto la vita è bella: grazie a mamma Rai che lo strapaga la sua società fa soldi a palate

Benigni, la sua società raddoppia gli utili

di Franco Bechis 


C’è una coppia che ha superato brillantemente la crisi. Non quella coniugale - che non è mai risultata. Quella economica, che come tutti gli italiani hanno dovuto affrontare anche due star del cinema come Roberto Benigni e Nicoletta Braschi.

La coppia è azionista pariteticamente della società che produce i film e gli spettacoli del comico toscano (e talvolta anche della consorte), sfruttandone poi la commercializzazione: la Melampo cinematografica. Depositato da qualche giorno, il bilancio 2013 del gruppo ha evidenziato un sorprendente raddoppio dell’utile netto, che passa a 2,74 milioni di euro da, 1,15 milioni dell’anno precedente.

L’utile per altro era già raddoppiato l’anno scorso, visto che nel 2011 ammontava a 569.358 euro (comunque in crescita rispetto ai 418.310 euro del 2010). Un successo notevole, decisamente in controtendenza rispetto all’andamento delle principali società italiane, anche nel settore dello spettacolo e dei diritti tv e cinema. Tanto è che la coppia Benigni-Braschi ha deciso di non avere bisogno di tanti soldi in tasca. Quei 2,7 milioni di euro sono stati portati a riserva utili a nuovo. E dal patrimonio della società sono stati distribuiti ai due azionisti 1,29 milioni di euro prelevati dalle riserve disponibili della società.

Visto che la tassazione dei capital gain (in questo caso prima ancora dell’aumento deciso da Matteo Renzi) incide assai meno di quella sul reddito delle persone fisiche, la coppia Benigni ha potuto contare quest’anno su circa 500 mila euro netti a testa. Non male, anche per un comico di successo nel cui reddito per altro entrano compensi di vari natura legati sia a gli investimenti che alle prestazioni professionali. Come indica la nota integrativa al bilancio per altro la Melampo ha anche pagato un extra a ciascuno dei due soci. Alla Braschi 50.375 euro «a titolo di prestazione artistica e di rimborso spese». A Benigni 54 mila euro «a titolo di canone di affitto dell’immobile che costituisce la sede legale ed operativa della società».

Come si spiega il boom dei conti Melampo nel 2013, visto che da tempo i Benigni non sfornano nuovi film e la commercializzazione dei diritti dei vecchi risente ovviamente dei numerosi passaggi già avuti nelle varie library tv che li hanno acquisiti? Soprattutto con uno spettacolo: «Dante Firenze» 2013, che ha venduto un bel po’ di biglietti per le 12 puntate di letture dantesche fatte in piazza, ma soprattutto ha incassato dalla Rai il misterioso compenso pattuito per l’esclusiva dei diritti tv.

I Benigni non spiegano quale importo sia stato loro pagato, e dicono solo di avere «consegnato al committente 9 puntate». La Rai al momento ha trasmesso solo quello che aveva acquistato nell’edizione precedente, e non è stato un grande successo, visto che alcune serate hanno raggiunto livelli bassissimi di ascolto (il 2,5% su Rai Due). Ma lo spettacolo ormai è stato venduto, e questo ha già portato ai Benigni gli utili desiderati. La Rai è infatti buon pagatore, a differenza di altri soggetti istituzionali. In bilancio si lamenta infatti un credito ormai di lunga durata di 261.538 euro vantato dall’«Onorevole Teatro Casertano per lo spettacolo Tradimenti», che vedeva protagonista la Braschi. Il 2013 comunque è stato un anno fortunato, perchè finalmente si è svegliata dal lungo sonno anche una società partecipata (insieme a Cinecittà), quella Papigno dove fu registrato Pinocchio e che è restata bloccata per lunghi anni da problemi con la burocrazia umbra.

Marchionne bastona Montezemolo "Non vince da 6 anni. Tutti utili ma..."

Marchionne su Montezemolo: "Nessuno è indispensabile"




Marchionne dopo aver dato 3 consigli a Renzi, a margine del Forum parla anche di Luca Cordero di Montezemolo.  "Io e Luca Cordero di Montezemolo siamo grandissimi amici ma quando ho letto le dichiarazioni, ho pensato che sono cose che non avrei mai detto su me stesso. Mi considero essenziale ma sono comunque al servizio dell’azienda. E conclude: "Ognuno è utile, nessuno è indispensabile. Marchionne ha continuato spiegando che "crearsi una posizione o farsi delle illusioni al di fuori delle regole della dipendenza che esiste tra azienda e management è una cavolata che non esiste". In particolare, "Montezemolo ha fatto un grandissimo lavoro sui risultati economici della Ferrari. Poi c’è il tema dei risultati sportivi: sono tifoso da anni e vedere la Ferrari in queste condizioni pur avendo i migliori piloti del mondo, box efficienti, ingegneri veramente bravi e non vincere niente dal 2008...". C’è allora sul tavolo l’avvicendamento al vertice, gli è stato chiesto. E Marchionne si è limitato a ribadire che «c’è un problema da risolvere, va bene vendere macchine ma bisogna vedere anche la Ferrari vincente in Formula Uno. Non voglio più vedere le nostre macchine in settima o un undicesima posizione, mi dà un fastidio enorme».

Feltri: "Sì al veneto indipendente, poi tocca alla Lombardia"

Feltri: "Sì al veneto indipendente, poi tocca alla Lombardia"

intervista a cura di Matteo Mion



È un Vittorio Feltri in grande spolvero e prepotentemente indipendentista quello intervenuto venerdì sera alla conferenza inaugurale della Festa dei veneti che si tiene annualmente a Cittadella in provincia di Padova. Più di un migliaio le persone presenti che sono esplose in un’ovazione, quando Feltri è sbottato: «Cari veneti, dell’Italia ne abbiamo tutti le palle piene, andate avanti con il referendum per l’indipendenza». Ne abbiamo approfittato per chiedere al nostro fondatore, che per l’occasione sfoggiava un leone di S. Marco dorato all’occhiello della giacca, la sua opinione sull’indipendenza veneta.

Buongiorno Vittorio, ricordi che Bergamo, la tua città natale, apparteneva alla Repubblica Serenissima?

«Certo che sì, infatti ho grande simpatia per Venezia e i Veneti. Bergamo è piena di leoni di San Marco, ovunque mi giro ne vedo uno, quindi non posso dimenticarmi di essere serenissimo».

A Bergamo si parla un dialetto quasi identico a quello veneto?

«È vero sono molto simili. Oggi c’è un recupero dei dialetti, anni fa parlare il dialetto era erroneamente considerato segno d’ignoranza. Quando scrivo un articolo, lo immagino in bergamasco, poi traduco in italiano, togliendo le ostie». 

Cosa ne pensi del malessere del Veneto nei confronti dello stato centrale?

"Penso che in Italia sarebbe necessaria una rivoluzione, mentre è iniziata un’inarrestabile involuzione. Il governo ha abolito le Province che erano l’istituzione più vicina ai cittadini, mentre deve sopprimere o almeno accorpare le Regioni che sono un disastro: ad esempio, la regione Molise è territorialmente più piccola di molte province italiane. Una macroregione indipendente Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sarebbe in grado di funzionare benissimo. Sicuramente meglio dello Stato italiano, dove la politica è allo sfacelo e nessuno è più in grado di esprimere una politica seria, ma subiamo passivamente i diktat di Furher Merkel».

Tra qualche giorno la Scozia vota il referendum per l’indipendenza e gli indipendentisti sono in testa nei sondaggi, che dici?

«Deve fare un referendum così anche il Veneto, ma con la promessa che in caso d’indipendenza mi accetti come residente. Semmai compro 2-3 stanze qui a Cittadella che ci sono delle mura splendide come a Bergamo. A proposito è ora che anche Bergamo si ricongiunga alla madrepatria e i leoni facciano ritorno a casa. Se lo fate, io vi scrivo l’inno, perché m’intendo un po’ anche di musica. Promesso».

Quindi sei favorevole all’indipendenza del Veneto?

«Io sono favorevole e amo l’indipendenza di tutti…soprattutto la mia! Battute a parte, l’indipendenza per il Veneto è un’esigenza d’animo e di portafoglio, l’alternativa è il suicidio. I veneti non devono spaventarsi, ma andare avanti nel percorso referendario e votare tutti per l’indipendenza, perché dell’Italia ne abbiamo tutti pieni i coglioni».

Insomma consigli la secessione ai veneti?

«Dico che devono dimenticarsi le divisioni politiche interne: Renzi e Berlusconi, destra e sinistra. Prima bisogna essere padroni a casa propria, tutto il resto viene dopo, una volta ottenuta la libertà».

Ritieni che il Veneto riuscirà a raggiungere l'indipendenza?

«Sono certo che i veneti andranno avanti, perché la storia non si può cancellare». 

Il resto d’Italia come reagirà a un’eventuale indipendenza veneta?

«Mi auguro che le altre regioni seguano l’esempio del Veneto a iniziare dalla Lombardia. In Italia non mancano i posti di lavoro, ma c’è la crisi della voglia di lavorare, cosa che non accade ai veneti notoriamente laboriosi».

Insomma, se tu fossi residente in Veneto, al referendum sull'indipendenza della regione voteresti si?

«Senza dubbio. Sono sempre stato indipendentista».