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lunedì 18 agosto 2014

LA SVOLTA CHOC DI MISS ITALIA Ecco chi potrà partecipare dal 2015...

Miss Italia, Patrizia Mirigliani apre a i trans per il 2015




Una novità che farà discutere. Nel 2015 il concorso di Miss Italia potrebbe accettare come concorrenti anche le persone transessuali. Una possibilità, che per potersi concretizzare, richiede la modifica dello stesso regolamento della competizione. In particolare dell'articolo 8, dove tra i requisiti per l'ammissione alla competizione compare la seguente clausola: "essere di sesso femminile sin dalla nascita". Una condizione che evidentemente esclude chi ha cambiato sesso.

Il caso - A far scoppiare il caso è stata Vladimir Luxuria, che ha rifiutato di partecipare come giurata al concorso trasmesso in diretta da Jesolo su La7 nei giorni 12, 13 e 14 settembre. Una decisione motivata propria dalla persistenza - senza alcuna modifica -dell'articolo 8, come ha spiegato la stessa Luxuria: "Ho chiesto se nel regolamento ci fosse ancora la clausola che vieta la partecipazione a chi ha cambiato sesso, diventando una donna a tutti gli effetto. Quando mi hanno risposto che quella clausola è ancora valida, ho chiesto alla Mirigliani di cambiarla, perché mi sembra discriminatoria". "Quando mi è stato detto - ha concluso - che non era possibile cambiare il regolamento, ho risposto che non avrei fatto parte della giuria perché credo in certi valori".

L'apertura - Ma a quanto pare Patrizia Mirigliani, organizzatrice di Miss Italia, avrebbe deciso di valutare l'eventualità - come racconta il Giornale - di aprire il concorso anche alle transessuali a partire dall'edizione del 2015. E con la Mirigliani sarebbe d'accordo la conduttrice Simona Ventura che appoggia la battaglia di Luxuria. 

"Armi ai curdi, camere riunite ad agosto" Ecco tutte le "scuse" dei politici per non mollare sdraio e ombrellone

"Armi ai curdi, camere riunite ad agosto" Ecco tutte le "scuse" dei politici per non mollare sdraio e ombrellone




Nessuno vuole mollare l'ombrellone. E anche se c'è in ballo una questione molto importante, il via libera alle armi ai curdi deciso dalla riunione dei ministri degli esteri Ue, i parlamentari delle Commissioni difesa e esteri di Camera e Senato che i presidenti hanno chiamato a raccolta il prossimo 20 agosto ora fanno i vaghi. Oppure respingono l'invito al mittente. Il Fatto Quotidiano ha provato a contattarli. Tra chi - come Antonio Razzi - ammette candidamente "non torno, ho il compleanno della suocera", chi dice di non saperne nulla e chi, come il deputato M5s Carlo Sibilia, garantisce: "ci sarò".

Le giustificazioni - Michaela Biancofiore ad esempio difficilmente tornerà a Roma: "Non ne sapevo nulla di questa adunata. Io ho prenotato, non posso mica smontare il viaggio. Quest'estate poi i lavori parlamentari sono finiti tardi. Sto per prendere un volo per l'America non è che ti possono dire le cose a un minuto dalla partenza. non potrei nemmeno rimborsare il biglietto". Pure Sandra Zampa del Pd sarà negli Stati Uniti: "Giusta la convocazione, ma sono a Washington e non ce la farò". Stessa storia per il dem Nico Stumpo: "Non so nulla, ho iniziato le ferie oggi, non leggo i giornali da due giorni. Sentirò i colleghi". Giuseppe Fioroni è vago: ""Non ne so niente, sono in montagna da due giorni. Quale sarebbe l'argomento? Ah. Vedremo, ci aggiorniamo". Infine Gasparri delega: "Sono appena riuscito a partire: si lavora incessantemente. Non lo so, qualcuno ci sarà..."

La confessione di Giuliano Ferrara: "Vi dico io chi sono Renzi e Napolitano. Siamo nella mani di..."

Giuliano Ferrara: "Siamo nelle mani di Renzi e Napolitano"




"Simo in buone mani". Giuliano Ferrara non ha dubbi, nonostante la crisi e l'europa ferma al palo, l'Italia ha un motivo per non sprofondare nella depressione. L'Elefnatino nel suo editoriale su il Foglio elogia l'asse Renzi-Napolitano (forse con un pizzico di ironia). Secondo Ferrara il Paese è "nelle mani di un giovanissimo uomo di Stato in formazione che intanto ha messo in scacco l'establishment conservatore della sinistra polverosa, del sindacalismo classista ottocentesco e del padronato egoista e dalla vista corta". Il riferimento ovviamente è a Matteo Renzi. Ma Ferrara poi parla anche di Giorgio Napolitano: "Renzi lo sorregge e lo aiuta un vecchio comunista riformista di esperienza varia e forte, che si è specializzato da decenni nel controllo e nel governo dei sistemi politici di equilibrio, al quale la storia renderà tutte le sue ragioni offuscate da una campagna di calunnie manettare e di astiosità della anziana compagnia di canto degli esperti, degli intellettuali, dei costituzionalisti che discutono rigorosamente del nulla da un'epoca intera". E ancora: "Siamo in mani che rassicurano, quindi l'unico aspetto della vicenda che ci fa sentire un pò prigionieri è l'assoluta mancanza di alternative credibili. Prodi e Letta quando ci siano, sono due brontoloni vendicativi dai quali oggi le persone comuni non comprerebbero un'auto usata per nessun motivo".  Insomma per l'Elefantino grazie a Renzi e Napolitano questo "mezzo agosto è da festeggiare, obliosi più o meno come sempre". 

IL GOVERNO CONFESSA "Così taglieremo le pensioni..." Si abbassa la soglia: chi rischia

Governo, il sottosegretario al Lavoro Bobba: "Intervento su pensioni superiori a 2000 euro"




Il governo alla fine confessa: "Interverremo sulle pensioni". Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista al Corriere della Sera è stato chiaro: "Stiamo pensando ad un contributo di solidarietà, o ad un sistema che ci permetta di intervenire sulle pensioni alte". Già, ma alte quanto? E' giallo sulla soglia oltre cui scatta la tagliola del governo. Finora tra indiscrezioni, piani e bozze si era parlato di tagli alle pensioni oltre i 3 mila euro. Ma adesso, sempre dal ministero del Lavoro, arriva una doccia fredda per milioni di pensionati: la soglia potrebbe abbassarsi fino a 2 mila euro. 

La soglia -  A parlarne è il vice-Poletti, il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba: "Dovremmo fare un intervento legittimo ed equo. Chi ha redditi da pensione particolarmente altri attraverso un contributo sostiene gli interventi a favore di coloro che non hanno nè salario nè pensione". Poi arriva l'affondo: "Chi ha una pensione modesta - racconta a Repubblica - fino a 1500, 2000 euro al mese, certo non potrà essere chiamato a versare questo contributo". Insomma dietro queste parole si cela un'amara verità: chi percepisce un assegno superiore ai 2000 euro potrebbe subire una sforbiciata mascherata sotto l'etichetta del "contributo di solidarietà". Il tutto per parra il colpo sugli esodati che ormai da qualche anno attendono una risposta dopo aver subito la mazzata della riforma Fornero che li ha lasciati in un limbo indefinito e senza certezze sul loro futuro pensionistico. 

Feltri: i giornaloni stan fallendo, gli editori li usano come una P38. Guarda il Video..

Feltri: i giornaloni stan fallendo, gli editori li usano come una P38



“I giornali dovrebbero fare delle inchieste esclusive, occuparsi di problemi in modo originale, commentare e interpretare le notizie. Così potrebbero continuare ad esistere, non più però con 58-72 pagine come Corriere della Sera o Repubblica che per leggerli bisognerebbe prendere un mese di ferie”. Lo sostiene Vittorio Feltri, intervenendo alla trasmissione della web-tv di Libero registrata a Capalbio libri. “Gli editori”, continua Feltri, “si prendono quei giornali per usarli come fossero una pistola. Quando si siedono a palazzo Chigi per chiedere qualcosa, non possono estrarre una P38, allora estraggono il giornale. I politici che sono preoccupati del consenso più che della bontà delle loro idee, e si illudono che gli editori possano aiutarli a raccogliere consenso.In realtà la gente decide di votare in base alle proprie impressioni e riflessioni, non certo per quello che scrive il Corriere della Sera e tanto meno Il Giornale...”



domenica 17 agosto 2014

GIU' GLI STIPENDI AGLI ITALIANI La ricetta del bocconiano che Renzi vuole a Palazzo Chigi

GIU' GLI STIPENDI AGLI ITALIANI La ricetta del bocconiano che Renzi vuole a Palazzo Chigi




"Non c'è altra via: tagliare gli stipendi e ridurre le tasse alle imprese". La ricetta per uscire dalla crisi è di Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi, nonché l'esponente più autorevole della cabina di regia economica che Matteo Renzi vorrebbe a Palazzo Chigi. In un'intervista al Fatto Quotidiano l'economista spiega che "bisogna ridurre il peso della contrattazione collettiva a vantaggio di quella aziendale" con l'obiettivo di "consentire alle imprese meno produttive di far scendere i salari anche sotto i minimi contrattuali, anzichè licenziare o ricorrere alla Cig".

Fuori dall'Euro - Secondo Tabellini questo tipo di contratti senza tutele e con stipendi bassi "è sempre meglio che avere una disoccupazione alta o un lavoro a tempo determinato". Del resto, fa notare, "il dualismo tra chi ha tutte le tutele e chi non ha, c'è già". Nonostante Renzi abbia più volte detto che "la crescita non si fa tagliando i salari", Tabellini sostiene che gli stipendi devono riflettere la condizione del Paese: "se sono troppo alti rispetto alla produttività questo ha un effetto negativo sull'occupazione". L'economista, inoltre, è convinto che sia "meglio uscire dall'euro piuttosto che ristrutturare il debito pubblico". E a Carlo Di Foggia che lo ha intervistato conferma, ma avverte: "Sarebbe l'ultima spiaggia. Un'eventuale uscita la pagheremo comunque a caro prezzo".

Ecco il linguaggio degli zingari, occhio a questi segni posizionati sotto ai citofoni

Un vero e proprio linguaggio trasmesso attraverso segni, scritte e disegni. Occhio a questi segni 






Nel caso di uno o più segni specificati nel cartello, allertare il 112 o il 113