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lunedì 18 agosto 2014

La confessione di Giuliano Ferrara: "Vi dico io chi sono Renzi e Napolitano. Siamo nella mani di..."

Giuliano Ferrara: "Siamo nelle mani di Renzi e Napolitano"




"Simo in buone mani". Giuliano Ferrara non ha dubbi, nonostante la crisi e l'europa ferma al palo, l'Italia ha un motivo per non sprofondare nella depressione. L'Elefnatino nel suo editoriale su il Foglio elogia l'asse Renzi-Napolitano (forse con un pizzico di ironia). Secondo Ferrara il Paese è "nelle mani di un giovanissimo uomo di Stato in formazione che intanto ha messo in scacco l'establishment conservatore della sinistra polverosa, del sindacalismo classista ottocentesco e del padronato egoista e dalla vista corta". Il riferimento ovviamente è a Matteo Renzi. Ma Ferrara poi parla anche di Giorgio Napolitano: "Renzi lo sorregge e lo aiuta un vecchio comunista riformista di esperienza varia e forte, che si è specializzato da decenni nel controllo e nel governo dei sistemi politici di equilibrio, al quale la storia renderà tutte le sue ragioni offuscate da una campagna di calunnie manettare e di astiosità della anziana compagnia di canto degli esperti, degli intellettuali, dei costituzionalisti che discutono rigorosamente del nulla da un'epoca intera". E ancora: "Siamo in mani che rassicurano, quindi l'unico aspetto della vicenda che ci fa sentire un pò prigionieri è l'assoluta mancanza di alternative credibili. Prodi e Letta quando ci siano, sono due brontoloni vendicativi dai quali oggi le persone comuni non comprerebbero un'auto usata per nessun motivo".  Insomma per l'Elefantino grazie a Renzi e Napolitano questo "mezzo agosto è da festeggiare, obliosi più o meno come sempre". 

IL GOVERNO CONFESSA "Così taglieremo le pensioni..." Si abbassa la soglia: chi rischia

Governo, il sottosegretario al Lavoro Bobba: "Intervento su pensioni superiori a 2000 euro"




Il governo alla fine confessa: "Interverremo sulle pensioni". Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista al Corriere della Sera è stato chiaro: "Stiamo pensando ad un contributo di solidarietà, o ad un sistema che ci permetta di intervenire sulle pensioni alte". Già, ma alte quanto? E' giallo sulla soglia oltre cui scatta la tagliola del governo. Finora tra indiscrezioni, piani e bozze si era parlato di tagli alle pensioni oltre i 3 mila euro. Ma adesso, sempre dal ministero del Lavoro, arriva una doccia fredda per milioni di pensionati: la soglia potrebbe abbassarsi fino a 2 mila euro. 

La soglia -  A parlarne è il vice-Poletti, il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba: "Dovremmo fare un intervento legittimo ed equo. Chi ha redditi da pensione particolarmente altri attraverso un contributo sostiene gli interventi a favore di coloro che non hanno nè salario nè pensione". Poi arriva l'affondo: "Chi ha una pensione modesta - racconta a Repubblica - fino a 1500, 2000 euro al mese, certo non potrà essere chiamato a versare questo contributo". Insomma dietro queste parole si cela un'amara verità: chi percepisce un assegno superiore ai 2000 euro potrebbe subire una sforbiciata mascherata sotto l'etichetta del "contributo di solidarietà". Il tutto per parra il colpo sugli esodati che ormai da qualche anno attendono una risposta dopo aver subito la mazzata della riforma Fornero che li ha lasciati in un limbo indefinito e senza certezze sul loro futuro pensionistico. 

Feltri: i giornaloni stan fallendo, gli editori li usano come una P38. Guarda il Video..

Feltri: i giornaloni stan fallendo, gli editori li usano come una P38



“I giornali dovrebbero fare delle inchieste esclusive, occuparsi di problemi in modo originale, commentare e interpretare le notizie. Così potrebbero continuare ad esistere, non più però con 58-72 pagine come Corriere della Sera o Repubblica che per leggerli bisognerebbe prendere un mese di ferie”. Lo sostiene Vittorio Feltri, intervenendo alla trasmissione della web-tv di Libero registrata a Capalbio libri. “Gli editori”, continua Feltri, “si prendono quei giornali per usarli come fossero una pistola. Quando si siedono a palazzo Chigi per chiedere qualcosa, non possono estrarre una P38, allora estraggono il giornale. I politici che sono preoccupati del consenso più che della bontà delle loro idee, e si illudono che gli editori possano aiutarli a raccogliere consenso.In realtà la gente decide di votare in base alle proprie impressioni e riflessioni, non certo per quello che scrive il Corriere della Sera e tanto meno Il Giornale...”



domenica 17 agosto 2014

GIU' GLI STIPENDI AGLI ITALIANI La ricetta del bocconiano che Renzi vuole a Palazzo Chigi

GIU' GLI STIPENDI AGLI ITALIANI La ricetta del bocconiano che Renzi vuole a Palazzo Chigi




"Non c'è altra via: tagliare gli stipendi e ridurre le tasse alle imprese". La ricetta per uscire dalla crisi è di Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi, nonché l'esponente più autorevole della cabina di regia economica che Matteo Renzi vorrebbe a Palazzo Chigi. In un'intervista al Fatto Quotidiano l'economista spiega che "bisogna ridurre il peso della contrattazione collettiva a vantaggio di quella aziendale" con l'obiettivo di "consentire alle imprese meno produttive di far scendere i salari anche sotto i minimi contrattuali, anzichè licenziare o ricorrere alla Cig".

Fuori dall'Euro - Secondo Tabellini questo tipo di contratti senza tutele e con stipendi bassi "è sempre meglio che avere una disoccupazione alta o un lavoro a tempo determinato". Del resto, fa notare, "il dualismo tra chi ha tutte le tutele e chi non ha, c'è già". Nonostante Renzi abbia più volte detto che "la crescita non si fa tagliando i salari", Tabellini sostiene che gli stipendi devono riflettere la condizione del Paese: "se sono troppo alti rispetto alla produttività questo ha un effetto negativo sull'occupazione". L'economista, inoltre, è convinto che sia "meglio uscire dall'euro piuttosto che ristrutturare il debito pubblico". E a Carlo Di Foggia che lo ha intervistato conferma, ma avverte: "Sarebbe l'ultima spiaggia. Un'eventuale uscita la pagheremo comunque a caro prezzo".

Ecco il linguaggio degli zingari, occhio a questi segni posizionati sotto ai citofoni

Un vero e proprio linguaggio trasmesso attraverso segni, scritte e disegni. Occhio a questi segni 






Nel caso di uno o più segni specificati nel cartello, allertare il 112 o il 113

CELLULARI, ALLARME BLACK OUT Telefoni fuori uso in mezza Italia Ecco le zone più a rischio d'estate...

L'estate del black out ai cellulari: ecco le zone più a rischio




D'estate nessuno si separa dal proprio smartphone. In vacanza e sotto l'ombrellone gli italiani continuano a digitare, a telefonare e ad inviare e mail con i loro cellulari. Ma a quanto pare è scattato un vero e proprio allarme black out. Migliaia di segnalazioni hanno invaso i centralini dei gestori lamentando recezione pessima per far partire anche solo una chiamata. 

I luoghi a rischio - Le segnalazioni sono arrivate da Avelengo in Alto Adige, Torre del Lago in Toscana, Cilento in Campania, Castellamare del golfo in Sicilia. E ancora la zona intorno ad Ancona,Marina di Ravenna in Emilia Romagna, la provincia dell'Aquila verso i Monti della Laga in Abruzzo. In queste zone, come racconta il Messaggero, la copertura di rete è assicurata, eppure il cellulare prende poco e male, fino ad arrivare a veri e propri black out.

Perché accade - "La rete cellulare per definizione si basa su celle che hanno una capacità di banda limitata, il cui massimo è stabilito sulla media dei potenziali utilizzatori - spiega al Messaggero, Andrea Rangone, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano - Quando si verificano picchi di presenze come d'estate, la banda disponibile viene superata  e i cellulari hanno problemi. C'è un limite stabilito su valori medi, seppur alti, che può essere superato. Aumentare le celle non servirebbe". I luoghi più a rischio sono quelli sui litorali. Il 97 per cento degli italiani possiede almeno un telefonino, il 35 per cento almeno due e sono 90 milioni le sim attivate su tutto il territorio nazionale. Numeri che fanno capire quanto possa pesare tra gli utenti un semplice black out. 

Mentana e la bordata per Renzi: "Scusa Matteo, è vero che tu..."

Commissione Ue, Enrico Mentana: "Renzi ci spieghi perché ha escluso Enrico Letta"




Enrico Mentana punge Matteo Renzi su facebook. Con un post di fuoco il direttore di Tg La7 impallina il premier e le sue scelte per le nomine in Commissione Ue. "Una volta per tutte sarebbe il caso di fare chiarezza: è vero o no che l'Europa ci offre su un piatto d'argento il posto di presidente del Consiglio Europeo per Enrico Letta (come scrive ancor oggi senza neppure il freno del condizionale Bastasin sul Sole 24 ore) e noi lo rifiutiamo perché vogliamo la Mogherini Alto Rappresentante agli esteri?", afferma Mentana. Poi rincara la dose: "Può anche essere una scelta giusta (Mr. Pesc sta nella Commissione come vice presidente, mentre se prendessimo il posto di Van Rompuy ne staremmo formalmente fuori), ma sarebbe il caso di parlarne più apertamente: è una decisione dell'Italia, riguarda tutti”. Renzi ascolterà il consiglio di Mentana?