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domenica 27 luglio 2014

Qua tira aria di voto anticipato: Berlusconi ha pronto un asso per mettere Renzi spalle al muro

Silvio Berlusconi incalza Matteo Renzi: subito l'Italicum


di Salvatore Dama 



C’è l’altro pilastro del patto del Nazareno del quale si è persa traccia. L’Italicum. La legge elettorale intorno alla quale Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno siglato la loro intesa. Ebbene, mentre tutti sono concentrati sulle riforme costituzionali, oggetto di uno scontro istituzionale durissimo, il Cavaliere pensa alle nuove regole di voto. Oltre che alla riforma della giustizia. 

Il ragionamento che Silvio ha fatto ai suoi in questi giorni è semplice. E parte dalla osservazione dell’atteggiamento ruvido assunto dal premier verso le opposizioni, ma anche nei confronti dei dissidenti del suo partito. Il capo del governo sta evidentemente tirando la corda. Con l’intento di strappare se non dovesse avere la meglio sui “frenatori”. Di fronte alla palude, Renzi è per ribaltare il tavolo. E andare alle urne anticipatamente. In modo da avere una maggioranza plasmata a sua immagine e da tenere i rompiballe fuori dalle liste. 

Allora se, come pensa Silvio, sono le elezioni l’orizzonte renziano, lui vuole rimettere al centro del dibattito il tema della legge elettorale. Perché, spiega, disponibili sì, fessi no. E il leader di Forza Italia conta ancora di poter dire la sua, il centrodestra se la può ancora giocare. Sì, ma quale centrodestra? I temi del voto anticipato e della meccanica elettorale hanno un ingombrante corollario: la ricostruzione della coalizione moderata. 

I primi tentativi di riavvicinamento sono andati rovinosamente a vuoto. L’appello berlusconiano rivolto agli ex sodali del Nuovo centrodestra ha creato scompiglio in quel partito. E oggi, a un vertice in cui Silvio sarà convitato di pietra, si attente la resa dei conti tra anti e filo-Silvio. L’assoluzione nel processo Ruby ha restituito all’ex premier agibilità politica e spazio di manovra. Per cui, dietro l’etichetta di “padre nobile” della nuova coalizione, Alfano e company temono si nasconda un desiderio di annessione. E si ribellano. Ma poi c’è un fronte più realista. Che va componendosi geograficamente. Specie in quelle Regioni che vedono non impossibile la vittoria nel 2015, dirigenti e consiglieri scalpitano per provare a gettare le basi di una nuova casa comune. Sarebbe un peccato presentarsi alle urne divisi, dicono. C’è il caso lombardo, dove si vota anche a Milano e dove al ministro Maurizio Lupi non dispiacerebbe l’idea di una candidatura a sindaco col supporto di Forza Italia e Lega Nord. Ma c’è anche il caso Campania, dove è molto probabile che il centrosinistra si presenti con due candidature, la renziana Pina Picierno e l’outsider Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno. E il centrodestra che fa? 

Oltretutto se si andasse al voto anticipato con l’Italicum, l’alleanza sarebbe ancora più importante, visto che il nuovo sistema elettorale privilegia i poli organizzati. Fin qui i problemi politici. Poi cominciano quelli economici. Non secondari quando c’è da pianificare una campagna elettorale. Il colore delle casse forziste è noto: profondo rosso. Per cui il 30 luglio è in programma una nuova cena di fund raising con Berlusconi. Appuntamento nuovamente alla Casina di Macchia Madama, dove per accaparrarsi un posto a tavola col Cavaliere bisognerà versare mille euro a persona.

sabato 26 luglio 2014

Il Papa a Caserta, cresce l'emozione. Francesco arriverà in elicottero. Ad attenderlo....

Papa Francesco nella "Terra dei Fuochi", ad attenderlo più di 200mila persone 






«Questa visita improvvisa, che io definisco ufficiale, ma familiare, certamente scuoterà le coscienze». Il vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D'Alise, ripone forti aspettative nella visita pastorale che papa Francesco farà sabato pomeriggio nella città campana, la sua sesta in Italia, ancora una volta in una realtà del Sud.

«Noi siamo in attesa di una parola del Santo Padre, perchè qui a Caserta viviamo anche, come tutti ripetono continuamente, una situazione difficile - dice il presule alla Radio Vaticana -. Io sono vescovo qui da due mesi e la frase che più ho sentito dire è stata 'situazione difficilè, a livello civile ma anche a livello ecclesiale. Quindi, la visita del Papa sarà per noi di consolazione e incoraggiamento». Introducendo i temi della visita, mons. D'Alise si sofferma su uno dei più gravi problemi del territorio, quello dei rifiuti tossici interrati dalla camorra e delle morti nella «terra dei fuochi».

Per il vescovo, che gli ha descritto la situazione, il Papa «è già aggiornato e ha fatto già qualche intervento nel suo magistero». «Noi speriamo che abbia da dirci qualche parola non solo di incoraggiamento ma anche di guida, del come comportarci, perchè noi siamo immersi in queste problematiche», aggiunge. C'è poi «la presenza della malavita organizzata: qui è sottile ma si sente. Come anche è difficile per i giovani. La disoccupazione è tanta e io soprattutto spero tanto che il Papa ci dica una parola anche per le nuove generazioni».

Secondo il vescovo, l'«impegno fondamentale» è «non scoraggiare i giovani», dare loro delle «possibilità»: «ma soprattutto - spiega - ci aspettiamo una parola decisiva dal Santo Padre. Come la gente ha risposto a questo annuncio della visita del Papa mi fa avere fiducia che non sarà solamente un venticello che smuove un pò di polvere, ma sarà certamente qualcosa che penetra nella profondità del terreno delle nostre vite e anche delle relazioni nella nostra società». Per D'Alise, «qui non c'è solo degrado, ma c'è tanta gente che vuole non una riscossa ma una ripresa. Ed è volenterosa e c'è bisogno solo di prenderla un attimo per mano e incoraggiarla».

Tanti, quindi, i 'nodì attorno a cui ruoteranno le quasi quattro ore che il Papa trascorrerà a Caserta nel giorno della festa patronale di Sant'Anna, prima di ritornare lunedì mattina in forma strettamente privata per visitare la comunità evangelica pentecostale guidata dal suo amico pastore Giovanni Traettino, dal cui invito è nata la decisione iniziale di recarsi a Caserta. Domani il Papa arriverà in elicottero alle 15.45. Alle 16.00 incontrerà il clero nella Reggia e alle 18.00 celebrerà la messa nella piazza antistante, alla presenza - si prevede - di 200 mila persone. Alle 19.30 ripartirà per Roma. E in attesa dell'arrivo del Papa, diverse comunità e associazioni cattoliche del posto gli hanno fatto presente in una lettera di vivere in una città «condannata dalla feudalità politica locale e dal potere economico, al ruolo inequivocabile di un grande dormitorio di Napoli».

Caserta, «lasciata da sempre senza programmazione, diventa così il luogo dove tutto precipita, che mortifica le istanze dei meno abbienti, che emargina i piccoli, gli offesi, i più deboli». Mentre sul dramma della «terra dei fuochi» ha posto l'accento don Domenico Dragone, rettore del santuario della Madonna di Fatima a Marcianise: «da noi - ha denunciato - stanno morendo di cancro tanti bambini, tanti uomini, tante donne, per quest'aria così degradata». Un argomento che incontra sicuramente l'attenzione di Bergoglio, che proprio sul tema della difesa dell'ambiente, unito a quello della povertà, ha in cantiere un'enciclica. Alla vigilia dell'arrivo a Caserta, la Curia di Napoli, il cui cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe sarà domani alla Reggia ad accoglierlo, fa sapere che domani il Papa «certamente non mancherà di annunciare la data della sua visita pastorale a Napoli». Ma oggi un annuncio è venuto soprattutto dei vescovi americani: quello che Francesco, avendo accettato l'invito dell'arcivescovo di Filadelfia Charles Chaput a partecipare all'Incontro mondiale delle famiglie (22-27 settembre 2015), sarà negli Stati Uniti nel settembre del prossimo anno.



Fonte: Il Mattino 

"Putt...", "Vaffa..." "Sei una...". Pioggia di insulti per la Picierno. Ecco perché la attaccano. E lei prepara la vendetta: "Adesso io..."

Pina Picierno e gli insulti dei grillini per le riforme



Continua il duello a distanza tra Pina Picierno e il Movimento Cinque Stelle. La deputata Pd si è sfogata su twitter dopo la protesta dei grillini davanti al Quirinale per l'uso della ghigliottina in Parlamento sulle riforme. I tempi saranno contingentati ed entro l'8 agosto ci sarà il voto finale. Così la Picierno non gradisce la rivolta pentastellata e sbotta: "Sono quelli delle #sirene. Non ci sorprendiamo nemmeno quando straparlano a vanvera di dittatura. #dittaturadeche #andatealavorare". Apriti cielo. Sul profilo twitter della dem arriva una raffica di insulti da parte dei sostenitori grillini: "Vaffa...", "putt...", "vai tu a lavorare". La Picierno non la prende bene e così risponde: "Ok, prostituta andate a scriverlo altrove. Ora basta insulti aggràtis. Cancello commenti e banno chiunque esageri. Siete avvisati". 


Continuano le epurazioni in Rai. Salta un'altra testa e un altro storico programma: ecco quale...

Rai tre, scompare dai palinsesti "Telecamere" di Anna La Rosa



Continuano le epurazioni in Rai. Dopo la cacciata di Licia Colò da Alle Falde del Kilimangiaro, adesso è il turno di Anna La Rosa. Il direttore di Rai Tre ha eliminato dai palinsesti "Telecamere", storico salotto della politica del servizio pubblico. Ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, la giornalista parla di un fulmine a ciel sereno: “Non so cosa sia successo, sono amareggiata, non abbiamo mai avuto scontri. Il programma è low cost, credo che costi sui 5.300 euro. E’ una decisione legittima, ma mi è dispiaciuto che Vianello, che è anche un amico, non me lo abbia detto mesi fa, sono venuta a saperlo nei corridoi". 

Lo sfogo - "Tra l’altro – afferma – pochi mesi fa mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto che mi occupassi di politica anche di estate, fino a una settimana fa pensavamo a uno studio più moderno, non potevamo immaginare". Infine la conduttrice racconta il suo faccia a faccia con Vianello: "Comunque gli ho parlato – continua -, anche se avrebbe dovuto cercarmi lui e in maniera ‘energica’, non sono stata tenera, quello che ci siamo detti resta tra me e lui, gli ho chiesto di trovare una collocazione per le persone, molto valide, che da vent’anni lavorano con me. Io da 28 anni sono dirigente di questa azienda, mi sento di appartenere alla Rai e spero di essere ricollocata a Rai3″. 

La voce tra i senatori : "Chiamate dal Colle, ora ci minacciano..."

Ddl Boschi e la ghigliottina: Giorgio Napolitano e quella voce sulle telefonate ai senatori



Alta tensione tra il Colle e il Parlamento. Giorgio Napolitano vuole portare in porto le riforme e ma digerisce le critiche al piano frondista dei ribelli di Forza Italia e Pd. Dalle parti del Quirinale si teme un flop sulle riforme costituzionali e qualcuno comincia a sussurrare l'ipotesi di un voto anticipato nel caso in cui dovesse saltare tutto. Il più preoccupato di tutti sarebbe proprio Re Giorgio che secondo i rumors riportati da Dagospia avrebbe minacciato più volte i dissidenti di Pd e Forza Italia per convincerli a votare il testo che tiene fede al patto del Nazareno senza creare particolari problemi. Secondo quanto racconta il sito di Roberto D'Agostino da qualche giorno in Transatlantico si parlerebbe apertamente delle telefonate di Re Giorgio ai senatori (soprattutto ai frondisti) per invitarli a votare le riforme istituzionali. 

Le telefonate di fuoco - Le indiscrezioni parlano di telefonate minatorie con un tono fermo e deciso: "Non posso tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali". Insomma il messaggio di Napolitano è chiaro: o si vota compatti le riforme oppure il Colle deve sciogliere le Camere. Renzi sa bene che la partita per le riforme è quella decisiva per il suo governo. Come sugli 80 euro del bonus Irpef, anche sulle riforme istituzionali Renzi si gioca il suo futuro. E a giudicare dalla tensione che si respira al Colle, l'avventura di Matteo a Palazzo Chigi potrebbe durare davvero poco. 

La "soffiata" su Napolitano: "Così detta gli ordini ai ministri..."

M5s, Gianrusso: "Napolitano chiama i ministri e detta gli ordini"



Tra il Colle e i grillini è guerra aperta. Dopo le porte sbattute in faccia ai grillini da parte di Re Giorgio dopo il sit in contro l'uso della ghigliottina per il voto sulle riforme, adesso i cinque stelle puntano il dito contro Napolitano e lo accusano di fare troppe pressioni sul governo e sul premier e sul governo. Che Napolitano abbia un peso sulle scelte del governo sia in politica interna che in quella estera non è storia nuova. Ma che il Quirinale chiamasse direttamente i ministri per dare degli "ordini", questa è comunque una novità. 

Il retroscena - A svelare un clamoroso retroscena è il senatore grillino Michele Giarrusso che ad Affaritaliani rivela: "Un tecnico molto qualificato di un ministero importante, non da poco insomma, mi ha confidato sgomento che il suo ministro del governo Letta prendeva direttamente le disposizioni dal Quirinale prima di entrare in Consiglio dei Ministri. Non ho avuto modo di parlare ultimamento con questa persona, ma immagino che certe abitudini siano proseguite anche con Renzi a Palazzo Chigi. Ecco probabilmente spiegate le frizioni tra il premier e il Capo dello Stato". 

"Napolitano villano" - Il parlamentare del M5S attacca poi Napolitano per quello che è successo sulle riforme: "Basta vedere come ha trattato Grasso, imponendo di fatto la ghigliottina. Non ha voluto nemmeno incontrare le opposizioni che protestavano per quello che è accaduto in Senato sulle riforme, un atto di villaneria che avrebbe dovuto comportare le immediate dimissioni e lo sdegno su tutti i giornali. Ha detto che doveva partire per le vacanze. Bene, ci vadi e ci resti".

Rapporto Renzi-Re Giorgio - Quanto al rapporto Palazzo Chigi-Quirinale Giarrusso afferma: "Napolitano è dentro il governo Renzi. Se non è il capo sono almeno alla pari, anche se è un osso duro il segretario del Pd ed è più difficile fare quello che faceva con Letta e Monti. Entrambi, Renzi e Napolitano, sono pericolosissimi per la democrazia".

La svolta grillina di Lerner Ecco chi è il nuovo "guru" di Gad...

M5s, Gad Lerner e la lettera a Davide Casaleggio



"Figliolo, se non la cambi tu l'Italia chi deve cambiarla?". Gad Lerner e la svolta grillina. L'ex conduttore di Zeta ha preso una vera e propria sbandata per il figlio di Gianroberto Casaleggio, Davide. Con una lettera pubblicata sul suo blog, Lerner difende Davide Casaleggio dagli attacchi della stampa e intona un "peana", una sorta di canto trionfale per il grillino di nuova generazione.

La lettera a Casaleggio - "Onori e oneri. Fatta la scelta di lavorare con papà, Davide Casaleggio sa benissimo che sarà oggetto di attenzioni speciali e malignità, come preannuncia il soprannome di “Trota grillino” evocato sui giornali. Non basterà lavorare il doppio per smentirlo. Cooptato nella cabina di comando del movimento in una fase di ormai consolidata influenza, oltre il 20% dell’elettorato attivo (ma non dimentichiamoci l’altra metà che non vota!) il giovane Casaleggio è perfettamente in grado di fare un bilancio: abbiamo migliorato l’Italia, per la nostra parte? Se non altro, abbiamo reso più civili i rapporti politici ora che ci siamo imposti come componente imprescindibile di una nuova classe dirigente? Davide Casaleggio darà risposte senz’altro diverse da quelle che darei io, ma non importa. L’augurio che gli faccio è di rappresentare senza timidezze una generazione che non si accontenta dei risultati conseguiti dal padre". Poi una profezia sul ragazzo: " I suoi meriti emergeranno rispetto alle accuse di familismo se saprà essere propulsore di un vero cambiamento dei M5S". 

L'appello - Insomma Gad a quanto pare punta tutto su Davide Casaleggio. Secondo il giornalista, il figlio del guru può risollevare le sorti Movimento troppo appiattite sulla linea di Beppe e di "papà" Casaleggio. Così il Lerner-grillino dà un consiglio a Davide: "Magari potresti suggerire al nipote di Beppe Grillo che fa l’avvocato e che ha firmato insieme allo zio il non-statuto vigente dei M5S che questo assetto “proprietario” è un’indecenza da superare in fretta. Se non ci pensate voi, figlioli…".