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sabato 26 luglio 2014

"Putt...", "Vaffa..." "Sei una...". Pioggia di insulti per la Picierno. Ecco perché la attaccano. E lei prepara la vendetta: "Adesso io..."

Pina Picierno e gli insulti dei grillini per le riforme



Continua il duello a distanza tra Pina Picierno e il Movimento Cinque Stelle. La deputata Pd si è sfogata su twitter dopo la protesta dei grillini davanti al Quirinale per l'uso della ghigliottina in Parlamento sulle riforme. I tempi saranno contingentati ed entro l'8 agosto ci sarà il voto finale. Così la Picierno non gradisce la rivolta pentastellata e sbotta: "Sono quelli delle #sirene. Non ci sorprendiamo nemmeno quando straparlano a vanvera di dittatura. #dittaturadeche #andatealavorare". Apriti cielo. Sul profilo twitter della dem arriva una raffica di insulti da parte dei sostenitori grillini: "Vaffa...", "putt...", "vai tu a lavorare". La Picierno non la prende bene e così risponde: "Ok, prostituta andate a scriverlo altrove. Ora basta insulti aggràtis. Cancello commenti e banno chiunque esageri. Siete avvisati". 


Continuano le epurazioni in Rai. Salta un'altra testa e un altro storico programma: ecco quale...

Rai tre, scompare dai palinsesti "Telecamere" di Anna La Rosa



Continuano le epurazioni in Rai. Dopo la cacciata di Licia Colò da Alle Falde del Kilimangiaro, adesso è il turno di Anna La Rosa. Il direttore di Rai Tre ha eliminato dai palinsesti "Telecamere", storico salotto della politica del servizio pubblico. Ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, la giornalista parla di un fulmine a ciel sereno: “Non so cosa sia successo, sono amareggiata, non abbiamo mai avuto scontri. Il programma è low cost, credo che costi sui 5.300 euro. E’ una decisione legittima, ma mi è dispiaciuto che Vianello, che è anche un amico, non me lo abbia detto mesi fa, sono venuta a saperlo nei corridoi". 

Lo sfogo - "Tra l’altro – afferma – pochi mesi fa mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto che mi occupassi di politica anche di estate, fino a una settimana fa pensavamo a uno studio più moderno, non potevamo immaginare". Infine la conduttrice racconta il suo faccia a faccia con Vianello: "Comunque gli ho parlato – continua -, anche se avrebbe dovuto cercarmi lui e in maniera ‘energica’, non sono stata tenera, quello che ci siamo detti resta tra me e lui, gli ho chiesto di trovare una collocazione per le persone, molto valide, che da vent’anni lavorano con me. Io da 28 anni sono dirigente di questa azienda, mi sento di appartenere alla Rai e spero di essere ricollocata a Rai3″. 

La voce tra i senatori : "Chiamate dal Colle, ora ci minacciano..."

Ddl Boschi e la ghigliottina: Giorgio Napolitano e quella voce sulle telefonate ai senatori



Alta tensione tra il Colle e il Parlamento. Giorgio Napolitano vuole portare in porto le riforme e ma digerisce le critiche al piano frondista dei ribelli di Forza Italia e Pd. Dalle parti del Quirinale si teme un flop sulle riforme costituzionali e qualcuno comincia a sussurrare l'ipotesi di un voto anticipato nel caso in cui dovesse saltare tutto. Il più preoccupato di tutti sarebbe proprio Re Giorgio che secondo i rumors riportati da Dagospia avrebbe minacciato più volte i dissidenti di Pd e Forza Italia per convincerli a votare il testo che tiene fede al patto del Nazareno senza creare particolari problemi. Secondo quanto racconta il sito di Roberto D'Agostino da qualche giorno in Transatlantico si parlerebbe apertamente delle telefonate di Re Giorgio ai senatori (soprattutto ai frondisti) per invitarli a votare le riforme istituzionali. 

Le telefonate di fuoco - Le indiscrezioni parlano di telefonate minatorie con un tono fermo e deciso: "Non posso tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali". Insomma il messaggio di Napolitano è chiaro: o si vota compatti le riforme oppure il Colle deve sciogliere le Camere. Renzi sa bene che la partita per le riforme è quella decisiva per il suo governo. Come sugli 80 euro del bonus Irpef, anche sulle riforme istituzionali Renzi si gioca il suo futuro. E a giudicare dalla tensione che si respira al Colle, l'avventura di Matteo a Palazzo Chigi potrebbe durare davvero poco. 

La "soffiata" su Napolitano: "Così detta gli ordini ai ministri..."

M5s, Gianrusso: "Napolitano chiama i ministri e detta gli ordini"



Tra il Colle e i grillini è guerra aperta. Dopo le porte sbattute in faccia ai grillini da parte di Re Giorgio dopo il sit in contro l'uso della ghigliottina per il voto sulle riforme, adesso i cinque stelle puntano il dito contro Napolitano e lo accusano di fare troppe pressioni sul governo e sul premier e sul governo. Che Napolitano abbia un peso sulle scelte del governo sia in politica interna che in quella estera non è storia nuova. Ma che il Quirinale chiamasse direttamente i ministri per dare degli "ordini", questa è comunque una novità. 

Il retroscena - A svelare un clamoroso retroscena è il senatore grillino Michele Giarrusso che ad Affaritaliani rivela: "Un tecnico molto qualificato di un ministero importante, non da poco insomma, mi ha confidato sgomento che il suo ministro del governo Letta prendeva direttamente le disposizioni dal Quirinale prima di entrare in Consiglio dei Ministri. Non ho avuto modo di parlare ultimamento con questa persona, ma immagino che certe abitudini siano proseguite anche con Renzi a Palazzo Chigi. Ecco probabilmente spiegate le frizioni tra il premier e il Capo dello Stato". 

"Napolitano villano" - Il parlamentare del M5S attacca poi Napolitano per quello che è successo sulle riforme: "Basta vedere come ha trattato Grasso, imponendo di fatto la ghigliottina. Non ha voluto nemmeno incontrare le opposizioni che protestavano per quello che è accaduto in Senato sulle riforme, un atto di villaneria che avrebbe dovuto comportare le immediate dimissioni e lo sdegno su tutti i giornali. Ha detto che doveva partire per le vacanze. Bene, ci vadi e ci resti".

Rapporto Renzi-Re Giorgio - Quanto al rapporto Palazzo Chigi-Quirinale Giarrusso afferma: "Napolitano è dentro il governo Renzi. Se non è il capo sono almeno alla pari, anche se è un osso duro il segretario del Pd ed è più difficile fare quello che faceva con Letta e Monti. Entrambi, Renzi e Napolitano, sono pericolosissimi per la democrazia".

La svolta grillina di Lerner Ecco chi è il nuovo "guru" di Gad...

M5s, Gad Lerner e la lettera a Davide Casaleggio



"Figliolo, se non la cambi tu l'Italia chi deve cambiarla?". Gad Lerner e la svolta grillina. L'ex conduttore di Zeta ha preso una vera e propria sbandata per il figlio di Gianroberto Casaleggio, Davide. Con una lettera pubblicata sul suo blog, Lerner difende Davide Casaleggio dagli attacchi della stampa e intona un "peana", una sorta di canto trionfale per il grillino di nuova generazione.

La lettera a Casaleggio - "Onori e oneri. Fatta la scelta di lavorare con papà, Davide Casaleggio sa benissimo che sarà oggetto di attenzioni speciali e malignità, come preannuncia il soprannome di “Trota grillino” evocato sui giornali. Non basterà lavorare il doppio per smentirlo. Cooptato nella cabina di comando del movimento in una fase di ormai consolidata influenza, oltre il 20% dell’elettorato attivo (ma non dimentichiamoci l’altra metà che non vota!) il giovane Casaleggio è perfettamente in grado di fare un bilancio: abbiamo migliorato l’Italia, per la nostra parte? Se non altro, abbiamo reso più civili i rapporti politici ora che ci siamo imposti come componente imprescindibile di una nuova classe dirigente? Davide Casaleggio darà risposte senz’altro diverse da quelle che darei io, ma non importa. L’augurio che gli faccio è di rappresentare senza timidezze una generazione che non si accontenta dei risultati conseguiti dal padre". Poi una profezia sul ragazzo: " I suoi meriti emergeranno rispetto alle accuse di familismo se saprà essere propulsore di un vero cambiamento dei M5S". 

L'appello - Insomma Gad a quanto pare punta tutto su Davide Casaleggio. Secondo il giornalista, il figlio del guru può risollevare le sorti Movimento troppo appiattite sulla linea di Beppe e di "papà" Casaleggio. Così il Lerner-grillino dà un consiglio a Davide: "Magari potresti suggerire al nipote di Beppe Grillo che fa l’avvocato e che ha firmato insieme allo zio il non-statuto vigente dei M5S che questo assetto “proprietario” è un’indecenza da superare in fretta. Se non ci pensate voi, figlioli…". 

venerdì 25 luglio 2014

RIBALTONE DELLA GHISLERI Il sondaggio che fa godere Silvio

Sondaggio Euromedia Research, i numeri della Ghisleri: Forza Italia sale al 17,5%, Pd, M5S e Lega Nord in calo



C'è un sondaggio che dà forza a Silvio Berlusconi. E' quello di Euromedia research, firmato dalla solitamente infallibile Alessandra Ghisleri: a differenza delle altre rilevazioni, segnala Forza Italia come unico partito in crescita. E che crescita: +1,7% rispetto all'11 luglio, dal 15,8 al 17,5 per cento. E tutti gli altri calano.

I numeri dei rivali - Il verdetto, pubblicato sul Giornale, è chiaro: gli azzurri sono ancora lontani dal 21,6% delle Politiche del 2013, ma perlomeno tornano a guadagnare punti significativi anche perché l'ultimo sondaggio di due settimane fa era il più deludente. A rincuorare il Cavaliere c'è anche il calo, lieve dei diretti avversari. Il Pd passa dal 39,6 al 39,3%, per la seconda rilevazione consecutiva sotto il livello psicologico del 40%, muro sfondato in occasione delle Europee di maggio. Giù anche il Movimento 5 Stelle, secondo partito in Italia a quota 22,5%, -0,5% rispetto all'11 luglio. 

Gli altri staccati - Lontani tutti gli altri attori politici. La Lega Nord secondo la Ghisleri è tutto sommato stabile al 5,5%, -0,2 rispetto a due settimane fa. Nell'orbita del centrodestra eventuale e futuribile (al netto cioè di incompatibilità programmatiche o personali) scendono lievemente anche Fratelli d'Italia (da 3,7 a 3,5%) e Nuovo Centrodestra di Alfano (da 3,1 a 2,8%). Anche le altre forze, un po' a bagnomaria, non possono festeggiare: Sel di Vendola, divisa tra l'opposizione dell'Aventino e la tentazione di confluire nel Pd di Renzi, passa dal 3,9 al 3,8% (comunque meglio del minimo registrato il 4 luglio, il 2%), mentre l'Udc di Casini, o perlomeno quel che ne resta dopo screzi vari, viaggia intorno al l'1%: due settimane fa era 1,5, oggi 1,3 per cento. Numeri che non regalano grandi spiragli di protagonismo.

Dissidenti zittiti: scatta la marcia delle opposizioni verso il Colle

Ddl riforme, la marcia delle opposizioni verso il Colle dopo l'ok alla "ghigliottina"



La maggioranza e il governo salvano riforme e vacanze: la tagliola per dribblare gli emendamenti e approvare il ddl riforme calerà l'8 agosto, termine massimo per l'ok alla riforma del Senato, osteggiata da M5s, Lega Nord, Sel e dissidenti di Pd e Forza Italia. Una scelta clamorosa, che bissa quella dello scorso dicembre per il decreto Imu-Bankitalia. Una scelta che ha letteralmente incendiato l'aula. Prima la bagarre che ha seguito l'annuncio del "voto con contingentamento" (così in gergo tecnico). Quindi la marcia verso il Quirinale, promossa dai grillini. Il primo annuncio è del senatore pentastellato Alberto Airola: "Visto che il Parlamento non conta più nulla, andiamo da Re Giorgio". Poco dopo, dalle parole ai fatti. Patrizia Terzoni, sempre su Twitter, annuncia: "Abbiamo abbandonato l'aula per andare con tutta l'opposizione dal Senato al Quirinale". Insieme ai grillini, nella marcia verso Giorgio Napolitano, anche la Lega Nord, Sel e i dissidenti.

Tensione al Colle - Nella prima avanguardia arrivata al Quirinale c'era un nutrito numero di leghisti, con Divina in prima linea, in mano una copia della Costituzione. La piazza ha iniziato a riempirsi, questa volta non di manifestanti, ma di senatori. Una clamorosa protesta, insomma. I membri delle opposizioni sono stati contenuti da un corposo cordone di sicurezza, alcuni dei parlamentari indossavano la fascia tricolore al braccio, e si sono ammassati via via davanti all'accesso principale del Quirinale mentre le forze dell'ordine suggerivano una collocazione un poco più defilata. Non si escludeva che una piccola delegazione dei parlamentari potesse essere ricevuta, magari dal segretario generale di Napolitano. Poi però Beppe Grillo - dopo aver scritto su Twitter che "la democrazia è stata uccisa. Noi non molliamo" - ha fatto sapere che "Napolitano non ha incontrato i capigruppo delle opposizioni perché era leggermente indisposto...".