Visualizzazioni totali

domenica 13 luglio 2014

Scintille Vespa-Paragone. Gianluigi fa una domanda a Bruno sul canone e finisce malissimo: ecco cosa è successo...

Canone, scintille tra Bruno Vespa e Gianluigi Paragone



Scintille tra Bruno Vespa e Gianluigi Paragone. Il giornalista e conduttore di Porta a Porta, infatti, durante un'intervista a Benvenuti nella Giungla, trasmissione radiofonica in onda su Radio 105 condotta da Gianluigi Paragone e Mara Maionchi, ha attaccato il telefono in faccia (con gentilezza) ai conduttori dopo una domanda riguardante il canone speciale, il canone di 407,35 euro indirizzato a partite Iva, pubblici esercizi e aziende iscritte alle Camere di commercio che ha creato immediatamente scalpore e che ha costretto il direttore generale Luigi Gubitosi ad un chiarimento. 

La telefonata - Bruno Vespa, come racconta Tvblog, è intervenuto telefonicamente  per parlare soprattutto della polemica a distanza con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, reo di non risolvere il problema dei rifiuti che intaccano la bellezza del centro storico della capitale. Il discorso, successivamente, si è spostato sul canone: "I bollettini della Rai dei 408 euro che poi hanno detto che è stato un errore non sono come il pattume di Roma?", hanno chiesto i conduttori. A questo punto Vespa ha chiuso il telefono in modo brusco senza rispondere alla domanda: "Arrivederci e buonasera, è stato un piacere". 

L'Europa fa tremare il governo Renzi rischia grosso sui conti: ecco la data in cui può saltare tutto

Governo, ecco tutte le scadenze di Matteo Renzi: ipotesi nuova manovra



Matteo Renzi non potrà godersi le sue vacanze. Il premier tra una apparizione in Europa e una conferenza stampa a palazzo Chigi rischia di saltare per aria senza già a settembre. Il governo e soprattutto il ministro Padoan sanno bene che una manovra correttiva potrebbe essere dietro l'angolo già in autunno. Traduzione: arriveranno nuove tasse. Quella del 20 settembre è una data di fuoco segnata sul calendario di palazzo Chigi. Entro questa data il presidente del Consiglio deve presentare alle Camere la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Quel giorno sapremo se il governo riuscirà a scongiurare un rischio di un'altra manovra lacrime e sangue. Il nodo della flessibilità chiesta in Europa è fondamentale. Renzi sa bene che con Bruxelles sta giocando una partita che rischia di finire male. Il rigore invocato da Berlino spaventa tanto Palazzo Chigi quanto Padoan. “Quello che verrà concesso in Europa all’Italia non sarà sufficiente per disinnescare una bomba da 24 miliardi che si intravede nell’orizzonte del governo”, dicono alcune fonti di governo a il Foglio. 

I conti non tornano - Renzi dovrà faticare sette camice per trovare i 10 miliardi che gli occorrono per trasformare gli 80 euro in misura strutturale, i 5 miliardi che gli occorrerebbero per estendere come promesso il bonus degli ottanta euro ai pensionati e ad altre categorie meno abbienti. Poi servono anche i 5 miliardi che gli occorrono per rifinanziare cassa in deroga e missioni all’estero e pure i 4 miliardi che occorrono per rispettare la clausola di salvaguardia presente nella legge di stabilità del 2013. Un elenco duro da digerire per via XX settembre. Adesso attendiamo il 20 settembre per capire se in autunno ci tocca tornare al voto...

sabato 12 luglio 2014

Made in Italy: Lara Comi si schiera a fianco dei risicoltori

Made in Italy: Lara Comi si schiera a fianco dei risicoltori 

di Gaetano Daniele 




Lara Comi eurodeputata di Forza Italia si schiera a fianco dei risicoltori: “Fin dalla mia prima legislatura combatto per difendere il Made in Italy e ora propongo un’Unione doganale tra gli stati membri”

“La difesa del Made in Italy è da sempre una delle mie battaglie: tutelare le nostre produzioni significa anche  difendere occupazione, crescita e territorio. Per questo sono vicina e condivido il malumore delle centinaia di risicoltori che sono scesi in piazza per chiedere i provvedimenti contro la concorrenza sleale dei produttori del sud est asiatico e per richiedere l’inserimento obbligatorio dell’etichettatura del prodotto che consente al consumatore di identificare la provenienza del prodotto”. 

L’Europarlamentare di Forza Italia e vice presidente del gruppo del PPE Lara Comi si schiera con i risicoltori che sono scesi in piazza per protestare e commenta: “il libero mercato non deve assolutamente essere una scusa per soffocare il commercio e le produzioni di qualità, né per mettere in difficoltà chi rispetta direttive di produzioni e leggi. L’Unione Europea deve basarsi su un’unione doganale che sostenga l’economia commerciale dei paesi membri e mi impegno, come ho sempre fatto, a sostenere l'agricoltura italiana a Bruxelles con presenza, impegno, costanza: applicare la Politica Agricola Comune (PAC) significa svolgere un lavoro molto tecnico, e c'è bisogno di deputati che siano presenti per evitare che gli altri Paesi occupino spazi che noi non presidiamo".

"Hai umiliato l'Italia, chiedi scusa per le tue schifezze, sei un..." Sgarbi scatenato: è rissa. Ecco con chi ce l'ha...

La Zanzara, Sgarbi contro Fuksas: "Chieda scusa per le schifezze che ha fatto"



Lite furibonda in radio, a La Zanzara su Radio 24, tra l’architetto Massimiliano Fuksas e Vittorio Sgarbi. All’origine della bufera alcune frasi pronunciate dal critico d’arte nel 2010 durante una trasmissione tv. Sgarbi aveva detto: “Fuksas è un distruttore, un fascista…deve andare in galera”.  L'architetto romano ha ritenuto diffamatorie chiedendo in tribunale il risarcimento danni. Fuksas, intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo della Zanzara su Radio 24 dice oggi che “Sgarbi è stato rinviato a giudizio e ha detto che si inchinerebbe, basta che non cacci i soldi e sarebbe pronto a inchinarsi anche davanti a me e a chiedermi scusa per gli insulti che mi ha fatto”. “Ma – aggiunge Fuksas alla Zanzara – io gli ho detto che deve pagare, deve cacciare i soldi perché la cosa che fa male a Sgarbi sono i soldi, del resto non gli frega nulla. Lui dovrebbe mandare una lettera implorante e poi forse neanche in questo caso…”. 

"Chieda scusa per le schifezze" - Ma Sgarbi, sempre a La Zanzara, è tornato ad attaccare pesantemente l’ideatore della Nuvola: "Deve strisciare lui per quello che ha fatto all’Italia, non pagherò nulla a uno così. Ha fatto qualunque schifezza, in giro per l’Italia. Non pagherò una lira e non verrò condannato per aver detto la verità. Fuksas me lo posso comprare e fare oro”. E ancora: “Fuksas non tocca il mio pensiero, è un uomo la cui inesistenza è palese. Ti pare che per il consiglio regionale delle mutande verdi invece di sistemare un po’ di palazzi a Torino bisogna fare un palazzo della regione da 220 milioni di euro per mettere insieme 4 idioti di cui 22 milioni vanno a lui? Deve strisciare lui per come ha umiliato l’Italia, deve chiedere scusa all’Italia”. “Ho presentato – conclude a Radio 24 – una querela contro di lui perché mi ha diffamato. Non mi sono mai inchinato e non è vero che mi frega solo dei soldi, altrimenti nella mia vita non avrei debiti e mi sarei concentrato solo sui danari”.

Le cenette di Renzi a Palazzo Chigi Con lui le ministre Boschi e Madia Ecco cosa fa il premier la sera...

Matteo Renzi e le cene a palazzo Chigi con Delrio, Boschi e Madia



La vita di palazzo di Matteo Renzi resta per il momento "top secret". Il premier da quando è arrivato al governo di fatto ha blindato le pòorte di Palazzo Chigi. Poco o nulla si sa della vita dietro le quinte di Matteo. Chi vede, chi incontra e quali sono i suoi fedelissimi dopo l'ascesa alla guida dell'esecutivo. Il premier che va matto per flash e conferenze stampa non parla mai della sua vita privata. La moglie, Agnese, in un primo momento aveva deciso di restare al suo posto a Pontassieve, poi ha deciso di chiedere un'aspettativa per stare più vicina alla famiglia. Ma il suo Matteo resta comunque a Roma e la coppia tranne qualche sporadico week end passa poco tempo nella casa in Toscana. Così ora Dagospia prova a alzare il velo sulla vita di Renzi dietro le porte del "Palazzo". 

Gli ospiti di Renzi - Secondo quanto racconta il sito diretto da Roberto D'Agostino, le cene di Renzi a palazzo Chigi sarebbero tristi e solitarie. Ma spesso il premier si trova a mangiare qualche piatto di pasta o qualche pizza consegnata a "domicilio" a palazzo Chigi con Luca Lotti, Graziano Delrio e Maria Elena Boschi. Sarebbe questo il "cerchio magico" delle "cenette" del premier. Dagospia aggiunge anche che alle cene spesso si unisce Marianna Madia, il ministro della Funzione Pubblica. 

Mogherini nel mirino - Ma di cosa si parla a cena? Secondo alcune indiscrezioni, sempre raccontate da Dagospia, le più loquaci sarebbero proprio la Boschi e la Madia. L'argomento sarebbe sempre lo stesso: il ministro degli Esteri Federica Mogherini che a quanto pare non è "molto simpatica" alle sue colleghe di governo. Intanto tra un piatto di pasta e una pizza d'asporto con la Boschi&Co., Renzi ridisegna il suo cerchio magico. Secondo i rumors di Dagospia, si sarebbero rafferddati i rapporti con Marco Carrai e con Girogio Gori. Infine sarebbero gelidi i rapporti anche con Oscar Farinetti. Il patron di Eataly dopo aver fallito nella sua corsa ad un posto di ministro ha perso i contatti con palazzo Chigi. Oscar evidentemente non l'ha presa bene... 

venerdì 11 luglio 2014

Balotelli impugna il fucile: "Un bacio a chi mi odia"

Balotelli impugna il fucile: "Un bacio a chi mi odia"


di Gaetano Daniele 


Piogge di critica contro lo sfogo demenziale di "Meno Mario Balotelli"


Seconda provocazione, scritta e lanciata probabilmente da Miami, forse da qualche Residence dove servono Aragosta e Champagne a colazione, quella di "Meno Mario Balotelli". Su Instagram ha, difatti, postato una foto in cui imbraccia un fucile e lo punta diritto verso l'obiettivo. Sotto la foto, la didascalia: "Un grande bacio a tutti coloro che mi odiano". La fotografia è rimasta online per poco, poi, forse, dietro consiglio di qualche adulto è stata cancellata abbastanza in fretta. Un gesto demenziale? Eppure l'Italia di Prandelli si era affidata proprio a "Meno Mario Balotelli" per vincere i Mondiali di calcio contro giocatori e squadre che marcano il nome di: Germania, Argentina e Olanda. Al gesto di Balotelli non sono mancate le critiche alle quali ha provato a rispondere con una massima: "La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso". Insomma, mentre i veri Campioni dopo l'ultima sconfitta tra Olanda e Argentina cercano di consolare i propri figli in lacrime per la sconfitta subita e quindi l'eliminazione dalla finale, i finti campioni, quelli da copertina da un euro, proprio come "Meno Mario Balotelli" che, al momento, da Miami, l'unica cosa che riesce a fare è abbracciare un fucile a pompa, nonostante abbia dopo mesi di sacrificio e insisti riconosciuto la propria figlia. Questo il classico esempio che i soldi non fanno la felicità. 

Yara, clamoroso autogol di Bossetti: così rischia di incastrarsi da solo I due errori commessi con il pm

Yara, così Massimo Bossetti rischia di incastrarsi da solo



Come da manuale, la situazione si complica. Sul presunto assassino si concentrano sempre più sospetti. Lui è Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto killer di Yara Gambiarsio, che ha chiesto e ottenuto di farsi interrogare: un'accelerazione che potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. Bossetti, di fatto, ha voluto spiegare come il suo sangue fosse finito sugli indumenti di Yara: ha affermato di soffrire di epistassi, perdite di sangue dal naso, e che il suo sangue avrebbe potuto sporcare un taglierino che sarebbe poi stato usato sul corpo di Yara da chi la ha uccisa. Una ricostruzione in primis paradossale, difficile da prendere in considerazione, ma soprattutto una ricostruzione con cui, di fatto, Bossetti riconosce il fatto decisivo: il sangue sugli slip era suo. Lo ha riconosciuto in un verbale compilato davanti al pm, senza nemmeno contestare la validità dei test effettuati. La situazione, dunque, per Bossetti si complica. E si complica molto: tutto per "colpa" sua.

La telecamera - Il sospetto ha dunque riconosciuto di essere "Ignoto 1", proprio come la scienza, ci hanno spiegato gli inquirenti, lo indica "senza margini di smentita". Bossetti ha riconosciuto di essere Ignoto 1, inoltre, proprio nel momento in cui gli inquirenti trovavano altri particolari che stringono il cerchio attorno a lui. Si parla della ripresa di una telecamera di una stazione di servizio, che ha immortalato il furgone del sospetto a pochi metri dalla palestra in cui si trovava Yara nel pomeriggio di quel maledetto 26 novembre 2010, giorno in cui scomparve e fu uccisa. Il mezzo è stato identificato senza margini d'errore grazie a un particolare catarifrangente montato dallo stesso Bossetti, differente da quelli di serie. Il presunto assassino si è giustificato spiegando che "posso essere passato da quella strada per tornare a casa dal lavoro". Peccato però che la stessa telecamera riprenda il furgone in transito anche un quarto d'ora dopo, accreditando ulteriormente l'ipotesi che Bossetti girasse attorno alla palestra come in attesa della ragazza. Un interrogatorio volontario che, come detto, complica incredibilmente la posizione di Bossetti.