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martedì 17 giugno 2014

Italia-Costa Rica, Buffon e De Sciglio ko Un'altra tegola: a rischio pure De Rossi

Mondiali, Italia contro la Costa Rica senza Buffon e De Sciglio. I dubbi del ct Prandelli sulla difesa



Tutto a posto e niente in ordine in casa Azzurri a pochi giorni dalla sfida con la sorprendente Costa Rica. L'umore è di sicuro a mille dopo la vittoria d'esordio contro l'Inghilterra, ma le buone notizie attese dall'infermeria non arrivano, anzi la situazione degli infortuni e le relative scelte tattiche del ct Cesare Prandelli fino al prossimo venerdì non dovrebbero cambiare rispetto alla prima partita. La soddisfazione è almeno sullo stato di forma dei giocatori, come ha sottolineato il medico della Nazionale, Enrico Castellacci: "Non abbiamo lasciato nulla al caso - ha detto il professore - nessuno ha avuto nemmeno crampi". Un pizzico di polemica il medico la solleva a proposito del time-out che non ci sono stati a Manaus, sulla falsa riga del ct Prandelli: "Spero che a Recife e a Natal, dove le condizioni non saranno migliori anche per via dell’orario, la Fifa torni sui propri passi - ha rimbrottato Castellacci - il limite dei 32 °C, quello che determina automaticamente il ricorso al time-out, non tiene conto del fatto che un’umidità sopra l’85% cambia di molto la temperatura percepita. E in partite del genere si perdono almeno due litri di sudore".

Fuori Gigi - Contro il Costa Rica, Buffon guarderà i compagni dalla tribuna e non è detto che rientri contro l'Uruguay il 24 giugno. La quasi certezza arriva dal dottor Castellacci, che in conferenza stampa ha mantenuto i piedi per terra sul recupero dello juventino: il trauma non ha solo interessato la caviglia, ma anche il ginocchio sinistro. Nei prossimi giorni ci saranno altri esami medici, ma lo staff azzurro sembra già sollevato del fatto che il capitano della Nazionale non sia stato costretto a rinunciare del tutto al Mondiale. De Rossi oggi non si è allenato a scopo precauzionale, visto un principio di infiammazione alle ossa cervicali. Rientro complicato anche per il milanista De Sciglio che secondo Castellacci sta recuperando. Il terzino si allena ancora a parte, ma la speranza di ritrovarlo in campo già venerdì alle 18, sia pur piccola, resta. Sarebbe una scelta in più che a Prandelli non dispiacerebbe, visti i grattacapi che ha dato la difesa azzurra nel primo incontro.

Rebus formazione - Le incertezze per il ct azzurro sui titolari contro il Costa Rica sono per lo più concentrate alle spalle di De Rossi & co. La soluzione con Chiellini esterno a sinistra e Paletta al suo posto al centro ha fatto mugugnare tanto il tifo tricolore per le incertezze del difensore del Parma sulle offensive inglesi. Bonucci rimane l'alternativa a disposizione, ma lo stato di forma dello juventino sono un freno ancora forte. Un'altra ombra è a centrocampo su Verratti che rispetto al monumentale Pirlo deve ancora trovare un equilibrio e un'intesa con Balotelli. La suggestione che si paleserebbe agli occhi di Prandelli sarebbe sostituirlo con Immobile schierato al fianco di Supermario, anche se il tecnico bresciano ha già fatto capire che i due difficilmente si vedranno insieme in campo. Contro un avversario imprevedibile come il Costa Rica, in testa al girone dopo la vittoria contro l'Uruguay, e un asso nella manica come Joel Campbell, potrebbe tornare utile la fantasia di Cassano, più probabile in corso d'opera.

La Germania umilia Cristiano Ronaldo: 4-0 al Portogallo, Mueller ne fa tre Follia Pepe: colpi proibiti e rosso

La Germania asfalta il Portogallo: 4-0


Poker servito e la Germania asfalta il Portogallo. Nel 100° match mondiale della propria storia, la Mannschaft rifila un pesantissimo 4-0 a Cristiano Ronaldo & co per aprire il Gruppo G. A Salvador, davanti alla cancelliera Merkel, Mueller si presenta con una tripletta e la selezione del ct Loew mostra subito i muscoli ribadendo un concetto arcinoto: la Germania c’è sempre. A mancare clamorosamente invece è il Portogallo, che si sbriciola dopo l’avvio vivace.

Primo tempo da incubo - I lusitani si fanno vivi con le accelerazioni di Almeida e Ronaldo che chiamano Neuer ai primi interventi elementari. Dall’altra parte, al 7’, Rui Patricio rischia di combinare un disastro: consegna il pallone a Khedira con un rinvio sgangherato, il centrocampista del Real Madrid non inquadra la porta da una ventina di metri. La difesa lusitana non brilla per solidità e al 10’ concede spazio a Goetze. Joao Pereira si arrangia con una vistosa trattenuta, rigore solare e Mueller dal dischetto non sbaglia: 1-0. La reazione del Portogallo è affidata all’iniziativa di Nani, che al 25’ spaventa Neuer con un destro da 20 metri: palla alta di poco. La Germania crea pericoli ogni volta che accelera. Al 30’, Ozil scappa sul filo del fuorigioco e serve Goetze che arriva a rimorchio: solo l’intevento in extremis di un difensore evita il 2-0. Il raddoppio, però, arriva pochi secondi dopo: Hummels decolla sul corner da destra, colpo di testa potente e 2-0. Il Portogallo potrebbe tornare in corsa al 36’ quando Fabio Coentrao, forse pensando di essere in fuorigioco, inventa un improbabile tiro-cross da posizione favorevolissima. Pochi secondi e arriva il colpo del ko. A chiudere il match, al 37’, provvede la follia di Pepe. Il difensore del Real rifila una manata a Mueller, che cade al suolo come se colpito da una fucilata. Il centrale peggiora la situazione con una testata ’soft’ all’avversario: l’arbitro Mazic tira fuori il cartellino rosso, Portogallo in 10 e Germania sul velluto. Il tris si materializza al 45’: Bruno Alves rinvia in maniera inguardabile, Mueller sfrutta l’assist e infila per il 3-0.

La quarta rete - In avvio di ripresa, Ozil spreca la palla per il poker al 51’ e Mueller fallisce il tap in. La Mannschaft non alza il piede dall’acceleratore e di fatto si gioca solo in una metà campo. Per vedere all’opera Ronaldo, bisogna aspettare un calcio di punizione al 60’. Il Pallone d’oro centra la barriera, non è proprio giornata. Lo conferma anche l’infortunio che al 65’ mette al tappeto Coentrao, costretto a uscire in barella. Goetze continua a sbagliare davanti alla porta mentre il Portogallo reclama inutilmente un rigore per un intervento scomposto di Mertesacker su Eder al 76’. Chi non stecca mai è Mueller, che al 78’ sfrutta la papera di Rui Patricio sul cross basso di Schuerrle: tripletta per il numero 13 e 4-0. Prima del sipario, altri 2 piazzati per Ronaldo: il gol della bandiera non c’è.

La profezia di Marco Travaglio: "Renzi e Grillo? Vi dico come andrà a finire..."

Marco Travaglio: "Renzi e Grillo potrebbero trovare l'accordo sul nuovo Mattarellum"




Il "grillino" Marco Travaglio già lo scorso gennaio invitò Beppe Grillo ad accettare il confronto col Pd di Matteo Renzi, all'epoca segretario del Nazareno. Invito respinto con perdite. Oggi però qualcosa è cambiato: il M5s bussa alla porta del premier Renzi e chiede di trattare sulla riforma elettorale, proponendo il "Democratellum". Una mossa che Travaglio promuove: "Meglio tardi che mai - spiega in un'intervista all'Huffington Post -, come con la storia della presenza in tv i grillini hanno capito di dover cambiare strategia". Secondo il vicedirettore del Fatto Quaotidiano, ora Renzi "dovrà scegliere se cambiare strada o continuare a stare con Berlusconi e tenere fede al patto del Nazareno. Scelta che non credo tutti i suoi elettori apprezzerebbero". Poi a Travaglio si chiede come Renzi e Grillo potranno trovare un accordo, visto che l'Italicum (maggioritario con premio di maggioranza) e il Democratellum (di fatto, un proporzionale puro) sono agli antipodi. Il vicedirettore ha le idee chiare: "Secondo me arriveranno a una sintesi accettabile e potrebbe essere il Mattarellum che quando è stato in vigore ha garantito una governabilità. Prodi e il centrosinistra sono durati cinque anni, Berlusconi idem". Per Travaglio, dunque, la prossima riforma elettorale sarà un tuffo nel passato.


lunedì 16 giugno 2014

IL PD DICHIARA GUERRA AL "FATTO" Travaglio nel mirino dei democratici Letta prepara il colpo basso: ecco perchè...

Mose, Letta querela il Fatto Quotidiano



Tra il Pd e il Fatto Quotidiano è scoppiata la guerra. Enrico Letta non ha gradito l'apertura in prima pagina del quotidiano di Padellaro di questa mattina in cui si accusa esplicitamente l'ex premier di aver intascato soldi del caso Mose per la sua fondazione Vedrò. Letta è andato su tutte le furie e ha contrattaccato Travgli&Co con una nota al veleno: "Ho dato mandato ai miei avvocati di adire le vie legali nei confronti del Fatto Quotidiano". "La campagna di stampa del Fatto nei miei confronti rispetto alle indagini in corso sulla vicenda Mose ha, infatti, fini esclusivamente diffamatori". Il giornale di Travaglio ricostruisce i rapporti tra Enrico Letta e mister Expo Mazzacurati. Legami che, secondo il Fatto, iniziano nel 2007 e proseguono – in modo continuativo – dal 2010 al 2012 quando, con tre versamenti da 20mila euro ciascuno, Giovanni Mazzacurati finanzia VeDrò, la fondazione dell’ex presidente del Consiglio. 

La querela - Ricostruzioni che non sono affatto piaciute all'ex presidente del Consiglio che attacca: "Il Fatto utilizza, per infangarmi in modo che ritengo intollerabile, notizie che attengono a fatti del tutto destituiti di fondamento, illazioni malevole e vicende già ampiamente note e sulle quali a suo tempo è stato, da chi di dovere, dato ogni chiarimento. Il risarcimento - conclude Letta - sarà devoluto ad attività benefiche".

Grillo e Casaleggio si inchinano a Renzi: "Vogliamo incontrarlo per trattare"

Grillo e Casaleggio s'inchinano a Renzi: "Vogliamo incontrarlo. Batta un colpo"


"Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Così Grillo e Casaleggio sul blog di Beppe Grillo a proposito della legge elettorale. "All’incontro eventuale con il Pd - scrivono -, che speriamo ci sia, parteciperanno i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera". "Il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato", spiegano i due leader, riferendosi ai precedenti rifiuti del movimento ad aprire un dialogo con Renzi.

Tutto in streaming - Dopo l’apertura a rispondere all'invito dei due leader pentastellati è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che oltre a l'ex comico e al guru chiama in causa anche Matteo Salvini che proprio oggi sul Corriere si era detto disponibile a discutere di riforma del Senato del titolo V: "Questo è il segno evidente - dice - della centralità politica del nostro partito, forte del risultato elettorale e di una agenda radicale di riforme che gli italiani aspettano. Pronti a confrontarci con tutti, nel rispetto dei ruoli e delle posizioni diverse, sapendo bene che per noi la priorità restano le riforme istituzionali, Senato, titolo V e legge elettorale che garantisca governabilità, potere dei cittadini di scegliere da chi essere governati, certezza di chi vince e chi perde, secondo il percorso che abbiamo individuato". Guerini suggerisce poi che un eventuale incontro venga mandato in diretta streaming: "Visti i precedenti con i 5 Stelle, ne suggeriamo comunque l'adozione". Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'altro vicesegretario del Pd Debora Serracchiani: "L'annuncio - dice - di una apertura al dialogo da parte di Grillo non ci coglie impreparati, perchè la nostra disponibilità a un confronto a tutto campo l'abbiamo dichiarata da molto tempo. Dopo l'annuncio - conclude - però bisogna vedere come intende passare alla prova dei fatti".

Ipotesi voto anticipato - Sondaggio Swg: cresce la Lega, cala il Pd

Ipotesi voto anticipato - Sondaggio Swg: cresce la Lega, cala il Pd



L'ipotesi di un voto anticipato continua a girare tra le stanze di palazzo Chigi. Nonostante la direzione Pd abbia chiarito la linea dura di Renzi verso i dissidenti Pd come Mineo, dall'ala ribelle del Nazareno guidata da Pippo Civati arrivano segnali di guerra. Proprio Civati ha criticato fortemente la scelta di Matteo Orfini per la presidenza del Pd: "Io mi asterrò - spiega Civati - perchè avrei voluto un presidente di garanzia. Invece è stato scelto un membro della componente più governista della minoranza". Insomma al Nazareno soffia vento di guerra. Se la fronda dovesse mollare la maggioranza di Renzi è probabile che il premier decida di forzare la mano e di chiedere il voto anticipato per la primavera del 2015. E così i sondaggisti sono già a lavoro per sondare gli uomori dell'elettorato dopo le europee e le amministrative.

Il sondaggio - Lega Nord e Movimento 5 Stelle sono gli unici due partiti a guadagnare consenso dopo i risultati delle Amministrative. Nello specifico il Carroccio guadagna mezzo punto percentuale passando dal 6,5% al 7%. Secondo i dati del sondaggio Swg il Movimento 5 Stelle passa invece dal 17,8% al 19,3%. Nel suo complesso il centrodestra passa dal 32% al 31,3%, con Forza Italia che perde un punto percentuale e scende dal 17,5% al 16,5%. Arretra anche Fratelli d’Italia che passa dal 3,9% al 3,4%, mentre la coalizione Ncd+Udc perde tre decimi di punto assestandosi al 4,4%.

Il Pd scende - Anche il centrosinistra è in calo e passa dal 47,2% al 46,3% dei consensi, rimanendo comunque la prima coalizione in Italia. Il Partito democratico perde uno 0,3% che lo fa calare al 41,8%, mentre la Lista Tsipras, formata da Sinistra ecologia e liberta e Rifondazione, passa dal 4,6% al 4%. Stazionaria l’Italia dei Valori, ferma allo 0,5%

domenica 15 giugno 2014

DITE ADDIO AGLI 80 EURO DI RENZI Le cifre della Tasi: ecco quanto vi costerà...

DITE ADDIO AGLI 80 EURO DI RENZI Le cifre della Tasi: ecco quanto vi costerà...



Dopo le televendite sugli 80 euro da palazzo Chigi, il bagno di voti alle europee, gli italiani da lunedì cominceranno a fare i conti con la vera faccia del governo Renzi. Lunedì scatta l'incubo Tasi che sarà di certo ben più pesante dell'Imu del governo Monti. Insomma gli 80 euro del bonus Irpef non sono nemmeno entrati nelle tasche degli italiani che già devono sborsarli per la tassa sulla casa. Secondo uno studio del servizio politiche territoriali della Uil, che ha incrociato oltre 75mila combinazioni diverse, per il 52,8% delle famiglie italiane la Tasi sarà più pesante dell'Imu.

Lo studio sulle tasse - Una famiglia su due pagherà di più. Per Adusbef e Federconsumatori si tratterà addirittura di una vera e propria stangata. "Le detrazioni, laddove applicate, sono inferiori a quelle che si pagavano precedentemente con l’Imu", fanno notare le associazioni di consumatori sottolineando che la nuova imposta sugli immobili "si attesterà nella media nazionale a 231 euro qualora sia fissata al 2,5 per mille". La Tasi colpirà anche 5 milioni di famiglie che  grazie alle detrazioni sulla prima casa e alle basse rendite catastali non pagavano l'Imu. Di queste, infatti, la metà che beneficerà di una minima detrazione passerà dal non pagare affatto a una media di 118 euro. L'altra metà senza detrazione arriverà addirittura a sborsare 183 euro.

La stangata - "Una condotta scandalosa e inaccettabile quella delle amministrazioni comunali, che non sono state in grado di tutelare le fasce più deboli della popolazione definendo detrazioni adeguate", affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. E così arriva un appello al governo Renzi perchè intervenga per reintrodurre le detrazioni. Lunedì comunque sarà una giornata nera per chi dovrà pagare le tasse: l'importo totale per le famiglie ammonta in media a 231 euro.