Cartelli choc alla Fiat: "Marchionne a' carogna"
di Carmine Spadafora
(Carminespadafora@gmail.it)
Quindici cassaintegrati di Pomigliano d'Arco trasformano l'ad in un teppista: "Il piano è un bluff"
Pomigliano d'Arco - Antonino Speziale e Gennaro De Tommaso, dieci giorni dopo. Trasformati da cattivi ragazzi in vite da riciclare e sfruttare per la lotta di classe. L'ormai tristemente immagine di Gennaro 'a carogna (il capo di uno dei gruppi ultras del San Paolo ritenuto tra i più violenti, i «Mastiffs»), appollaiato sui cancelli dell'Olimpico, intento a dare ordini alla curva (e a trattare con lo Stato il fischio d'inizio della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina) è stata usata dai militanti del «Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat» (nostalgici ultras della falce e martello) per contestare il numero uno dell'azienda torinese, Sergio Marchionne. Ma, con qualche aggiustatina. Al posto del volto del signor Gennaro, quello dell'odiato amministratore delegato stampato su manifesti, quasi a grandezza umana, con indosso la tristemente nota maglia nera, con scritta gialla «Speziale libero». L'ultrà del Catania condannato a otto anni di carcere per l'omicidio preterintenzionale del valoroso ispettore di polizia, Filippo Raciti.
La protesta è andata in scena davanti ai cancelli non dello stadio San Paolo ma della Fiat di Pomigliano d'Arco (Napoli). Folla da stadio, almeno? Macché. Solo una quindicina di ultrà non azzurri ma rossi, che ormai da un decennio cercano proseliti tra le catene di montaggio ma, con scarsi risultati, considerato il numero esiguo dei partecipanti alle loro manifestazioni. Chissà che invidia avranno provato verso Gennaro 'a carogna, che invece in mondovisione comandava una curva intera dell'Olimpico di Roma e con un cenno della testa faceva segno «si, si può giocare». Ieri mattina il Comitato di lotta ha steso davanti ai cancelli Fiat uno striscione lungo 5 metri, sul quale erano stati incollati otto manifesti tutti uguali, raffigurante 'a carogna col volto di Marchionne. E sotto la foto, su sfondo, rigorosamente «rosso», la scritta enorme: «Marchionn, chi è 'o carogn?».
Lo striscione, osservato distrattamente da chi si era svegliato all'alba per andare a lavorare, non ha avuto il successo sperato. Mattinata tranquilla per gli agenti del commissariato di Acerra e dalla vigilanza Fiat, che hanno tenuto d'occhio i manifestanti. Lo striscione era sostenuto da una mezza dozzina di militanti che indossava una maglietta nera (blasfemo), con la scritta «Speziale libero», come vorrebbero ultras napoletani e catanesi e ora anche i nostalgici della falce e martello. Sotto la scritta, «Marchionne dimettiti il tuo piano è un bluff». Insomma, la trovata di sfruttare la notorietà di due ultrà, che in pochi vorrebbero avere come figli, non è riuscita agli ultrà della curva Fiat. Alla prossima protesta. Magari con un bel lancio di banane. Chissà.