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venerdì 18 aprile 2014

Altra stangata: Torna l'Imu sui fabbricati rurali

Altra stangata: Torna l'Imu sui fabbricati rurali 

L'imposta sul mattone coprirà gli 80 euro in busta paga. Tagli a sanità e Pubblica Amministrazione 


Roma - Niente detrazioni, ma un bonus modulato sulle diverse fasce di reddito, compresi gli incapienti, cioè chi non paga tasse. Coperture da nuove tasse: come il ritorno del'Imu sui fabbricati rurali, già da quest'anno e la tassazione sulle rendite finanziarie. Poi tagli orizzontali agli acquisti delle Pa, alle società pubbliche e alla sanità.

Al Consiglio dei ministri di oggi approderà la bozza di decreto con la misura per dare gli 80 euro ai redditi inferiori a 1.500 euro al mese. I dettagli sono stati messi a punto ieri in un vertice tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Per quanto riguarda il 2014, la bozza di ieri prevedeva un credito al 3,5% del reddito complessivo per redditi sotto i 17.714 euro e un bonus di 620 euro se il reddito complessivo è superiore a 17.714 fino a 24.500 euro. La somma calerà fino alla soglia dei 28.000 euro di reddito complessivo.

Il beneficio mensile medio è di 77,5 euro. Il bonus riconosciuto ai contribuenti salirà a 950 euro per la fascia tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015, quando si spalmerà per l'intero anno. Sotto questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito.

Per gli incapienti, cioè chi ha redditi bassi e non paga tasse, il bonus potrà arrivare attraverso il datore che potrà versare in busta paga i contributi previdenziali.

Nel decreto ci sarà anche il taglio dell'Irap, anche se a valere dal 2015. L'aliquota principale passa dal 3,9% al 3,5%. Scendono anche le altre aliquote Irap dal 4,2% al 3,8%; dal 4,65% al 4,2%; dal 5,9% al 5,3%. Un risparmio medio del 10%.

Il quadro degli incentivi è chiaro. Le coperture, invece, hanno dato da lavorare al premier Matteo Renzi e al ministero dell'Economia e Palazzo Chigi anche ieri. Ad aprire la giornata, una versione della bozza che prevedeva un taglio delle detrazioni su polizze, mutui e prestiti, per i redditi sopra i 55mila euro all'anno. In sostanza, a pagare buona parte dello sconto Irpef sarebbe stata la classe media con il solito aumento dell'imposizione fiscale. Una scelta tecnica, dettata dal fatto che parte della spending review è stata impegnata dal governo Letta per coprire il mancato taglio orizzontale delle stesse detrazioni. Palazzo Chigi ieri mattina ha smentito con forza e nelle bozze successive il taglio è scomparso.

Il grosso delle coperture per il dl sugli sgravi Irpef arriverà ad tagli alla Pa. Sugli acquisti per beni e servizi, scatterà una tagliola del 5%. C'è anche la sforbiciata sulle società pubbliche (comprese le ex municipalizzate) che dovranno tagliare i costi «nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015».

Ma le tasse ci sono. Ad esempio (sempre secondo la bozza di ieri sera) si elimina l'esenzione Imu dei fabbricati rurali ad uso strumentale. C'è anche l'aumento dell'aliquota sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%. Servirà quindi a coprire in parte il taglio dell'Irap, non solo quello dell'Irpef che scatta nel 2015.

Dalla sanità dovrebbero arrivare 700 milioni di euro. Ma ieri sera tra il ministero di Beatrice Lorenzin e il dicastero dell'Economia c'è stato uno scontro molto acceso. Perché i tagli metterebbero a rischio il patto con le regioni e i livelli essenziali di assistenza.

Berlusconi: "Un piacere fare volontariato" e avverte: "Rivedere il Fiscal Compact". Sulla Giustizia: "Area politicizzata"

Berlusconi: "Un piacere fare volontariato" e avverte: "Rivedere il Fiscal Compact". Sulla Giustizia: "Area politicizzata"


"Io sono un uomo delle Istituzioni, in attesa che sia riconosciuta la mia innocenza non posso che rispettare le decisioni della magistratura". Cosi Berlusconi, in conferenza stampa per la presentazione delle liste dei candidati di Forza Italia alle Europee. Poi afferma di aver accolto con piacere la decisione del Tribunale di sorveglianza di affidargli i servizi sociali in una struttura per anziani: "Lo farò più che volentieri e cercherò di essere utile". Sulla sua non candidatura: "Va a tutto vantaggio della sinistra". E sulla condanna: è stata "ingiusta", sulla base di "un fatto inesistente". La sentenza si Strasburgo "sarà annullata". Sul Fiscal Compact: "Si devono rivedere tutti i trattati, eliminare il Fiscal Compact e consentire ai Paesi lo sforamento del 3% annuo nel rapporto tra Deficit e Pil", un vincolo "antistorico" nella situazione attuale dell'economia. L'euro? "Sì, ma a precise condizioni". Sulle riforme assicura: "Abbiamo dato il nostro impegno ad approvarle". Ho parlato personalmente con Renzi, probabile, "l'elezione diretta del presidente della Repubblica". Sulla giustizia nota: "Sappiamo come ci sia una corrente della giustizia che ha dichiaratamente finalità di intervento nella politica". "La grande maggioranza degli italiani ritiene quella della giustizia la riforma delle riforme", sottolinea il Leader di Forza Italia. Ed evita di rispondere ad altra domande sui giudici politicizzati. Infine ribadisce che il suo governo, "l'ultimo eletto dal popolo", fu buttato giù da "un colpo di Stato". 

Alfano punta il dito contro Renzi sul dl lavoro, solo Pd vota si, Ncd assente

Dl lavoro, solo Pd vota si, Ncd assente


La Commissione Lavoro della Camera ha approvato il decreto Legge Lavoro votando il mandato al relatore. A favore si è espresso però solo il Partito Democratico, mentre Nuovo Centro Destra non ha partecipato al voto e Scelta Civica e Forza Italia si sono astenute. No da parte anche del Movimento 5 Stelle e Sel. La Lega Nord era assente, ma aveva annunciato una relazione di minoranza. La nota stonata è che non mancano le critiche da parte del primo partito alleato del Pd, cioè del Nuovo Centro Destra, partito guidato da Angelino Alfano. "Cambia il pelo ma non il vizio", afferma De Girolamo e Sacconi. I capigruppo Ncd di Camera e Senato denunciano il comportamento del Partito Democratico in Commissione Lavoro che, dicono, "cerca insistentemente maggioranze variabili con la sinistra e il Movimento 5 Stelle per imporre vincoli ai rapporti di lavoro". E in conferenza stampa, presente Alfano, insistono: "Non sembra quella di Renzi, ma la solita vecchia sinistra". E annunciano battaglia per "ripristinare il testo originario" del decreto. "Sul tema lavoro il Pd non tiene, rincara Sacconi".  

giovedì 17 aprile 2014

Umberto Veronesi "La carne è cancerogena; vi svelo il motivo per cui non se ne parla"

Umberto Veronesi "La carne è cancerogena; vi svelo il motivo per cui non se ne parla"



Prof. dott. Umberto Veronesi

Chi si alimenta di prodotti animali si espone ad un rischio maggiore di contrarre diversi tipi di patologie. Corre infatti in media il 30% di rischio in più di contrarre molti tipi di tumori, come quello al seno, al colon, alla prostata, al pancreas, alla vescica e ai polmoni. Un’alimentazione carnea induce ad un maggiore rischio di contrarre malattie metaboliche, disturbi cardiovascolari legati al livello di colesterolo nel sangue, infarti, diabete ed obesità.

Umberto veronesi: “Le riviste medico scientifiche più accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali. Molti medici e ricercatori sono coscienti degli effetti dannosi del consumo della carne, ma hanno le mani legate. Io che sono uno scienziato di fama internazionale posso prendermi il lusso di fare queste dichiarazioni, se lo facessero loro molto probabilmente non lavorerebbero più.

L’industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altro e queste due entità insieme generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme, potete dunque capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione. Ogni malato di cancro negli Stati Uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi curarvi.”

UE, "Made In", l'On. Lara Comi (FI): "L'Europa c'è, ora anche la Germania dimostri che vuole l'Europa"

UE, "Made In", l'On. Lara Comi (FI): "L'Europa c'è, ora anche la Germania dimostri che vuole l'Europa"

On. Lara Comi, candidata
al Parlamento Europeo (Forza Italia)
Marchio obbligatorio origine prodotti extra Ue per il rilancio del settore manufatturiero contro la contraffazione sleale. Ora il Consiglio UE non boicotti la decisione della plenaria


Strasburgo  – “L’Europa c’è, ora tocca alla Germania dimostrare che vuole l’Europa. Tutti i tentativi del Parlamento Europeo di imporre l’obbligatorietà del marchio d’origine dei prodotti Extra Ue sono stati boicottati finora dal Consiglio Europeo  dove sono prevalsi gli interessi dei Paesi del Nord a mantenere lo status quo contro il diritto del consumatore ad avere una chiara etichetta e la piena tracciabilità del prodotto. Ancora oggi circolano in Europa merci di cui ignoriamo la provenienza e questo è un danno per l’Italia il cui marchio è il più ricercato. La decisione della plenaria, unico organo veramente democratico,  è una grande risposta che diamo al nostro settore manifatturiero, in particolare a quello tessile che subisce una concorrenza sleale".

Lo afferma l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi  in merito alla decisione del Parlamento Europeo che oggi, in plenaria, a Strasburgo, ha votato l’obbligatorietà del marchio d’origine per i prodotti extra Ue.

"Da quando sono entrata in Parlamento, nel 2009 - ha sottolineato Comi - mi sono spesa in ogni modo sulla battaglia per il 'made in' che contempli la piena indicazione d’origine ed etichettatura e che valorizzerebbe la manifattura italiana a contrasto anche della contraffazione. Come ha ricordato Confcommercio in Italia il mercato del 'falso' vale 17 miliardi e una perdita di 185 mila posti di lavoro. Il Parlamento si è già espresso su questo tema nella proposta di regolamento del 2005, poi ritirata, nella proposta di regolamento del tessile e in numerose risoluzioni. È giunto il momento di agire, basta con questo veto ingiustificato dei Paesi del Nord in seno al Consiglio. La battaglia sul ‘made in’ è per la democrazia: se i cittadini ce lo chiedono, se le imprese lo vogliono, se sappiamo che migliorerà la vita dei consumatori e sosterrà le nostre aziende, non ci può essere alcuna scusa plausibile per votare contro”.


Sondaggio Ixè: Forza Italia in una settimana sale di due punti

Sondaggio Ixè: Forza Italia in una settimana sale di due punti


Se oggi ci fossero le elezioni Europee, non cambierebbero i rapporti di forza tra le prime tre liste italiane. Lo rileva il nuovo sondaggio di Ixè realizzato in esclusiva per Agorà (Rai3) in vista della tornata di maggio. Secondo il campione intervistato da Roberto Weber il Movimento 5 stelle otterrebbe il 25,2% (dunque 0,3 punti in più rispetto al consenso registrato nelle classiche intenzioni di voto). Il maggior aumento di voti lo farebbe però registrare Forza Italia (19,1% contro 17,2%) e anche Nuovo centro destra crescerebbe dal 3,8 al 5,3. La lista L’altra Europa, che raccoglierebbe tutte le forze da Rifondazione comunista a Sinistra ecologia libertà intorno alla figura del leader greco Alexis Tsipras, si attesterebbe al 4,2%. La Lega Nord starebbe al 5,2%. Fratelli d’Italia invece ancora non riesce a rientrare tra i principali partiti ottenendo solo il 3,6%, ma rimane fuori anche Scelta Europea che si ferma all’1,9%.

Europee: Ecco tutti i candidati di Forza Italia

Europee: Ecco tutti i candidati di Forza Italia

In lista anche i giornalisti Paolo Guzzanti e Alessandro Cecchi Paone. Al Sud candidata anche Alessandra Mussolini


Enzo Rivellini
Sono state presentate le liste di Forza Italia per le elezioni europee del prossimo maggio. Tra i candidati giovani e donne affiancati a politici di lungo corso. Per il collegio del Nord Ovest esordisce come capolista il consigliere politico di Silvio Berlusconi: Giovanni Toti. Nel Nord Est viene premiato l'impegno a Bruxelles di Elisabetta Gardini che apre il listino delle candidature. Al centro, primo della lista, Antonio Tajani, parlamentare europeo di lungo corso e vice presidente della Commissione Europea. Al sud "guida" la lista Raffaele Fitto, ex presidente della regione Puglia e per le isole Gianfranco Micciché, ex ministro dello Sviluppo. Le donne in lista sono trenta. 

NORD -OVEST: Giovanni Toti, Fabrizio Bertot, Franco Bonanini, Lara Comi, Isabella De Martini, Licia Ronzulli, Oreste Rossi detto Tino, Iva Zanicchi, Valerio Bettoni, Claudia Bille, Alberto Cirio, Sonia Fatnassi, Ivo Ferriani, Daniela Maria Cristina Lazzaroni, Carmela Nadia Loiaconi detta Nadia, Stefano Giovanni Maullu detto Maullo, Antonio Francesco Giovanni Mussa, Emma Soncini, Cristina Striglio, Mirella Zanini.

NORD-EST: Elisabetta Gardini, Amalia Sartori detta Lia, Simone Furlan, Massimiliano Barison, Elisabetta Bolzoni, Walter Ferrazza, Fabio Filippi, Paolo Gottarelli, Mattia Sebastiano Malgara detto Mattia, Ilaria Paparella, Francesca Rescigno, Gianpiero Samorì, Sandra Savino, Remo Sernagiotto.

CENTRO: Antonio Tajani, Paolo Bartolozzi, Fabio Armeni, Alessandro Battilocchio, Barbara Cacciolari, Paola Ciaurro, Luciano Ciocchetti, Armando Cusani, Melania De Nichilo Rizzoli detta Melania Rizzoli, Silvio Ferraguti detto Silvio, Giovanni Galli, Paolo Guzzanti, Alessandra Mussolini, Adriano Redler.

SUD:  Raffaele Fitto, Raffaele Baldassarre, Mario Clemente Mastella, Barbara Matera, Aldo Patriciello, Crescenzio Rivellini (detto Enzo), Sergio Paolo Francesco Silvestris, Domenico Giovanni Arena, Simona Capasso, Alessandro Cecchi Paone, Jonni D`Andrea, Federica De Benedetto detta Federica, Marzia Ferraioli, Fulvio Martusciello, Santo Raffaele Mercuri, Iris Savastano, Maria Tripodi.

ISOLE: Giovanni Miccichè detto Gianfranco, Salvatore Iacolino, Antonella Chiavacci, Salvatore Cicu, Ylenia Maria Citino, Innocenzo Leontini, Salvatore Domenico Antonio Pogliese detto Salvo, Francesca Reitano