UE, "Made In", l'On. Lara Comi (FI): "L'Europa c'è, ora anche la Germania dimostri che vuole l'Europa"
On. Lara Comi, candidata al Parlamento Europeo (Forza Italia) |
Marchio obbligatorio origine prodotti extra Ue per il rilancio del settore manufatturiero contro la contraffazione sleale. Ora il Consiglio UE non boicotti la decisione della plenaria
Strasburgo – “L’Europa c’è, ora tocca alla Germania dimostrare che vuole l’Europa. Tutti i tentativi del Parlamento Europeo di imporre l’obbligatorietà del marchio d’origine dei prodotti Extra Ue sono stati boicottati finora dal Consiglio Europeo dove sono prevalsi gli interessi dei Paesi del Nord a mantenere lo status quo contro il diritto del consumatore ad avere una chiara etichetta e la piena tracciabilità del prodotto. Ancora oggi circolano in Europa merci di cui ignoriamo la provenienza e questo è un danno per l’Italia il cui marchio è il più ricercato. La decisione della plenaria, unico organo veramente democratico, è una grande risposta che diamo al nostro settore manifatturiero, in particolare a quello tessile che subisce una concorrenza sleale".
Lo afferma l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi in merito alla decisione del Parlamento Europeo che oggi, in plenaria, a Strasburgo, ha votato l’obbligatorietà del marchio d’origine per i prodotti extra Ue.
"Da quando sono entrata in Parlamento, nel 2009 - ha sottolineato Comi - mi sono spesa in ogni modo sulla battaglia per il 'made in' che contempli la piena indicazione d’origine ed etichettatura e che valorizzerebbe la manifattura italiana a contrasto anche della contraffazione. Come ha ricordato Confcommercio in Italia il mercato del 'falso' vale 17 miliardi e una perdita di 185 mila posti di lavoro. Il Parlamento si è già espresso su questo tema nella proposta di regolamento del 2005, poi ritirata, nella proposta di regolamento del tessile e in numerose risoluzioni. È giunto il momento di agire, basta con questo veto ingiustificato dei Paesi del Nord in seno al Consiglio. La battaglia sul ‘made in’ è per la democrazia: se i cittadini ce lo chiedono, se le imprese lo vogliono, se sappiamo che migliorerà la vita dei consumatori e sosterrà le nostre aziende, non ci può essere alcuna scusa plausibile per votare contro”.
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