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mercoledì 12 febbraio 2014

Violentata a scuola: arrestati 4 minorenni

Violentata a scuola: arrestati 4 minorenni 


Quattro studenti di una scuola media superiore di Finale Ligure, nel Savonese, sono stati arrestati con l'accusa di aver costretto una loro compagna minorenne ad atti sessuali negli spogliatoi della scuola. Il fatto, che risale alla fine del mese scorso è stato confidato dalla ragazza ai genitori che hanno presentato subito denuncia ai Carabinieri. I quattro, che hanno tra i 15 e i 16 anni sono stati inviati in diverse comunità in Liguria e Toscana. Loro hanno negato affermando che la ragazza ha mentito. 

Vinod Sahai: "Potevo aiutare i marò, mi fermò Roma"

Vinod Sahai: "Potevo aiutare i marò, mi fermò Roma"

Il rappresentante degli indiani d'Italia: "C'era la soluzione: un'istanza. Ma mi convocò l'allora ministro della Difesa"

Vinod Sahai era stato soprannominato «l'uomo che in India apre tutte le porte». A nome della comunità indiana in Italia, che si sente sotto accusa, aveva trovato una via d'uscita per i marò.

Il governo italiano era d'accordo, ma al momento cruciale ha fermato tutto, come rivela a Il Giornale.it

È vero che il caso dei marò si poteva sbloccare un anno fa?
«Certamente e più di un anno fa. Sono andato in India diverse volte in accordo con il ministero della Difesa italiano, come rappresentante dei 250mila indiani presenti nel vostro paese. A Delhi ho parlato con il premier, il ministro degli Interni e quello degli Esteri. Tutti avevano sottolineato che l'Italia stava esercitando solo pressioni politiche. Anche il presidente russo Vladimir Putin si era raccomandato sul caso dei marò. Le autorità indiane sostenevano di avere le mani legate, perché la Corte suprema era al di sopra dello stesso governo».
E lei aveva un'idea concreta in mente per uscire dall'impasse?
«Sono andato dal presidente della Corte suprema, Altamas Kabir, che già era coinvolta nel caso marò. Era stato assistente di mio suocero e mi disse chiaramente: “Non possiamo fare nulla se non ci viene chiesto con un'istanza”. Per questo motivo ho preparato una petizione a nome degli indiani che vivono in Italia. Spiegavo che volevamo mantenere gli ottimi rapporti fra i due paesi e garantire gli interessi della nostra comunità. Si chiedeva che la Corte suprema autorizzasse il governo indiano a trovare una soluzione extragiudiziale oppure che rinviasse il caso a un tribunale internazionale».
E poi cosa è successo?
«Nel settembre 2012 l'istanza era pronta, ma sono stato convocato a Roma. Il ministro della Difesa Di Paola mi ha chiesto di non presentare la petizione. Gli indiani avevano arrestato i marò e così non sarebbe stata l'Italia ma un rappresentante della comunità indiana a sbloccare la situazione. Gli ho detto: “Ma a voi dovrebbe solo interessare che tornino casa”. Non mi ha risposto».
Quante possibilità aveva di sbloccare la situazione con la petizione?
«L'istanza l'ho preparata solo dopo aver parlato con il presidente della Corte suprema e con i vertici dei ministeri interessati in India. Sarebbe stata senz'altro accolta».
Con il governo Letta nessuno l'ha interpellata?
«Ho scritto una lettera al ministro Bonino, spiegando tutto e dicendomi disponibile a riprendere in mano il caso. Non ho ricevuto alcuna risposta».
L'Italia ha compiuto altri errori in questi due anni?
«Diversi. L'Italia si sta muovendo solo politicamente. I ministri vanno in India pure se non serve a nulla, solo per far vedere in patria che fanno qualcosa. Le pressioni politiche sono state contro producenti».
Ma il caso è politico…
«L'opposizione si è avvantaggiata perché Sonia Gandhi è di origine italiana. Se i marò tornano a casa il suo partito perde sicuramente le elezioni».
Forse le perderà lo stesso. Il leader nazionalista indù, Narendra Modi, che vuole la testa dei marò, potrebbe diventare primo ministro. Cosa accadrà a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone?
«Se vinceranno le elezioni non ci sarà più motivo di agitare la propaganda. E allora troveranno una soluzione per far tornare a casa i marò oppure per rinviare il caso a un tribunale internazionale. Può anche essere che ci sia una condanna non esagerata, che poi i marò sconteranno in Italia. E se il presidente Napolitano vorrà graziarli Delhi non si opporrà».




Respinto ricorso Cota, Piemonte torna al voto

Respinto ricorso Cota, Piemonte torna al voto


Brutto colpo per Cota
Le elezioni regionali 2010 in Piemonte vinte dal governatore Roberto Cota sono da annullare. Lo ha confermato la V sezione del Consiglio di Stato respingendo il ricorso con il quale Cota chiedeva la sospensiva dell'ordinanza del Tar Piemonte che ha annullato quel voto per le firme false della lista "Pensionati per Cota", risultata decisiva. La sentenza "è una vergogna", dice il segretario della Lega, Salvini, aggiungendo che, con le elezioni "torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti". E Cota parla di "morte della democrazia". "Ora controllerò che non cerchino altre gabole per ritardare ulteriormente il ritorno al voto", dice Mercedes Bresso. 

Letta-Renzi: "La sfida", ore cruciali per il governo

Letta-Renzi: Ore cruciali per il governo 


Ore convulse per il futuro del governo. La partita si gioca tutta in casa Pd. E il capo dello Stato, ieri sera dal Portogallo, è stato chiaro: "Ora la parola spetta al Partito Democratico". Questa mattina il presidente del Consiglio, Letta, vedrà il segretario Pd, Renzi. Al termine è prevista una conferenza stampa in cui il premier illustrerà il suo patto di coalizione per rilanciare l'azione di governo. Sul programma dovrà pronunciarsi domani la direzione del Pd, come ha richiesto esplicitamente Letta, che ai suoi sembra abbia detto: "Deve essere il mio partito a dirmi di lasciare, a sfiduciarmi". Il segretario del Pd, Renzi, ieri all'assemblea dei parlamentari, riuniti al Nazareno, ha detto: "La batteria è scarica. Decidiamo se va ricaricata o cambiata. Abbiamo davanti il pericolo restante della legislatura". Parole che sono suonato appunto come un affondo finale al premier, e un si alla staffetta, in vista della direzione del partito, anticipata tra l'altro a domani. Un'accelerazione impressa anche dalla cena di Renzi al Quirinale, lunedì, prima del colloquio di Napolitano con Letta, ieri mattina. "Voto, rimpasto o terza via", ha detto Renzi. E la terza via forse è proprio un governo Renzi. 



martedì 11 febbraio 2014

Spinta al suicidio da pressioni sul web: morta una 14enne nel Padovano

Spinta al suicidio da pressioni sul web: morta una 14enne nel Padovano


Sarebbe stata spinta a uccidersi dalle pressioni ricevute da coetanei attraverso un Social Network la 14enne che domenica scorsa si è lanciata dal tetto di un albergo abbandonato a Cittadella (PD). Nel fascicolo aperto in Procura, tuttavia, non figura al momento l'ipotesi di reato di "istigazione al suicidio". Nei messaggi sulla sua pagina nel sito, basato su domande dal "titolare", del profilo e risposte anonime dagli altri utenti, la giovane ragazza aveva ricevuto tanti insulti e, quando aveva parlato di togliersi la vita, anche espliciti inviti a farlo. Una vicenda analoga era accaduta l'estate scorsa in Gran Bretagna, e il Network era finito nella bufera. 

Fibrillazioni: Letta da Napolitano su questioni urgenti

Fibrillazioni: Letta da Napolitano su questioni urgenti


Enrico Letta stamattina è andato al Quirinale per un colloquio con Giorgio Napolitano. Il presidente del Consiglio, precisa una nota del Quirinale, ha avuto un rapido incontro con il presidente della Repubblica su "questioni urgenti di governo". Il presidente del Consiglio qualche giorno fa aveva annunciato di voler andare dal capo dello Stato per fare il punto sulla situazione politica. Le turbolenze sono forti nella maggioranza, in particolare sulla proposta di riforma elettorale. Da giorni si parla di rimpasto di governo, di un Letta Bis. Ma c'è anche l'ipotesi di un governo Renzi o quella del voto politico anticipato. 

Mafia e droga: Blitz tra Italia e Usa

Mafia e droga: Blitz tra Italia e Usa


Arresti, fermi e perquisizioni tra Italia e Stati Uniti, per un'importante operazione congiunta contro la mafia. Nel mirino di polizia e Fbi, clan di "Ndrangheta e famiglie mafiose americane", responsabili per gli inquirenti di un narcotraffico fra Italia, Usa, Canada, Centro e Sud America. Ipotizzati legami anche con i narcos. Centinaia gli agenti impegnati nell'operazione New Bridge: Calabria, Campania e Piemonte le regioni interessate in Italia, negli Usa di New York. Colpite la famiglia Usa dei Gambino e, in Italia i clan Ursino e Simonetta, capi di una ndrina ionica calabrese. Quaranta indagati e 26 arrestati, 18 in Italia.