Bufera sul Colle per come gestì Monti: tutta colpa di Napolitano?
di Gaetano Daniele
"Già nell'estate del 2011 Napolitano sondò Monti come Premier". Lo rivela Alan Friedman nel libro le anticipazioni del "Corriere della Sera". Si parla di "conversazioni tra Napolitano e Monti, che precedono di 4 o 5 mesi" la nomina dell'allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre. E si fa riferimento al video di un'intervista in cui Monti alla domanda: "Lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?", Monti ha risposto: "Si, mi ha dato segnali in tal senso". Nella seire del video interviste rilasciate per il libro di Alan Friedman, si riportano anche le parole di Carlo De Benedetti e di Romano Prodi che confermano i contatti che Monti ha avuto con Napolitano nel 2011. De Benedetti, si legge sul Corriere della Sera, dice che in quell'estate Monti "è andato a chiedergli un consiglio, se accettare o meno la proposta di Napolitano sulla sua disponibilità a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi, in caso fosse necessario". Poi la conversazione con Prodi che gli avrebbe detto: "Mario non puoi far nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no".
Le rivelazioni di Mario Monti
"Nell'estate del 2011 ho avuto dal Presidente della Repubblica dei segnali: mi aveva fatto capire che in caso di necessità dovevo essere disponibile. Ma è assurdo che venga considerato anomalo che un presidente della Repubblica si assicuri di capire se ci sia un'alternativa se si dovesse porre un problema.
La replica del Presidente della Repubblica Napolitano
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, replica con una nota al Corriere della Sera alle anticipazioni contenute nel libro di Friedman, negando che ci sia stato un "complotto" ai danni di Berlusconi. "E' fumo, solo fumo. I veri fatti sono noti e incontrovertibili. Si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008", afferma il capo dello Stato. "Nel 2011, continua la nota di Napolitano, "Monti appariva una risorsa da tener presente e, se necessario, acquisire al governo del Paese. Nelle consultazioni successive alle dimissioni di Berlusconi riscontrai una larga convergenza" sulla candidatura.
Insomma, Monti fu proposto dal Capo dello Stato che ad oggi parla di Monti come una risorsa, sì, un'altra risorsa da bruciare al momento opportuno, proprio come nel caso di Berlusconi che, per fare un passo indietro nell'esclusivo interesse del Paese, si è ritrovato smacchiato da Napolitano. Tanto è piaciuto il termine "smacchiare" che è passato da Napolitano al discepolo Bersani che, in più trasmissioni ha gettato appunto il nuovo termine "smacchiare il giaguaro". Napolitano nega e parla di fumo, evidentemente sarà abituato di tanto in tanto a buttarne un pò negli occhi degli italiani.