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venerdì 15 aprile 2016

Carlo Verdone e lo sfogo straziante: "La verità: qualcuno mi ha incastrato"

Carlo Verdone e lo sfogo straziante: "Io e i Panama Papers, la verità: qualcuno mi ha incastrato"



Carlo Verdone non ci sta. Dopo essere finito nell'inchiesta giornalistica Panama Papers, secondo cui il regista romano  è risultato titolare di una società offshore a Panama, la Athilith Real Estate, registrata nel 2009 e liquidata nel 2014, Verdone replica con amarezza su Facebook. Scusandosi con i suoi amici, il cineasta scrive che "sono vicende queste che, senza i dovuti approfondimenti da parte di chi di dovere mi ascolterà, possono gettare ombre insopportabili e farmi apparire per quello che non sono e non sono mai stato".

"Ve lo dico chiaramente: non ho soldi o immobili a Panama, non ho mai pianificato di trasferire denaro in quel luogo", prosegue Verdone, "e non ho mai incaricato nessuno di aprire società ed esserne socio. Visto che appare il mio nome in una società costituita a Panama, nel momento in cui avrò l’opportunità di essere ascoltato saprò, con estrema chiarezza, dimostrare la mia assoluta e totale onestà. E arrivare a chi, senza autorizzazione, carpendo la mia buona fede, ipotizzo che possa averlo fatto". Conclude l'artista: "A tutti, ripeto, quando questa insopportabile e oscura vicenda giungerà in superficie, saprò assolutamente rispondere in maniera limpida e sincera. Datemi fiducia".

Il segreto per i denti bianchissimi: risultati assicurati con questa ricetta

Il segreto per i denti bianchissimi: c'entra la carta stagnola, eccolo



Volete denti bianchissimi? C'è un rimedio naturale: bicarbonato, dentifricio comune e carta stagnola. Aggiungete un po' di bicarbonato di sodio al dentifricio, poi prendere un pezzo di carta argentata e adattarlo alla dimensione dei denti. La striscia così ottenuta va ricoperta dalla pasta di dentifricio e bicarbonato e il tutto applicato sui denti per un'ora. Poi lavate i denti. Solo dopo diversi giorni si noteranno i primi risultati, e, in alcuni casi, si dovrà attendere per un paio di settimane. Secondo i dentisti, questo è un trattamento che non ha effetti collaterali ma meglio non abusare per non rovinare lo smalto. 

Questo è il numero perfetto di caffè per risolvere i vostri problemi di salute

Questo è il numero perfetto di caffè per risolvere i vostri problemi di salute



Secondo uno studio effettuato da alcuni ricercatori dell'Università di Harvard assumere grandi quantità di caffè comporta dei vantaggi per il metabolismo. Bere sei caffè al giorno diminuirebbe i rischi di steatosi epatica e aiuta a migliorare le funzioni intestinali. Secondo quanto riportato da metro queste quantità di caffè aiutano a prevenire malattie cardiovascolari, neurologiche e il diabete. 

Austria, pronta la mossa estrema per fregare i migranti e l'Italia

Austria, schiaffo all'Italia sui migranti: "Pronti a chiudere il Brennero"



L'Austria avverte: "Siamo pronti a chiudere il Brennero". Il ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, non ha escluso la possibilità di chiudere la frontiera con l'Italia nel caso la pressione dei migranti creasse "una situazione estrema". L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha gà detto che "se accadesse, sarebbe gravissimo". Il governo ha già chiesto l'intervento dell'Ue e la Commissione ha fatto sapere che "risponderà" all'Italia, non prima di aver valutato le misure adottate dall'Austria, da cui "si attendono chiarimenti".

"Tirolo sala d'attesa" - Parlando mercoledì sera a Innsbruck, il ministro austriaco ha avvertito che non sarebbe accettabile se l'Italia lasciasse transitare un grande flusso di migranti e non si riprendesse indietro quelli che vengono respinti, trasformando il Tirolo in "una sala d'attesa" per chi vuole raggiungere il nord d'Europa. In quel caso, ha aggiunto, "chiederemmo di poter fare controlli in territorio italiano". Se Italia e Germania non cambiano la loro politica, ha spiegato Doskozil, in Tirolo rischia di crearsi "un problema enorme". Gentiloni aspetta di capire le reali intenzioni dell'Austria, ma comunque parla di "brutto segnale per l'Europa". 

Tensione sul confine - Al passo del Brennero, i controlli da parte austriaca non saranno effettuati solamente su autostrada, strada statale e treni, ma anche lungo i sentieri di montagna di entrambi i versanti della conca del valico alpino. Intanto la questura di Bolzano ha fatto sapere che non autorizzerà manifestazioni al valico di frontiera di passo del Brennero. Le due date ipotizzate per allestire dimostrazioni e cortei dal movimento "No Border" erano il 24 aprile ed il 7 maggio. La Questura ha aggiunto comunque che fino ad oggi non sono state presentate richieste di autorizzazioni o preavvisi.

Renzi, sondaggi bagno di sangue: ecco tutti i numeri della paura (Pd)

Renzi e Pd, sondaggi bagno di sangue: tutti i numeri della paura


Renzi visto da Benny

Più che sondaggi, quelli che si stanno abbattendo sul Pd e su Matteo Renzi sono una slavina. Tutti o quasi sono concordi: i democratici sono in picchiata, sotto il peso di inchieste giudiziarie e incertezze politiche, mentre salgono Movimento 5 Stelle e, soprattutto, il centrodestra che se si presentasse unito sarebbe avanti sia alle elezioni amministrative sia alle eventuali politiche. 

Tutti i numeri della paura - Anche il Giornale ricorda i rilevamenti dell'ultima settimana. Quello di Emg Acqua per il TgLa7, secondo cui il Pd è calato in un mese di 2 punti, dal 31% al 29%, mentre i grillini si avvicinano al 27,2% recuperando un punto. Anche Euromedia per Affaritaliani.it registra il calo del Pd, al 30,3% (-0,4), mentre la somma dei partiti del centrodestra sarebbe 32,4%, coi 5 Stelle in rialzo al 26,3 per cento. E alle amministrative non va meglio: a Roma Roberto Giachetti è 3 punti sotto la grillina Virginia Raggi, mentre a Milano Mister Expo Giuseppe Sala, voluto fortemente da Renzi, è avanti di un solo punto su Parisi, in grande rimonta ed espressione del centrodestra. Unito, appunto.

giovedì 14 aprile 2016

La rivoluzione dei medici: novità Orari e ambulatori, cosa cambia

Medici di famiglia, via alla rivoluzione: orari, ambulatori e prenotazioni, cambia tutto



Mai più file estenuanti al pronto soccorso perché il medico di fiducia non c'è. E presto anche niente attese per pagare il ticket o prenotare una visita piuttosto che un accertamento. Operazioni che bypassando il Cup si potranno fare rapidamente dallo studio del medico di famiglia. È una vera rivoluzione quella preannunciata dall'"Atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni di medicina generale" approvato dal Comitato di settore Regioni sanità, del quale fa parte anche il Governo. 

Sedici ore al giorno per 7 giorni - La novità di maggior rilevo è quella che assicura agli assistiti la disponibilità del medico per 16 ore al giorno e sette giorni su sette. I servizi di pediatria saranno invece garantiti dalle 8 alle 20 per cinque giorni la settimana. Una continuità assistenziale che dovrà essere garantita dalle 8 del mattino alla mezzanotte da medici di famiglia e guardia medica, oramai assimilati in un ruolo unico. Nelle ore notturne, quando le chiamate per medico si limitano in media ad una a due, ad assistere chi ne ha bisogno ci penserà il 118. "Una staffetta che consente di avere più medici disponibili nell’arco della giornata, andando a coprire anche fasce orarie come quelle delle 8 alle 10 del mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi meno coperte. E che generano così intasamenti nei pronto soccorsi a discapito di chi ha una vera emergenza", spiega il segretario del sindacato dei medici di medicina generale Fimmg, Giacomo Milillo. 

La nuova organizzazione - A garantire la continuità delle cure saranno le Aft, Aggregazioni territoriali funzionali, non un luogo fisico, ma un nuovo modello organizzativo che consentirà comunque ai cittadini di trovare il medico per tutto l'arco della giornata. Terminato il turno del proprio medico di fiducia, ce ne sarà comunque un altro a disposizione, collegato a un data base che consentirà in qualsiasi momento di avere sottomano il profilo sanitario dell'assistito. "Nelle grandi città - spiega Milillo - basterà rivolgersi allo stesso studio al quale si è abituati ad andare in visita, nei piccoli centri più probabilmente, finito il turno del medico di propria scelta ci si dovrà spostare nel vicino studio del medico che gli subentra". Le Aft, delle quali fanno parte medici di famiglia, ex guardie mediche, pediatri e specialisti ambulatoriali avranno un bacino di utenza non superiore ai 20mila abitanti. 

Nuovi maxi-ambulatori - Il nuovo modello di assistenza di base dovrebbe inoltre favorire la nascita di nuovi maxi-ambulatori, con presenza di più medici di famiglia dove è possibile fare prime analisi cliniche, accertamenti diagnostici meno complessi e piccola chirurgia ambulatoriale e altri centri con specialisti ed infermieri. Anche se sotto sigle diverse (come Case della salute in Emilia e Toscana o Ucp nel Lazio) oggi in Italia si contano già oltre 800 di queste strutture, "che dovrebbero ora diffondersi in tutto il territorio nazionale grazie alla nuova convenzione, sempre che arrivino poi le autorizzazioni regionali", precisa sempre Milillo. A regime le Aft consentiranno al cittadino in possesso delle ricetta di evitar file per prenotare o per pagare il ticket. Tutte operazioni che potranno essere programmare direttamente dallo studio del medico di famiglia. 

Libia, inquietante minaccia all'Italia "Siamo pronti a farvi la guerra"

La Libia pronta alla guerra: "Se Gentiloni torna useremo la forza"



Certo, c'è Fayez Al Sarraj, il premier designato dalla comunità internazionale per cercare di riportare ordine in una Libia ormai da anni martoriata dalla guerra civile e nel caos più completo che fa tanto comodo all'Isis. E poi c'è Khalifa Ghwell, l'uomo che di fatto controlla l'80% del Paese nordafricano e al quale il popolo libico ha conferito il mandato di governo attraverso il Parlamento di Tripoli. "Se poi arriva uno qualsiasi e pretende di comandare perchè sponsorizzato dall'Europa o dall'Onu non ci interessa, noi facciamo gli interessi del popolo libico, ad esso rispondiamo" attacca in una intervista concessa al quotidiano La Stampa. Ce l'ha Ghwell, non solo con Sallaj.

Ma anche e sopratutto col ministro degli Esteri italiano Gentiloni, che nelle scorse ore era volato in Libia proprio per incontrare il premier internazionalmente riconosciuti e manifestargli il sostegno suo e dell'Italia. Per Ghwell, però, quella visita è un atto di illegalità che viola le nostre leggi e che noi non tollereremmo se dovesse ripetersi. Si tratterebbe di una palese violazione dello stato di diritto libico e siamo pronti a opporci con tutta la nostra forza". L'intervistatore gli chiede se quello appena lanciato sia un avvertimento. E lui: "Assolutamente sì, useremo ogni mezzo per opporci a quello che sarebbe un attacco contro la Libia".

ALLA FINE SPUNTA SILVIO Panama tra fisco e fango: "Cav, Galliani e Briatore"

Panama papers, alla fine spuntano anche Berlusconi, Galliani e Briatore



Ci sarebbero Emanuela Barilla, Adriano Galliani, il miliardario Stefano Pessina e poi società riconducibili a Silvio Berlusconi e Flavio Briatore tra i "nuovi" italiani coinvolti nell'inchiesta sui Panama Papers. È Repubblica ad anticipare quanto pubblicherà l'Espresso venerdì, una seconda lista di italiani con i soldi offshore. Sono 100 in tutto, imprenditori, professionisti e manager. 

"Fininvest e Mills" - "Tra le carte panamensi - anticipa l'Espresso - emerge tra l'altro il nome della Sport Image international delle Isole Vergini britanniche, una società della galassia di Silvio Berlusconi che una ventina di anni fa finì al centro di una indagine giudiziaria per i pagamenti in nero ad alcuni calciatori del Milan, da Ruud Gullit e Marco Van Basten. Come amministratori della Sport Image, fondata nel 1989, sono indicati Adriano Galliani e altri due manager a quell'epoca targati Fininvest: Giancarlo Foscale e Livio Gironi. Struie invece, è una cassaforte, anche questa creata dallo studio Mossack Fonseca, di cui si sono serviti sia il leader di Forza Italia sia Flavio Briatore (benché i loro nomi non compaiano direttamente nelle carte panamensi). A metterla a loro disposizione - sempre secondo il settimanale - fu l'avvocato britannico David Mills, creatore del sistema offshore da 775 milioni di euro per conto del capo della Fininvest".

Le reazioni (furiose) - I diretti interessati smentiscono con forza le ricostruzioni dell'Espresso. "Sono stufo di essere tirato in ballo ogni volta che si parla di evasione! Le attività italiane pagano il dovuto in Italia e le altre società pagano nei paesi dove risiedono - scrive su Instagram Briatore -. La documentazione della società è stata fornita spontaneamente alla Procura di Milano fin dal 2005 - si legge poi in un comunicato ufficiale - che ne aveva necessità nell'indagine Mills. Ovviamente alcuna censura è stata mossa, né fiscale né personale per Briatore ed il Trust di cui è beneficiario attesta la legittimità della operatività della società". "Le anticipazioni pubblicate quest'oggi sono destituite, per quanto attiene la posizione del Presidente Berlusconi, di ogni fondamento - chiarisce a sua volta l'avvocato Niccolò Ghedini -. Berlusconi non ha e non ha mai avuto alcun contatto o coinvolgimento nelle vicende in questione. Il conto Struie citato nell'articolo come è stato appurato sia dalla sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite riguardante David Mills sia, in particolare, nella sentenza che ha prosciolto definitivamente il Presidente Berlusconi, si è rivelato del tutto estraneo a movimenti di denaro a lui riconducibili". Parla di articolo "palesemente fuorviante" la nota dello stesso Ghedini e del collega Leandro Cantamessa, legali di Galliani: "La società citata per la quale Adriano Galliani svolgeva il ruolo di uno degli amministratori era detenuta da Fininvest in regime di totale trasparenza, regolarmente dichiarata e consolidata in bilancio e posta in essere solo per ragioni di praticità operativa con soggetti stranieri. La società è stata ceduta nel 1994 e non vi sono mai stati rilievi di sorta sul momento genetico se non una contestazione, conclusasi positivamente, riguardante la fiscalità e la regolarità di alcuni bilanci".

Canone Rai in bolletta e fregature: legge "bocciata", adesso è caos

Il Consiglio di Stato boccia il decreto sul canone Rai in bolletta



Il Consiglio di Stato boccia il decreto ministeriale sul canone Rai in bolletta elettrica. A poche settimane alla prima bolletta con imposta tv incorporata, a luglio, il Consiglio di Stato sottolinea come il decreto scritto dal Ministero dello Sviluppo Economico non offre una "definizione di apparecchio tv" né precisa che il canone si debba versare una volta sola, anche se l'intestatario della bolletta elettrica possiede più televisori in casa. Più che uno stop alla disposizione, dunque, è una bocciatura a chi ha scritto (male, malissimo) la legge. 

Le (involontarie?) fregature - Come ricorda Repubblica.it, secondo il Consiglio di Stato è necessario chiarire che la famiglia deve versare la gabella un'unica volta, e solo se possiede un tv che riceve i programmi in modo diretto "oppure attraverso il decoder". In questo modo, il decreto chiarirà definitivamente che non si deve pagare niente quando si hanno uno "smartphone o un tablet" che pure riescono a intercettare il segnale televisivo. Ci sarebbe poi un problema di privacy nella riscossione del nuovo canone, considerata la mole di dati che si scambieranno gli "enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'Interno, Comuni e società private)", il tutto senza nemmeno una "disposizione regolamentare" che assicuri il rispetto delle normative sulla riservatezza

Giglio tirchio: Boschi bracio corto Quanto non ha pagato. E a chi

Il Giglio Magico si fa lo sconto sull'obolo al Pd


di Franco Bechis


Amara sorpresa per le casse del Pd. Nel 2015 sono crollati i contributi di gran parte dei parlamentari e degli eletti, che hanno stretto decisamente la cinghia e tagliato al primo posto quella tassa che avevano versato al partito di appartenenza l' anno precedente. Ci sono casi diversi di grande generosità ritrovata, ma l' andamento generale è quello del braccino corto.

Certo, l' esempio non viene dall' alto: Matteo Renzi non ha versato nemmeno un centesimo del suo stipendio pubblico alle casse del partito che guida. Ma non l' aveva fatto nemmeno nel 2014, e quindi il Pd non ne ha risentito particolarmente. Il taglio più sensibile è arrivato dal vicesegretario del partito, Debora Serracchiani e dal presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Entrambi nel 2015 si sono allineati al proprio leader: non hanno versato nemmeno un centesimo del loro stipendio al partito nazionale e secondo le dichiarazioni congiunte trasmesse alla tesoreria delle Camere secondo gli obblighi di legge il 31 marzo scorso, non hanno versato nemmeno alle federazioni locali. In questo caso il danno c' è stato: l' anno precedente dalla Serracchiani erano arrivati 17.100 euro e da Crocetta 15 mila.

Altro buco arriva da Enrico Letta, che nel 2014 nonostante tutto aveva versato 18 mila euro e nel 2015 si è limitato a 6 mila euro (-66,66%). Ma il caso è diverso da tutti gli altri: per come è stato trattato da Renzi, è già un miracolo che Letta si sia tassato per il partito per così tanto tempo. E in ogni caso nel 2015 ha lasciato la politica attiva e anche il seggio che aveva alla Camera dei deputati per andare in Francia a fare il professore.

Dall' elencone dei finanziamenti dei vip del partito arriva un' altra sorpresa: i primi ad avere ridotto sensibilmente la «tassa» per il Pd sono i fedelissimi del premier nonché leader del partito. Svetta la caduta dei versamenti di Maria Elena Boschi (-21,73%), che oggi versa come una ordinarissima eletta i 18 mila euro l' anno previsti per tutti, contro i 23 mila euro donati l' anno precedente.

Anche Pierluigi Bersani, il leader della minoranza del partito, ha deciso di risparmiare un po' (-8,33%), ma versa più della Boschi: 20.350 euro contro i 22.200 euro dell' anno precedente.

Fra i re del taglio del contributo al partito non poteva mancare l' uomo simbolo della spending review: Yoram Gutgeld, detto Mani di Forbice. Come consulente del governo non è riuscito a fare altro che tagliuzzare un po' di spesa pubblica. Come consulente di se stesso è invece stato straordinario: nel 2014 spendeva per il suo partito 41.500 euro, l' anno successivo il contributo è sceso a 16 mila euro (-61,44%), una cifra che è perfino inferiore di 2 mila euro a quella dovuta da tutti i parlamentari. Deve avere dato buoni consigli anche alla responsabile comunicazione del Pd, Alessia Rotta, detta Rottweiller per una certa grinta di cui abbonda nelle frequenti comparsate tv: nel 2014 versava 41.500 euro come Gutgled, ora è scesa a 16.500 euro (-60,24%). Taglio sensibile al contributo anche per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che è passato da 40.200 agli ordinari 18 mila euro di tassa per il partito (-55,22%). Ha fatto la sua spending review anche il vicepresidente del partito, Lorenzo Guerini, che è sceso da 36.795 a 18 mila euro (-51,08%). E fra i campioni della spending review ci sono anche fedelissimi renziani come Vincenzo Amendola (-46,4%), Emanuele Fiano (-44,95%), Ivan Scalfarotto (-27,27%), Luca Lotti (-21,3% come la Boschi), Alessia Morani (-10%), Marianna Madia e Roberto Giacchetti (-5,26%) e perfino Francesco Bonifazi (-45,32%), che del Pd è pure tesoriere. Versavano il minimo dovuto (18 mila euro) e hanno continuato a farlo invece Rosy Bindi, Paolo Gentiloni, il presidente del partito Matteo Orfini, Dario Franceschini, Anna Finocchiaro, Guglielmo Epifani e il capogruppo del Senato Luigi Zanda. Nessuna variazione per Giorgio Tonini, senatore renziano che però versava e versa al partito una cifra considerevole: 30 mila euro l' anno.

Ci sono nel Pd però anche esempi opposti di virtuosismo e generosità. La campionessa è il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che nel 2014 versava 19.725 euro e nel 2015 si è proprio svenata: 60.555 euro al partito, con un incremento del 206,99%.

Secondo posto per un renziano non allineato come Matteo Richetti: versa 22 mila euro contro i 10 mila dell' anno prima (+120%). Ma campione di generosità è anche Ettore Rosato, capogruppo alla Casmera: già si era svenato nel 2014 (42 mila euro), ma nel 2015 ha donato al suo partito ben 57 mila euro (+35,71%). Incrementi pure da parte di Davide Faraone (+54,54%) e perfino da parte del superdissidente Miguel Gotor (+2,25%). Hanno versato per la prima volta l' obolo il renziano Ernesto Carbone (12 mila euro), Khalid Chaouki (6 mila), e i neoconvertiti Gennaro Migliore (18 mila euro) e Andrea Romano (braccino più corto: 13.500 euro).

Referendum sulle trivelle: a Caivano un incontro informativo per saperne di più

Referendum sulle trivelle: a Caivano un incontro informativo per saperne di più


Nino Navas

Caivano – Votare in maniera consapevole. E’ questo il senso dell’incontro informativo sul referendum sulle trivellazioni che si svolgerà venerdì 15 aprile a partire dalle ore 17.30.

L’iniziativa è promossa dall’associazione “Sveglia Caivano” in collaborazione con l’associazione “Giovanidee” a cui hanno aderito anche altre associazioni del territorio, in particolare Diritti sociali, Comitato Storico, Caivano Soccorso, Crispano Bene comune.

L’appuntamento è in via Sant’Arcangelo presso lo spazio antistante alla sede dell’associazione “Giovanidee”.

L’evento sarà un happy hour dove tutti potranno prendere la parola per dibattere e confrontarsi su tutto quanto c’è da sapere sul referendum che nonostante la sua importanza ha avuto pochi spazi di informazione.

Ad essere contattati sono stati diversi esponenti del mondo delle associazioni, delle istituzioni, dei movimenti, al fine di avere un quadro completo sull’argomento sia per quanto concerne i pro che i contro al quesito referendario.

Ad intervenire, tra gli altri, saranno Gianpiero Zinzi, presidente della commissione regionale sulla Terra dei fuochi e Giusiana Russo, presidente del Circolo di Afragola di Legambiente.

“Sarà un piacevole pomeriggio all’insegna del sano confronto e dell’informazione – afferma Nino Navas, fondatore di Sveglia Caivano – Riteniamo che il referendum affronti una questione di estrema importanza ma che allo stesso tempo i cittadini abbiano avuto poche occasioni per informarsi. Votare non solo è un diritto ma l’espressione di un impegno civile”

“Abbiamo sposato in pieno l’iniziativa – aggiunge Pasquale Della Gatta presidente dell’associazione Giovanidee – aspettiamo una essere una massiccia presenza di persone di quanti hanno voglia di capire a tutto tondo il tema del quesito referendario”

Caivano (Na): Il Sindaco, le libertà violate e i soldi dei cittadini

Caivano (Na): Il Sindaco, le libertà violate e i soldi dei cittadini



di Domenico Acerra


Mi è giunta notizia che il comune di Caivano ha perso una causa promossa da una organizzazione sindacale perché ha leso il diritto alla libertà sindacale e ha violato le regole sulla concertazione coi sindacati stessi.

In sostanza la vicenda riguarda l'accorpamento dei settori operato dalla amministrazione comunale e la conseguente nomina dei funzionari competenti. In relazione a questa vicenda l'autorità giudiziaria adita ha ravvisato un comportamento antisindacale da parte del sindaco.

Voglio dire: un sindaco che viene eletto senza avere alcuna esperienza amministrativa valida alle spalle e che dopo pochi mesi dal suo insediamento scompone l'architettura degli uffici, promuove o rimuove i funzionari e, per giunta,  in questa attività non si consulta con le organizzazioni sindacali, non conmette orrori da matitone blu?

Due sono gli elementi che rilevano in questa vicenda. Primo una evidente incapacità amministrativa del sindaco che ha dimostrato di ignorare le norme sul procedimento amministrativo. Secondo il sindaco non conosce le regole della democrazia la più elementare delle quali è che quando si sta in una comunità le scelte si condividono con gli altri e non si impone niente a nessuno. Insomma, un sano bagno di democrazia non farebbe male a questo sindaco.

In ultimo, da cittadino, mi chiedo chi risarcira' il comune dei soldi che questo ha sostenuto per affrontare le spese della causa che poi ha perso. Ma si sa, gli amministratori conoscono una sola regola: le perdite si socializzano sempre.

domenica 10 aprile 2016

Baudo, l'umiliazione più grande: "Quando stavo con Katia..."

Pippo Baudo e l'umiliazione più grande: "Quando stavo con Katia...." , il ricordo doloroso



Pippo Baudo in'intervista a Il Giorno parla dell'apertura di Papa Bergoglio sulla comunione ai divorziati risposati. Ricorda quando nel 1987, lui  e Katia Ricciarelli fu clamorosamente cacciato dalla chiesa dove avrebbero dovuto partecipare come padrini a un battesimo. "Allora ero al culmine della popolarità. Il monsignore avrebbe potuto chiamarmi da parte e parlarmi in privato, invece mi affrontò sul sagrato davanti a duemila persone. 'Lei è indegno di entrare in chiesa!', tuonò davanti a tutti. Io gli replicai: 'C' è modo e modo di affrontare ogni questione. Lei è un prete e ha diritto di rispettare la dottrina, ma farlo davanti a tutti significa cercare di umiliarmi.Come monsignore la rispetto, ma come uomo si è comportato male'. Oggi, dopo le parole del Papa, una cosa del genere non sarebbe più possibile. Ci furono anche risvolti comici: la mamma si mise a cercare reneticamente un nuovo padrino, noi andammo ad aspettarli al ristorante. Ma invece di un'ora ne passarono parecchie e il pranzo fu un disastro: era tutto freddo, il cibo immangiabile".. 

Vespa sbatte la porta, una lettera feroce La difesa: "Ricordate quando Biagi...?"

Vespa scrive la sua difesa: e ricorda Enzo Biagi



Parla Bruno Vespa. Dopo i tanti commenti, le critiche di cui è stato vittima dopo l'intervista al figlio di Totò Riina, il giornalista scrive una lettera al Corriere della Sera e si difende. "Se Adolf Hitler risalisse per un giorno dall'inferno e mi offrisse di intervistarlo, temo che dovrei rifiutare". Spiega che la "Storia è stata scritta dai cattivi" e che "compito dei cronisti è intervistarli per approfondire e mostrare l' immagine della Cattiveria. Aveva ragione nel gennaio del '91 il governo Andreotti a voler bloccare (senza riuscirci) la mia intervista a Saddam Hussein alla immediata vigilia della prima Guerra del Golfo perché il dittatore iracheno era un nostro nemico?" Vespa spiega che quando gli si è prospettata la possibilità di intervistare il mafioso, ne ha parlato con il nuovo direttore di Raiuno e ha realizzato un'intervista un cui - spiega - " credo di aver mosso al giovane Riina le obiezioni di una persona di buonsenso mostrandogli anche le immagini delle stragi di Capaci e di via D' Amelio e dell'arresto di suo padre. Ho riportato dall'incontro l'impressione che avevo riportato dal libro: un mafioso con l'orgoglio di esserlo. Era utile che il pubblico conoscesse il volto della nuova mafia? A mio giudizio sì, perché solo conoscendo la mafia la gente acquisisce la consapevolezza di doverla combattere".

Il passato - Ricorda l'intervista di Biagi a Michele Sindona. "Prima di entrare nel merito ci fu una piacevole introduzione sui pasti del detenuto e sulla qualità delle sue letture. L'avvocato Ambrosoli era stato ucciso tre anni prima. La Commissione antimafia - che già esisteva - non batté ciglio. Lo stesso Biagi intervistò liberamente Luciano Liggio, il maestro di Totò Riina, il capo dei capi dei primi anni Sessanta. E Tommaso Buscetta, che spiegò come funzionava la Cupola, ma non pianse certo pentito sulla spalla del grande giornalista. Altra intervista famosa fu quella di Biagi al terrorista nero Stefano Delle Chiaie. Non ricordo che siano stati parallelamente ascoltati i parenti delle vittime". Ci fu chi come Jo Marrazzo, intervistò il capo della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli e il capo della camorra Raffaele Cutolo. "Ricevette meritati complimenti. Come li ricevette Sergio Zavoli per aver intervistato tutti i terroristi (non pentiti) disposti a rispondere alle sue domande". E poi ancora Vespa ricorda Massimo Cinacimino, figlio di Vito, ospite d'onore di Santoro. 

Immigrato stupra una 17enne disabile: la decisione sconcertante dei giudici

Immigrato stupra 17enne disabile: la sconcertante decisione dei giudici



Un violentatore di nazionalità bengalese, nel maggio di due anni fa, aveva stuprato una ragazzina disabile. L'orrore è avvenuto a Padova: il protagonista dell'orrore si chiama Zahirul Zahirul, 42 anni, originario del Bangladesh. Aveva adescato la ragazzina, all'epoca di 17 anni, che in quei giorni era ospite dai nonni in città: lei era in giro col cane, lui la ha avvicinata e la ha convinta ad entrare nel suo garage. Là dentro si consuma la violenza: l'aguzzino, alla fine, le fa anche due regali, a ricordarle l'orrore subito (una lattina di Coca Cola e un mazzo di fiori).

Quando la ragazzina torna a casa, i nonni subito capiscono che ci sia qualcosa che non va. Si insospettiscono e chiamano la polizia. La storia emerge in tutto il suo orrore, e il bengalese viene arrestato il 23 maggio 2014. La ragazzina - afflitta da un ritardo mentale di media entità - aveva raccontato tutto ciò che aveva subito (inoltre, nel corso delle indagini, sui pantaloni della minorenne è stato ritrovato il Dna dell'uomo).

Ma un fatto ancor più sconcertante deve ancora avvenire. E avviene - due volte - in tribunale. Il primo fatto, in primo grado: il giudice dell'udienza preliminare gli dà quattro anni di carcere con lo sconto previsto dal rito abbreviato. Quattro anni per una violenza sessuale su una minore disabile. Il secondo fatto, ancor più sconcertante: la Corte d'Appello di Venezia ha dimezzato la pena al bengalese, portandola a due anni e quattro mesi. I giudici infatti hanno ricalcolato la pena partendo dal minimo edittale di cinque anni e gli hanno riconosciuto le attenuanti che non aveva ottenuto in primo grado. Come se non bastasse, sono state revocate anche le misure di sicurezza.

Dunque, in sintesi, il bengalese si è fatto soltanto otto mesi di carcere dei quattro anni previsti: ora è ai domiciliari, e in virtù dell'ultimo verdetto, come spiega Il Giornale, potrà presto tornare in libertà. Probabilmente, prima dell'estate potrà ottenere la definitiva scarcerazione.

Regeni, altra vergogna dell'Egitto: "Non vi daremo mai i nostri tabulati"

Regeni, altra vergogna dell'Egitto: "Non vi daremo mai i nostri tabulati"



Un nuovo sfregio dell'Egitto a Giulio Regeni. Il procuratore generale aggiunto egiziano, Mostafa Soliman, ha affermato che non saranno consegnati i tabulati telefonici relativi al caso poiché "sarebbe contro la Costituzioni e le leggi vigenti egiziani". Soliman ha poi aggiunto che "non li consegneremo mai". Tabulati vietati, dunque. Quei tabulati che potrebbero aiutare a risolvere il caso del nostro connazionale brutalmente torturato e poi ucciso.

Il procuratore capo del Cairo ha poi confermato che la procura egiziana "non poteva fornire i tabulati delle telefonate di migliaia o, forse, di un milione di persone. Gli italiani ci hanno chiesto le telefonate di tutte le persone presenti nei posti dove è scomparso e dove è stato ritrovato Regeni. Si tratta di migliaia, forse un milione di telefonate - ha ribadito -. La parte egiziana ha rifiutato questa richiesta non per nascondere qualcosa, ma perché la Costituzione egiziana vieta di fornire informazioni di questo tipo. Abbiamo spiegato che, in base alla Costituzione, non abbiamo i poteri di fornire queste informazioni", ha rimarcato.

Abrini, il terrorista islamico confessa: "Sì, ero io l'uomo con il cappello"

Abrini, il terrorista islamico confessa: "Sì, ero io l'uomo con il cappello"



La procura Federale belga ha rivelato che Mohammed Abrini era "l’uomo con il cappello", come è stato soprannominato dai media, ovvero il terzo uomo del commando terrorista che si fece esplodere il 22 marzo all’aeroporto Zaventem di Beruxelles. Dopo le conferme della procura, quelle del diretto interessato: Abrini ha ammesso di essere "l'uomo col cappello" (lo hanno riferito i media belgi Echo e Rtbf).

Era lui, dunque, il terzo uomo del commando suicida che appare nelle registrazione video a Zaventem. Insieme ai due complici si fece saltare in aria. Abrini compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza dell'aeroporto in compagnia degli altri due kamikaze dello scalo, e haa spiegato di "avere buttato il suo gilet nella spazzatura e di avere poi venduto il suo cappello".

Albrini, arrestato venerdì ad Anderlecht, non portò a termine il suo piano perché il suo ordigno, nascosto in una valigia, non esplose. Abrini è una delle sei persone arrestate nelle ultime ore a Bruxelles. Era il super-ricercato dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi, poiché ritenuto complice di Salah Abdeslam. Con Salah era stato ripreso dalle telecamere di sicurezza due giorni prima degli attacchi nella capitale francese, cioè l'11 novembre, in una pompa di benzina a Ressons, lungo l'autostrada in direzione di Parigi.

Lo sfogo amaro della Guidi con gli amici: "Lascio casa", ecco dove si è rifugiata

Lo sfogo amaro della Guidi con gli amici: "Lascio casa", ecco dove si è rifugiata



Da giorni il governo è nell'occhio del ciclone dopo lo scandalo del petrolio in Basilicata, con la diffusione delle intercettazioni tra l'ex ministro Federica Guidi e il suo fidanzato, Gianluca Gemelli. Proprio le telefonate tra i due non hanno fatto emergere solo un possibile condizionamento dei provvedimenti del governo da parte di aziende interessate, in particolare quella di Gemelli. Quelle conversazioni hanno raccontato di un legame ormai logorato da tempo, con la Guidi sempre più furiosa verso il fidanzato, accusato di averla usata e sfruttata. Secondo quanto racconta il Corriere della sera, gli amici della Guidi dicono che i due non si vedono da giorni e lei non ha nessuna intenzione di incontrarlo, anche per questioni di opportunità. La situazione per la Guidi è delicatissima e rischia nuove accuse, considerando che Gemelli avrebbe più volte provato a tirarla in mezzo agli interessi di un gruppo di pressione su politici e imprenditori, così da confezionare leggi ad hoc.

La fuga - Con tutto il caos accaduto negli ultimi giorni, la Guidi ha deciso di "chiudere la casa di Roma" e trasferirsi nel casale in campagna a Castelnuovo Rangone, vicino Maranello. E poi ha intenzione di gettarsi di nuovo in azienda perché, ha detto agli amici, che è ora di: "ricostruire e ricostruirsi"
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Forza Italia gli dà il "colpo di grazia" Siluro su Bertolaso: c'entrano i soldi

Forza Italia gli dà il "colpo di grazia". Siluro su Bertolaso: c'entrano i soldi


(P.E.R.)



Il centro della spaccatura resta la città di Roma, dove Guido Bertolaso si è fatto riconfermare «fiducia» e restano in campo sia Alfio Marchini che Giorgia Meloni. Ma chi pensava che questa fosse la settimana del chiarimento, si è dovuto ricredere: «Ne riparleremo più avanti. Anche se non so dove finiremo con alleati come lei e Matteo Salvini...», si è sfogato ancora ieri l’ex premier.

Il leader di Fi e quello della Lega non si vedranno prima di giovedì o venerdì prossimo e, nel frattempo, gli azzurri andranno avanti col loro candidato di bandiera. “Di bandiera” per modo di dire, visto che l’ex capo della Protezion e civile ha spedito una email a tutti i parlamentari azzurri chiedendo loro di partecipare ad una cena di finanziamento della campagna elettorale, di prenotare posti in tavola da centinaia di euro ciascuno e hanno risposto in pochissimi. «Innanzitutto quale organo del partito ha mai deciso che il candidato dovesse essere lui e, soprattutto, perchè mai dovremmo finanziare un candidato che sarà inevitabilmente perdente?», si sfoga un senatore di Fi, che ha «fatto finta» di non ricevere la convocazione.

Nessuno si sbilancia per chiedere ufficialmente di ritirare il candidato e convergere sulla leader di Fdi, specie perché l’unico che aveva ventilato l’ipotesi di una convergenza sull’ex ministro, cioè il governatore della Liguria Giovanni Toti, è stato bollato ieri come “scissionista”. «Quante fantasie», ha commentato il consigliere politico del Cavaliere, cui hanno fatto eco altri dirigenti azzurri come Maria Stella Gelmini e Paolo Romani, tutti pronti a ribadire la «centralità» della figura del leader Fi nella «costruzione» di una alternativa al governo. «Più ci attaccano e più siamo uniti e infatti i sondaggi ci danno in crescita costante», riassume la responsabile comunicazione Deborah Bergamini, che smentisce divisioni o perplessità sulle ultime scelte fatte dal leader della coalizione.

«Sono e resterò candidato sindaco», ha deciso di mettere nero su bianco, con un “post” su Facebook, l’ex capo della Protezione civile. È lui a lanciare - previa consultazione col Cavaliere, ad Arcore - una frecciatina contro i «professionisti della politica e del bla bla bla» a cui lascia «le chiacchiere e la costruzione di fantomatici retroscena». Qualcuno è arrivato ad ipotizzare che il medico potrebbe rimanere in campo anche da solo, senza nemmeno la lista di Fi sotto al suo simbolo. Proprio questa mattina il candidato incontrerà i dirigenti romani della creatura berlusconiana e raccoglierà le segnalazioni di candidati al consiglio comunale o aspiranti tali. Un senatore che ha sentito il Cavaliere e lavora per la “ricostruzione”, ieri sembrava però molto pessimista: «Berlusconi è convinto che del leader della Lega non ci si può fidare, che lui lo provochi». Non vanno meglio le cose con la leader di Fdi, nonostante le telefonate di Ignazio La Russa e il lavoro che sta facendo nella Capitale l’ex candidato di bandiera, Fabio Rampelli. «Vediamo, aspettiamo», ha tagliato corto l’ex premier.

sabato 9 aprile 2016

ALTRO CHE 80 EURO Renzi fa cassa coi pensionati ecco la mazzata in arrivo

Altro che ottanta euro: Renzi fa cassa coi pensionati, ecco la mazzata in arrivo

di Antonio Castro


 Il governo non dimentica i pensionati. Non dimentica - di certo - di tosarli. Di sicuro con una spesa previdenziale/assistenziale di oltre 272 miliardi l' anno il governo ha gioco facile a cambiare (ridurre) qualche decimale per racimolare milioni. E così nel Programma nazionale delle riforme (che accompagna il Documento di economia e finanza), a pagina 8 fa capolino la fregatura previdenziale. O meglio la proroga della fregatura già rifilata dal governo Letta, e prima ancora da Monti e addirittura da Tremonti.  Scrive il Tesoro: «È prevista in via temporanea (temporanea dal 2008 circa, ndr), una proroga delle disposizioni decise per il triennio 2014-2016 in materia di revisione del meccanismo di indicizzazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo (circa 1.510 euro, ndr), con un risparmio di spesa - al netto degli effetti fiscali - che ammonta a circa 355 milioni nel 2017 e circa 750 milioni nel 2018».

Tradotto in soldoni non adeguando (per l' ennesima volta), le pensioni superiori ai 1.500 euro al mese al costo della vita (inflazione che non c' è), il governo risparmierà nei prossimi 24 mesi oltre 1 miliardo. E poco importa se chi incassapoco più di 1.500 euro al mese proprio un nababbo non è. E poco importa che sul pasticcio già piovono ricorsi e il governo è già dovuto intervenire nei mesi scorsi con un decreto contentino. Però quel miliardo di risparmio comunque deve far comodo e quindi si ripropone questa limatura dei trattamenti pensionistici.

Ma c' è dell' altro: per far vedere che il governo taglia le spese, il Pnr indica agli enti nazionali di previdenza e assistenza (come l' Inps, ma non solo), di ridurre «le spese correnti (...) per almeno 53 milioni nel triennio 2016-2018».

Il che potrebbe anche andare bene se non fosse che l' Inps da anni avverte che continuando a ridurre il budget si rischia di andare ad intaccare i servizi ai cittadini. Che già impazziscono abbondantemente per districarsi nel rapporto con l' ente previdenziale.

Mentre si taglia con una mano, con l' altra si fa finta (a chiacchiere) di promettere qualcosa. Appare sempre più complicato - come dimostra il fantomatico piano per elargire gli ormai famosi 80 euro anche al popolo dei pensionati al minimo (2,2 milioni sotto i 510 euro, 3,5 sotto i 580 euro al mese) - dare seguito alle promesse. Renzi - nell' angolo mediatico per i contraccolpi del lo scandalo petroliferio in Lucania - si è fatto prendere la mano, salvo poi accorgersi che per mantenere la promessa fatta via facebook servivano 3 miliardi l' anno. Tanti, moltissimi, sicuramente troppi considerando lo stato ordinario delle finanze pubbliche e, soprattutto, che il Pil il prossimo anno crescerà solo dell' 1,2% (il governo aveva assicurato che sarebbe volato oltre l' 1,6%). Giuliano Poletti ieri è tornato a ventilare gli 80 euro, salvo poi precisare che se «sarà possibile con la sostenibilità dei conti». Ma il Def stesso dimostra che i conti non saranno proprio brillanti.

Cardito (Na): Convegno sull'Autismo, il Sindaco Cirillo a sostegno dell'iniziativa

Cardito (Na): Convegno sull'Autismo, il Sindaco porta i saluti dell'amministrazione



di Francesco Celiento



CARDITO - Un convegno sull’autismo in occasione della Giornata mondiale di questa malattia, che si tiene il 2 aprile, si è svolto presso il 1° circolo didattico di Cardito sul tema: “L’autismo e la scuola inclusiva”. Sono intervenuti la dirigente scolastica Rosanna Mascoli, la quale ha introdotto l’incontro-dibattito voluto dal suo istituto: “Oggi per me è un giorno importantissimo – ha detto in apertura – in quanto sono orgogliosa di avere nella nostra scuola oltre al sindaco e gli assessori, con i quali stiamo costruendo una bella sinergia operativa, anche il professor Francesco Di Salle, docente ordinario di Neuroscienze presso l’Università di Salerno, che ci fornirà un grosso contributo su questa delicata materia. Parlare di autismo oggi è sempre più attuale, se pensiamo che negli anni ’60, un bambino su 5000 era affetto da questa malattia, mentre oggi se ne ammala uno su 64, secondo le statistiche degli Stati Uniti. Sono tre le parole riguardo l’autismo su cui penso bisogna riflettere: sensibilizzazione, consapevolezza e integrazione”. 

Subito dopo è intervenuto il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, il quale non ha fatto altro che portare i saluti dell’amministrazione insieme all’assessore alle politiche sociali, l’avvocato Francesco Castaldo, e a quella alla pubblica istruzione, Raffaella Dolente. La parola, poi, è passata a Rosita Romano, del centro di riabilitazione “San Ciro”, che cura proprio molte persone autistiche. La professionista ha detto: “La scuola con questo incontro aperto sull’autismo ha fatto una cosa fondamentale perché per aiutare i bambini affetti da questa patologia è indispensabile il sostegno scolastico e familiare, è importante lavorare assieme ed utilizzare la scuola come strumento di inclusione”. 

Molto più articolato il discorso del professor Di Salle, il quale ha spiegato i metodi di inclusione scolastica, e ha anche fornito dei dati poco incoraggianti. In America negli ultimi dieci anni – ha detto il docente universitario - la patologia è decuplicata, prima si ammalava un bambino su 150, adesso uno su 68. Se questa media fosse rapportata all’Italia, avremmo un milione di persone autistiche nel nostro Paese, con un costo sociale di oltre 4mila miliardi di euro, cifra che farebbe saltare qualsiasi bilancio. Ha poi aggiunto che la previsione per quanto riguarda l’America e gli altri paesi sviluppati è purtroppo di un aumento di bambini con questa patologia. “Non si riesce a trovare il gene dell’autismo per combattere la malattia”, ha chiarito il professore, che ha consigliato di vaccinare i bambini almeno a 4 anni, anche se finora non c’è alcuna correlazione tra la vaccinazione e l’insorgere della malattia. Oltre a spiegare come funziona un cervello affetto da autismo, il professionista ha denunciato che alle insegnanti di sostegno e coloro che lavorano nella scuola non viene mai spiegato come comportarsi con un bambino autistico. Questo rappresenta una grande mancanza, tant’è che tutti i presenti gli hanno dato ragione, tributandogli un grosso applauso. Al tavolo del dibattito era pubblicata su un foglio grande anche una poesia scritta da un bambino autistico. 

Tutti i segreti della nuova Fiat Tipo I modelli, i prezzi, e quei "dettagli"

Tutti i segreti della nuova Fiat Tipo. I modelli, i prezzi, i dettagli / Foto


Nuova Fiat Tipo

Interni nuova Fiat Tipo

Fiat ha reso noti i prezzi delle nuove Tipo. Secondo quanto riportato da Quattroruote saranno 6 versioni base disponibili nei due allestimenti Easy e Lounge cui aggiungere eventuali optionals. Saranno tre i motori disponibili: 1.4 benzina (6 marce), 1.3 diesel (5 marce) e 1.6 diesel (6 marce), tutti con cambio manuale. 

Allestimenti - Easy prevede il climatizzatore manuale, il sistema UConnect Radio con connettività Bluetooth e presa Usb, i cerchi da 16", i fendinebbia, gli specchietti elettrici e i sensori di parcheggio posteriori. Lounge, invece, offre il climatizzatore automatico, il sistema d'infotainment UConnect con schermo da 5", i cerchi di lega da 17", il volante di pelle, il Cruise Control, i vetri elettrici posteriori, il bracciolo anteriore, i dettagli esterni cromati e i sensori luci e pioggia.

In più - Tra gli optionals disponibili pacchetti riguardanti la sicurezza (700 euro) e il comfort (300 euro), diversificati tra gli allestimenti Lounge e Easy. Per quanto riguarda l'infotainment con 600 euro si possono installare Tech Easy Pack e Tech Lounge Pack: il primo include il volante multifunzione di pelle, il sistema UConnect e il display digitale nella strumentazione, mentre il secondo integra nell'UConnect stesso la radio digitale Dab, la navigazione satellitare e la retrocamera. 


Il listino aggiornato

1.4 95 CV Easy: 14.500 euro
1.4 95 CV Lounge: 15.900 euro
1.3 Mjt 95 CV Easy: 17.500 euro
1.3 Mjt 95 CV Lounge: 18.900 euro
1.6 Mjt 120 CV Easy: 18.700 euro
1.6 Mjt 120 CV Lounge: 20.100 euro

"Quanti soldi le hanno dato per l'Isola" Bomba sulla Ventura, cifre mostruose

"Quanti soldi le hanno dato per l'Isola": Bomba sulla Ventura, cifre mostruose



Ora Simona Ventura è su Playa Soledad. Ha perso la sfida al televoto contro l'altro nominato della settimana, l'ex tronista di Uomini e Donne e attore del segreto Jonas Berami, ma a quanto pare la solitudine non ha un effetto positivo sulla Ventura.

Lo sfogo - "Capisco da questo televoto che la gente non mi vuole bene - ha detto tra le lacrime la Ventura -. Sto male e non so se tutto questo sforzo e disperazione ne valgano la pena. Mi fa paura non avere nessuno con cui parlare. Tanta gente ti vuole bene ma tanta ti odia, evidentemente vince quella che ti odia. Tutto quello che potrò fare qui sarà invano. Io non ho voglia di vincere, ma far vedere una parte di me''.

La spifferata - Ma stando a quanto scrive Dagospia, la Ventura avrebbe avuto un ricco cachet per partecipare alla trasmissione. Ecco cosa scrive il sito di Roberto D'Agostino: ''A Mediaset gira una notizia malandrina....qualcuno sta mettendo in giro la voce che la Ventura abbia percepito mezzo milione di euro per partecipare all’Isola....e che gli altri morti di fama si siano dovuti accontentare delle briciole. Solo un pettegolezzo messo in giro da qualche detrattore? Ah, saperlo..."

Stragi di Parigi, preso il super ricercato Ecco chi è l'"uomo con il cappello" / Foto

Stragi di Parigi, preso il super ricercato. E' l'"uomo con il cappello"



Mohamed Abrini, uno dei terroristi ricercati dopo gli attentati di Parigi, è stato arrestato. Lo rende noto la televisione belga Rtbf. Secondo l'emittente, sarebbe stata arrestata anche una seconda persona, che potrebbe essere l'uomo visto in compagnia del kamikaze Khalid El Bakraoui mentre questi entrava nella stazione metro Petillon a Bruxelles poco prima di farsi esplodere alla fermata di Maelbeek il 22 marzo. Abrini potrebbe essere "l'uomo con il cappello" che ha accompagnato i due kamikaze all'interno dell'aeroporto di Zaventem il giorno degli attentati del 22 marzo.

"Me lo ha promesso la Boschi..." Occhio a questa intercettazione

"Me lo ha promesso la Boschi...". Occhio a questa intercettazione



Dalle carte dell'inchiesta di Potenza che ha travolto il ministro Federica Guidi emergono pressioni su altri ministri per ottenere nomine e responsabili. Si parla di riunioni segrete per favorire Finmeccanica ed Eni nella spartizione di fondi destinati dalla legge navale. E non solo. Ci sono sms e telefonate relative ad altri lavori sui quali il "comitato d'affari" di cui fa parte Gianluca Gemelli, ex compagno del ministro Guidi, aveva messo le mani. Alcune delle persone toccate dall'inchiesta sostengono di aver orientato le scelte di governo e Parlamento, come quella relativa alla designazione dell'autorità portuale di Augusta, effettuata dal titolare delle Infrastrutture, Graziano Delrio.

C'è poi chi sositene di aver ricevuto promesse da Maria Elena Boschi. La vicenda riguarda il Porto di Augusta: il "clan" briga per ottenere il rinnovo al vertice di Alberto Cozzo, e chiede al vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, di intercedere con Delrio. Per gli inquirenti "è di rilevante contenuto una conversazione tra Nicola Colicchi e il Capo di Stato Maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, proprio in merito all'intervento di Lo Bello, ai rapporti esistenti tra quest'ultimo ed il ministro Delrio".

Ma si diceva, della Boschi e del controllo sul porto di Agusuta, che sembra strategico per il gruppo. L'ammiraglio De Giorgi, intercettato, affermava: "La Pinotti nel frattempo... chiesto a... Gabinetto di Marina di preparargli uno studio sull'accorpamento delle Capitanerie di Porto, allora il vulnus sta nel fatto che Graziano imporrebbe sicuramente collegamenti tra trasporti e Marina...tramite la ministra in questo momento, incazzata com'è sulla vicenda del Libro Bianco, direbbe senz'altro di sì. Allora, noi dobbiamo...cioè fare in modo, devono essere loro che... la Madia, come mi aveva promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere la questione del mare...".

Anche Renzi e Padoan ora si arrendono Mostrano le cifre: il governo ha fallito

Anche Renzi e Padoan ora si arrendono. Mostrano le cifre: il governo ha fallito



Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Def, il Documento di economia e finanza che contiene le previsioni sull'andamento economico dell'Italia, gli obiettivi di finanza pubblica e le principale riforme in cantiere per i prossimi anni. E anche il governo, ora, si arrende all'evidenza delle cifre. Pier Carlo Padoan ha infatti annunciato in conferenza stampa che la previsione del Pil per il 2016 è stata portata all'1,2%, dal +1,6% stimato nell'aggiornamento del Def 2015 del settembre scorso. Insomma, l'Italia crescerà di meno. Poi si indica ora un +1,4% per il 2017 (dall'1,6%). L'Italia è reduce dal +0,8% del 2015 e alla luce di quel dato, Padoan ha provato a rivendicare i risultati del governo: "La crescita c'è, la trainano i consumi delle famiglie e gli investimenti - sia pubblici che privati - mostrano un'accelerazione", aggiungendo "l'effetto positivo delle misure del governo".

La banca demolita, bomba della Gabanelli attenzione a questo istituto di credito

La banca demolita, bomba della Gabanelli attenzione a questo istituto di credito



Report dedicherà la puntata di domenica 10 aprile al Banco Popolare di Vicenza. E lo farà nonostante l'istituto di credito interessato, si legge sul sito della trasmissione condotta da Milena Gabanelli (in onda su Rai tre alle 21,45), abbia scritto alla Rai "per chiedere lo spostamento della prossima puntata, al fine di evitare interferenze mentre si stanno svolgendo l'aumento di capitale e la quotazione in borsa". Insomma, l'inchiesta della Gabanelli andrà in onda nonostante la Pop di Vicenza abbia anche ipotizzato il reato di aggiotaggio.

Ma ecco la lettera firmata dal responsabile della Direzione Affari Legali della Banca Popolare di Vicenza, Marco Tagliaferri, alla redazione di Report.

Egregi Signori, abbiamo appreso della possibile intenzione della RAI-Radio Televisione Italiana di mandare in onda il prossimo 10 aprile 2016 e nell'ambito della trasmissione "Report" un servizio sulla Banca Popolare di Vicenza. Non intendiamo, naturalmente, entrare nel merito di scelte e contenuti editoriali che anzi auspichiamo possano contribuire a fare chiarezza su aspetti e criticità della passata gestione della Banca sui quali il nuovo management ha condotto, nel quadro delle ispezioni della BCE e in piena collaborazione e raccordo con le Autorità inquirenti, una ampia e articolata attività ricognitiva.

Dobbiamo tuttavia informarVi che la data del 10 aprile aprile p.v., nella quale comprendiamo che la RAI intende mandare in onda la trasmissione, si colloca nel pieno dell'aumento di capitale e dell'offerta pubblica di sottoscrizione che è necessario completare entro il 30 aprile e che secondo l'attuale tempistica è previsto prendano avvio nella prima decade di aprile, con la pubblicazione del "prospetto informativo".

Riteniamo quindi doveroso evidenziare come, anche per la complessità e la natura tecnica delle materie che presumibilmente la trasmissione andrà a toccare, riteniamo sussista il concreto rischio che i contenuti trattati e le informazioni veicolate attraverso la trasmissione possano facilmente prestarsi a essere interpretati in modo distorto o errato dal pubblico e interferire quindi con le scelte che i soci della Banca e gli altri investitori saranno chiamati a compiere nel mese di aprile in merito alla partecipazione all'aumento di capitale e, di riflesso, con lo svolgimento, l'esecuzione e l'esito di una operazione di rafforzamento patrimoniale che è essenziale per il futuro della Banca e che tocca interessi vitali non solo dei soci, dei risparmiatori e dei dipendenti della Banca ma anche delle economie e dei territori che dalla Banca dipendono e sui quali la Banca intende continuare a operare.

In relazione a quanto precede, Vi invitiamo quindi a valutare, anche sul piano legale, l'opportunità di differire la puntata della trasmissione "Report" dedicata alla Banca Popolare di Vicenza a data successiva al 30 aprile 2016, una volta completata l'importante operazione di ricapitalizzazione in corso. Distinti saluti. 

LA FOTO DEL RICATTO Così vogliono far fuori Delrio

Delrio, la foto esclusiva del ricatto: così lo vogliono far fuori


di Giacomo Amadori e 
Fabio Amendolara


«Quello che ha fatto le indagini è il mio migliore amico e mi è arrivato il regalino». È il 29 gennaio del 2015 e Walter Pastena, consulente del ministero dello Sviluppo economico, sogghigna così al telefono con Gianluca Gemelli, l' imprenditore al centro dell' inchiesta sui subappalti Total a Tempa Rossa e compagno dell' ex ministro Federica Guidi. Il giorno prima la direzione distrettuale antimafia di Bologna e i carabinieri del Ros avevano dato il via all' operazione «Aemilia», con 117 persone coinvolte, soprattutto calabresi, e 50 arresti in carcere. L' indagine riguarda gli affari del clan calabrese dei Grande-Aracri in terra emiliana. Tra i testimoni dell' inchiesta anche Graziano Delrio, oggi ministro delle Infrastrutture e sino al 2013 sindaco di Reggio Emilia, protagonista nell' aprile 2009 di un criticato e sviscerato (dagli inquirenti) viaggio prelettorale in terra calabrese.

Il 29 gennaio, il giorno della telefonata di Pastena, Libero ha pubblicato per la seconda volta la foto di quel tour e il consulente, rivolgendosi a Gemelli, dice: «Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito questo casino usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi... tu non ti ricordi quello che io dissi, che c' era un' indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i cutresi, quelli della 'ndrangheta... te l' ho detto che quello che ha fatto l' indagine è il mio migliore amico... e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi». Pastena al telefono rivela la sua presunta fonte: «I carabinieri sono venuti a portarmi il regalo in ufficio».

L' intercettazione, contenuta in un' informativa della Squadra mobile allegata agli atti dell' indagine su Gemelli, è un concentrato di millanterie o svela un vero complotto ai danni di Delrio? «Ho letto oggi da articoli di stampa - afferma in una nota il ministro - che sono al centro degli interessi di un comitato d' affari che non conosco, da cui non ho mai ricevuto pressioni o condizionamenti e tantomeno ricatti ai quali evidentemente non mi sarei mai sottoposto. Sono interessato piuttosto a sapere se esiste o è esistita un' attività di dossieraggio nei miei confronti, volta a screditarmi, basata su presupposti totalmente infondati. Per questo motivo presenterò un esposto alla Procura».

Per scoprire cosa ci sia dietro a quel dossier i magistrati della Procura di Potenza hanno aperto un fascicolo. Vogliono capire che cosa intendesse fare un consulente del ministro dello Sviluppo con le carte di una indagine sulla criminalità organizzata. Infatti quel «regalino» è un dossier che - sospettano gli investigatori - conterrebbe non tanto foto quanto alcune intercettazioni telefoniche e ambientali dell' inchiesta «Aemilia» sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nella regione «rossa» e in particolare a Reggio Emilia: in esse si farebbe riferimento al ministro Delrio e a presunti finanziamenti elettorali a lui destinati, ai tempi in cui era sindaco di Reggio Emilia. Ma in anni di indagini queste chiacchierate telefoniche non sarebbero state depositate agli atti perché non avrebbero portato a nessun risultato investigativo concreto. A meno che non siano ancora coperte da segreto d' indagine. 

Di pubblico agli atti dell' inchiesta Aemilia c' è solo il verbale che lo stesso ministro delle Infrastrutture rese davanti ai magistrati il 17 ottobre 2012. In quell' audizione (Delrio venne sentito come persona informata dei fatti) i magistrati criticano la sua decisione di portare una delegazione di politici cutresi a protestare in prefettura contro le interdittive antimafia e poi gli chiedono del viaggio in Calabria: «Sono andato a Cutro in occasione della festa del Santo crocifisso (…) noi abbiamo un gemellaggio con Cutro» è la sintetica risposta del ministro; quando gli viene chiesto se sappia dell' esistenza del boss al centro delle indagini è ancora più evasivo: «So che esiste Grande Aracri, Nicola non lo avevo realizzato. Perché abita lì nel centro di Cutro? Non lo sapevo». Quindi ammette che i politici calabresi parlano malvolentieri della 'ndrangheta e che difendono la legalità con «metodi e stile» diversi dai suoi. Ma di quel viaggio è rimasta una traccia indelebile.

Quando si lascia l' autostrada del Sole in direzione Reggio Emilia, il primo viale che si incontra è quello intitolato alla Città di Cutro. A inaugurarla fu proprio Delrio il mese successivo al trionfo elettorale del 2009.

venerdì 8 aprile 2016

Diocesi di Aversa 12 - 17 Aprile 2016: Settimana Vocazionale in Seminario

Diocesi di Aversa 12 - 17 Aprile 2016: Settimana Vocazionale in Seminario

Tanti eventi in preparazione alla 53a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

a cura di Gaetano Daniele



Domenica 17 aprile 2016, IV domenica dopo Pasqua, come ogni anno si celebrerà la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, per l’intera comunità diocesana un’ occasione di riflessione e di preghiera sulla vocazione in tutte le sue dimensioni.

Nella settimana che precede questa Giornata, la diocesi di Aversa organizza un programma di iniziative di carattere spirituale e  culturale intitolato “Ricco di Misericordia… Ricchi di Grazia”.

Si comincia martedì 12, alle ore 19:00, alla Pinacoteca del Seminario Vescovile di Aversa, che ospiterà la presentazione del libro di Emanuele Lombardini  “Stravolti da Cristo - Storie di Vocazioni”. Realizzato con la consulenza di Mons. Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle Vocazioni, il testo racconta 18 storie di religiosi e religiose la cui vocazione è arrivata dopo un percorso di vita tortuoso. Alla presenza di Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, il Rettore del Seminario Vescovile, Mons. Stefano Rega, dialogherà sia con l’autore sia con don Gianni Castorani, un tempo giovane promessa dello sport italiano che offrirà la propria testimonianza.

Dal 12 al 14 Aprile, sempre in Seminario, saranno celebrate le Giornate Eucaristiche: mercoledì 13, alle ore 19:00, Adorazione Eucaristica con i giovani della Parrocchia di S. Maria la Nova di Aversa e di S. Croce di S. Cipriano d’Aversa; giovedì 14, alle ore 18:00, Santa Messa e Processione Eucaristica presieduta da Mons. Spinillo, con le famiglie dei seminaristi, con gli operatori della pastorale vocazionale e gli amici della Serra Club. Per finire, sabato 16 aprile alle ore 20:00, Veglia Vocazionale in Cattedrale presieduta dal Vescovo Angelo Spinillo.

“Invitiamo tutti a partecipare a questi eventi, in particolare i giovani”, auspica Mons. Rega, anche Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Vocazionale. “Nel suo Messaggio per la 53ª GMPV, Papa Francesco ci ha ricordato come la maternità della Chiesa si esprima ‘mediante la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio’. La Chiesa è ‘madre delle vocazioni’ nel sostenere costantemente chi ha consacrato la propria vita al servizio degli altri”.