Vespa scrive la sua difesa: e ricorda Enzo Biagi
Parla Bruno Vespa. Dopo i tanti commenti, le critiche di cui è stato vittima dopo l'intervista al figlio di Totò Riina, il giornalista scrive una lettera al Corriere della Sera e si difende. "Se Adolf Hitler risalisse per un giorno dall'inferno e mi offrisse di intervistarlo, temo che dovrei rifiutare". Spiega che la "Storia è stata scritta dai cattivi" e che "compito dei cronisti è intervistarli per approfondire e mostrare l' immagine della Cattiveria. Aveva ragione nel gennaio del '91 il governo Andreotti a voler bloccare (senza riuscirci) la mia intervista a Saddam Hussein alla immediata vigilia della prima Guerra del Golfo perché il dittatore iracheno era un nostro nemico?" Vespa spiega che quando gli si è prospettata la possibilità di intervistare il mafioso, ne ha parlato con il nuovo direttore di Raiuno e ha realizzato un'intervista un cui - spiega - " credo di aver mosso al giovane Riina le obiezioni di una persona di buonsenso mostrandogli anche le immagini delle stragi di Capaci e di via D' Amelio e dell'arresto di suo padre. Ho riportato dall'incontro l'impressione che avevo riportato dal libro: un mafioso con l'orgoglio di esserlo. Era utile che il pubblico conoscesse il volto della nuova mafia? A mio giudizio sì, perché solo conoscendo la mafia la gente acquisisce la consapevolezza di doverla combattere".
Il passato - Ricorda l'intervista di Biagi a Michele Sindona. "Prima di entrare nel merito ci fu una piacevole introduzione sui pasti del detenuto e sulla qualità delle sue letture. L'avvocato Ambrosoli era stato ucciso tre anni prima. La Commissione antimafia - che già esisteva - non batté ciglio. Lo stesso Biagi intervistò liberamente Luciano Liggio, il maestro di Totò Riina, il capo dei capi dei primi anni Sessanta. E Tommaso Buscetta, che spiegò come funzionava la Cupola, ma non pianse certo pentito sulla spalla del grande giornalista. Altra intervista famosa fu quella di Biagi al terrorista nero Stefano Delle Chiaie. Non ricordo che siano stati parallelamente ascoltati i parenti delle vittime". Ci fu chi come Jo Marrazzo, intervistò il capo della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli e il capo della camorra Raffaele Cutolo. "Ricevette meritati complimenti. Come li ricevette Sergio Zavoli per aver intervistato tutti i terroristi (non pentiti) disposti a rispondere alle sue domande". E poi ancora Vespa ricorda Massimo Cinacimino, figlio di Vito, ospite d'onore di Santoro.
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