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lunedì 18 gennaio 2016

In aereo con coltello e spray, terrore in uno scalo italiano

In aereo con coltello e spray, terrore in uno scalo italiano


di Franco Bechis



L'episodio è avvenuto il 21 dicembre scorso, all'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Un libero professionista di Modena, Pier Paolo Martini, si è imbarcato sul volo Emirates delle 14,30 con destinazione Dubai. È salito a bordo con uno zaino, che era il suo bagaglio a mano, ha ottenuto il posto 32 D, ed è regolarmente sbarcato a Dubai poco dopo la mezzanotte ora locale.

Non era quella la sua destinazione, perché dopo il transfer con biglietto già fatto in Italia, il volo sarebbe proseguito alle 2 e 30 del mattino per Chennai, la ex Madras, oggi capoluogo dell'omonimo distretto nel Tamil Nadu indiano.

COME L'11 SETTEMBRE 

Nel trasferimento le autorità aeroportuali locali anche per voli in semplice transfer per ragioni di sicurezza fanno compiere un nuovo passaggio presso i metal detector. Quando tocca a Martini, il suo bagaglio a mano fa fare un salto agli addetti alla sicurezza. Dentro c' è un coltello da cucina dalla lama tagliente (circa 12 centimetri di lunghezza), e anche uno spray al peperoncino di quelli che classicamente si utilizzano per autodifesa. Possibile che entrambe servissero ad uso personale, come subito sostenuto dal Martini davanti alle autorità di polizia degli Emirati Arabi Uniti. Ma vietati, vietatissimi a bordo.

La tragedia dell' 11 settembre 2001 era stata causata da armi anche meno offensive di quelle, e molti dirottamenti sono avvenuti con forbicine, lamette da barba, o piccoli punteruoli.

Quando poi le autorità locali hanno ricostruito il viaggio di quel coltello e dello spray al peperoncino, hanno sgranato gli occhi: erano entrambi passati ai controlli di sicurezza dell' aeroporto di Bologna. E hanno subito avvisato, protestando, il governo italiano, perché in tempi così davvero non ci si può distrarre sulla sicurezza. Sull' episodio è stato mantenuto il massimo riserbo.

Il ministero dell' Interno italiano però non ha potuto fare finta di nulla e il 13 gennaio scorso il direttore centrale del dipartimento della pubblica sicurezza - direzione centrale immigrazione e polizia di frontiera, ha scritto agli uffici di polizia dell' aeroporto di Bologna rimarcando la gravità di quanto accaduto. Oggetto: «Rinvenimento all' Aeroporto di Dubai (Eau) di un coltello e di uno spray per difesa personale all' interno del bagaglio a mano del passeggero Martini Pier Paolo, proveniente dall' aeroporto di Bologna con volo EK094 del 21 dicembre 2015».

Nella lettera si informava la polizia di frontiera italiana che «la General civil avation Authority degli Emirati Arabi Uniti ha segnalato che il 21 dicembre 2015 durante i controlli di sicurezza presso lo scalo aereo di Dubai un passeggero di nazionalità italiana, in arrivo dall' aeroporto di Bologna, è stato trovato in possesso di un coltello e di uno spray per difesa personale rinvenuti nel proprio bagaglio a mano. Premesso quanto sopra, si chiede di volere fornire utili elementi informativi dell' accaduto, sensibilizzando, nel contempo, il personale addetto all' attività di supervisione presso le postazioni di controllo a verificare, puntualmente. La qualità dei servizi svolti dalle guardie particolari giurate addette ai controlli di sicurezza che, nella circostanza, non avrebbero rilevato i due oggetti il cui trasporto in cabina è vietato».  

Perfino un piccolo shampoo, vista la gravità di quel che è accaduto. Ancora più seria se si pensa che non è il primo caso del genere capitato all' aeroporto di Bologna, dove non molti mesi prima si era fatto passare un cittadino americano con due pistole identificate, il cui legittimo possesso era assai dubbio, scoprendo dopo che la documentazione di sicurezza fornita non era reale.

DISTRAZIONE FATALE 

Non si sa nemmeno se si sia trattato di sciatteria umana (qualcuno si è distratto dal video mentre passava quel bagaglio a mano), o se di un baco della strumentazione. Per altro quest' ultima a Bologna era stata da poco cambiata e rinnovata, con l' entrata in funzione della «macchina Eds Standard 2 Dual View Smiths Heimann» che secondo una nota interna dei servizi aeroportuali avrebbe avuto «caratteristiche di doppia angolazione delle immagini dei bagagli sospetti e il personale dovrà solo decidere, quando la macchina rileva un bagaglio sospetto se lo stesso è pulito (tasto verde) o sporco (tasto rosso)».

Allarme terremoto, scosse senza sosta Preoccupante decisione in una Regione

Allarme terremoto in una regione italiana Sciame di scosse, la decisione drastica




Paura a Campobasso a causa di una lunga serie di scosse di terremoto, 25 in poco più di 12 ore. La più forte alle 19.55 di sabato, con magnitudo 4.3 ed epicentro a Baranello. Avvertita dalla popolazione, non ha fortunatamente causato danni. L'ultima registrata dall'Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stata alle 6.37 di domenica mattina, con magnitudo 2.7.  

Il governatore del Molise Paolo Frattura segue personalmente la situazione dopo le scosse di terremoto in provincia di Campobassoe si trova nella sala operativa della Protezione Civile regionale a Campochiaro. "Stiamo monitorando la situazione costantemente - afferma - e al momento non abbiamo notizie di danni a persone o cose".

La decisione - "Le prime verifiche - aggiunge Frattura - sono concluse, abbiamo sentito i sindaci e le forze dell'ordine nei comuni che si trovano nel raggio di 10 km dall'epicentro". Il governatore ha invitato i primi cittadini a valutare la possibilità di chiusura degli edifici scolasticiper la giornata di lunedì ."E' una sollecitazione condivisa - spiega - con il nostro sevizio di Protezione Civile".

Bagnasco sfiducia Renzi con una frase E benedice chi va in piazza contro di lui

Con una frase Bagnasco "sfiducia" Renzi: "In Italia ci sono cose più importanti"




"Ci sono diverse considerazioni da fare ma la più importante è che mi sembra una grande distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia" che sono "creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare". Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, in merito al dibattito parlamentare sul ddl Cirinnà sulle unioni civili, a margine della Messa celebrata oggi nella cattedrale San Lorenzo in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato. "Nelle nostre parrocchie - ha aggiunto il porporato - noi vediamo una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia. Di fronte a questa situazione, tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione mi pare - ha concluso - che sia una distrazione grave e irresponsabile".  Dopo aver criticato il governo per le unioni civili, Bagnasco interviene anche sul Family day previsto a fine mese e dice: "Manifestazione condivisibile dalla finalità assolutamente necessarie". Un attacco chiaro a Renzi. 

ATTENTATO CONTRO L'ITALIA Un razzo sulla nostra ambasciata Arriva la rivendicazione dei talebani

Un razzo contro l'ambasciata italiana a Kabul, rivendicazione dei talebani




Un razzo è stato esplos contro l’ambasciata d’Italia a Kabul, e secondo quanto riferito dai funzionari, sarebbero rimaste ferite due guardie addetta alla sicurezza. Ne dà notizia l’agenzia Tolo News, aggiungendo che "sul posto ci sono forze di sicurezza e vigili del fuoco»".  Secondo fonti diplomatiche sul posto il razzo non ha colpito direttamente l’ambasciata d’Italia a Kabul ma è caduto all’esterno del complesso di edifici della Cooperazione Italiana. Le condizioni dei feriti non destano  preoccupazione. Non solo. Il razzo sarebbe stato lanciato genericamente contro la cosiddetta zona verde delle ambasciate a Kabul ma non avrebbe avuto come obiettivo specifico quella italiana.  La situazione a Kabul, ricorda l’agenzia Tolo News, è tesa perché domani riprendono i colloqui a 4 tra Usa, Cina, Afghanistan e Pakistan per tentare di rilanciare colloqui di pace tra il governo di Kabul e i talebani. 

domenica 17 gennaio 2016

Caivano (Na): Esclusiva Il Capogruppo di F.I Ponticelli replica al Partito Democratico

Caivano (Na): Esclusiva Il Capogruppo di F.I Ponticelli replica al Partito Democratico



Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia 

Egregio Amministratore il Notiziario sul web, Gaetano Daniele, è con grande stima che le sottopongo la mia replica al Partito Democratico, da pubblicare sul suo blog

Leggo quasi divertito la replica del Partito Democratico, alle mie preoccupazioni protese solo all'interesse collettivo, dei caivanesi. Come il titolo di un non noto blog, ilgiornadicaivano.it che titola "Ponticelli attacca l'On. Manfredi". Il pubblico, i lettori, i caivanesi, solleveranno stupiti, le strumentalizzazioni di certa informazioni non di parte, di più. Spieghi il Celiento, persona perbene, dove e a che ora ho attaccato l'On. Manfredi, se lo stesso Partito Democratico nella Missiva ne apprezza i miei elogi. Tutt'al più poteva titolare: Ponticelli attacca il Partito Democratico. Ma sorvolo, l'inciucio, le strumentalizzazioni, l'insipienza e l'incapacità politica è un dato oggettivo aldilà del 18%. Resto aperto al dialogo laddove ci fossero proposte serie e concrete protese al rilancio occupazionale, ambientale e sociale di questo Paese. E' doveroso però, ricordare alle opposizioni che io, rappresentante di Forza Italia, sono maggioranza politica in questo Paese. Il tempo scriverà la storia, come storia è il fatto che alle scorse elezioni amministrative, nonostante quel rispettoso 10% di elettorato abbia premiato il Pd all'opposizione, quello stesso 10% di elettorato è stato poi tradito dai propri rappresentanti politici passando appunto, dalle opposizioni in maggioranza, con la scusa di tenere al bene del Paese, quando a pochi mesi dal fine mandato, hanno poi invertito la rotta invitando il Sindaco Falco alle dimissioni. E, in quegli anni, quando il Partito Democratico gestiva il settore ambientale, non mi sembra di aver visto passerelle di onorevoli regionali e nazionali per tutelare i caivanesi, mi sembra, se non erro, di averli visti promettere miracoli solo dopo, e cioè in campagna elettorale. Ciò significa due cose, che quando si governa non sempre si possono fare miracoli, e non sempre si è capaci di operare in settori complessi, come l'ambiente. 

Chiedere formalmente al Sindaco Monopoli, più trasparenza nelle scelte politiche e più rigore, significa che il sottoscritto, come i miei colleghi consiglieri, applicano rigorosi la legge, nei confronti di chicchessia, che si chiami Tizio, Caio o Sempronio. 

Ripeto, la mia porta è aperta anche al Partito Democratico, laddove ci fossero proposte e non proteste prima ancora di operare, considerato che l'amministrazione a guida Monopoli, si è insediata solo 6 mesi fa. Anzi, ne approfitto per invitare tutte le forze politiche sane di questo Paese, compreso il Partito Democratico, a cooperare con la maggioranza, e a seguirne il proprio programma. 

Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia 

Arriva la benzina che taglia i consumi Rivoluzione-carburante alla pompa

Arriva la benzina che riduce i consumi Rivoluzione-carburante alla pompa




Una vera e propria rivoluzione nel mondo dei carburanti. Dall'impegno Eni nella Ricerca nasce Eni Diesel +, il nuovo carburante con il 15% di componente rinnovabile prodotta da oli vegetali nella raffineria Eni di Venezia grazie alla tecnologia Ecofining. "A Venezia - ha spiegato la società - Eni ha realizzato il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria petrolifera in una bioraffineria, impiegando la tecnologia proprietaria Ecofining (sviluppata dal 2006 nei laboratori di San Donato Milanese, in collaborazione con Honeywell-Uop) per trasformare oli vegetali in un prodotto completamente idrocarburico che supera i problemi qualitativi del biodiesel tradizionale. Eni punta dunque sull'innovazione sostenibile e dal 18 gennaio rende disponibile il nuovo Eni Diesel +" in oltre 3.500 stazioni di servizio sul territorio nazionale, per i clienti che vogliono conciliare le caratteristiche prestazionali dei carburanti premium di ultima generazione con l'attenzione all'ambiente.

Clamoroso Feltri, si consegna alla polizia: "Venite ad arrestarmi, non sapete che cosa posseggo"

Feltri si consegna alla polizia: "Venite ad arrestarmi....ecco che cosa posseggo"




Vittorio Feltri commenta la decisione del deputato del Pd di "fare la guerra a un morto", cioè al fascismo. Emanuele Fiano ha proposto di mettere fuori legge tutti i gadget del Duce: il busto, il calendario, insomma tutto quello che può ricordare il fascismo. "Ciò che maggiormente stupisce della stravagante iniziativa del citato Fiano è l' assoluta ignoranza della simbologia del regime nero, che non si limita alla paccottiglia commemorativa del dittatore di Predappio, ma si estende alla architettura italiana di un lungo periodo (dagli anni Venti agli anni Quaranta), alla cultura (il cinema, l' Enciclopedia Treccani), a una serie di riforme che tuttora costituiscono la spina dorsale del nostro moderno welfare", scrive Feltri

Architettura e non solo - Il fondatore di Libero ricorda come, tanto per fare un esempio concreto, si dovrebbe abbattere l' Eur di Roma, il Tribunale di Milano, così come di Cinecittà, le sedi delle Poste Italiane, Latina, Ansedonia e città del genere. E ancora: bisognerebbe abolire l'Inps, l'Istituto case popolari etc. Feltri ammette di avere sulla libreria il Capoccione "per fare raggia ai cretini che ne disconoscono i mertiti" . E invita Fiano ad andare in redazione.  "Gli mostreremo la scultura del duce. Ci arresti pure. Noi possiamo essere incarcerati: la stupidità è fluida e sfugge ai carabinieri".

Occhio, l'Europa sta cadendo a pezzi Immigrati, chi sospende Schengen

Occhio, l'Europa sta cadendo a pezzi: immigrati, chi sospende Schengen




Pezzo dopo pezzo, crolla l'Europa: l’Austria infatti ha deciso di "annullare temporaneamente" le regole di Schengen sulla libera circolazione in Europa e "il controllo delle persone che vengono nel nostro Paese è stato rafforzato". L'annuncio lo ha dato il cancelliere Werner Faymann in un’intervista al giornale Österreich, in cui spiega: "Esattamente come fa la Germania abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri". E così, chiunque raggiungerà l’Austria "verrà controllato. Chi non ha diritto all’asilo verrà rispedito indietro. Perché se l’Ue non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, è l’esistenza stessa dell’accordo a decadere".

Attenzione alla strana macchia sul collo Indizio di una gravissima malattia / Foto

La strana macchia sul collo: prova a lavarla via, ma non riesce. Occhio: dal medico la terribile scoperta




Questa ragazza, Pantera, aveva una strana macchia sul collo: provava a lavarla, senza ottenere risultati. La macchia restava. Così la madre si è rivolta a un medico, che quando ha visto la macchia non ha avuto dubbi. La diagnosi? Un diabete di tipo 2, legato all'alimentazione dell'adolescente. La ragazzina, 14 anni, decisamente sovrappeso, aveva iniziato a manifestare i primi sintomi della malattia proprio con la macchia che potete vedere nella foto: l'anello scuro, infatti, è uno dei principali segnali del diabete. Quella particolare macchia infatti tende a formarsi attorno al collo, o anche sotto le ascelle e in corrispondenza dell'inguine. È segno che l'insulina non funziona correttamente e che il corpo non riesce a metabolizzare gli zuccheri. Una dieta adeguata, esercizio fisico e la diagnosi tempestiva, però, potranno garantire a Pantera una vita normale

Allarme: c'è un'epidemia di meningite Il nuovo batterio resistente ai farmaci

Allarme: c'è un'epidemia di meningite. Il nuovo batterio resistente ai farmaci




E' epidemia in Toscana di meningocco C. Continua infatti ad allungarsi la lista dei malati, nonostante il vaccino e l'antibiotico. Sembra che il batterio riesca a rifugiarsi nell'organismo di chi finora non veniva aggredito, ovvero gli over 45.

Da tredici mesi a questa parte in Toscana, riporta Repubblica, ci sono stati la metà dei casi (34) riscontrati in tutta Italia, sette persone sono morte. L'Istituto superiore di sanità è in allarme e al momento si stanno cercando portatori sani per avviare nuove campagne di vaccinazione. Nei prossimi giorni, quindi, migliaia di cittadini saranno sottoposti a un tampone alla gola per trovare il batterio.

Finora hanno aderito 230 mila toscani di età compresa fra 11 e 20 anni (i più a rischio) e fra 20 e 45. Ma visto che si è alzata l'età di chi viene colpito dalla malattia si sta prendendo in considerazione l'ipotesi di estendere l'offerta del vaccino addirittura fino a 60 anni.

Il protagonista di questa epidemia è un clone del meningococco C chiamato St-11. Un batterio molto aggressivo e resistente. I primi casi provocati in Toscana risalgono al 2012, quando all'ospedale di Livorno finirono quattro persone dell'equipaggio di una nave da crociera.

Ora Renzi promuove il suo amichetto Il super regalo: chi nomina (e dove)

Regala la super-poltrona all'amico. Renzi, il caso degli 007 informatici




Da parte di Matteo Renzi arriva un grande regalo al suo amico Marco Carrai. La nomina sarà ufficiale nei prossimi giorni, quando la presidenza del Consiglio promuoverà il decreto con il quale nascerà l'Agenzia per la sicurezza informatica, che verrà inserita al vertice del nostro sistema investigativo. Bene, secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano, Renzi avrebbe deciso di affidare la poltrona di "capo degli 007 informatici"  proprio al suo amico Carrai, che verrà così nominato "super sceriffo" nella lotta del governo contro gli hacker.

I titoli - Carrai, per inciso, è esperto di sicurezza informatica. Lo schema che ha in mente il premier, sempre secondo il Fatto, prevede che l'agente Carrai e i suoi uomini siano incardinati sotto il Dis, diretto dall'ambasciatore Giampiero Massolo, per avere la copertura operativa necessaria. Il team, però, dipenderà direttamente da Marco Minniti, il sottosegretario che ha la delega sui servizi di sicurezza. Insomma, Carrai ha tutte le carte in regola per ricoprire l'incarico, poiché figura anche tra i soci fondatori di Cys4, una società di sicurezza informatica. Eppure, il suo legame con Renzi, non può sgomberare il campo dal sospetto che Carrai, in un qualche modo, abbia goduto di un "trattamento privilegiato".

Pazzesco Higuain, Napoli inarrestabile: steso il Sassuolo, adesso tenta la fuga

Callejon-Higuain, il Napoli inarrestabile: steso il Sassuolo e tenta la fuga




Il Napoli sempre più capolista: in attesa della partita della Juventus e dopo il pari dell'Inter con l'Atalanta, in un San Paolo in delirio dopo la conquista del titolo di campione d'inverno, i partenopei si impongono contro il Sassuolo per 3-1. Ancora una volta, un super-Higuain, autore di una doppietta. Per il Napoli la partita inizia male: dopo tre minuti il vantaggio del Sassuolo, con un rigore trasformato da Falcinelli (penalty concesso per fallo di Albiol su Sansone). Dopo il vantaggio gli emiliani non mollano, si espongono e cercano di fare la partita. Ma dura poco: al 19esimo il pari degli azzurri. In rete Callejon: Insigne si inventa un assist dal fondo e l'attaccante anticipa tutti e, di testa, infila Consigli. Al 29esimo un'altra occasione di un ottimo Sassuolo con Politano, ma al 42esimo il Napoli trova il vantaggio: in rete sempre lui, ancora Gonzalo Higuain, che insacca di piatto su assist di Hamsik. Nella ripresa il Napoli fa la partita, ma il Sassuolo non va sotto, pur non riuscendo a rendersi pericoloso. La seconda frazione di gioco scivola via senza particolari emozioni, se non nelle battute finali, quando un monumentale Sassuolo sfiora il pareggio. Dunque una mezza follia di Reina, che rischia di regalare ancora il pari agli emiliani. Poi, l'apoteosi, il meraviglioso secondo gol di Higuain: per il (mostruoso) argentino si tratta della 20esima rete in campionato (alla prima giornata del girone d'andata: cifre da assoluto capogiro). Tre punti, dunque, per Maurizio Sarri. Il Napoli ora vola davvero e guarda tutti dall'alto in basso: i punti di vantaggio sull'Inter sono 4, mentre quelli sulla Juve (impegnata domenica in trasferta contro l'Udinese) sono cinque.

sabato 16 gennaio 2016

L'Italia pronta alla guerra in Libia: ha già schierato quattro caccia

A UN PASSO DALLA GUERRA L'italia schiera quattro caccia in Libia: Allarme, "la sicurezza è peggiorata"




Quattro cacciabombardieri nella base di Trapani Brugi, pronti per la ricognizione. E' la mossa dell'Italia contro la Libia. "La decisione - fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa - è maturata a seguito dei recenti sviluppi nell' area dei Paesi del Nordafrica e del conseguente deterioramento delle condizioni di sicurezza". Armarli - come spiega il quotidiano Il Giorno - sarebbe un gioco da ragazzi. E' una reazione quindi dovuta alla crisi libica che giunge a uno snodo molto delicato. 

La decisione - “Nell’ambito delle predisposizioni tese ad assicurare la sicurezza degli interessi nazionali nell’area del Mediterraneo Centrale – indicano le forze armate italiane – è stata incrementata la capacità di sorveglianza e acquisizione informazioni ridislocando, temporaneamente, quattro velivoli Amx del 51° Stormo di Istrana (Treviso)”. Questa misura, viene indicato, “si va ad inserire tra quelle adottate, in precedenza, dal Governo nell’area mediterranea relative all’operazione “Mare sicuro” posta in essere a tutela dei molteplici interessi nazionali e per assicurare coerenti livelli di sicurezza”.

venerdì 15 gennaio 2016

Caivano (Na): Il Partito Democratico replica al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli

Caivano (Na): Il Partito Democratico replica al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli 




Gent.mo Direttore,
abbiamo letto sul suo blog l'intervista resa dal Dott. De Cicco, pardon, dal consigliere Gaetano Ponticelli e, rilevando le enormi nefandezze riportate, intendiamo sottoporle la seguente replica.

Con molta probabilità il capogruppo di Forza Italia ha la memoria corta oppure è stato ben indotto a ritrattare  quanto precedentemente dichiarato, delle due l'una.

E' bene ricordare al Consigliere Ponticelli che proprio qualche mese fa, lo stesso, unitamente a tutti i consiglieri di Forza Italia, richiedevano formalmente al Sindaco Monopoli " una revisione collegiale degli incarichi" e, cosa ben più grave,  di "disporre ogni opportuna iniziativa tesa a garantire il ripristino della legalità e della trasparenza della vita amministrativa".

A fronte di tale dichiarazione il primo cittadino, mortificando tutti i consiglieri del suo stesso partito, con una risposta ancora più aberrante così replicava "Con i problemi e le emergenze che vive Caivano è inconcepibile che gli sforzi dei consiglieri comunali siano solo orientati verso gli incarichi da affidare, come loro stessi chiedono, ai professionisti del loro gruppo. Così come è una pessima abitudine verificare che la politica al posto di preoccuparsi dei problemi da risolvere dedichi tutta la sua attenzione agli appalti ed alle imprese...... gli stessi consiglieri che chiedono incarichi si permettono di indicare il ripristino della legalità" .

Di fronte a questo indecente conflitto di interessi (chissà se legittimi) in casa della maggioranza, il consigliere Ponticelli avrebbe fatto bene a spiegarci perchè a quel documento non è seguita alcuna azione politico-amministrativa di verifica e controllo e soprattutto quale sia stato il prezzo pagato per rasserenare gli animi nel maggior Partito di governo.

Fortunatamente tale indagine non spetta al Partito Democratico, bensì alle competenti Autorità opportunamente  investite al riguardo.

A tal proposito, ringraziamo il consigliere Ponticelli per le parole di stima nei confronti dell' On. Manfredi, ma, al contempo, restiamo perplessi ed amareggiati dalle  dichiarazioni rese nei confronti del Partito Democratico locale.

Il capogruppo del partito di Forza Italia afferma che in caso di una verifica ci sarebbero molte illegittimità in vari settori a cause delle passate Amministrazioni, di cui,  guarda caso, faceva parte egli stesso nel medesimo Partito dell'ex Sindaco Falco. 

Non potendo accettare morali  dettate dal trasformismo, siccome il PD locale non ha nulla da nascondere, ne da temere, invitiamo ufficialmente il consigliere Ponticelli a denunciare agli Organi competenti le illegittimità di cui è a conoscenza e, perchè no, i condizionamenti sull'attività politico amministrativa, dalle politiche sociali alle attività produttive.

 A tal punto sarebbe interessante confrontarsi sui fatti concreti e fare in modo che ciascuno si assuma le giuste responsabilità.

Anche noi attendiamo con impazienza questo famoso "bilancio delle cose fatte" millantato dall'amministrazione.

E' stato proprio il nostro capogruppo consiliare a chiedere a gran voce, nella prima seduta di consiglio comunale, che il sindaco Simone Monopoli e la sua amministrazione facessero, nei primi sei mesi, un'operazione verità su tutto l'operato delle amministrazioni precedenti e soprattutto sull'operato del PD.

In tal modo sarebbe stata fatta chiarezza su tutto il fango che il sindaco Monopoli ed i suoi collaboratori hanno versato sul PD locale, negandosi miseramente ad ogni pubblico confronto.

Purtroppo dobbiamo constatare che, al di là delle tante chiacchiere e delle continue bugie, quotidianamente pubblicizzate da giornalisti sul libro paga del comune di Caivano, a tutt'oggi l'amministrazione Monopoli si è sottratta a questa operazione verità, preferendo la strategia della diffamazione e dell’autocelebrazione.

Non sappiamo quale sia la programmazione futura per lo sviluppo del territorio, ma, abbiamo piena coscienza dell'elevato numero di incarichi affidati e delle somme urgenze quotidianamente decretate.
Le importanti gare paventate dalla maggioranza, a dispetto di quanto propagandato, non sono state ancora espletate ed abbiamo grandi perplessità su quali potranno essere gli esiti.

Di certo registriamo che il Segretario Comunale, fortemente voluto dal Sindaco e dallo stesso invitato al controllo degli atti amministrativi, a distanza di pochi mesi dall'insediamento, ha lasciato il Comune di Caivano a causa di presunte distanze territoriali dai luoghi di origine, ben note al momento del conferimento dell'incarico.

Questi sono i fatti concreti che dovrebbero  destare perplessità nel capogruppo di Forza Italia. Sconcertati dalla disomogeneità, inefficienza ed incapacità dell'attuale amministrazione vogliamo pensare che  l'Onorevole Manfredi sia stato indotto in errore dalle parole dei consiglieri di Forza Italia, poichè, in mancanza, il Comune di Caivano potrebbe subire anche l'onta dello scioglimento.

Per dovere di cronaca, tale evenienza, con le passate amministrazioni, non si è mai verificata. Infine, vogliamo ricordare che il PD + la lista Civica NOI PER CAIVANO, formata in buona parte da Giovani Democratici, ha intercettato alle ultime elezioni comunali circa il 18% dei votanti, tradotti in circa 3.700 voti di lista. Esprimendo cinque Consiglieri Comunali senza il premio di maggioranza. Siamo passati dal 9,5% elezioni 2010, a circa il 18% elezioni 2015. 

Se questo per il consigliere Ponticelli è fallimento, abbiamo forti dubbi sulla sua attendibilità.

Partito Democratico Caivano

giovedì 14 gennaio 2016

"Da domani ci saranno quattro Papi" La profezia di Giampaolo Pansa

Pansa: "I quattro Papi che guideranno Repubblica"


di Giampaolo Pansa



Il modello inaugurato dal Vaticano sta facendo scuola. All' ombra di San Pietro ci sono due papi. Uno effettivo, Bergoglio, l' altro emerito, Ratzinger. A Repubblica, il giornale posseduto da Carlo De Benedetti, ce ne saranno ben tre, a partire dal 15 gennaio. Un papa super emerito, Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano. Un secondo papa in procinto di diventare emerito: Ezio Mauro, che ha guidato la testata per vent' anni e lascerà il 14 gennaio, nel quarantesimo compleanno di Rep. E infine il terzo papa, Mario Calabresi. Sarà lui ad affrontare la fatica di offrire ogni giorno un prodotto ormai elefantiaco, un malloppone complicato persino da sfogliare. Dove il lettore trova di tutto, dalle acute analisi di Bernardo Valli sul terrorismo del Califfato nero sino ai consigli destinati alle madame sessantenni per non farsi sfuggire il loro ragazzo giocattolo.

Vale la pena di parlare di Repubblica dalle colonne di un giornale come Libero, estraneo alla strapotenza del super foglio di Largo Fochetti? Penso di sì, dal momento che siamo di fronte a uno dei bunker di questa stagione politica, una ridotta armata, uno dei fortini che dovrebbero resistere al caos informativo, culturale e morale degli anni disperati che stiamo vivendo. Voglio dire subito che non credo nella fine della carta stampata, per molti destinata a sparire sotto lo tsunami diabolico del web. I giornali tradizionali vivranno, soprattutto in Italia. In casa nostra, la popolazione invecchia. Gli anziani attivi si moltiplicano. Stanno, anzi stiamo, diventando il pilastro che evita il crollo di un sistema politico allo sfascio. Dunque chi lavora per i giornali che si acquistano in edicola non deve disperarsi: il da fare ci sarà sempre.

Bisogna riconoscere che si è rivelato lungimirante Barbapapà Scalfari quando, in compagnia di Carlo Caracciolo, tra la fine del 1975 e l' inizio del 1976 decise di fondare un nuovo quotidiano, diverso da tutti gli altri in commercio. Nessuno credeva al buon esito dell' impresa. Quando Eugenio cercava contributi finanziari, andò a trovare anche Carlo De Benedetti. Ma l' Ingegnere decretò che per il progetto scalfariano non esisteva spazio. E si limitò a dargli un assegno di cinquanta milioni di lire. Ma a titolo personale e senza accettare in cambio nessuna azione.

Virtù e vizi - Se oggi mi chiedessero quale delle virtù di Eugenio mi ha più colpito nei quattordici anni di lavoro con lui, direi la tenacia testarda nel realizzare i suoi sogni. Alla pari con la dedizione assoluta al compito che si era scelto. Per Scalfari, Repubblica è stata tutto: madre, moglie, amante, figlia. Anche quando ha venduto il giornale all' Ingegnere, era il 1989, diventando straricco insieme a Caracciolo, ha seguitato a occuparsene. Per l' intero giorno, dal mattino alla sera tardi, tutti i giorni, tutti i mesi, tutti gli anni. Il merito, e anche la colpa, dei tanti mutamenti di Rep, sono soprattutto suoi. Dal giornale libertino dei primi anni, un contenitore di opinioni diverse sempre pronto a contraddirsi, si è passati al giornale caserma, dove si canta un solo inno di battaglia. Innanzitutto contro il centrodestra e il suo leader, Silvio Berlusconi. Ma pure contro tutto quello che non sta in sintonia con il pensiero unico repubblicano. Se qualcuno mi chiedesse quale sia questo pensiero, saprei rispondere in un modo solo: abbiamo sempre ragione noi e torto gli altri. Una convinzione che si adatta a tutti i soggetti autoritari. L' apprezzerebbe persino il dittatore comunista della Corea del Nord.

Un percorso tracciato - Ezio Mauro, il secondo dei papi, ha camminato per vent' anni lungo il percorso tracciato da Eugenio. Per di più con una lucida freddezza che è inutile attribuire all' esempio di Piero Gobetti, di Norberto Bobbio o della moralità piemontese. Ezio è sempre stato un allievo di se stesso. Un giornalista molto attrezzato, ma gelido. Lo compresi quando, dopo i miei primi lavori revisionisti sulla guerra civile, mi disse: «Giampaolo, dovresti ritornare a scrivere libri per i tuoi vecchi lettori». Gli risposi no e mi resi conto che dovevo prepararmi ad andarmene dal Gruppazzo dell' Ingegnere. Qualche anno fa, intervistato in pubblico da un giornalista fuori classe come Antonello Piroso, alla domanda su che cosa pensasse di Mauro, Cidibì rispose: «È il direttore migliore che ci sia in Italia. Non lo manderò mai via. Resterà a Repubblica sino a quando lo vorrà lui». Dunque la partenza di Ezio dopo il ventennio di Scalfari, sarebbe dovuta soltanto a una sua scelta. Dal poco che trapela dall' interno del giornale, ora dovrebbe entrare nella squadra dei papi emeriti. Gli stanno già preparando uno studio adatto al nuovo ruolo. E al proposito enunciato da Ezio: «Adesso voglio riprendere a fare del giornalismo sul campo». Una via d' uscita inevitabile per un signore che in ottobre avrà appena 68 anni, un ragazzino rispetto ai 92 di Scalfari.

Del terzo papa, Calabresi, conosciamo soltanto la storia, personale e professionale, sino a oggi impeccabile. Tutto il resto è da scoprire. Perché è stato scelto lui per sostituire Mauro? Il suo arrivo a Largo Fochetti è dovuto alla volontà di almeno un paio di poteri forti, come Sergio Marchionne, il super capo della Fiat, e Matteo Renzi, l' attuale presidente del Consiglio? Se c' è stato l' intervento di forze esterne al gruppo De Benedetti, credo che non lo sapremo mai. Nell' Italia di oggi nessuno ha voglia di praticare del giornalismo investigativo su testate pesanti. Comunque, qualcosa si potrà intuire dall' atteggiamento della Rep di Calabresi nei confronti di due super big come Renzi e Marchionne. Sarà questo il vero banco di prova del figlio di Luigi Calabresi, il commissario dapprima linciato e poi assassinato con il consenso entusiasta di una quota rilevante della rossa borghesia italica. Accanto ai tre papi non bisogna dimenticare che il terzetto è in realtà un quartetto. Esiste infatti un pontefice che per il momento si astiene dall' apparire in pubblico, ma conta molto, come succede a tutti i proprietari di media. Winston Churchill era solito dire: «Io non parlo mai con i direttori dei giornali. Parlo soltanto con i loro padroni». Ma a questo punto esiste una domanda inevitabile: che padrone è, nel 2016, l' ingegner De Benedetti?

L'incognita ingegnere - Oggi è un signore che a novembre compirà 82 anni, ancora energico, volitivo, non alieno dai battibecchi, come ho constatato di persona. Ma sta attraversando una congiuntura sfavorevole. Si trova alle prese con una brutta faccenda: il processo per l' amianto all' Olivetti di Ivrea. La pubblica accusa di quel tribunale pare molto agguerrita. Per di più si muove sullo sfondo del processo torinese per l' amianto dell' Eternit, a Casale Monferrato. I giudici di Torino hanno comminato anni di carcere ai due ultimi proprietari di quella maledetta fabbrica della morte.

Una delle prove che attendono Calabresi sarà l' atteggiamento di Rep nei confronti del processo di Ivrea, se mai ci sarà. Sotto questi e altri chiari di luna, non risulterà facile per lui e i tre papi che lo affiancano. Ma siamo in tempo di guerra, come ci ricorda di continuo il papa vero, Bergoglio. Per di più, il destino di ciascuno di noi sta scritto nelle stelle. Dobbiamo affrontarlo con dignità, sapendo che nessuno può cambiarlo.

La Roma esonera Rudi Garcia: ritorna Luciano Spalletti

La Roma esonera Rudi Garcia: ritorna Luciano Spalletti




Addio Rudi Garcia: la Roma ha scelto il suo nuovo allenatore. È Luciano Spalletti, 56enne tecnico di Certaldo che torna nella Capitale dopo 6 anni. L'ex allenatore dello Zenit San Pietroburgo è sbarcato nella notte italiana a Miami, dove è stato accolto dal direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni e da Alex Zecca, socio e amico di James Pallotta. Poi l'incontro col presidente della Roma e il sì: per lui contratto di un anno e mezzo, fino al 2017, con opzione sulla stagione successiva. Il tecnico toscano dovrebbe rientrare a Roma domani in mattinata per dirigere il suo primo allenamento mentre oggi toccherà ad Alberto De Rossi, allenatore della Primavera, dirigere la seduta con Garcia atteso a Trigoria per svuotare l'armadietto. 

Ritorno al futuro - Spalletti ha già allenato la Roma dal 2005 al 2009, conquistando due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Durante la sua prima avventura in giallorosso chiude in campionato per tre volte al secondo posto oltre a centrare una qualificazione ai quarti di Champions League. Si dimette dopo le prime due giornate della stagione 2009-10 e pochi mesi dopo approda sulla panchina dello Zenit dove vince per due volte il campionato oltre a una Coppa di Russia e una Supercoppa russa prima dell'esonero nel marzo 2014. Ora il ritorno a Roma, con il titolo della società giallorossa in rialzo di 2 punti a Piazza Affari.

Finale in calando - Si chiude invece dopo due anni e mezzo l'esperienza romanista di Rudi Garcia, ingaggiato nell'estate 2013 dopo cinque stagioni al Lille. Con lui due secondi posti. Si attende il comunicato ufficiale della società.

La vendetta di Grillo dopo Quarto: l'attacco alla sorella di Renzi

La vendetta di Grillo dopo Quarto: l'attacco alla sorella del Premier Matteo Renzi




Dopo la "Quaterlo" a 5 Stelle, Beppe  Grillo studia le contromosse e giura vendetta, promettendo ai suoi che sarà in prima linea per mettere in difficoltà il Pd. Oggi a sorpresa  al Pitti di Firenze, dove era già stato due anni fa, anelle prossime settimane il leader M5S preparerà dei blitz’ con i suoi parlamentari nei comuni dove eletti del Pd  risultano indagati o rinviati a giudizio. "Gli daremo filo da torcere - ha detto il leader M5S ai suoi - E io sarò con voi, davanti alle telecamere, a chiedere le dimissioni di un branco di ipocriti. Nei comuni, sotto la sede dei municipi, delle Regioni... tanto di indagati il Pd ne ha dappertutto e ogni giorno ne spunta uno  nuovo». Il leader ’un pò stanchinò, ora alle prese con il nuovo tour nei teatri, troverà spazio tra un impegno e l’altro, metterà da parte  ogni presunta pigrizia per dare la caccia al Pd e marcare la  differenza. Perché per Grillo, «la patente dell’onestà al M5S non la  toglie nessuno».

La sorella di Renzi - "Cè un caso spinoso in casa Pd che riguarda anche la sorella del Bomba, Benedetta Renzi, che è assessore a Castenaso dove il sindaco Pd Stefano Sermenghi, renziano di ferro, è sotto indagine da settembre per minacce nei confronti del sindaco anti-cemento di San Lazzaro di Savena (Bologna) Isabella Conti, anche lei Pd". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog dove torna sui casi degli esponenti Pd indagati e ironizza: "Sermenghi dimettiti o #TiMandiamoLaPicierno". "La Conti ha bloccato con il voto favorevole dei consiglieri comunali MoVimento 5 Stelle una cementificazione da 300 milioni di euro e denunciato in Procura le pressioni contro di lei di coop rosse e politici per la sua decisione" riporta il blog che aggiunge: "L'assessore Benedetta Renzi difende a spada tratta il sindaco indagato di minacce". "Il Pd nazionale non chiede le dimissioni all'ennesimo sindaco indagato (per di più per minacce) solo perché uno degli assessori è la sorella del premier?" chiede Grillo secondo il quale: "Su queste vicenda pesano come macigni le parole di don Luigi Ciotti, presidente di Libera che dichiarò"'Anche a Bologna un sistema come quello mafioso' ". Per questo come 5 Stelle "chiediamo un atto di coerenza per il sindaco di Castenaso!".

2016 catastrofico: vendete tutto Allarme dalla City: peggio del 2008

GLI ECONOMISTI: VENDETE TUTTO L'allarme: "Sarà un anno catastrofico"




Un grido d'allarme. Una profezia nerissima quella lanciata sul Guardian dagli analisti di Royal Bank of Scotland che, senza mezze  parole, che il 1016 sarà un anno catastrofico. "Vendete tutto, a parte i titoli sicuri come i buoni del tesoro più affidabili".  In una nota la banca ha messo in guardia i propri clienti spiegando che è in arrivo "un anno catastrofico", con i listini che cadranno fino al 20% e il petrolio che scenderà fino a 16 dollari al barile. Per questo bisogna attrezzarsi per tempo: "Non si tratta di rendimento sul capitale investito, ma di rientro del proprio capitale.

Un altro allarme - In una sala affollata, le uscite di emergenza sono strette". Parole durissime che lasciano poche speranze anche da parte dell'analista di Société Générale Albert Edwards: ""La crisi finanziaria si sta risvegliando . Sarà grave come quella del 2009-2009, ed è destinata ad essere molto brutta", ha spiegato in una conferenza tra analisti martedì a Londra. In effetti l'andamento dei primi giorni dell'anno non lasciano ben sperare: con la caduta della Borsa nei primi giorni e il petrolio che registra nuovi minimi.  E la crisi rischia di colpire duramente anche il nostro Continente: "Se l'economia tornerà in recessione sarà la fine per l'Eurozona", ha avvertito Edwards

Renzi vuole cambiare nome al Pd Ecco come chiamerà il partito

Renzi cambia il nome al Pd: si chiamerà "Democratici"




Sarà solo questione di parole, oppure no. Fatto sta che il "partito" sparisce. Quello "democratico". Roba vecchia, da cassettone della repubblica. Almeno, così sembra pensarla il premier Matteo Renzi secondo quanto riporta il sito affaritaliani.it. Che rivela come imminente un completo restyling del Pd, al quale Renzi vorrebbe mettere mano subito dopo il referendum sulle riforme costituzionali del prossimo autunno. Obiettivo sono le elezioni politiche che potrebbero tenersi con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, prevista nel 2018, proprio per poter "incassare" (almeno questa sarebbe l'intenzione del premier) il successo nel referendum.

Sarà un restyling del nome, con "Democratici" (senza la "i") che prenderà il posto di "Partito democratico". E di simbolo, con una grande "D" rossa (il colore resta, almeno per il momento, ancora quello) a dominare lo sfondo bianco. In Democratici - molto probabilmente - entreranno anche le formazioni centriste che non hanno alcuna chance con la nuova legge elettorale e quindi Area Popolare, Scelta Civica, il gruppo Ala di Denis Verdini e forse anche l'Italia dei Valori. Accantonata, quindi, l'idea del Partito della Nazione, anche per evitare l'acronimo PdN che suona con quella "N" piuttosto respingente.

mercoledì 13 gennaio 2016

Latorre resta in Italia (per ora) Ma sui marò l'India ci minaccia

Marò, la Corte suprema indiana: Latorre può restare in Italia fino ad aprile




Il marò Massimiliano Latorre potrà restare in Italia altri tre mesi, fino ad aprile, per riprendersi dall'intervento al cuore seguito ad un ictus che lo aveva colpito lo scorso anno. Lo ha deciso la Corte suprema indiana, secondo quanto scrive l'Hindustan Times. Latorre sarebbe dovuto rientrare in India tra due giorni, ma i suoi legali, riferisce il giornale, hanno chiesto alla Corte una estensione del periodo di permanenza in Italia per via delle sue condizioni di salute. "Considerando il fatto che il governo indiano non ha obiezioni - ha detto il giudice - è concessa a Latorre un'estensione di tre mesi per fare rientro in India". Lo stesso giudice ha fatto sapere che l'ambasciatore italiano in India dovrà firmare un documento nel quale assicura che il marò tornerà a Nuova Delhi in aprile.

Il Festival di Sanremo più gay di sempre Ecco tutti gli idoli omosex sul palco

Il Festival di Sanremo più gay della storia: ecco tutti gli idoli omosex sul palco




Tiziano Ferro, Cristina D'Avena, Patty Pravo, Arisa fra i cantanti che si esibiranno e Gabriel Garko sul palco, affianco al presentatore Carlo Conti e alle due vallette Madalina Ghenea e Virginia Raffaele: il prossimo Festival di Sanremo sarà il più gay friendly della storia del programma. Tutti gli ospiti infatti sono considerati dalla comunità omosessuale italiana come icone gay. 

Come nota anche Selvaggia Lucarelli sul Fatto quotidiano, "mentre in Parlamento sono ancora lì a capire cosa fare di unioni civili e matrimoni gay, tu (Carlo Conti, ndr) hai già attuato le tue riforme. A Sanremo, quest'anno, ci sono più gay che garofani, per cui è evidente che a questo paese resta solo una soluzione: nel 2017, toglierti da Sanremo e metterti al posto di Alfano". 

MELONI, LO SCHIAFFONE "Renzi, sai che cosa devi fare coi rolex degli arabi?"

Giorgia Meloni, schiaffo in piena faccia a Renzi: la protesta davanti a Palazzo Chigi




"Noi dal mondo islamico non vogliamo regali e orologi di lusso, ma solamente rispetto e sicurezza per le nostre donne". Per questo motivo Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia hanno organizzato un flash mob davanti a Palazzo Chigi: uno schiaffo dritto in faccia al premier Matteo Renzi, su cui pendono due "capi d'accusa". "È vergognoso che dal governo italiano non sia arrivata una parola di condanna dei fatti di Colonia e sulle centinaia di donne tedesche molestate da immigrati e profughi durante la notte di Capodanno - spiega la Meloni -. Siamo qui per denunciare il silenzio assordante delle donne della maggioranza, dei comitati di Se non ora quando e di tutti quelli che in questi decenni hanno fatto finta di difendere i diritti delle donne". C'è poi l'altra questione, imbarazzante, scoppiata nell'ultima settimana: "L'unica cosa che ha saputo fare Renzi in questi giorni è andare in Arabia Saudita e farsi regalare dei Rolex che non avrebbe potuto prendere. Chiediamo a Palazzo Chigi di vendere quegli orologi e di dare il ricavato in beneficenza alle associazioni che si battono contro la violenza sulle donne".

Caivano (Na): Esclusiva Intervista al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli

Caivano (Na): Esclusiva il Notiziario Intervista al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli


Intervista a cura di Gaetano Daniele


Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia


Consigliere Ponticelli, il Partito Democratico, prende spunto da una missiva protocollata dai consiglieri di Forza Italia dove appunto, si invita il Sindaco Simone Monopoli a ripristinare la legalità a Caivano. Cosa ne pensa?

Il Partito Democratico si è affidato all'On. Manfredi, che appunto, prende spunto da una lettera protocollata da noi consiglieri comunali di Forza Italia, in un contesto diverso e, in una chiave di lettura completamente opposta da come è stata interpretata dal Partito Democratico locale che, nelle passate amministrazioni di centrosinistra, non solo non sono riusciti ad effettuate gare d'appalto serie, ma non sono nemmeno riusciti ad indire una vera e propria gara d'appalto sui rifiuti, e non mi pare di aver letto di qualche interrogazione Parlamentare. 

Consigliere Ponticelli, Lei, il suo Partito, Forza Italia, temete qualcosa? 

Assolutamente no. Anzi, se dovesse arrivare qualche verifica, aldilà che siamo insediati da poco più di sei mesi, appunto, non farebbero altro che riscontrare molte illegittimità in vari settori, tutti atti varati dalle passate amministrazioni che ha visto appunto, primo attore il Partito Democratico, nonostante negli ultimi anni non riesce più a vincere le elezioni amministrative. 

Consigliere Ponticelli, sta dicendo che il Partito Democratico non è credibile? 

Si. Non è credibile. Manfredi è notoriamente una persona perbene ed un politico preparato, ma in questo caso è stato indotto in errore dai compagni locali, che pensa che col fango, con le offese e con le strumentalizzazioni possono impedire la rivoluzione che l'amministrazione, in primis tutti noi consiglieri comunali, stiamo garantendo al Paese, rompendo quel muro d'omertà che in alcuni settori ne faceva da padrona, ovviamente, nell'esclusivo interesse di pochi e non della collettività. 

Consigliere Ponticelli, oltre al Partito Democratico, con quale occhio vede le opposizioni? 

Fino a quando le opposizioni viaggeranno su questi itinerari dormiremo sonni tranquilli. Anche perchè possono ordire tutte le manovre che vogliono, alla fine si va sempre alle elezioni e i cittadini sanno bene chi sono i mercanti e chi lavora nell'interesse del Paese. I mercanti e i portatori di odio non vinceranno mai. La città ci segue e li ha abbandonati dopo che li ha visti all'opera. E il bello deve ancora venire: prima dell'estate faremo un bilancio dell'amministrazione e parleremo direttamente alla città delle cose fatte. Magari, inviteremo alla manifestazione anche il Parlamentare del Pd, Manfredi, per fargli capire atti alla mano come e dove abbiamo ripristinato la legalità, e come e dove siamo riusciti a garantire il primato nell'esclusivo interesse dei caivanesi, e non su quello di parte, a differenza di quanto avveniva durante le amministrazioni di centrosinistra che vedevano il Pd in prima fila nonostante da anni, e non è un caso, i compagni, come ricordavo poc'anzi, sono sistematicamente bocciati dall'elettorato, collezionando fallimenti su fallimenti. 

Terremoto a Mediaset: non solo Isola La Ventura si pappa un altro format

Terremoto a Mediaset: non solo Isola per Simona Ventura, la conduttrice si pappa un altro format stellare




Super Simo senza limiti. Simona Ventura, oltre a partecipare come concorrente alla prossima Isola dei famosi, al via a fine febbraio su Canale 5, dovrebbe raddoppiare sulle reti Mediaset. Lo sussurra il sito Tremenza.it. Pare che la tv del Biscione abbia promesso a Simona la conduzione del Grande Fratello Vip, il reality show in cantiere a Cologno Monzese. La mossa non farebbe piacere a tutti, in quel di Mediaset, ma tant'è. Intanto, pare che la produzione dell'Isola abbia scritturato altri due nomi vip: Monica Setta e Pamela Prati

Belen, sfogo dopo il divorzio: "Triste e molto provata". Ma è in arrivo un colpo di scena...

Belen, straziante sfogo dopo il divorzio: "Sono triste e molto provata", ma arriva un colpo di scena




«Sono triste e molto provata da quello che sta succedendo». Queste le parole di Belen Rodriguez sul numero di Chi in edicola da mercoledì 13 gennaio. La showgirl parla per la prima volta della separazione dal marito, Stefano De Martino, ballerino di Amici, dal quale ha avuto il figlio Santiago. «Per me la famiglia è importante, farò qualsiasi cosa per il bene di mio figlio», aggiunge la showgirl. «Lo so, non è facile stare con me», spiega Belen, che è reduce da una vacanza alle Mariutius, come si vede nel servizio fotografico esclusivo pubblicato da Chi, quando cerca di spiegare i motivi della crisi. Non c’entrano terze persone (la ballerina Elena D’Amario e Marco Borriello) ma i soliti problemi: da un lato De Martino si sente schiacciato dall’immagine di Belen; dall’altro la showgirl argentina, che è molto passionale, è anche molto esigente, come ha rivelato in passato: «Pretendo tanto, voglio sempre il fuoco e, quando la fiamma si abbassa, divento una rompipalle».

Lei e De Martino non si sono visti per mesi, da quando lui si è trasferito a Roma per il programma di Maria De Filippi. Ma la scorsa domenica sera, come documenta il settimanale diretto da Alfonso Signorini, c’è stato l’incontro: Stefano è salito a casa di Belen e Santiago e si è trattenuto per alcune ore, per far sentire al piccolo aria di famiglia. Poi è ripartito per Roma. Presto la Rodriguez e De Martino saranno nello stesso studio per il programma di Maria De Filippi Piccoli giganti. Proprio la conduttrice, regina di C’è posta per te,  sta cercando di mettere pace nella coppia. Siamo certi che ci riuscirà.

NELLA TERRA DELL'ISIS All'alba scatta il blitz segreto Così l'Italia sbarca in Libia

Missione italiana in Libia: un C-130 preleva 15 soldati feriti




Il blitz è avvenuto nel segreto più totale e il governo ne ha data notizia solo a cose avvenute, quando tutto era andato per il verso giusto. L'altro ieri, alle prime luci dell'alba, un C-130 della nostra Aeronautica militare si è alzato in volo dall'aeroporto di Pratica di Mare. Si è trattato della prima missione in Libia di un paese della comunità internazionale dai tempi dei blitz dei caccia che poi portarono alla caduta del regime di Gheddafi e alla morte del Raìs. Obiettivo, soccorrere 15 feriti, tutti delle tribù di Misurata, vittime dell' attacco terroristico dell' Isis a una scuola di polizia a Zlitan, un paese satellite di Misurata. A bordo del C-13 venti fra medici e infermieri oltre al personale di sicurezza del Ministro dell' Interno. Alle 9.30 l' aereo è atterrato sulla pista dell' aeroporto di Misurata, atteso da un corteo di ambulanze e mezzi ospedalieri.

A richiedere l'intervento italiano era stato, due giorni prima, il premier incaricato a capo del Consiglio Presidenziale, Faiez al Sarraj, con una lettera formale a Palazzo Chigi. Il convoglio con i nostri medici, raggiunto l' ospedale di Misurata, ha prelevato i quindici feriti in grado di poter affrontare il viaggio e quindi ha fatto ritorno in aeroporto. Il velivolo della Difesa con gli ospiti libici a bordo è quindi atterrato verso le 14 a Roma-Ciampino. I feriti sono stati portati all'ospedale militare del Celio, a Roma. Due  nel reparto di medicina intensiva, in prognosi riservata. Gli altri tredici, con fratture agli arti, ferite all' addome, e più in generale lesioni da scoppio, sono stati ricoverati in reparti ordinari del nosocomio.

Prima il boato, poi 50 metri di neve Paura nel paradiso alpino dei vip

Enorme valanga investe Cervinia




Momenti di paura ieri a Cervinia. La nota località sciistica valdostana, intorno alle 12.30, è stata investita da una enorme valanga che si è staccata centinaia di metri più a monte, nella zona delle Grandes Murailles. Giunta sul fondo valle, ha provocato un enorme soffio che ha avvolto il piccolo paese valdostano. La consistenza della neve, per fortuna molto farinosa, non ha provocato danni nè feriti o vittime.

Guidare senza patente non è più reato La mossa del governo: cosa cambia

Guidare senza patente non sarà più reato: le nuove sanzioni




Guidare senza patente non sarà più reato. Lo stabilisce lo schema di decreto legislativo trasmesso il 17 novembre scorso alla Camera per l'approvazione parlamentare. Come riferisce Quattroruote.it, la novità riguarda anche le patenti revocate o non rinnovate per mancanza dei requisiti fisici o psichici e rientra nella depenalizzazione dei reati attualmente punibili con la sola pena della multa o dell'ammenda, come previsto dalla legge 67/2014.

La nuova sanzione - Tra questi reati c'è la guida senza patente, prevista dall'articolo 116 del Codice della strada e sanzionata con ammenda da 2.257 a 9.032 euro (con arresto fino a un anno in caso di recidiva nel biennio). Quando entrerà in vigore il decreto legislativo, l'ammenda verrà sostituita da una sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 euro.

martedì 12 gennaio 2016

La Camorra vuole il Pd: l'intercettazione-verità

La Camorra vuole il Pd: l'intercettazione della vergogna




Le carte dell'inchiesta sul comune di Quarto per voto di scambio sta portando ripercussioni politiche non solo nel Movimento Cinquestelle che rischia di implodere per il coinvolgimento di un consigliere comunale accusato di essere stato sostenuto da imprenditori vicini alla Camorra. Ad essere travolto dallo scandalo è anche il Partito democratico, ritenuto come scelta privilegiata dei gruppi di malaffare locali. Lo conferma l'intercettazione tra il figlio di un imprenditore indagato Alfonso Cesarano, Giacomo, con il suo dipendente Biagio. Nelle ultime 150 carte depositate dal pm Henry John Woodcock sull'inchiesta emerge che a lui Cesarano jr dice chiaramente: "Ferro stava con il Pd, però... questo De Robbio noi abbiamo fatto l'accordo con lui, 'e capito? Ci siamo seduti al tavolo, papà, Mario Ferro, De Robbio e hanno parlato, hanno concordato, gli abbiamo detto che gli avremmo dato una mano hai capito?".

Kamikaze tra i turisti, dieci morti Panico a Istanbul, sospetto: "È l'Isis"

Istanbul, forte esplosione in centro: vittime




Una forte esplosione a Istanbul, in una piazza centrale della zona turistica di Sultanahmet, avrebbe provocato diverse vittime, almeno dieci. Testimoni citati dai media locali parlano di una fortissima esplosione e un video della Cnn turca mostra ambulanze e polizia che accorrono sul posto. L'intera zona è stata transennata. Ancora da accertare le cause dell'esplosione. Secondo le prime informazioni si sarebbe trattato di un attacco kamikaze. 

Sarebbero rimasti feriti nell'attentato tre turisti tedeschi e un numero non precisato di norvegesi. Lo ha riferito l'agenzia di stampa turca Dogan, mentre CnnTurk ha fatto sapere che altre persone ferite sono in condizioni critiche e che quindi il numero delle vittime sembra destinato ad aumentare. L'ufficio del governatore ha dato notizia di 10 morti e 15 feriti.  

Secondo fonti della sicurezza turche, è probabile che l'esplosione sia stata causata da un attentatore suicida dello Stato islamico. Lo ha riferito il quotidiano Hurriyet. Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, ha poi comunicato ufficialmente che l'esplosione è stata causata da un "terrorista suicida di origine siriana".

Sì della Camera alla riforma del Senato: cosa succede ora

Riforme costituzionali, con 367 sì la Camera approva il ddl Boschi




L’Aula di Montecitorio ha approvato il ddl riforme costituzionali con 367 sì, 194 voti contrari e 5 astenuti. Con l’approvazione di oggi del ddl Boschi, senza modifiche al testo rispetto al provvedimento licenziato lo scorso ottobre a Palazzo Madama, le riforme costituzionali si apprestano a compiere l’ultimo passaggio parlamentare. Il ddl, infatti, ha oggi ottenuto la prima delle due votazioni conformi. Ora, il testo del ddl dovrà passare nuovamente al vaglio del Senato per poi tornare alla Camera per la votazione finale.

Delirio a Napoli per la promessa di Maradona: "Cosa faccio se Sarri vince lo scudetto"

Delirio a Napoli per la promessa di Maradona: "Cosa faccio se Sarri vince lo scudetto"




Zitti tutti, parla Diego Armando Maradona. Il Napoli si laurea campione d'inverno, e il Pibe De Oro spiega: "L'avversario da battere per lo scudetto resta la Juve". Dunque, la promessa: "Se vinciamo torno a festeggiare in città". Maradona, dunque, scalda l'ambiente partenopeo, e aggiunge: "Se Napoli è felice, lo sono anche io. Mi fa molto piacere che gli azzurri abbiano raggiunto il primo posto a fine del girone d'andata. Il ritorno di Reina - aggiunge parlando al portale Canchallena - è stato importante, e poi Koulibaly e Albiol stanno facendo un ottimo lavoro. Se il Napoli vince il tricolore - ribadisce - vengo in elicottero in città e festeggio come un tifoso". E pensare, che Maradona, a inizio stagione criticò mister Sarri (con il quale poi si scusò)...