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martedì 12 gennaio 2016

Socci: vi spiego che differenza c'è tra il Dio cattolico e quello di Bergoglio

Socci, vi spiego che differenza c'è tra il Dio cattolico e quello di Bergoglio


di Antonio Socci
@Antoniosocci1



Papa Bergoglio ha sicuramente grande stima e affezione a Gesù Cristo, ma sembra pensare che si possa fare meglio. Gesù ha cercato di convocare gli uomini attorno alla Verità e la Verità divide, smaschera la menzogna, costringe a cambiare, diventa segno di contraddizione e urta il potere che crocifigge la Verità sul Calvario. Invece Bergoglio ha pensato di dare al mondo il prodotto che il mondo chiede, per esempio sul matrimonio e i temi eticamente sensibili. Un cardinale all' uscita dal Conclave disse che «con Bergoglio non cambia il prodotto, ma solo la pubblicità». Ma presto si è dovuto ricredere.

C' è un prodotto diverso e Bergoglio stesso ne è il testimonial. Il suo cristianesimo non ha l' ambizione di convertire (non sia mai). Il papa argentino cerca semplicemente di raccogliere tutti attorno alla sua persona. Anche quelli delle altre religioni, come ha dimostrato nello sconcertante video dell' Epifania. Dove infatti egli afferma che tutti - anche buddisti o islamici - sono già «figli di Dio» senza bisogno del Battesimo, cioè senza bisogno di Gesù Cristo (invece nella dottrina cattolica tutti gli uomini sono creature di Dio chiamate alla salvezza, ma "figli di Dio" si diventa solo attraverso Cristo e il Battesimo).

Una recente copertina di Newsweek si chiedeva: «Is the Pope Catholic?» (Il Papa è cattolico?). Papa Bergoglio ha già risposto che «non esiste un Dio cattolico» (lo ha detto in un' intervista a Scalfari), aggiungendo, nella stessa intervista, che «ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e del Male» e quindi deve seguire «quello che lui pensa sia il Bene». Francesco evita più possibile i temi scomodi che dividono (come l' aborto) e cavalca i temi dell' ovvio dei popoli, come l' ambiente e il riscaldamento globale o la condanna dei politici e della corruzione.

Inoltre annuncia un Dio che perdona tutto e sempre "a prescindere" e "a priori", cosicché tutti si trovano giustificati nel loro modo di vivere senza bisogno di pentimento e di conversione: «Lui ti aspetta, così come tu sei, non come ti dicono "che si deve fare"» (Omelia dell' 8 gennaio).

A proposito di quei pastori della Chiesa che ancora «ti dicono che si deve fare» (cioè che ricordano la necessità del pentimento e la conversione), lui da tre anni provvede a rovesciare ogni giorno critiche su di loro, delegittimandoli agli occhi del mondo.

Così da quando è arrivato in Vaticano papa Bergoglio ha trasformato la Santa Sede: non più la roccia di difesa della fede cattolica (e dei cristiani), ma una macchina di esaltazione e di propaganda del mito planetario Giorgio Mario Bergoglio. In effetti è diventato una star che gareggia in popolarità con Steve Jobs, Shakira e la Ferrari. In Italia è un mito mediatico come Valentino Rossi, Checco Zalone o Belen.

È l' idolo di tutti i mangiapreti e di tutti i media laicisti, figurarsi di quelli clericali che, nei giorni scorsi, sono andati a contare i suoi "seguaci" sui social, non afferrando la differenza fra "followers" di Bergoglio e fedeli di Gesù Cristo. Così in Vaticano sono rimasti molto contrariati, per la pubblicazione, una settimana fa, dei numeri catastrofici i quali provano che, in questi tre anni, i lontani non si sono convertiti e i fedeli cattolici stanno sempre più fuggendo in massa da papa Bergoglio, perché il suo prodotto non corrisponde alla loro fede.

In Vaticano non possono gridare al complotto perché quei dati, ormai da anni, vengono resi noti dagli stessi uffici vaticani, quindi sono incontestabili. Allora, una settimana fa, membri dell' entourage bergogliano si sono precipitatati ad affermare che il crollo è dovuto alla paura del terrorismo dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi.

Argomento risibile. Perché il crollo non riguarda solo dicembre 2015, ma tutto il triennio di Bergoglio. Come ho scritto domenica scorsa, le presenze agli incontri col Papa nel 2015 sono crollate del 45 per cento rispetto al 2014 e sono addirittura dimezzate rispetto al 2013.

Gli ecclesiastici addetti alla propaganda hanno evocato le difficoltà create dai controlli della sicurezza, ma sfortunatamente sono appena usciti i dati sull' afflusso di turisti al Colosseo-Fori imperiali-Palatino e si è scoperto che nel 2015 è stata l' area archeologica più visitata del pianeta dopo la Grande Muraglia Cinese.

C' è stato infatti un record di presenze (+5,7 per cento rispetto al 2014) sebbene quei luoghi di Roma siano anch' essi bersagli del terrorismo e pure lì bisogna superare controlli e metal detector (e pure le proteste sindacali). Allora il partito bergogliano ha fatto sapere che la fede non si conta in numeri. Argomento giusto. Ma non funziona se hai capovolto il messaggio della Chiesa dicendo che così «l' uomo moderno» l' avrebbe finalmente accettato.

Nel 2014 stato c' è perfino il crollo della frequenza alla messa domenicale in Italia (mentre la popolarità mondana di Bergoglio toccava il picco). Così è stato mandato monsignor Fisichella ad almanaccare un po' per far dimenticare i dati catastrofici resi noti dalla Prefettura della Casa pontificia i quali dicevano che a dicembre 2015 si è registrato un crollo del 30 per cento nelle presenze di pellegrini agli incontri pubblici con Bergoglio, rispetto al dicembre 2014, nonostante fosse iniziato il Giubileo. Dunque Fisichella ha annunciato trionfale a "Repubblica" che a un mese dall' inizio dell' Anno Santo è stato registrato circa «un milione di presenze agli eventi giubilari». Il problema però è la fuga massiccia dagli incontri con Bergoglio. Non si può rispondere con i dati sui passaggi dalle Porte Sante, dove Bergoglio non c' è.

Infatti lo stesso Fisichella ha spiegato che la cifra di «un milione» di presenze «oltre agli appuntamenti solenni comprende in realtà anche il flusso dei pellegrini che ogni giorno hanno attraversato le Porte Sante, da San Pietro a Santa Maria Maggiore, da San Paolo fuori le Mura a San Giovanni in Laterano, fino a quella del santuario del Divino Amore aperta dal cardinale Vallini nel giorno dell' Epifania. Ed è per questo che i numeri si differenziano da quelli resi noti dalla Prefettura della casa pontificia». I cui dati si riferivano agli incontri dove era presente papa Bergoglio ed erano confrontati con dati omogenei. Oltretutto l' inizio del Giubileo, l' 8 dicembre 2015, avrebbe dovuto portare un fortissimo aumento di presenze anche agli incontri col papa che ha avuto un calendario fittissimo di 23 appuntamenti nel solo mese di dicembre. Invece è accaduto il contrario: un crollo del 30 per cento rispetto al dicembre 2014. Sono cifre catastrofiche per il partito bergogliano che qualcuno di loro relativizza facendo un confronto con gli anni di Benedetto XVI, ma qui entrano in gioco fattori diversi e occorrerebbe uno studio accurato. Il tema è il pontificato di Bergoglio. I fatti dicono che c' è stato un crollo dei pellegrini presenti agli incontri con lui dal 2013 al 2015. Come si spiega? Perché l' iniziale entusiasmo è poi diventato cocente delusione? Perché Bergoglio crea smarrimento tra i fedeli e non attira i lontani? Oltretutto anche il numero di pellegrini che hanno varcato la Porta Santa dovrebbe essere confrontato con i numeri dell' ultimo Anno Santo, quello del Duemila, ma - chissà perché - Fisichella non lo fa.

Infine Sandro Magister, il decano dei vaticanisti, ieri ha aggiunto un problema: ha pubblicato la testimonianza diretta di un autorevole confessore per capire «il reale "effetto Francesco" sulla vita religiosa con lo sguardo più ravvicinato e diretto del pastore d' anime, del confessore. Il quale scrive d' aver sperimentato durante questo pontificato non solo un ulteriore calo dell' accesso alla confessione sacramentale, ma anche uno scadimento della "qualità" delle confessioni stesse. Uno scadimento a cui non appare estraneo un utilizzo di certi detti di papa Jorge Mario Bergoglio che hanno avuto un enorme successo mediatico». Provocando però effetti disastrosi sulla vita spirituale e sulla Chiesa.

Guarda la follia erotica di Candice Swanepoel: nudo integrale (ma proprio integrale) sulla sabbia. Delirio in spiaggia

La follia erotica di Candice Swanepoel: nudo integrale (ma proprio integrale) sulla sabbia. Delirio in spiaggia / Guarda






Un buongiorno indimenticabile quello di Candice Swanepoel, che supera ogni aspettativa. L'angelo biondo di Victoria's Secret seduce tutti i suoi fan postando una foto di lei, tutta nuda, sulle spiagge del Costarica. Nudo integrale (ma integrale vero). Da brividi.

Checco Zalone umilia Verdone, la frecciata velenosa di Carlo, il tapiro a sorpresa. Il comico sbotta: "Dici ca..."

Checco Zalone umilia Carlo Verdone che lo aveva criticato: "Dici ca....e"




A Striscia la Notizia (Canale 5, ieri, ore 20.40) Checco Zalone riceve il Tapiro d’oro perché il suo film Quo Vado?, dopo dieci giorni nelle sale non ha ancora incassato 100 milioni di euro. Zalone, protagonista del film che a oggi ha incassato più di 50 milioni di euro, con aria affranta ha detto: «È dura. Stamattina mia figlia si è svegliata e mi ha sputato perché il mio film non ha fatto 100 milioni. Vuole essere figlia di Leonardo Di Caprio…». Ha poi aggiunto: «Questi soldi non sono i miei, tentano di darmeli, ma io li rifiuto. Io voglio vivere in povertà. Qualche soldino me lo danno, ma saranno anche fatti miei. Poi io sparisco, non faccio pubblicità, non faccio serate… diciamo che la pizza me la posso fare».

Riguardo alle critiche di Carlo Verdone al suo film, accusato di aver raggiunto un grande successo solo perché presente in più di 1.000 sale, ha commentato: «Ciao Carlo, ti stimo tantissimo, sei un grande maestro, però hai detto una ca...ata, perché se metti un film con Staffelli in 1.200 sale fai un flop».

Grillini: crollo nei sondaggi Cosa succede al ballottaggio

I 5 Stelle pagano il caso Quarto: giù di 1 punto




Il Movimento 5 Stelle paga il caso Quarto, quello della sindaca Capuozzo accusata di vicinanza ai clan. E lo paga salatissimo, visto che dopo mesi e mesi di sondaggi col segno positivo, lascia sul terreno un intero punto percentuale nel giro di un paio di settimane. A dirlo è il consueto sondaggio del lunedì realizzato da Emg per il Tg di La7, che confronta i dati odierni con quelli dell'ultima rilevazione effettuata prima delle vacanze natalizie, il 21 dicembre 2015. I grillini scendono dal 29,7 al 28,7% delle preferenze e quel calo, se si votasse oggi, gli costerebbe carissimo perchè significherebbe passare dal secondo al terzo posto tra le forze politiche del Paese, dietro al centrodestra e al Pd. Cosa che precluderebbe ai 5 Stelle l'accesso al ballottaggio che l'attuale legge elettorale in vigore (Italicum) prevede qualora al primo turno nessuna delle liste in lizza raggiunga il 40% prendendosi così il premio di maggioranza. Ballottaggio nel quale, se vi arrivassero, i grillini avrebbero la meglio sul Pd con un margine di quattro punti percentuali: 52% a 48%.

Crolla un'altra banca rossa Quanto ha perso e chi rischia

Mps crolla a Piazza Affari sotto la soglia di 1 euro per azione




Alla riapertura dei mercati borsistici dopo la scorsa settimana di profondo rosso, l'atteso rimbalzo delle borse mondiali non si è verificato. In negativo hanno chiuso le maggiori borse asiatiche, comprese quelle cinesi. E allo stesso modo hanno chiuso anche le principali europee: già Francoforte, Parigi, Londra e Madrid. E giù pure Piazza Affari a Milano, dove il calo è stato dell0 0,57%. Male gli assicurativi (generali) e i bancari, con il titolo di Monte Paschi di Siena che è sceso sotto la soglia di un euro per azione su nuovi minimi storici (ha chiuso in calo dell’11% a 0,925). Dopo l'asta di volatilità che l'aveva fermata per la prima volta sotto la soglia psicologica di un euro, Monte dei Paschi è rientrata agli scambi normali di Borsa ma non è riuscita a risalire. Sempre fortissime vendite anche su Carige, che è entrata ed uscita dall'asta di volatilità e ha chiuso in calo del 13% a 0,89 euro. Da inizio anno Carige ha perso in Borsa il 28 per cento.

lunedì 11 gennaio 2016

Caivano (Na): Rimpasto in Giunta Ecco le prime indiscrezioni

Caivano (Na): Rimpasto in Giunta Ecco le prime indiscrezioni




Proprio mentre scriviamo questo Post, le menti, i segretari di partito dell'attuale maggioranza Monopoli, stanno studiando chi inserire in Giunta. Rimpasti dovuti, considerato che l'attuale Sindaco Monopoli pur di partire col mandato, ha avviato una Giunta giovane, anzi, giovanissima, senza nessuna esperienza. 

In pole position, i socialisti del consigliere comunale Alibrico Giamante, che pur di garantire al ballottaggio la vittoria del Sindaco Monopoli, ha posto, come riportano le indiscrezioni, delle condizioni, una, potrebbe essere proprio un posto in Giunta. 

Insomma, a conti fatti, il primo cittadino, è costretto a mandare a casa almeno due figure, le voci, anche se si tratta di indiscrezioni, sono rivolte al Vicesindaco, Diana Bellastella, espressione Forzista. 

Facebook, ecco come vivere più felici: i sette amici che devi subito eliminare

Facebook, ecco come vivere più felici: i sette amici che devi subito cancellare




Alcuni studi dimostrano come la propria felicità possa dipendere anche dalle interazioni che si creano sui social network. Uno dei modi per allontanare quegli amici virtuali che "maltrattano la vostra felicità" è individuarli su Facebook ed eliminarli gradualmente. Ecco allora "un manuale" proposto dall'Huffington Post che vi permetterà di far chiarezza sulle loro posizioni: in sintesi, ecco quali amici devi eliminare per vivere più sereno.

Fanatico della politica - Al primo posto abbiamo colui che, senza che nessuno glielo chieda, si diverte a pubblicare status politici e alcune volte senza le giuste competenze.

Mr. Umor Nero - Nonostante a tutti capiti la giornata nera, lui è quello del "mai una gioia". E le ricerche ci dicono che lo stress è un'emozione contagiosa. Più allontanerete l'energia negativa dalla vostra vita - incluso il vostro feed di Facebook - più sarete felici.

Ex - Non importa che sia la vostra ex fidanzata o la vostra ex best friend. È un peccato sprecare energie per ciò che ormai rientra nella categoria del passato. All'inizio risulterà difficile, ma eliminarli dalle proprie cerchie online potrebbe essere la scelta migliore per il vostro benessere mentale. Se proprio vi risulterà difficile, allora nascondetela dal vostro newsfeed così non avrete più le loro news in primo piano.

L'erba sempre più verde - È il caso di smettere di paragonarsi agli altri, ma la cosa potrebbe risultare difficile dal momento in cui - com'è stato dimostrato da una ricerca fatta nel 2015 e riportata sull'Huffington Post - Facebook è addirittura in grado di scatenare sentimenti depressivi in seguito al confronto sociale. Se mai doveste sentirvi a disagio dopo aver visto le foto di fidanzamento di una vostra compagna di classe delle elementari - posto che siate praticamente delle estranee - potrebbe essere arrivato il momento di rimuoverla dalle vostre amicizie.

L'egocentrico - I loro post sono sempre dietro l'angolo. Cercano la vostra attenzione e quella di molti altri postando status strappalacrime. Senza troppe remore eliminateli subito.

Il vanaglorioso - È appena tornata da una vacanza ma è riuscita senza troppi sacrifici a consumare 865 calorie facendo esercizio in palestra. A voi toccherà sentirne parlare. Siete ancora disposti a leggerli? Traete pure le vostre considerazioni.

Chiunque vi faccia sentire male con voi stessi - Chiunque sia il protagonista di questa lunga serie, nessuno merita di farvi del male. È arrivato il momento di rivedere la "posizione" di alcuni vostri contatti Facebook.

Cicciolina: "Lavoravo per i servizi segreti. I potenti che ho sedotto e portato a letto"

Cicciolina, professione spia: "Per i servizi segreti ho sedotto politici e uomini d'affari"




Miss Ungheria a soli 13 anni, Ilona Staller, in arte Cicciolina, una delle pornostar più famose del mondo, si racconta al quotidiano Il Tempo. A 64 anni sta  lavorando a delle esposizioni artistiche intitolate Cicciolina Make Art The Artcore Diva, partecipa come madrina alle serate del Love tour 2016, sta lanciando sul mercato un profumo "Touch me Sensation". Spiega che la tv l'ha fatta fuori. Il motivo è da ricercare nel suo passato: da ragazza venne contattata dai servizi segreti ungheresi per diventare una spia ai danni di uomini d’affari stranieri. "Sì, da ragazza facevo la cameriera in un hotel di Budapest", racconta, "quando sono arrivati due agenti dei servizi segreti a chiedermi di sedurre i clienti segnalati, da politici a diplomatici occidentali. Dovevo andare in camera loro, farli parlare e fotografare le carte che trovavo nelle loro borse. A 18 anni ero già l'agente Katicabogar (coccinella, in ungherese), spia di businessmen arabi o di politici americani. Dietro i miei occhi truccatissimi c'è un'anima vera e sotto la coroncina di fiori una testa che non ha mai smesso di pensare".

Rai, l'ultima truffa: canone in bolletta? Rapina telefonica per avere informazioni

L'ultima truffa Rai: se vuoi informazioni sul canone, ti rapinano al telefono




Del canone Rai inserito nella bolletta elettrica, ad oggi, si sa con precisione soltanto una cosa: sarà il caos. Tra dubbi, conferme e smentite, il balzello pare già una nuova Imu: una tassa complessa, talmente complessa da essere quasi indecifrabile. E così, per sciogliere i nodi, Viale Mazzini ha deciso di introdurre un bel Call Center riservato al nuovo canone, al quale gli italiani possono rivolgersi per chiarirsi le idee sulla tassa la cui prima rata, di 70 euro, si dovrà pagare a luglio. E se c'è chi considera il canone Rai in bolletta una mezza truffa, la truffa vera è quella che si porta in dote proprio il Call Center Rai (raggiungibile al numero 199 123 999): il costo della chiamata è di 50 centesimi al minuto da telefono mobile. Una cifra assurda, sproporzionata, roba da televendite o linee telefoniche "peccaminose". Ma tant'è: per scoprire come dobbiamo pagare la Rai, la stessa Rai ci offre un servizio a peso d'oro.

È MORTO DAVID BOWIE Lutto nel mondo della musica: quella sua malattia taciuta

Lutto nel mondo della musica, è morto David Bowie




E' morto la leggenda della musica David Bowie. L'artista si è spento a 69 anni dopo aver combattuto per un anno e mezzo in segreto contro il cancro. Il suo portavoce ha dato l'annuncio questa mattina; "David Bowie è morto sereno, circondato dalla sua famiglia dopo una coraggiosa battaglia con il cancro. Chiediamo di rispettare la privacy della famiglia durante questo momento di dolore". 

Bowie, che ha creato il glam rock, era uscito la settimana scorsa, proprio il giorno del suo compleanno (l'8 gennaio) con un nuovo - e già leggendario - album "Blackstar". Da subito l'ultima sua opera è stata definita "il più grande capolavoro anti-pop di Bowie dagli anni '70... La sua più appagante deviazione dal fascino pop della leggenda del glam dopo Low del 1977". Persino i Rolling Stone hanno commentato: "E' molto strano e molto bello".

Caos-Pd, rivolta contro la Boschi: chi spara a zero contro il ministro

Caos-Pd, rivolta contro la Boschi: chi spara a zero contro il ministro




L'affare Banca Etruria non smette di turbare Maria Elena Boschi e il governo. Il ruolo di papà Boschi nell'istituto, infatti, sta spingendo il ministro ad esporsi: si pensi, per esempio, all'intervista di domenica concessa al Corriere della Sera. Per parare le critiche e le accuse, la Boschi si espone, insomma. Ma questa sua visibilità ha attirato anche le critiche di parte di quel Pd che, ad oggi, la aveva difesa in modo compatto. Per esempio ha parlato Miguel Gotor, uno dei leader dei dissidenti democratici, il quale ha puntato il dito contro la Boschi affermando che "dovrebbe mostrare più disinteresse". Una posizione, quella di Gotor, condivisa anche dagli altri esponenti della sua corrente: ora che il ministro è in difficoltà, chi nel Pd osteggia Matteo Renzi e il suo entourage, torna a farsi sentire.

A complicare ulteriormente il quadro, le rivelazioni di Libero: insieme a Luciano Nataloni, titolare di uno studio di commercialisti e che era anche nel cda di Etruria, avrebbe lavorato per un periodo anche il fratello del ministro Boschi, Emanuele, dopo aver lasciato Banca Etruria nell'aprile 2015. A destare sospetti e polemiche, il fatto che lo studio di Nataloni incassasse cospicue somme per delle consulenze proprio da parte di Banca Etruria nel momento in cui i risparmiatori stavano perdendo i loro risparmi.

Inps, il piano per il prepensionamento Boeri: come e chi lascia prima il lavoro

Pensioni ecco il piano dell'Inps per il prepensionamento




"Si può avere più flessibilità dall’Ue senza violare le regole dell’Unione, bisognerebbe però chiedere questa flessibilità per chiedere maggiore flessibilità nel prepensionamento, in uscita dal mondo del lavoro  "un passo che serve per ridurre la  disoccupazione giovanile". Lo ha affermato il presidente dell’Inps Tito Boeri, parlando a L’Intervista di Maria Latella su SkyTg24. "Le proposte che abbiamo fatto vanno in questa direzione. Andare un pò prima in pensione ma con qualche aggiustamento" ha evidenziato Boeri. Nell’immediato, ha aggiunto l’economista, ha dei costi per lo Stato ma nel medio termine no» è una soluzione che «non aumenta il debito pubblico. "Dare un pò di ossigeno all’economia, favorire l’occupazione giovanile" sono gli obiettivi di questa scelta, e, ha continuato Boeri, "abiamo verificato che nelle aziende private sono rimaste  persone non motivate, quindi aiutamoli a uscire gli over 55 anni con  un pò di penalizzazione".

Le buste arancioni - Sul mancato invio delle ’buste arancionì dell’Inps, quelle che consentivano ai cittadini di essere informati sulle previsioni di pensione, ci sono «voci che dicono che sia stato fatto perchè noi abbiamo proposto di tagliare i vitalizi. Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo». Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ospite a ’L’intervistà di Maria Latella su skytg24. Boeri ha precisato che per la spedizione di queste buste «noi non chiedevamo più soldi al Governo, chiedevamo solo di poter spostare delle somme all’interno del bilancio dell’Inps, visto che abbiamo una spesa contingentata per le spedizioni postali, e potevamo benissimo prelevarla da altri capitoli del nostro bilancio». Il risultato è che «chiedevamo questa flessibilità ma - ha ricordato Boeri
- per due volte qualcuno nel Parlamento ci ha fatto questo sgambetto di toglierci queste due righe dall’emendamento»

L'intervista - Panico in Borsa, ecco le dritte di Doris: "Cosa fare per non perdere tutto"

Ennio Doris, i consigli anti-crisi: "Niente panico, chi vende ora perde tutto"


Intervista a cura di Attilio Barbieri



Per la seconda volta nel giro di pochi giorni la Cina ha affossato i mercati finanziari di tutto il mondo. Era accaduto lunedì, quando l’indice della Borsa di Shanghai era arrivato a perdere il 7% ed è scattato lo stop alle contrattazioni. Il copione si è ripetuto giovedì. E si sono spente nuovamente le luci. Il risultato è stato identico: listini europei in profondo rosso, con Milano che ha perso quasi il 6% in una settimana. Colpita dalle vendite perfino Ferrari, ieri in calo del 3,25%. Una raffica di vendite ha affossato i bancari con Montepaschi in perdita del 6,24 da lunedì e Mediolanum addirittura oltre il 10% rispetto al valore del 30 dicembre. «I mercati sono entrati in una fase di correzione per una serie di ragioni. Alcune hanno una reale consistenza, altre invece sono soltanto delle scuse». A rispondere è proprio Ennio Doris, classe 1940, presidente e fondatore di Banca Mediolanum.

Cominciamo dalle scuse…

«Lo scoppio della bomba atomica in Corea del Nord che altro non è se non la polizza sulla vita per il regime di Pyongyang che vive fuori dal mondo e per sopravvivere deve tener chiuse le frontiere. Un'altra grande scusa è lo scontro fra Iran e Arabia Saudita: si tratta della stessa guerra di religione fra sunniti e sciiti scoppiata dopo la morte di Maometto. Ogni tanto attraversa periodi di maggiore virulenza, come ora». 

Ma col petrolio come la mettiamo? 

«Per il greggio il rischio è da sempre legato alla possibilità che i produttori tagliassero le forniture per asfissiare l'Occidente. Ma sta accadendo esattamente il contrario. C'è abbondanza di petrolio e alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, da consumatori si sono trasformati in produttori ed esportatori». 

Dunque l'unico vero rischio è la Cina? 

«Senza dubbio. Ma bisogna considerare che la seconda economia mondiale sta vivendo un cambiamento epocale. E in una prospettiva di medio termine sarà senza dubbio positivo: un'economia nata per l'esportazione e basata sul basso costo del lavoro si sta trasformando in un economia di consumo. Pian piano per la Cina i consumi interni stanno assumendo un’importanza fino a ieri sconosciuta. Milioni di consumatori si stanno affacciando sul mercato per la prima volta: un fenomeno positivo per l'Occidente. Difficile prevedere quanto possa durare questa fase di cambiamento. Ora siamo in mezzo al guado e la crisi trae origine anche da questo. Per noi è sono una questione di prospettiva». 

Prospettiva? In che senso? 

«È come se guardassimo a quel che sta accadendo con un occhio soltanto. Vediamo che il petrolio continua a scendere e che l’economia cinese non gira più come una volta e consuma meno materie prime. Sa invece cosa penso io? 

Ce lo dica… 

«Il greggio ai minimi degli ultimi dieci anni prepara la inevitabile fase di crescita successiva. Abbassandosi il costo del petrolio che è il vero carburante della ripresa, quando questa arriverà sarà forte. Gli investitori stanno riposizionandosi sui mercati per cogliere le opportunità di questo periodo e quelle del rimbalzo che arriverà. Molti vendono per essere liquidi e farsi trovare pronti a mettere i soldi dove si creeranno le occasioni con la svolta. Questa correzione è una grandissima opportunità per gli investitori». 

Occorrono però nervi saldi... 

«Sì, ma fino a un certo punto. Bisogna tener presenti due regole. Innanzitutto il denaro va investito a lungo termine. Attenzione poi a non concentrare tutte le risorse in un solo comparto produttivo o su un unico mercato. Dev’essere il contrario: massima diversificazione geografica e settoriale». 

E per chi avesse già investito? 

«I risparmiatori non possono comportarsi come i gradi investitori istituzionali che vendono e comperano in tutto il mondo. Se non sono sbilanciati verso una sola area o un unico settore non devono far altro che star fermi. Non fare nulla. Il vero rischio è muoversi nel momento sbagliato e amplificare perfino le perdite». 

Mediolanum ha chiuso dicembre con una raccolta netta da record, appena sotto il miliardo di euro ma il titolo in Borsa è fra quelli che hanno perso di più. Come lo spiega? 

«Quando un titolo fa tantissima strada è normale che sia fra i più venduti in una fase di riposizionamento come quella che stiamo attraversando».

domenica 10 gennaio 2016

Si chiama onda K, si legge disastro Così l'Italia tornerà in depressione

L'onda K travolgerà i sogni di ripresa e porterà altre tasse


di Carlo Cambi



Siamo in pieno inverno, ma il meteo non c' entra. Per Matteo Renzi si prospettano mesi durissimi, per gli italiani andrà ancora peggio. Non è questione di esser gufi, ma di guardare la realtà in faccia e non come fa il nostro premier che nasconde la polvere sotto il tappeto. Un esempio? Ce lo ha fornito il ragazzo di Pontassieve mentre scoppiava l' incendio cinese e si vantava dei dati sull' occupazione dicendo «il jobs act funziona, l' Italia è ripartita». Il punto è dove arriverà. Anche i dati dell' occupazione sono contraddittori: aumentano un po' gli occupati, ma s' ingrossa la massa degli inattivi. La verità per tattica, sciagurata, il premier non la dirà se non dopo che si sia tenuto il referendum istituzionale. Dunque in ottobre, ma è probabile che sia tardi ed è anzi possibile che alcuni dolorosissimi sacrifici siano richiesti già dalla Primavera. È bene che gli italiani se hanno due soldi li tengano stretti perché sul Paese sta per abbattersi una stangata che oscilla tra i 30 e i 40 miliardi. L' andamento a rilento dei saldi e l' inflazione inchiodata dimostrano peraltro che gli italiani non si fidano.

L' Italia rischia di affondare travolta dall' onda K. A comprovare che siamo nella fase di depressione secondaria ci sono i fatti di questi giorni, di queste ore. Chi conosce gli studi di Nikolaij Kondratiev (ce ne occuperemo più diffusamente) sa che esistono i cicli economici. Che il russo aveva distinto in quattro stagioni. L' inverno è la fase più acuta della depressione che al contrario delle altre stagioni (sviluppo, consolidamento, euforia finanziaria) ha una coda, appunto la depressione secondaria. Ebbene ci eravamo illusi nel 2008 che si fosse toccato il punto più basso dell' onda K.

Ma non abbiamo fatto i conti con la depressione secondaria. Ed è ragionevole ritenere che non prima del 2020 questa fase si esaurisca. Il fatto è che tutti gli indicatori di Kondratiev ora sono manifesti: bassa inflazione, interessi sul debito in calo, materie prime al minimo, surplus di liquidità. Secondo le analisi dei cicli precedenti l' esistenza di queste condizioni indica il caricamento della molla della ripresa. Ma oggi ci sono tre variabili ulteriori: la globalizzazione, l' instabilità del quadro politico internazionale, la cosiddetta curva del ciclo breve. In base a questa analisi a 9 trimestri di crescita ne seguono 3 di depressione. Mentre tutta Europa conosce da circa 9 trimestri una crescita (da quella impetuosa di Spagna e Irlanda a quella più contenuta di Germania e soprattutto Francia) l' Italia è il solo paese che ha avuto appena due trimestri di crescita. Abbiamo dunque agganciato non la fase ascendente, ma la coda della ripresa. A questo scenario va aggiunto che in Cina sta per esplodere la bolla immobiliare e che tuti i paesi emergenti sono in realtà in declino.

Il caso cinese rischia di essere drammatico per tre elementi: la Cina con la svalutazione dello yuan diventa ancora più competitiva e allo stesso tempo rischia di destabilizzare i mercati monetari, la Cina ha bisogno a questo punto di attrarre capitali, la Cina smetterà di comprare.

Ciò in Europa significherà che la Germania diverrà ancora più occhiuta nei conti interni all' Unione e ancora più aggressiva nelle politiche commerciali. A totale svantaggio dell' Italia. La cautela con cui la Banca Mondiale ha rivisto a ribasso le stime di crescita del Pil mondiale (2,9 con una contrazione dello 0,4% sulle precedenti previsioni) affermando che l' area Euro non andrà oltre l' 1,7% di crescita è un' ulteriore conferma dell' inverarsi dell' onda K. Quanto all' instabilità politica è inutile soffermarsi troppo: che l' Europa stia implodendo mentre i conflitti esplodono è cronaca quotidiana.

Date queste premesse l' Italia è il paese messo peggio di tutti e in questo quadro presenta a Bruxelles la legge di Stabilità. Anche se dovesse essere accettata è del tutto probabile che la previsione di crescita del Pil italiano all' 1,4% per quest' anno sia ampiamente sovrastimata. E allora? E allora scatterebbero le clausole di salvaguardia con aumento di Iva e accise (l' ammontare è appunto di 30 miliardi) ed immediato effetto depressivo sulla già flebile domanda interna. Non solo.

Nella manovra è prevista una riduzione del debito che però è in funzione della crescita. È di tutta evidenza che se salta la stima sul Pil sballano tutti i conti e dunque Renzi sarà costretto a rimetter mano al Fisco e al taglio dei servizi. Ed ecco che la batosta si avvia verso i 40 miliardi. Il premier sta solo cercando di comparsi tempo per non far coincidere il momento della verità con gli appuntamenti elettorali, mentre dovrebbe dire la verità al Paese e impostare una nuova politica economica a cominciare dalle ormai scomparse revisione della spesa.

Le uniche cose che Renzi e Padoan hanno fatto sono state stimolare la domanda con delle elemosine e giocare con i pesi fiscali. Un po' troppo poco per arginare l' onda K, ammesso che nel governo qualcuno sappia di che cosa parlava Nikolaij Kondratiev.

Tutti gli errori di Banca Etruria Maria Elena Boschi ora si confessa

Tutti gli errori di Banca Etruria. Maria Elena Boschi ora si confessa




Da quando è scoppiato anche sul fronte politico, oltre che giudiziario, il caso del crac di Banca Etruria, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi sembrava sparita dai radar mediatici di giornali e tv. Ora archiviate le feste natalizie, il ministro al centro delle polemiche per i sospetti sul padre Pierluigi, già vicepresidente dell'istituto di credito aretino commissariato, si difende dalle pagine del Corriere della sera dando la colpa ai palinsesti televisivi: "Sono sempre stata qui a lavorare - ha detto - In Parlamento e in consiglio dei ministri. Banalmente, ho fatto qualche giorno di vacanza in famiglia e qualche giorno fuori con gli amici, come tanti". Il ministro è anche sorpreso dei dubbi sollevati sulla sua temporanea scomparsa: "Sinceramente non so dove sia il problema. Hanno detto, come se fosse una notizia, che in questo periodo non sono stata in televisione, ma nelle festività natalizie non ci sono trasmissioni politiche". Le accuse più feroci sono arrivate da Movimento Cinquestelle, in particolare dal blog di Beppe Grillo che ha lanciato accuse sessiste contro la Boschi e la dem Pina Picierno: "Il suo è sembrato un diversivo - ha risposto il ministro - Attaccano me perché sono in imbarazzo per i fatti di Quarto, che sono fatti seri". Al diversivo risponde con un altro diversivo e insiste: "Grillo sottovaluta sia l'intelligenza degli italiani che la rabbia dei suoi militanti ed elettori. Io non credo che riuscirà a sviare l'attenzione da Quarto prendendosela con me".

Le accuse - Quando si è difesa in aula a Palazzo Madama contro la mozione di sfiducia dei grillini, la Boschi ha promesso che nel caso in cui le accuse fossero state provate, si sarebbe subito dimessa. Una posizione che ribadisce ancora oggi e difende gli interventi del suo governo nella vicenda che coinvolge la sua famiglia: "Siamo intervenuti per salvare un milione di correntisi di quattro banche, perché non c'è solo Banca Etruria, Mi fa un po' specie che siano degli ex ministri che ora ci spiegano autorevolmente che cosa dovremmo fare, ma che quando erano ai loro posti si sono dimenticati di intervenire - ha detto, riferendosi per esempio alle accuse dell'ex ministro Renato Brunetta - Magari se fossero intervenuti tempestivamente quando c'era la necessità di farlo, oggi non ci troveremmo a dover gestire l'emergenza".

Conflitto d'interessi - Il nodo però resta il legame inevitabile tra la famiglia del ministro Boschi e il crac della Banca Etruria: "L'ipotesi di un mio conflitto di interessi è a dir poco fantasiosa - ha ribadito con le stesse parole usate in Aula - Ed è un po' surreale che rispetto a questa vicenda molto complessa e articolata che riguarda la fase che sta vivendo il sistema bancario italiano, si parli solo ed esclusivamente di Banca Etruria, che, anche per le sue dimensioni, ha un ruolo molto circoscritto".

Dramma sulle Alpi: morti due italiani Travolti da una valanga, ci sono dispersi

Dramma sulle Alpi svizzere: morti due italiani. Travolti da una valanga, ci sono dispersi




Due alpinisti piemontesi della Val d'Ossola sono morti dopo essere stati travolti da una valanga in Svizzera, vicino il passo del Sempione, nel Canton Vallese. Ferito invece un terzo sciatore che è riuscito a segnalare l'incidente e allertare i soccorsi. Secondo la polizia svizzera, i tre stavano facendo un'escursione con pelli di foca. Le vittime sono Davide Battro, 21 anni, e Manuel Tavoro, 25 anni. Sul posto proseguono le ricerche per trovare altri escursionisti dispersi.

"Super-rottamazione" Fiat, basta la targa Quanto si paga in meno per l'auto nuova

Fiat, via alla "super-rottamazione": 2.000 euro per ogni auto con una targa




Basta una targa e una carta di circolazione per rottamare un'auto Fiat. A Torino la chiamano la "SuperRottamazione FCA, la più ampia della storia", ed è la nuova campagna di incentivi di Fiat-Chrysler: un gettone di 2.000 euro per veicoli a due, tre o quattro ruote di Fiat, Lancia, Alfa Romeo (MiTo e Giulietta) e Fiat Professional (con un incentivo massimo di 2.500 euro per i veicoli in pronta consegna). Lo sconto per chi rottamando la vecchia auto ne acquista una nuova vale sia per clienti privati sia per liberi professionisti ed aziende. In totale, come riporta Repubblica, si stima una platea di 20 milioni di auto in Italia.

L'esclusiva di Libero sui due marò: sono innocenti, ecco il documento

C'è la prova che i marò sono innocenti Il documento esclusivo di Libero


di Chiara Giannini 



A sparare ai due pescatori del Saint Antony non furono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: a confutare ogni dubbio arriva l'analisi, da parte del perito Luigi Di Stefano e dei suoi collaboratori, di Annex 3, ovvero il Charge Sheet, il documento finale inviato dagli inquirenti indiani alla magistratura di quel Paese e depositato all' Itlos (il Tribunale del mare di Amburgo) e che riepiloga fatti e rilievi relativi al caso che coinvolge i due fucilieri di Marina. Un documento di cui la corte che si riunirà all' Aja dovrà tener conto e dal quale appare chiaro un fatto: New Delhi nasconde la verità, ovvero che un ruolo chiave nella vicenda l' ha avuta la nave greca Olympic Flair.

Il raffronto del diario di bordo redatto dal comandante della nave italiana con le dichiarazioni e i rilievi della posizione della nave greca consente di affermare con certezza che non solo i greci mentono, ma che l' India fosse a conoscenza di tutta la questione. Partendo dal presupposto che le due petroliere sono così simili da poter essere confuse, dalla documentazione risulta che la Olympic Flair, il 15 febbraio 2012, denunciò un attacco pirata messo in atto da due imbarcazioni. La denuncia è riportata dall' International maritime organization, ovvero l' ente che registra tutti gli attacchi di pirateria. Dal documento risulta che alle 16.50 UTC (le 22.20 ora locale) in posizione 9:57N - 076:02E, la nave era ancorata «a circa 2.5 miglia a sud del terminale petrolifero di Kochi, India». Ad attaccare furono circa «20 briganti su due imbarcazioni. I pirati desistevano sia per l' allarme sia per la partenza della petroliera».

Come si ricorderà, la Lexie, peraltro vuota e che procedeva a velocità di crociera, fu assalita da un solo barchino pirata e fu necessario sparare colpi in acqua per far desistere i malviventi, mentre chi era a bordo della nave greca, con carico e ancorata, dichiarò di aver usato solo gli idranti per far fuggire i malintenzionati. Ed ecco il primo punto che desta non pochi dubbi: i greci inizialmente negarono i fatti, ma poi li ammisero anche intervistati dai media italiani, dichiarando a quel punto che sulla loro petroliera c' erano alcuni contractors. Di questo attacco pirata sul documento presentato all' Itlos non c' è traccia.

In realtà la Guardia costiera indiana era a conoscenza dell' accaduto, visto che sul diario di bordo della Enrica Lexie, redatto dal comandante Umberto Vitelli, nelle sue funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria, sono riportati. Fu proprio la Guardia costiera ad avvertire Vitelli dell' attacco alle 18.30, ben 4 ore prima rispetto all' orario poi dichiarato dal personale della petroliera greca. Anche perché i militari indiani dichiararono di aver sequestrato le due barche pirata. Al momento dell' approdo del Saint Antony, peraltro, l' armatore Freddy Bosco dichiarò alla tv locale del Kerala Venad News di aver sentito «un rumore enorme». Un rumore non certo imputabile a un colpo di fucile calibro 5.56 che in mare aperto a 100-200 metri di distanza forse non è neanche udibile, ma ai razzi a mano usati dai contractors della Diaplous. Il punto principale, però è il seguente: la Olympic Flair non poteva essere a 2,5 miglia a sud del terminale petrolifero di Kochi perché all' ora del presunto attacco a due miglia di distanza si trovava ancorata la Enrica Lexie, scortata dai guardacoste Lakghinbai e Samar e in volo c' era il Dornier, un aereo della Guardia costiera indiana. Come è possibile che i pirati abbiano deciso di attaccare una nave con tanti militari attorno? E come è possibile che dalla Lexie nessuno si sia accorto di niente? Forse perché la Olympic Flair alle 22.20 non era dove dichiarato, ma come è possibile rilevare dai dati del sistema Ais, più volte spento e riacceso, altrove.

Renzi, piano per tornare alle urne Perché e quando vuole cadere

Il piano di Renzi per tornare alle urne. Perché e quando vuole cadere


Il piano di Renzi per tornare alle urne. Perché e quando vuole cadere

L'obiettivo di Matteo Renzi è incassare nel più breve tempo possibile le due riforme a cui più tiene, quella sulla legge elettorale e il Ddl Boschi sul Senato, così da anticipare il voto previsto per il 2018. Una mossa alla Tsipras nella quale il premier crede molto, secondo il retroscena illustrato da Repubblica, che prevede una road map serrata fino ad aprile con la maggioranza blindata: "Voglio il voto finale sulle riforme entro aprile, l'11" riporta il giornale di Ezio Mauro. Da quel momento la corsa politica del governo sarebbe tutta concentrata sulla campagna per il referendum confermativo di ottobre e subito dopo il congresso Pd per nominare il successore del segretario Renzi o la sua conferma.

Il referendum - Archiviato il voto di giugno, probabilmente il 12, per le amministrative, che Renzi dà per scontato di stravincere, il suo obiettivo sarà trasformare il referendum sulla riforma del Senato in un plebiscito sul suo governo, anzi su se stesso. Scelta comoda, visto che la consultazione non prevede quorum e quindi non può fallire. Il risultato secondo le previsioni dei renziani sarà un bagno di voti che promuoveranno il leader in carica che a quel punto proverà a monetizzare il consenso facendo cadere il governo e andando ad elezioni anticipate nel 2017 per fare l'asso pigliatutto. Da Palazzo Chigi mascherano l'ottimismo sulla buona riuscita del piano renziano: "Ci sarà da sudare, avremo tutti contro, ma da una parte ci saremo noi, il partito del cambiamento - avrebbe detto Renzi secondo Repubblica - dall'altro loro, i difensori della casta, e gli italiani non avranno dubbi".

Rimpastino - Per blindare la maggioranza, Renzi riempirà le caselle vacanti nel governo nelle prossime settimane. C'è quella per gli Affari regionali che dovrebbe spettare a Ncd, che sembra caldeggiare da tempo il nome di Dorina Bianchi. Ma nelle ultime ore sarebbero spuntati almeno due concorrenti: uno è il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa, l'altro è il nome preferito da Angelino Alfano, l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.

sabato 9 gennaio 2016

L'artiglieria pesante del Cav: Mara Venier, Giletti e Gerry Scotti, ecco dove li candida

Il piano di Silvio su Venier, Giletti e Scotti. Ecco dove li vuole candidare


di Paolo Emilio Russo



Il «nucleo» del listone devono essere Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d' Italia, ma tutti e tre i leader sanno che è necessario uno «scatto», bisogna attingere a risorse nuove, volti diversi. «Gli elettori odiano i politici, li vivono come un problema e, purtroppo, dopo venti anni, anche io ormai sono vissuto come un politico...», si è lamentato ancora pochi giorni fa Silvio Berlusconi, parlando con un big azzurro. Per questa ragione lui, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono impegnati - tramite i coordinatori regionali l' ex premier, direttamente gli altri due - a coinvolgere nuove persone.

«Rinnoveremo il partito, ma Fi non rottama nessuno perchè tutti i professionisti se ne sono andati», ha confermato, con annessa rassicurazione ai suoi "quadri", nel corso di un collegamento telefonico con Telerama. «Io sono incandidabile e ineleggibile a seguito di una sentenza politica», ammette l' ex premier, che voleva «aspettare la sentenza della Corte dei diritti dell' uomo prima di ritornare in campo», ma nota che «stava passando troppo tempo», e che «i sondaggi andavano male». Il Cavaliere non si ritirerà prima di avere costruito "altro": «Credo che sia mio dovere mettermi a disposizione ancora per riportare Fi a un buon risultato in modo che insieme con altri partiti del centrodestra possa superare il 40% al primo turno, cosa che non riuscirà al Pd e a Grillo».

Il presidente forzista sta facendo scouting nel mondo dello spettacolo e della tv, il leader del Carroccio tra gli economisti antieuro, gli ex an in ambienti che si erano interessati al Movimento 5 stelle. Qualche nome? Il Cavaliere parla in continuazione dell' ex generale dei Carabinieri Leonardo Gallitello e poi sta facendo pressing da mesi su Mara Venier. Non fosse stato per l' iniziativa di un altro civico come Luigi Brugnaro, poi eletto, sarebbe stata candidata sindaco nella sua città, Venezia. La conduttrice conserva ottimi rapporti col "cerchio magico" e sarebbe stata "attenzionata" come Massimo Giletti e Gerry Scotti già da tempo. Soltanto per la premiership, alla guida del listone, è stato sondato il giornalista-professore Paolo Del Debbio. La tv resta il suo "bacino" ideale, così come il mondo dello sport. Professore di Politica economica a Chieti è Alberto Bagnai, l' uomo che il leader del Carroccio "sogna" di mettere al ministero dell' Economia, in tandem con un altro docente, oggi consigliere regionale toscano, Claudio Borghi. I Fratelli d' Italia offrono nuova "casa" non soltanto ad intellettuali della destra tradizionale, ma, per mezzo della associazione Terra Nostra, anche ad esponenti delusi del M5s. Già hanno aderito il deputato Walter Rizzetto e, per esempio, l' ex candidata sindaco di Albano, Federica Nobilio. Poi ci sono gli "esterni", che hanno creato loro movimenti o stanno per farlo e che, volenti o nolenti, dovranno fare i conti con il tris di sigle Fi-Lega-Fdi alle Politiche: Corrado Passera con Italia Unica e Diego Della Valle, patron di Tod' s, che sarebbe prossimo alla discesa in campo.

L' ex premier, che incontra spesso delegazioni di imprenditori e professionisti, ha già coinvolto alcuni azionisti della Fondazione Einaudi come l' imprenditore Massimo Blasoni, Claudio De Albertis, Paolo Scaroni. Aspettano una chiamata il Nuovo Psi di Stefano Caldoro e Rc di Gianfranco Rotondi. E le quote? I sondaggi attribuiscono al Carroccio la palma del partito più votato, ma l' ex premier punta sul recupero e vorrebbe pareggiare i conti, facendo prevalere la punta moderata della coalizione proprio tramite apporti esterni e tecnici.

C' è tempo. Dopo il rinvio della discussione imposto dal segretario del Carroccio al «dopo-Amministrative» di giugno, ieri anche i due forzisti che avevano lanciato la proposta di «aprire il cantiere del listone», cioè Giovanni Toti e Mara Carfagna, hanno confermato che ci si lavorerà dopo le Comunali.

«Andremo in coalizione con liste alle Amministrative e ci sarà una lista unica alle Politiche», annuncia il governatore della Liguria. «L' Italicum ci costinge a presentare una lista unica per essere competitivi alle Politiche, non alle Amministrative», conferma l' ex ministro. E l' "atto di generosità" che chiedono i "piccoli" al leader di Fi per rinunciare ai loro simboli? Eccolo: «Non so se sarò il candidato premier, non sta nei miei progetti», ammette nel corso della maratona benefica della tv del Salento l' ex premier. L' importante - dice - è evitare la vittoria dell' «orrido» M5s, fermare questa «maggioranza illegale» di Matteo Renzi e vendicare le «responsabilità gravissime di Giorgio Napolitano e Oscar Luigi Scalfaro».

Renzi d'Arabia, il giallo dei Rolex: rissa dagli sceicchi, figura da straccioni

Renzi d'Arabia e il pasticcio dei rolex: scoppia la rissa, figura da straccioni


Renzi d'Arabia e il pasticcio dei rolex: scoppia la rissa, figura da straccioni

Una storia che arriva dall’Arabia. Una storia di Rolex che riguarda i dirigenti del governo italiani che secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano hanno fatto una grandissima figuraccia internazionale. Accade questo: nella sera tra domenica 8 e lunedì 9 novembre, la delegazione di governo in viaggio con Matteo Renzi a Ryad si ritira nell’immenso palazzo reale. I sauditi hanno preparato per gli italiani dei preziosi orologi come cadeau, per la precisione degli avveniristici cronografi prodotti a Dubai con il prezzo che va dai tremila ai quattromila euro. Ma c’è chi ha ricevuto anche Rolex più preziosi. Stando sempre al racconto del quotidiano diretto da Travaglio, al momento della consegna dei ricchi doni succede un imprevisto. Una furbata. Un membro della delegazione desidera il pacchetto con il Rolex e, scrive il Fatto, “scambia la sua scatoletta con il pacchiano cronografo con quella dell'ambito orologio svizzero e provoca un diverbio che rimbomba nella residenza di re Salman”.

Il giallo dei regali - A quel punto scoppia il finimondo. Per calmare gli animi e i desideri deve addirittura intervenire la scorta di Renzi che sequestra i lauti doni e li conserva fino al ritorno a Roma. Ma durante le vacanze natalizie di quei regali non c’è nessuna traccia. Che fine hanno fatto? Il Fatto interpella Ilva Sapora, la padrona del cerimoniale di Palazzo Chigi, non ricorda il contenuto dei doni. A chiarire tutto arriva una nota del governo: "I doni di rappresentanza ricevuti dalla delegazione istituzionale italiana, in occasione della recente visita italiana in Arabia Saudita, sono nella disponibilità della Presidenza del Consiglio, secondo quello che prevedono le norme. Come sempre avviene in questi casi, dello scambio dei doni se ne occupa il personale della presidenza del Consiglio e non le cariche istituzionali".

Il figlio "renziano" di Buffon e della D'Amico: come hanno chiamato il loro primogenito

Il figlio "renziano" di Buffon e della D'Amico: come hanno chiamato il loro primogenito



"È nato Leopoldo Mattia". Con questo tweet pubblicato pochi minuti prima delle 23, il portiere della Juventus e della Nazionale, Gianluigi Buffon, ha annunciato la nascita del figlio avuto con Ilaria D'Amico, conduttrice di Sky Sport. Un omaggio alla Leopolda di Renzi? Chi lo sa.

Per il portiere della Juventus si tratta del terzo figlio, dopo Louis Thomas, nato il 28 dicembre 2007 e David Lee, nato il 31 ottobre 2009, entrambi avuti dalla ex-moglie Alena Seredova. Per la conduttrice di Sky è il secondo figlio, dopo Pietro, il 7 marzo 2010 dalla relazione con l'imprenditore Rocco Antisani.

Terremoto Etruria, blitz in 14 società c'entra anche la famiglia di Renzi

Crac Etruria, perquisizioni in 14 società: perché c'entra anche la famiglia Renzi



È partito all'alba di ieri il blitz della Guardia di Finanzia per quattordici società con sede in Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna, che hanno ricevuto finanziamenti dalla Banca Etruria e sono riconducibili, secondo la Procura di Arezzo, all'ex presidente Lorenzo Rosi e all'ex consigliere Luciano Nataloni, già vicepresidente di Banca Del Vecchio. I due sono indagati dal pm Roberto Rossi per "omessa comunicazione del conflitto di interessi", non avendo comunicato al Consiglio di amministrazione dell'istituto aretino, dopo la concessione di fidi bancari, di avere un ruolo in quelle società. Quelle concessioni di liquidità da parte di Banca Etruria non sono mai state saldate dai beneficiari, provocando una sofferenza o una perdita per la banca stessa.

Le società - Le 14 società perquisite dai finanzieri sono attive in diversi settore come costruzioni di edifici, compravendita di beni e servizi e intermediazione immobiliare. Tra i settori interessati c'è anche la gestione degli outlet che, scrive il Corriere della sera, era diventata la nuova attività di Rosi con la sua Egnatia shopping mall. Tra i soci di questa società c'è la Castelnuovese, già visitata dalle Fiamme gialle lo scorso giovedì, il cui socio di riferimento è la Nikila Invest, titolare a sua volta di una quota del 40% della Party srl. Tra i soci di quest'ultima figura Tiziano Renzi, padre del Presidente del consiglio, e Laura Bovoli, madre del premier, che è amministratore unico.

La risposta di Renzi al terrorismo: cancellare il reato di clandestinità

La risposta di Renzi al terrorismo: cancellare il reato di clandestinità" 



Entro il 17 gennaio il governo dovrà attuare la delega per la depenalizzazione di diversi reati e tra questi c’è anche il reato di immigrazione clandestina: che sarà abrogato, ma resterà comunque in vigore l’espulsione dal territorio italiano. Un reato che non prevede il carcere, ma solo un’ammenda dai 5 ai 10 mila euro, di fatto somme inesigibili che impegnano i tribunali con migliaia di procedimenti. Una decisione fortemente voluta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. 

Il decreto sarebbe già pronto sul tavolo del governo e prevede che non ci sia più un'ammenda da pagare o la reclusione in caso di permanenza illegale sul territorio, anche se resterebbe in vigore l'allontanamento dal Paese.  Si tratta di un'altra bomba a orologeria nelle mani di Renzi, già alle prese con le frizioni sulle unioni civili. Al punto che il varo del decreto sarebbe già slittato di una settimana. Alfano promette di mettersi di traverso, convinto proprio dagli episodi di violenze degli scorsi giorni. "Non c'è un cessate allarme che potrebbe giustificare il ripiegamento", dicono gli alfaniani, "Non è politicamente opportuno retrocedere".

Lega contro - Contraria anche la Lega Nord, con Matteo Salvini che propone un referendum sulla questione: "Ma si accorgono di cosa sta succedendo nel mondo?", attacca il leader del Carroccio, "Questi sono matti! La Lega farà le barricate, in Parlamento e poi nelle piazze con un referendum, contro questa vergogna". "Renzi cancella per decreto il reato di immigrazione clandestina: prepariamoci all'invasione #cosedamatti", twitta intanto Roberto Maroni.

CASTA SMASCHERATA Il libro più letto dai politici? La ricerca (imbarazzante)

Il libro più letto dai politici quello per avere l'immunità




E' il libro più richiesto alla biblioteca delle Nazioni Unite, dunque quello più consultato da politici e diplomatici. Si chiama Immunità di capi e funzionari di Stato per crimini internazionali  ed è una tesi di dottorato scritta da Ramona Pedretti, ex studentessa dell’Università di Lucerna. Il volume spiega e illustra quali tipi di immunità esistono, appunto, per tali soggetti. Insomma, è diventato un libro imprescindibile e non fatichiamo a capirne il perché.

Maria Montagna, una delle responsabile della gestione della libreria, commenta alla Stampa: "Più che un libro è una star, è il più richiesto del 2015, anche più di classici della letteratura Onu o grandi dossier".

Secondo l'autrice del libro, esistono due tipi immunità: quella ratione personae che mette i capi di stato al riparo dalla giurisdizione penale straniera, e quella ratione materiae che protegge atti ufficiali e funzionari che agiscono per conto dello Stato dal giudizio di tribunali di altri Paesi. La tesi dell'opera è  che capi o alti esponenti di Stato in carica non possono essere perseguiti da corti straniere, al contrario degli ex. 

Buono a sapersi

Uomini armati assaltano l'hotel: L'urlo: "Allah è grande", morti e feriti

Egitto, tre uomini armati attaccano hotel a Hurghada, sul Mar Rosso: due feriti, uccisi gli assalitori



Attacco di uomini armati in un paradiso delle vacanze in Egitto, sul Mar Rosso. In tre - arrivati dal mare - hanno sparato all'ingresso di un hotel usato da turisti a Hurghada. L'albergo è il Bella Vista. La notizia viene confermata da fonti della sicurezza. Si parla di almeno un turista ferito, due secondo la Reuters. Sarebbero un tedesco e un danese. Le forze di sicurezza avrebbero ucciso uno degli assalitori, che aveva una cintura esplosiva, dice l'emittente Al Arabiya. Un altro sarebbe ferito. Secondo alcune fonti, gli aggressori avevano bandiere dello Stato islamico. I tre assalitori, uno con la cintura esplosiva, sono stati uccisi secondo le prime informazioni disponibili. Proprio oggi è arrivata la rivendicazione dell'Is per l'attacco di ieri a un bus turistico israeliano al Cairo.

L'intera zona dell'attacco è stata isolata dal resto della città. Il ministero del Turismo del Cairo ha però affermato che non si sarebbe trattato di un atto di terrorismo, ma di un semplice tentativo di rapina. Venerdì sera la Farnesina stava verificando l'eventuale presenza di italiani presso l'hotel Bella Vista.

venerdì 8 gennaio 2016

Aversa: Arte Campanaria dell’Abbazia di San Lorenzo

Arte Campanaria dell’Abbazia  di  San Lorenzo



a cura di Gaetano Daniele


Clicca sulla foto per ingrandire

Lunedì 11 gennaio, l’abbazia aversana ospita il convegno in occasione dell’Anniversario della Benedizione del nuovo Concerto di campane  



A venti anni dalla riapertura al pubblico culto della Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, la comunità ecclesiale e civica di Aversa fa memoria di un avvenimento storico: il restauro del Campanile dell’Abbazia laurenziana con la realizzazione del grande Concerto di 5 Campane di bronzo, avvenuto l’11 gennaio 2015.

Per l’occasione, lunedì 11 gennaio 2016 alle ore 18.30, nella Sala S. Benedetto dell’Abbazia aversana, sarà offerta una comune riflessione con una Tavola rotonda su “L’Arte campanaria dell’Abbazia di S. Lorenzo di Aversa”. Il convegno vedrà la partecipazione di Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa; del dott. Mario Rosario Ruffo, Commissario straordinario della Città di Aversa; dell’arch. Giuseppina Torriero, Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio di Caserta e Benevento; di Don Francesco Ferro, Responsabile del Centro Studi Campanologici “S. Paolino da Nola” di Venafro; di Mons. Ernesto Rascato, parroco dell’Abbazia e Delegato Regionale per i Beni Culturali Religiosi della CEI per la Campania.

“Nel corso della tavola rotonda”, annuncia Mons. Rascato, “saranno presentati i risultati dei restauri del Campanile  e uno studio scientifico sulla Campane di S. Lorenzo”. Eretta nell’attuale struttura architettonica intorno al 1050, la chiesa abbaziale di s. Lorenzo è stata solennemente riaperta al culto pubblico il 21 marzo 1995, dopo più di un secolo di abbandono, grazie ai lavori della Soprintendenza ai Beni Culturali di Caserta e all’interessamento del suo titolare. Le antiche campane dei Monaci Benedettini, invece, furono asportate nel 1807 in seguito alla soppressione degli Ordini religiosi, per farne dei cannoni. Con la riapertura della Basilica nel 1995 furono collocate tre piccole campane per avviare e sostenere il servizio liturgico.

“La realizzazione delle nuove campane, auspicate da moltissimi fedeli, è diventata provvidenziale; con il restauro della monumentale Torre campanaria, visibile dall’intero agro aversano con l’altezza di circa 48 metri, non si poteva lasciar vuota la cella destinata ai sacri bronzi, espressioni della voce di Dio. Le campane hanno un valore reale ed altamente simbolico: sono la voce della Fede e della Storia. Il suono delle campane scandisce le ore e i tempi per la preghiera, chiama il popolo a celebrare i santi misteri, segnala gli eventi lieti e tristi  per tutta la comunità”.

ALTRE INFORMAZIONI:

Il restauro del  Campanile  di S. Lorenzo è stato realizzato con un determinante contributo della Conferenza Episcopale Italiana (Fondi Otto x mille), con progetto  e direzione dei  lavori dell’arch. Giuseppina Torriero della  Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio di Caserta e Benevento, con la collaborazione del geom. Oreste Graziano. I lavori  sono stati eseguiti dalla Ditta Restauri RCR di Aversa.

Le nuove campane sono state invece realizzate nella Fonderia “Capanni” di Castelnovo ne’ Monti (RE) con la ditta “Michele Merolla” di Poggiomarino (SA), con automazione e castellatura in acciaio. La progettazione e direzione è stata curata dall’arch. Giuseppina Torriero, con la collaborazione del geom. Oreste Graziano, ditta lavori restauri RCR di Aversa, direttore ing. Andrea Gnasso, capo cantiere  geom. Tommaso Romano.

Recuperata e restaurata anche la lapide documentaria (sec. XVII)  della dedica del Campanile, da parte dell’abate  Zaccaria II. 

Le cinque campane della Basilica laurenziana sono dedicate:

il campanone o campana maggiore a San Lorenzo, diacono e martire, titolare del tempio abbaziale;

la seconda al patriarca del Monachesimo occidentale San Benedetto, in memoria del protomartire aversano il missionario vincenziano P. Antonio Canduglia e di tutte le vittime-eroi della Città normanna;

la terza alla Madonna di Casaluce, patrona principale della città e diocesi aversana;

la quarta al patrono della Provvidenza San Giuseppe, dedicandola anche alle Famiglie;

la quinta alla Madonna del Carmine, molto cara alla devozione popolare.

Fusione delle campane: 9 dicembre 2014; Arrivo  delle campane: 23 dicembre 2014; Benedizione delle campane: 11 gennaio 2015; La Salita delle campane sulla Torre campanaria: 24 marzo 2015; Inaugurazione del concerto dei sacri bronzi: Notte di Pasqua il 13 aprile 2015.

RAI, CADONO TESTE Capodanno, parte l'inchiesta C'è un sospetto inquietante

Capodanno Rai, parte la lettera per il capostruttura: ipotesi "dolo" dietro il brindisi anticipato



La vendetta della Rai per il disastro di Capodanno sta per arrivare. Secondo quanto riporta Il Messaggero, dall'Ufficio del personale di viale Mazzini sarebbe partita una lettera di contestazione disciplinare anche per il capostruttura di Raiuno Antonio Azzolini, responsabile dello show L'anno che verrà. Proprio come al tecnico addetto al filtro degli sms dei telespettatori è stato contestato il messaggio andato in sovrimpressione con una bestemmia, al dirigente è contestato il brindisi in anticipo di quasi un minuto per "fregare" la concorrenza di Canale 5. 

Il sospetto del dolo - Il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto avrebbe preteso una "rapida inchiesta interna", perché la polemica è stata troppo grande e ha coinvolto troppi piani (da quello religioso a quello mediatico) per finire a tarallucci e vino.  Azzolini ora avrà cinque giorni di tempo per presentare la sua difesa, ma la questione è chiara: se emergerà che il conto alla rovescia è stato anticipato di proposito le conseguenze saranno durissime. Si va dalla censura alla sospensione, senza escludere però l'accusa di dolo. Se invece si fosse trattato di un errore meccanico, la posizione di Azzolini si alleggerirebbe notevolmente. A oggi, però, l'ipotesi "tecnologica" sembrerebbe poter salvare solo l'addetto agli sms.  

Lite per un film: tra Miuccia Prada e il marito al cinema finisce malissimo

Lite furibonda per un film: al cinema tra Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli finisce male. Cos'è successo




Furibondo litigio tra la stilista Miuccia Prada e suo marito Patrizio Bertelli al cinema Colosseo di Milano. L'indiscrezione è del settimanale Oggi in edicola. "I due, in fila al box office, hanno avuto un acceso diverbio perché Miuccia aveva dimenticato di prenotare i biglietti, nel frattempo esauriti, del film Ponte delle Spie di Spielberg". "Bertelli", prosegue il settimanale, "si è ulteriormente innervosito quando la stilista gli ha proposto di ripiegare su Star Wars".

Razzi e la bomba H: "Questo non creto" La sua (peculiare) teoria sul terremoto

Razzi e la bomba H: "Questo non creto". La sua strana teoria sul terremoto


Antonio Razzi e Kim Jong-un

Il senatore di Forza Italia, Antonio Razzi, che con la Corea del Nord di Kim Jong-Un ha da sempre un rapporto privilegiato, ha snocciolato le sue peculiari teorie sull'esplosione della bomba a idrogeno rivendicata dal regime. In particolare, si mostra scettico sulla possibilità che il terremoto 5.1 della scala Richter sia stato determinato dal botto. Razzi, dopo aver premesso che "chiunque ha il diritto di difendersi, anche con le armi nucleari", aggiunge che "i terremoti capitano ovunque nel mondo e con tutte le esplosioni che ci sono ogni giorno, chi può dire con certezza di chi sia la responsabilità? E poi, in questo caso non so se sia vero quel che si dice, cioè che il sisma sia stato provocato dal test nordcoreano. Penso, però, che qualsiasi nazione che debba difendere i propri cittadini può affidarsi a certe soluzioni".