Riina, secondo il pm Di Matteo: "È lucido e orientato nel contesto"
Il sospetto che Totò Riina sia ancora una minaccia diventa ogni giorno sempre più una certezza dopo le dichiarazioni di chi lo ha visto e affrontato più da vicino negli ultimi tempi. Il dibattito scatenato dalla sentenza della Cassazione, che ha stabilito il diritto per i detenuti a una morte dignitosa, ha riportato i riflettori sul boss mafioso, condannato al 41 bis, anche se di fatto ricoverato da due anni in una stanza speciale dell'ospedale Maggiore di Parma. Riina sarebbe gravemente malato, ma non smette di partecipare a tutti i processi che lo riguardano. Si collega in videoconferenza, interviene, rilascia dichiarazioni.
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Il procuratore Nicola Gratteri per primo aveva messo in guardia sulla pericolosità di Riina, uno che potrebbe impartire un comando anche con un cenno degli occhi, secondo il magistrato. Il pm Nino Di Matteo non ha nessun dubbio sulle condizioni del boss mafioso, dopo aver raccolto testimonianza preziosissime: "Riina è perfettamente lucido e orientato nel contesto - ha detto Di Matteo - Abbiamo depositato in segreteria la relazione di servizio di un agente penitenziario su alcune esternazioni in carcere del boss".
Riina non si perde una udienza dei processi che lo riguardano, neanche quella sulla trattativa Stato-mafia: "In concomitanza con l'udienza del 30 marzo scorso - ha aggiunto Di Matteo - Riina ha parlato dei rapporti tra Ciancimino e Licio Gelli, dei suoi rapporti con Provenzano e della morte dell'ex vice del Dap, Francesco Di Maggio".
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