Il salvataggio delle banche venete è costato più di Mps
L'ultimo salvataggio delle due banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, ha segnato un nuovo e irritante record nella storia recente dei disastri che gli istituti italiani in crisi sono riusciti a mettere a segno. Per evitare il collasso delle due venete sono stati spesi finora oltre 10 miliardi di euro, una cifra inedita considerando che per tenere in piedi la prima vera malata delle banche italiane, Monte dei paschi di Siena, sono stati necessari quasi 9 miliardi di euro.
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Nonostante per anni il sistema bancario italiano era stato definito "solido", come ricorda la Stampa, finora sono stati necessari oltre 31 miliardi di euro pur di allontanare l'implosione dell'economia nazionale. In quella cifra oscena c'è denaro delle banche sane, dei correntisti, soldi dei contribuenti e dello Stato. Una montagna di denaro abbastanza grande per ridurre di un punto e mezzo il debito pubblico, l'equivalente di due punti di Pil.
Al costo per l'economia italiana - e per le tasche delle famiglie - va aggiunto anche tutto il tempo perso a "temporeggiare", come sostiene il prof. Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari all'Università Bocconi. Tanto tempo perso prima di intervenire sia a Vicenza, quanto per le banche del centro Italia, vedi Etruria. E il problema di fatto è tutto politico: "Forse la nostra presenza a Bruxelles non è stata così decisiva - ha detto Caselli - Ma che si dovesse intervenire con soldi pubblici io come altri osservatori lo sosteniamo da anni". Intervenire prima però avrebbe fatto risparmiare a tutti tanto, tantissimo denaro.
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