LEGGE CON TRUCCHETTO Vitalizi ai parlamentari, reversibilità ai familiari senza redditi. La dem Gasparini: "Così non faranno le sguattere"
La legge che taglia i vitalizi dei parlamentari, firmata dal dem Matteo Richetti, mercoledì diventerà legge. In 10 anni si risparmieranno, secondo l'Inps, 760 milioni di euro, grazie all'abolizione dei vitalizi e il passaggio del calcolo delle pensioni degli onorevoli dal retributivo al contributivo. Il diritto alla pensione scatterà dopo almeno 5 anni tra Camera e Senato e compiuti i 65 anni. Inoltre, gli assegni saranno più leggeri. Tutto bene? Forse, ma occhio alla sorpresina targata Pd.
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Come spiega Il Giorno, un emendamento all'art. 13 proposto dalla deputata democratica Daniela Gasparini sembra a tutti gli effetti un regalino ai familiari dei parlamentari, a cui è destinato un assegno di reversibilità. "In assenza di altri redditi di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 - si legge nell'emendamento -, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all'articolo 11 è aumentata del 20%". Il familiare o erede senza redditi da lavoro dipendente/autonomo e d'impresa, rendite fondiarie e da capitale, dunque, percepirà il 60% dell'importo della pensione, come gli altri italiani, ma maggiorato di un quinto. Secondo la Gasparini si tratta di una "tutela di casi ben specificati, per evitare che i congiunti di parlamentari senza altro reddito finiscano a fare i giardinieri o le sguattere". Messa così, sembrerebbe quasi la protezione di un privilegio sociale ed economico acquisto dal parlamentare. Richetti prova a correggere il tiro: "La misura vuole offrire sostegno a ipotetiche situazioni particolarmente gravose. Esempio: congiunti (anziani o disabili) di parlamentari con un solo mandato la cui reversibilità precipitasse".
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