Internazionali, il "ragazzino" Zverev trionfa a Roma: Djokovic asfaltato
Cambio della guardia. La nuova generazione del tennis mondiale si prende il proscenio anticipando un futuro che potrebbe essere molto più prossimo di quanto preventivato. A scardinare un albo d’oro che, dal 2005, vedeva al suo interno solo i nomi di Rafa Nadal, Novak Djokovic e l’anno scorso Andy Murray arriva Alexander Zverev. Tedesco di origine russa, figlio d’arte, ma soprattutto classe 1997. Con lui la Germania sogna di rivivere i fasti dell’epoca di Boris Becker. Sul Centrale del Foro Italico, alla sua prima finale in un Masters 1000, il ragazzino terribile prende a scudisciate 6-4, 6-3 il numero due del mondo Novak Djokovic in 1h21’ di autentico dominio, ben superiore a quanto mostri il punteggio. Il serbo, che dopo la superba semifinale contro Dominic Thiem non riesce a fornire una prestazione di pari livello, si arrabatta per il campo senza potere mai imporre il suo gioco. Zero palle break a disposizioni e zero chance reali di cambiare l’inerzia di una partita sempre saldamente nelle mani di Zverev. Completo in tutti i colpi, svelto non solo di braccio ma anche di cervello il tedeschino da lunedì entrerà nella top ten del ranking Atp e la sensazione è che ci resterà per molti molti anni. Ad applaudirlo sugli spalti anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Non so che dire. Non avrei mai pensato di poter essere qui ed alzare questo trofeo», le parole di un emozionato Zverev che solo al microfono mostra la sua età a dispetto di una grande maturità sul campo di gioco. Djokovic, dal canto suo, ammette di non aver giocato la sua miglior partita e si proietta già verso Parigi ed il Roland Garros dove al suo angolo avrà come consigliere Andre Agassi. Il ’kid’ di Las Vegas che torna nel circuito con l’obiettivo di riportare Djokovic in vetta al mondo. Next Gen permettendo.
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