PARABOLE Adolfo Urso: "Vi racconto la mia vita in Iran. Se ha sbagliato Fini o Berlusconi? Il piacere delle fucilazioni lo lascio ad altri"
Da ex fedelissimo di Gianfranco Fini all'Iran. Una parabola più unica che rara, senza timore di smentita. Ed è la parabola che vede protagonista Adolfo Urso, 59 anni, siciliano, ex viceministro ed ex colonnello di An. E che ci fa nel Paese degli ayatollah? "Lavoro per le imprese italiane, ho aperto un ufficio della mia società a Teheran e almeno una volta al mese vado per incontrare i miei partner, formare i collaboratori e i dipendenti, seguire direttamente i progetti. Stavolta troverò una città in festa per la vittoria di Rohani". Lo spiega in un'intervista a Il tempo, dove sottolinea che quella di Rohani "è una vittoria senza precedenti perché il confronto era netto e chiaro con la Guida Suprema che aveva appoggiato il suo antagonista e con tutti coloro, pasdaran e fondazioni religiose, che pensavano di fermare l'accordo sul nucleare. Hanno vinto i giovani - sottolinea -, la storia va avanti".
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Si parla, ovviamente, del passato politico. E sulla rottura tra Fini e Silvio Berlusconi afferma: "Di chi fu la colpa? Di entrambi. Di loro e di noi. Ma io non cerco colpevoli, quando posso contribuisco a fornire soluzioni. Il piacere delle fucilazioni lo lascio agli altri". Ma lo sente ancora, Fini? "Sì, certo. Come si fa ad amputare quarant'anni della propria vita? Ma con lui non parlo più di politica. Le nostre strade si sono divise nel 2011. Non ho condiviso le scelte di Fli di rompere l'alleanza di centrodestra. Ho pagato un prezzo personale altissimo", ricorda. Oggi, Urso, è vicino a Giorgia Meloni. Perché? "Se posso, quando posso, come posso, aiuto Giorgia Meloni, perché lei può fare quello in cui noi siamo mancati. Non è sola, attorno a lei ha tanti giovani che possono portare nuove energie di cui l'Italia ha tanto disperato bisogno", conclude.
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