Il Nuovo Sistema Difensivo Il parlamentare tedesco Roderich Kiesewetter svela un piano in quattro punti per una "atomica europea"
E se anche l'Unione europea si dotasse di un'arma nucleare? È dal mondo politico tedesco che riparte il dibattito sugli armamenti nucleari sotto il controllo di Bruxelles, un'idea tutt'altro che provocatoria, ma anzi sostenuta da una serie di variazioni agli equilibri internazionali, cominciati con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Scrive su Italia Oggi l'esperto di politica internazionale, James Hansen, che i continui richiami del presidente Usa ad aumentare la copertura della spesa Nato da parte dei Paesi europei ha riacceso il dibattito sul "deterrente nucleare" sotto la bandiera dell'Ue.
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Dopo la Brexit, però, l'unico Paese in grado di fornire una "force de dissuasion" atomica è la Francia. Per l'Ue si aprirebbero così due scenari possibili: "o che il paese ceda le sue armi all'Unione (impensabile) o che queste vengano spostate altrove in Europa, restando però sotto il controllo della Francia, come le atomiche Usa dislocate presso alleati". I francesi però non sarebbero così disponibili a questo tipo di condivisione, ma secondo Hansen i tedeschi sono convinti di sapere come possono cambiare idea, cioè con i soldi. Questo almeno il piano in quattro punti immaginato dal parlamentare tedesco Roderich Kiesewetter, portavoce per la politica estera del Cdu, cioè il partito di Angela Merkel: l'impegno francese a usare le arm i per la difesa comune europea, il finanziamento tedesco per dimostrare la natura collettiva del programma, un comando congiunto e un piano per dislocare le testate francesi in altri paesi europei".
A spegnere gli entusiasmi atomici tedeschi ci pensa però l'analista Oliver Thranert, del Center for security studies di Zurigo che su Policy Perspectives ha ricordato quanto sia innanzitutto costoso un progetto nucleare europeo, oltre a costringere i leader dell'Unione a camminare su "un campo politicamente minato, pieno di potenziali conseguenze indesiderate". Ma dagli Usa, Doug Bandow, del think tank conservare Cato Institute, taglia corto: "Anziché aspettarsi che gli Stati Uniti rischino uno scambio nucleare per proteggere l'Europa, gli europei stessi dovrebbero assumersi tale rischio".
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