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sabato 20 maggio 2017

ETERNO RIPOSO Bechis incastra Padoan, la legge della vergogna: così le banche derubano gli italiani pure da morti

La legge di Padoan svelata da Bechis: così le banche ci derubano anche da morti


di Franco Bechis



Finora le vittime del salva-banche che azzerò nel 2015 420 milioni di euro di risparmi in obbligazioni Banca Etruria, Carife, Carichieti e Banca delle Marche, avevano provato davvero di tutto. Non ancora però il furto dell'eredità. Eppure è quel che è avvenuto a una famiglia emiliana, vecchia correntista di Carife. La nonna della famiglia - Lucia - aveva investito 15 mila euro in obbligazioni subordinate che sono diventate carta straccia nel novembre 2015 grazie al decreto del governo di Matteo Renzi (quello sulla famosa Banca Etruria).

Dopo lunghe contestazioni e polemiche politiche, si è deciso con un decreto mesi dopo di rimborsare quei titoli azzerati all'80% del loro valore. La nonna fiduciosa ha fatto la prova: una mattina ha preso una obbligazione ogni 4 che aveva e ha provato a farsela rimborsare (3.750 euro). Le hanno detto sì, che poteva avere i soldi, e lei è tornata felicissima a casa.

La buona novella era così clamorosa che la poveretta non ha retto all'emozione: è morta il mattino successivo. Lasciando in eredità a due figli (Massimo e Raffaele) e una nipotina (Valentina, restata orfana di papà Giancarlo) tutto quel che aveva, e lì dentro anche il 75% di quelle obbligazioni Carife che le erano restate a casa. Gli eredi allora hanno fatto come la nonna: prese le obbligazioni, sono andati da chi le doveva loro rimborsare. E con gran sorpresa si sono sentiti rispondere: «No, mi spiace, ora che le avete voi il rimborso non si può più fare». Perché? Perché quel gran furbacchione del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, cercando di risparmiare qualcosina anche in mezzo a questa brutta e tragica vicenda dei risparmiatori truffati, ha scritto tutta una serie di norme e cavilli dove i poveretti potessero restare impigliati perdendo ogni speranza di essere rimborsati. Fra questi cavilli c' era scritto che ai risparmiatori sarebbero stati rimborsati anche titoli comprati da uno ma poi trasferiti a un familiare stretto, al coniuge e perfino al «convivente more uxorio», sia che fossero stati regalati o venduti a titolo oneroso negli anni. Ma a una condizione: che quei passaggi fossero avvenuti fra vivi «inter vivos».

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Non c'è dubbio che nonna Lucia quei titoli li avesse lasciati a figli e nipotina perché era morta. Così quando Massimo, Raffaele e Valentina fidandosi di promesse e annunci del governo, vanno a chiedere il rimborso sia pure parziale all' 80% di quei titoli lasciati si sentono rispondere dal funzionario del fondo interbancario di garanzia che dovrebbe pagare il dovuto: «Nel caso rappresentato, gli eredi della Sig.ra Lucia Brancaleoni non possono accedere alla procedura di indennizzo forfettario per le quote trasferite per atto tra vivi a quest' ultima, in quanto gli stessi sono successori mortis causa di un nuovo soggetto legittimato e, quindi, non rientrano tra le categorie di soggetti legittimati dalla legge 15/2017 alla presentazione dell' istanza di indennizzo».

Capito? Quelle obbligazioni dovrebbero valere ancora 336 milioni di euro, avendo deciso di rimborsarle all'80%. Ma guai a riceverle in eredità, perché diventano subito carta straccia: non valgono più nulla, e di fatto quella eredità se la porta via il governo.

La famiglia di nonna Lucia può ancora consolarsi con il più classico dei «mal comune mezzo gaudio», perché se in caso di morte del titolare gli eredi restano senza nulla in mano, non è che per chi ha la fortuna di avere tutti in salute e vivi il risultato sia poi tanto diverso. In 18 mesi di grandi promesse, proclami, speranze e delusioni ricevute dai risparmiatori truffati di Banca Etruria & C non è che sia accaduto un granché.

Ha riavuto in mano l'80% di quello che gli aveva portato via maldestramente il governo in quello sciagurato novembre 2015 solo un risparmiatore su 4. All'8 maggio scorso sono state rimborsati 99,6 milioni di euro sui 336 milioni che teoricamente dovranno essere restituiti (l' 80% di 420 milioni realmente investiti dai poveretti). Ma secondo le scelte fatte sul rimborso forfettario diretto fin qui dal Fondo interbancario al massimo in questa fase si arriverà alla fine a 185 milioni di euro circa. Gli altri 153 milioni di euro secondo le norme del governo non saranno né perduti né riconquistati: devono essere vagliati dai collegi arbitrali previsti dalla legge di bilancio.

Due mesi fa abbiamo raccontato il testo dei decreti di regolamento che secondo Renzi sarebbero arrivati massimo a marzo 2016. Sono stati approvati in via definitiva del Parlamento, ma il governo si è dimenticato poi di fare pubblicare tutto in Gazzetta ufficiale. Così gli arbitrati non possono partire. E il calvario dei risparmiatori truffati continua.

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