Principio di autonomia del medico tra il paziente e i vincoli finanziari
di Eugenia Sermonti
La prescrizione è l’atto con cui il medico stabilisce, in piena autonomia e libertà, quale esame diagnostico richiedere o quale farmaco debba essere somministrato al proprio assistito e con quale modalità. Di questo principio di autonomia e di come oggi debba sempre più fare i conti con le complesse dinamiche che caratterizzano la sanità italiana, si parla in occasione del secondo appuntamento di “TETRIS: mosaici di salute”, moderato da Fausto Massimino, direttore di Affari Legali e Compliance di Roche Italia. Un ciclo di incontri promossi da Roche su tematiche di attualità e rilievo per il settore sanitario italiano, che riprende il nome dello storico videogioco - Tetris, appunto - che ha l’obiettivo di incastrare perfettamente tutti i mattoncini di colori e forme diverse. Allo stesso modo Roche vuole creare sinergie su temi chiave della sanità, promuovendo momenti di dialogo e confronto con gli attori e i referenti più rappresentativi. “Il tema oggetto del confronto di questa sera è cardine rispetto allo svolgimento della professione medica da un lato e alla garanzia di tutela della salute sancita dalla nostra Costituzione dall’altro - afferma Dario Scapola, Market Access Director di Roche Italia - Per questo come Roche, azienda che ha fatto della salute la sua missione in Italia per ben 120 anni, portando innovazioni dirompenti e nuove speranze ai pazienti, ha voluto dare il via a questa serie di incontri ristretti come occasioni per stimolare il confronto e creare sinergie tra autorevoli esponenti del Sistema Salute, a fianco dei quali cercheremo di capire meglio cosa sta accadendo oggi per identificare insieme le migliori soluzioni sia a livello centrale sia nelle regioni”.
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Sin dal suo primo articolo, il Codice di Deontologia medica - nella revisione approvata nel 2006 - impegna il medico nella tutela della salute individuale e collettiva vigilando sulla dignità, sul decoro, sull’indipendenza e sulla qualità della professione. “La libertà prescrittiva nella scelta terapeutica rimane un diritto - sancito anche giuridicamente - nell'ambito delle attività di un medico. Obiettivo primario dell'attività medica è la tutela della salute del paziente e l’ottimizzazione dei percorsi diagnostici e terapeutici - afferma Robin Foà, direttore dell’Ematologia dell’Università ‘Sapienza’ di Roma - E’ importante che una problematica così rilevante come la libertà prescrittiva sia ben conosciuta nell’ambito della classe medica e, contestualmente, nei rapporti tra i medici e le istituzioni. E ancora, che si possa arrivare una armonizzazione delle procedure sull’intero territorio nazionale”.
Dell’attualità della tematica è convinta l’onorevole Paola Binetti, membro della XII° Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, che dichiara "In questo nostro tempo, in cui i diritti umani rappresentano l’asse portante di numerose battaglie che hanno come punto di riferimento la giustizia, declinata a 360 gradi, il principio di autonomia del medico, tra legislazione, vincoli finanziari e tutela del paziente, costituisce la cerniera lungo la quale si attestano responsabilità personale e determinazione ad agire sempre in scienza e coscienza”. Libertà professionale che all’articolo 4 del Codice Deontologico viene poi definita ‘diritto inalienabile del medico’ esplicitando che “l’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità… senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura”.
“Il principio di autonomia del medico rimanda a tre radici che ne rappresentano la forza e l’autorevolezza indiscussa: l’etica della competenza e l’etica della cura, saldamente integrate al principio di responsabilità di Jonas - prosegue l’onorevole Binetti - Non può esserci autonomia senza competenza e non ci può essere competenza senza un atteggiamento di cura, sapendo che di entrambe il medico ha una responsabilità indifferibile, che deve sempre rivendicare in scienza e coscienza”. A questo si lega il contenuto dell’articolo 6 del Codice Deontologico sulla ‘Qualità professionale e gestionale’, dove si afferma che “il medico fonda l’esercizio delle proprie competenze tecnico-professionali sui principi di efficacia edi appropriatezza, aggiornandoli alle conoscenze scientifiche disponibili e mediante una costante verifica e revisione dei propri atti. Il medico, in ogni ambito operativo, persegue l’uso ottimale delle risorse pubbliche e private salvaguardando l’efficacia, la sicurezza e l’umanizzazione dei servizi sanitari, contrastando ogni forma di discriminazione nell’accesso alle cure”.
“La libertà prescrittiva è un valore assoluto ma non indiscutibile - dichiara Andrea Vannucci, direttore generale dell’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana - Pur considerando gli interventi normativi orientati a ridurne gli ambiti di fallimento, ritengo che dobbiamo però interrogarci sullo stato del binomio, inscindibile, autonomia - responsabilità che è poi il presupposto di ogni scelta di cura da parte dei medici. Agire secondo scienza e coscienza, un viatico sempre di attualità, non può prescindere dal diritto - dovere dell’avere accesso a conoscenze adeguate. Oggi la sfida dei sistemi sanitari a copertura universale e finanziati con la fiscalità generale implica garantire qualità, equità e sostenibilità. Per rivendicare la libertà di scegliere e prescrivere farmaci e cure è necessario dar prova che l’appropriatezza delle scelte è basata su accettabili evidenze scientifiche e, in questa prospettiva, non solo essere disposti ad accettare, ma addirittura incoraggiare, l’uso di dati”, conclude Vannucci.
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