Minzolini, il Senato vota sì alle dimissioni: 142 sì, a scrutinio segreto
Il Senato ha votato a favore delle dimissioni di Augusto Minzolini con 142 sì, 105 no e 4 astenuti. La votazione si è tenuta a scrutinio segreto. "Come mi sento? Bene, sollevato: sembra l'ultimo giorno di scuola - ha commentato a caldo l'ormai ex senatore di Forza Italia, salvato a marzo dalla decadenza tra mille polemiche -. La presenza dentro le istituzioni ha senso se uno può difendere le proprie posizioni, altrimenti non ha senso starci. Io sono contento di aver fatto questa esperienza".
Prima del voto, il Pd aveva chiesto il voto palese per non ripetere quel precedente che aveva spaccato il partito e alimentato le voci di un "patto del Nazareno" tra dem e forzisti. "So bene che per le votazioni riguardanti le persone il regolamento del Senato prevede il voto segreto e che questa prescrizione non può essere contraddetta neanche con un voto dell'Aula - aveva ribadito il capogruppo Pd Luigi Zanda - ma sarebbe molto utile, per la dignità del Senato, essere chiamati oggi a votare con voto palese. Nel Parlamento italiano il voto segreto ha perso gran parte del suo valore. Ormai serve ben poco a proteggere l'espressione libera dei parlamentari chiamati a esprimersi su questioni che attengono alla loro coscienza e sulle quali il voto dev'essere messo al riparo sia dal mandato imperativo del partito d'appartenenza, sia da pressioni irragionevoli della pubblica opinione". "Troppo spesso - avvertiva - il voto segreto è stato utilizzato per manovre politiche e operazioni di potere che nulla hanno a che vedere con la coscienza dei parlamentari. Il voto segreto ha progressivamente cambiato natura: non più voto di coscienza o su alti valori politici, ma molto più modestamente un voto di opportunità politica spicciola".
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