Consip, l'ex sindaco di Rignano Lorenzini: "Il generale ha detto a Tiziano Renzi non frequentare certa gente'"
"Non sono più il candidato del Pd, mi sono state poste condizioni inaccettabili. Come correre col simbolo del partito, candidati scelti dai dirigenti e la riconquista della fiducia dell’assemblea, quella che il 16 febbraio mi aveva chiesto per acclamazione di ricandidarmi". Lo dice in un’intervista a la Repubblica il sindaco uscente di Rignano Daniele Lorenzini, il paese del fiorentino di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. Ora Lorenzini vuole fare a meno del simbolo del Pd "per andare oltre i confini del partito e aggregare una comunità che non sempre si riconosce nei partiti". Quanto alla rottura con Tiziano Renzi, Lorenzini esclude sia legata alle sue dichiarazioni rese ai magistrati sul caso Consip come persona informata sui fatti: "Sono sicuro che ci sia solo un nesso temporale. E penso che avere diverse opinioni politiche non abbia niente a che fare con le indagini giudiziarie". "Mi dispiace che sia successo - aggiunge - ma non credo che avere delle opinioni diverse sulla politica sia un motivo sufficiente per interrompere un buon rapporto". Quanto alle sue dichiarazioni ai magistrati che indagano su Consip, aggiunge: "Credo che ogni cittadino debba raccontare ai magistrati la verità". E la verità, prosegue, è "solo di aver partecipato ad una cena a casa di Tiziano, con mogli e altri commensali". Alla cena, spiega ancora Lorenzini, "fra gli altri" c’era anche il generale dei carabinieri Saltalamacchia. "E in quella serata ho solo sentito una battuta intorno ad una grigliata e con un buon bicchiere di vino: ’Non frequentare certa gente', ha detto il generale mentre Tiziano cucinava la bistecca tra una battuta e l’altra. Come ho detto ai magistrati, non ho sentito nessun nome e non ho capito il contesto al quale quella frase fosse riferita".
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