Visualizzazioni totali

venerdì 28 aprile 2017

Africani, arabi e islamici in odor di terrorismo Un Feltri drastico: "Salvarli? Facciamo così..."

Vittorio Feltri, gli immigrati? Lasciamo che a salvarli siano i ricchi



Mi sono scocciato di continuare a parlare di migranti che giungono in Italia da tutte le parti e che non riusciamo a respingere né a rispedire a casa loro quand’anche non abbiano diritto all’asilo. Ripetiamo fino alla nausea i soliti discorsi senza combinare alcunché di concreto. Gli sbarchi non cessano mai, il nostro territorio è zeppo di islamici (molti dei quali pericolosi, in odore di terrorismo) e di neri, gente disoccupata che ci tocca soccorrere e mantenere fino a quando non è dato sapere.

LA PROSPETTIVA SVIZZERA SULLE OBBLIGAZIONI.

Obbligazione Tasso Misto in Dollari USA. Disponibile su Borsa Italiana. 



Siamo animati da spirito solidale e non siamo capaci di rifiutare un aiuto a chi, proveniente da Paesi lontani, chiede ospitalità. Sul punto credo non vi siano dubbi. Ma c’è un ma che ci trova impreparati e mette a disagio. Ieri sulla Stampa di Torino, quotidiano riflessivo e quindi moderato nei toni, abbiamo letto un documentato servizio di Francesca Paci così titolato: «L’allarme di Frontex sui trafficanti: sfruttano l’obbligo di salvataggio». Decriptiamo. Significa che noi poveri imbecilli, in base a una norma assurda, siamo costretti a raccattare in mare coloro i quali rischiano di annegare e a portarceli qui, aggravando una situazione interna già insostenibile.

Ci domandiamo. Chi e perché ha stabilito che l’Italia debba spendere miliardi, che non ha, allo scopo di salvare dalle onde uomini e donne che abbandonano la loro patria per venire nella nostra senza esserne autorizzati? D’accordo, siamo un popolo caritatevole e ricco di sentimenti umanitari, però c’è un limite anche alla bontà, che non può superare l’esigenza di tutelare gli interessi nazionali. In altre parole, se non abbiamo le risorse per ospitare chiunque bussi alle porte, sbagliamo ad aprirle. L’Europa ci impone di accogliere profughi in quantità infinita? Mandiamola all’inferno, precisando che il rifiuto non è ispirato a crudeltà: dipende dalla impossibilità a far fronte alle spese che comporta l’invasione dei poveracci che affrontano il mare sicuri di essere ricoverati e nutriti coi soldi dei cittadini in bolletta. Bisogna essere chiari e dire come stanno le cose. L’Italia è in difficoltà economiche, molti connazionali vivono nella miseria, il debito pubblico è drammatico, pertanto rinunciamo a trarre a riva quelli che sopravvalutano le nostre forze.

Altri Paesi più fortunati sono attrezzati per dare un tetto agli extracomunitari? Provvedano a recuperare i naufraghi e a trasportarli dove desiderano tranne che sulla disastrata penisola. Se adottassimo questa politica, dandole il massimo della pubblicità, nessuno verrebbe a chiederci ciò che manca pure a noi ovvero un appartamento, un pasto, assistenza sanitaria eccetera. Se africani e arabi fossero informati che abbiamo chiuso i confini, desisterebbero dall’intraprendere i viaggi della speranza inesistente. All’inizio forse qualche barcone salperebbe comunque, ritenendo che abbiamo scherzato, ma dopo un po’, al terzo silenzioso affondamento, pochissimi oserebbero recarsi a Lampedusa o in altri luoghi a portata di piede. Bruxelles si arrabbierebbe? Pazienza. Ce ne faremmo una ragione.

Nessun commento:

Posta un commento