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domenica 26 marzo 2017

Una brutta storia di soldi e spie La verità: l'Europa unita nata così

La Comunità europea? Nacque coi soldi della Cia



La retorica europeista è sempre la stessa: quella dei De Gasperi, Monnet, Spinelli, eccetera. I padri spirituali del continente unito. Veri o ispiratori. I loro nomi vengono evocati a ogni occasione o celebrazione ufficiale. L'ultima volta è accaduto giusto ieri per le celebrazioni dei 60 anni dei Trattati di Roma.

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Mai una volta che si faccia qualche altro nome: come quello della Cia. E delle amministrazioni americane dei primi vent'anni del dopoguerra. A farli, questi nomi meno nobili ma forse più veri ed incisivi agli effetti della nascita della Comunità (poi Unione) europea, è Ambrose Evans Pritchard sul quotidiano inglese Daily Telegraph.
Nel dopoguerra, scrive, l'imperativo degli Usa era che dopo essersi preso l'Europa orientale, Stalin non potesse fare lo stesso con quella occidentale, o almeno con alcuni Paesi al di qua della cosiddetta "cortina di ferro". Fu così che, accanto al Piano Marshall, destinato alla ricostruzione economica dell'Europa non comunista, venne varato il Piano Acheson, destinato alla ricostruzione democratica degli stati sfuggiti alla lunga mano di Mosca.

A concepire il piano fu il primo ministro francese Robert Schuman. Ma il segretario di Stato Usa (1949-1953) Dean Acheson ne intuì subito l'importanza e ne fece il perno della sua attività politica. La libera Europa avrebbe dovuto fondarsi su due pilastri: la Nato e la Comunità europea, che avrebbe dovuto favorire la cooperazione tra le nazioni prevenendo l'insorgere di "fughe" verso "aiuti" sovietici. L'Europa occidentale prosperò grazie alla pax americana e a loro volta gli Stati Uniti si assicurarono l'intero mercato della ricostruzione. Quattro anni dopo la fine del mandato di Acheson a Washington, sei nazioni europee (Italia, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Germania occidentale) firmavano i Trattati di Roma.

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