Carcinoma: l'unione di farmaci ‘fa la forza’ e riduce le recidive
Novità positive in arrivo per chi soffre di carcinoma mammario Her2 positivo: Roche, congiuntamente a Breast international group (Big), Breast european adjuvant study team (Breast) e alla fondazione Frontier science (Fs) annuncia i risultati positivi dello studio di fase III, 'Adjuvant pertuzumab and herceptin in initial therapy in breast cancer, ntc01358877/ bo25126/ big4-11', meglio conosciuto come 'Aphinity'. Il carcinoma mammario Her2 positivo è una forma aggressiva di tumore al seno che colpisce circa il 20 per cento dei pazienti e che dà spesso esito a una prognosi molto sfavorevole se non trattato adeguatamente. Infatti ad oggi una donna su tre trattate col farmaco antitumorale trastuzumab - un anticorpo monoclonale umanizzato - e chemioterapia potrebbe andare incontro ad una recidiva. Ebbene la situazione sembra poter cambiare, poiché lo studio Aphinity ha dimostrato che il trattamento adiuvante - somministrato cioè dopo l'intervento chirurgico - con l'associazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia ha ottenuto una riduzione statisticamente significativa del rischio di ricomparsa della malattia invasiva o di decesso nelle donne con carcinoma mammario in stadio iniziale Her2 positivo, rispetto al solo trastuzumab più chemioterapia. L'unione di pertuzumab e di trastuzumab risulterebbe particolarmente efficace in quanto i due principi hanno sul recettore Her2 un meccanismo d'azione complementare, in particolare pertuzumab è un farmaco progettato specificamente per impedire al recettore Her2 di unirsi con altri recettori presenti sulla superficie delle cellule tumorali e, di conseguenza, far crescere il tumore. Inoltre quando pertuzumab si lega a Her2 il sistema immunitario dell'organismo riceve segnali che lo spingono a distruggere le suddette cellule tumorali.
"I risultati positivi dello studio Aphinity, si aggiungono al già ampio corpus di dati relativi a pertuzumab nel trattamento delle donne affette da carcinoma mammario in stadio iniziale Her2 positivo – afferma Sandra Horning, chief medical officer & head of global product development di Roche - attendiamo di condividere questi risultati con le autorità regolatorie internazionali". I dati dello studio infatti saranno presto sottoposti alle autorità regolatorie, comprese la Food and drug administration (Fda) degli Stati Uniti e l'Agenzia europea dei medicinali (Ema). "Lo studio Aphinity - aggiunge Gunter von Minckwitz, coordinatore dello studio per il Big - conferma quanto importante sia la collaborazione tra l'industria farmaceutica e il mondo accademico per il progresso della cura dei tumori e per le persone affette da questa malattia così complessa". Il trattamento precoce del carcinoma mammario, quindi prima della sua diffusione all'interno dell'organismo, potrebbe migliorare le chance di prevenire la ricomparsa della malattia e la sua potenziale evoluzione allo stadio metastatico. La terapia adiuvante viene somministrata dopo l'intervento chirurgico e ha l’obiettivo di eliminare eventuali cellule tumorali residue per ridurre il rischio di ricomparsa del tumore. L'associazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia è inoltre già approvata come trattamento neoadiuvante - da somministrare cioè prima dell'intervento chirurgico - per le donne affette da carcinoma mammario Her2 positivo in oltre 75 paesi in tutto il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento