"Presenza femminile fondamentale nel mondo del farmaco del Duemila"
di Matilde Scuderi
“Chi l’ha detto che donne e uomini sono uguali?” da questa domanda ha preso nome e ispirazione il convegno promosso da Farmindustria dedicato alla posizione delle donne nel mondo del farmaco, sia come produttrici che come consumatrici. Durante il convegno, tenutosi a Roma, al cospetto di un parterre prevalentemente femminile che ha visto presenti tra i relatori il ministro della salute Beatrice Lorenzin, la senatrice Emilia Grazia de Biasi, presidente commissione igiene e sanità del senato, l'onorevole Eugenia Roccella, componente commissione affari sociali della camera e Francesca Merzagora, presidente dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) si sono affrontati diversi argomenti riguardanti la salute declinata al femminile, partendo dalla necessità di continuare a sviluppare e a diffondere il concetto di medicina di genere, perché questo non venga più banalmente inteso come “medicina delle donne”, ma venga compreso nella sua interezza di approccio personalizzato al paziente, che prende in considerazione la diversità – biologica e culturale – tra uomini e donne. Conseguentemente occorre continuare a investire su farmaci diversificati, messaggio che la ricerca farmaceutica sembra aver pienamente recepito, visto l'arrivo di ben 850 farmaci specifici per il genere femminile. Interessante constatare che questi nuovi farmaci non riguardano tutti le malattie ginecologiche, molti di questi mirano invece a risolvere problemi a livello di sistema muscolo-scheletrico e sistema immunitario oppure a combattere neoplasie: questo vuol dire che sono ormai diverse branche della medicina dove la medicina di genere è già una realtà.
E per quanto riguarda le donne che lavorano nel settore dell'industria farmaceutica? A rispondere a questa domanda è Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria che illustra la situazione attuale fornendo numeri che valgono più di mille parole: le donne del settore rappresentano il 43 per cento dei lavoratori, con un picco che supera il 50 per cento nel settore ricerca e, per quanto riguarda le posizioni dirigenziali, una su tre è occupata da un membro del sesso femminile. Il tutto in un contesto che vede un'altissima percentuale di laureate e diplomate, ben il 90 per cento. Questo quadro così roseo è reso possibile dal felice incontro tra una selezione meritocratica del personale e l’adozione di un welfare aziendale "a misura di donna", con il 70% delle imprese farmaceutiche che offrono un ampio ventaglio di servizi anche finalizzati alla conciliazione del tempo di vita e di lavoro. Dalle mense alle agevolazioni sull’orario, dalle assicurazioni alla sanità integrativa con screening mirati gratuiti di medicina preventiva, dagli asili aziendali allo smart working. Una serie di facilitazioni è adottata solo dal 43% delle aziende degli altri settori. Per celebrare ulteriormente il ruolo importantissimo che hanno le donne nella ricerca sono stati inoltre consegnati tre premi Telethon-Farmindustria ad altrettante ricercatrici che si sono distinte ottenendo finanziamenti dall'European Research Council nell'ambito della Life science.
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