Costanzo: "Paola Perego cacciata? Non vorrei che dietro ci fosse la politica"
Maurizio Costanzo illustra la sua visione sul caso-Paola Perego. Dopo la cancellazione da parte della Rai del contenitore Parliamone sabato, colpevole di aver proposto un sondaggio discriminatorio sulle "donne dell'Est", il conduttore di Mediaset dice la sua. Interpellato da Il Giorno, Costanzo dice: "Il programma l'avevo visto e non mi aveva impressionato. Infatti sono rimasto molto colpito quando in serata dalle agenzie ho saputo di una serie di deputate che protestavano, e mi sono stupito ancora di più quando ho letto della cancellazione del programma".
"Ma la memoria", prosegue, "non può non correre a Canzonissima, quando Dario Fo e Franca Rame vennero censurati perché avevano intonato una canzone sovversiva. Mi chiedo perciò se non c'era modo di discutere della trasmissione in qualche modo...". "Molti oggi si chiedono perché la Perego debba pagare questo conto in prima persona", prosegue il popolare giornalista, "l'atmosfera mi è piaciuta poco, io non sono abituato a discutere certe decisioni, certo si è trattato di una mossa un po' forte". E ancora: "Io non soffro di dietrologia, ma sinceramente continuo a chiedermi se c'è altro dietro questa censura immediata e forte. Lo dico perché il gesto è stato così poco italiano. Da noi di solito si dice: 'vediamo, pensiamo, facciamo...', magari si minaccia: 'Se lo fai un'altra volta...'".
Viene subito in mente la frase di Lucio Presta, marito e manager di Paola Perego, che ha visto nella decisione della Rai una mossa contro di lui "perché amico di Renzi". Forse è qui che sta l'origine della brusca decisione di Viale Mazzini.
"Ma la memoria", prosegue, "non può non correre a Canzonissima, quando Dario Fo e Franca Rame vennero censurati perché avevano intonato una canzone sovversiva. Mi chiedo perciò se non c'era modo di discutere della trasmissione in qualche modo...". "Molti oggi si chiedono perché la Perego debba pagare questo conto in prima persona", prosegue il popolare giornalista, "l'atmosfera mi è piaciuta poco, io non sono abituato a discutere certe decisioni, certo si è trattato di una mossa un po' forte". E ancora: "Io non soffro di dietrologia, ma sinceramente continuo a chiedermi se c'è altro dietro questa censura immediata e forte. Lo dico perché il gesto è stato così poco italiano. Da noi di solito si dice: 'vediamo, pensiamo, facciamo...', magari si minaccia: 'Se lo fai un'altra volta...'".
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