Roma, Grillo dice sì allo stadio: "Ma non a Tor di Valle"
Beppe Grillo ha detto sì. Lo stadio giallorosso si può fare, ma non a Tor di Valle: "meglio una zona non soggetta a esondazioni. Nessuno è contrario allo stadio - spiega il garante dopo un incontro con i consiglieri Cinquestelle in Campidoglio - Nessuno dice No, diciamo di Sì, ma da qualche parte che non sia quella". Venerdì, in Campidoglio, si terrà l’incontro slittato oggi tra amministrazione e società giallorossa. Non si sa se sarà presente anche la sindaca. Intanto arriva l’avvertimento del presidente della Roma, James Pallotta. "Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall’incontro in programma venerdì. In caso contrario, sarebbe una catastrofe", twitta e lascia intuire come la società non sia poi così favorevole ad abbandonare l’ipotesi Tor Di Valle. Si tratta soltanto di una delle questioni affrontate da Grillo nella sua quarta giornata romana - il garante è arrivato nella capitale domenica sera -.
In mattinata, discute di programma di governo e della piattaforma Rousseau con la senatrice ’ortodossà Paola Taverna, poi tocca a Luigi Di Maio, mentre ieri Grillo ha incontrato i parlamentari in Senato. Dopo Di Maio, è la volta dei responsabili degli enti locali Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede con i quali il leader raggiunge, per la seconda volta in quattro giorni, il Campidoglio poco prima delle tre. Qui si chiude per tre ore in una stanza insieme ai consiglieri di maggioranza. Uscendo, non rilascia dichiarazioni e la versione ufficiale esclude che si sia parlato di stadio della Roma, ma è difficile crederci. Si sa che i consiglieri M5S sono per lo più contrari all’attuale progetto che prevede un milione di metri cubi edificabili in un’area che presenta problemi idrogeologici. Ma - come spiega un consigliere di opposizione - sull’arena giallorossa il Movimento si gioca il favore di una parte consistente di elettorato e l’immagine di forza capace di governare. Per questo, tra le ipotesi al vaglio c’è quella di annullare la delibera con cui si stabilisce l’interesse pubblico dell’opera. Così facendo, si bloccherebbe il progetto in conferenza dei servizi e si ricomincerebbe ex novo. Il limite di tempo fissato è il 3 marzo, ultima riunione della conferenza dei servizi, indetta dalla Regione Lazio su cui Grillo punta il dito in un videomessaggio, scaricando sulla Regione la responsabilità della vicenda.
C’è poi un’altra strada percorribile, vale a dire la modifica del progetto, con una riduzione delle cubature. L’opinione, tra alcuni consiglieri Cinquestelle, è che la rimodulazione sia l’alternativa meno probabile. Intanto Grillo continua a difendere l’operato della prima cittadina. "Virginia Raggi si sta muovendo a scopo cautelativo per il Comune - spiega - farà una dichiarazione fra uno o due giorni e si chiuderà questa storia in un modo o nell’altro. Lo stadio non è una mia decisione". Ma lo scetticismo di Grillo sul progetto trapela quando gli viene posta una domanda sulla sua utilità: "È un’ opera da un milione di metri cubi - risponde - in cui lo stadio rappresenta il 15 per cento e l’85 per cento sono altre cose, poi vedremo". Non ci sono dubbi invece sulla giunta e sull’amministrazione. "Roma - assicura - sarà il più grande successo del Movimento 5 Stelle. Abbiamo fatto degli errori: chiediamo scusa e abbiamo chiesto scusa". Domani il garante dei Cinquestelle sarà ancora nella capitale fino all’ora di pranzo.
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