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sabato 18 febbraio 2017

Occhio Renzi, ha trovato un lavoro Contratto già firmato: dove scappa

Pd, la nuova vita di Renzi: insegnerà in un'Università Usa a Firenze



Nelle scorse settimane, anche per rispondere agli attacchi interni e esterni al partito, aveva già annunciato l’intenzione di voler coltivare altri interessi, al di là della politica, "dalle startup all’università" ha spiegato ieri al Corriere. E visto che domenica rassegnerà formalmente le dimissioni da segretario Dem per rilanciare la sua corsa alla leadership, la vita di Matteo Renzi cambierà anche in questo. Più tempo a disposizione fuori dal Palazzo e dalle polemiche.

L’ex premier, riferisce chi gli ha parlato in questi giorni, ha confidato di aver chiuso un contratto con un’Università americana con sede a Firenze, per tenere un corso agli studenti. Nel capoluogo toscano hanno sede alcune delle più prestigiose Università americane, come la Georgetown, la Harvard, la Stanford. L’accordo, secondo le stesse fonti, dovrebbe essere proprio con quest’ultima, per una serie di lezioni ai ragazzi iscritti all'università privata la cui sede principale è situata in California, nella Contea di Santa Clara, a circa 60 chilometri a sud di San Francisco, nel cuore della Silicon Valley. Studiosi di Stanford o alcuni suoi ex alunni hanno creato compagnie come Apple, Google e Yahoo! Quella di Firenze è la più longeva sede distaccata al mondo. Il segretario dem in questi anni a palazzo Chigi ha sottolineato la necessità di rendere gli atenei italiani sempre più simili al modello statunitense.

Il premier è stato ospite di John Hennessy, il rettore del prestigioso campus sulle colline a sud di San Francisco, ma nella sua visita negli Usa nell’aprile del 2015 l’allora presidente del Consiglio tenne anche un discorso agli studenti della Georgetown University e l’anno dopo si recò ad Harvard. "Sto coltivando i progetti che ho sempre avuto nel cuore", ha affermato al Corriere in un’intervista in cui ha rilanciato l’appello alla minoranza a non andare via dal partito. Io - continua a dire l’ex premier ai suoi - non voglio la scissione. Sono amareggiato, vorrei evitarla, ma sono loro a non voler trattare".

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