Morbo della mucca pazza nell’uomo ideato un innovativo test sul sangue
di Martina Bossi
Pubblicati di recente i risultati di una importante ricerca sulla rivista Science Translational Medicine: si tratta di un nuovo studio di cui sono coautori Fabrizio Tagliavini, direttore scientifico e il ricercatore Fabio Moda, entrambi della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta. Si è ottimizzato l’utilizzo di una tecnica innovativa, chiamata Protein Misfolding Cyclic Amplification (Pmca).”La Pmca è stata migliorata ed estesa all’analisi del sangue di pazienti con vCJD ed ha permesso di rilevare il prione della mucca pazza nel 100 per cento dei casi di persone analizzate, senza avere dei falsi positivi nei risultati. Quindi il test su sangue ideato si è dimostrato più sensibile e specifico rispetto al test eseguito sulle urine che già nel 2014 avevamo sviluppato”, spiega Fabio Moda, ricercatore della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta.
“Si tratta di un importante passo in avanti - sottolinea Fabrizio Tagliavini, direttore scientifico della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta - perché, sino a oggi, la malattia da prioni poteva essere diagnosticata con certezza solo dopo la morte del paziente, in quanto era necessario analizzare un campione di tessuto cerebrale prelevato all’autopsia. Al contrario, il nuovo test permette di formulare una diagnosi in vita con una procedura non invasiva".
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