Vittorio Feltri su Mps: "Fuori i nomi dei buonisti. Perché tutta questa omertà?"
di Vittorio Feltri
Quante frottole ci hanno raccontato sulla crisi del Monte dei Paschi di Siena. Hanno voluto farci credere - e in parte ci sono riusciti - che si è trattato di una calamità naturale, quindi inevitabile, mentre chi ha gestito l’istituto ha prestato, anzi regalato, soldi a tutti, cani e porci, tranne a chi ne aveva effettivo bisogno per mandare avanti attività produttive, commerciali, artigianali e industriali, e che sarebbe stato in grado di restituirli.
La banca dei maneggioni comunisti, ex e post comunisti, ha favorito soltanto i compagni e gli amici dei compagni ed è saltata in aria perchè i fortunelli che hanno incassato senza fornire garanzie si sono guardati da ripianare le somme a debito, considerandole non prestiti, ma gentili omaggi. Ora ci si domanda: cosa ha fatto il Monte per recuperare i crediti? Nulla. Non ha mosso un dito. Quante cause ha intentato nei confronti dei «bucaioli» onde riprendersi ciò che gli era dovuto, interessi compresi? Nessuno si è impegnato - né amministratori né dirigenti - per far quadrare i conti, e i conti sono sballati. Miliardi e miliardi usciti e mai più rientrati. Perché questa banca, la più antica e gloriosa, da quando è finita miseramente sotto il controllo dei rossi - incapaci per definizione, dato che sono anticapitalisti ideologici - non si è peritata di rendere noti i nomi dei bidonisti ai quali ha versato montagne di soldi senza farseli ridare?
Ecco il punto. Perché lo scandalo è stato silenziato, sepolto sotto una coltre di omertà? Per quale motivo la magistratura non obbliga il Monte a scoperchiare la pattumiera che nasconde le carte della verità? Tra l’altro gli stessi compagnucci dei compagnucci che hanno combinato il disastro, ora hanno deliberato di salvare l’istituto in procinto di fallire donandogli la bellezza di otto miliardi otto prelevati dai forzieri dello Stato, cioè nostri. I cittadini italiani, svenati dalle tasse, sono pure costretti a sanare i bilanci di una banca che invece di fare la banca arricchiva lorsignori in cambio di che? Ci piacerebbe scoprirlo.
Il governo prima di sborsare 8 miliardi pubblici faccia chiarezza: pubblichi l’elenco dei mascalzoni che hanno intascato cifre sbalorditive evitando con cura di riportarle al mittente. Risulta che il 70-80 per cento degli insolventi sia costituito da grandi imprenditori, non da poveri cristi strozzati dalla recessione. E allora fuori i nomi dei profittatori, siano opportunamente sputtanati. La gente merita di guardare in faccia chi la impoverisce. E noi di Libero, interpretandone le legittime aspirazioni, pretendiamo che il Monte e la magistratura mostrino i documenti che inchiodano alle loro responsabilità coloro che hanno sfasciato l’istituto presentando le spese ai contribuenti italiani. Da oggi in poi insisteremo ogni giorno finché non sia fatta giustizia e i furfanti non siano esposti al ludibrio popolare.
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