Feltri definitivo, così cancella Renzi: "Che fa lui mentre l'Italia è nel casino"
di Vittorio Feltri
È riapparso Matteo Renzi. Ha scelto la Repubblica per mettere di nuovo fuori il capino, dopo la sconfitta referendaria e l'addio a Palazzo Chigi, concedendo una intervista a Ezio Mauro in cui dice di sé tutto quello che sapevamo già. L'uomo non è cambiato. E avrebbe stupito il contrario, visto che nel Pd nel frattempo non è successo qualcosa di diverso dal solito che autorizzasse il segretario a mutare politica. Egli pensa di tornare presto per ricominciare a giocarsi la partita onde riconquistare la presidenza del Consiglio. Legittima aspirazione. Ma non si capisce come sia possibile realizzarla, dato che, elezioni anticipate o da svolgersi alla scadenza naturale della legislatura, non esiste un partito - tantomeno quello democratico - che sia in grado di dominare la scena e di agguantare il potere se non alleandosi con qualcuno.
E qui viene il bello. Non c'è ancora una legge elettorale né ci sarà presto, poiché Berlusconi vuole il proporzionale, Renzi preferisce il maggioritario, la Lega si adatta a tutto pur di ricorrere in fretta alle urne. Intanto si attende il responso della Consulta sulla costituzionalità dell'Italicum. Insomma siamo in alto mare e ci vorrà del tempo per tornare a riva. Intanto Gentiloni va avanti in qualche modo. Passeranno mesi e mesi prima di capire che sarà del nostro povero Paese. L'unica certezza è che Renzi ha davanti un futuro accidentato. Gli tocca ricompattare il partito e fargli qualche iniezione di fiducia. Gli tocca combattere non solo contro i contestatori interni, che sono poco remissivi, e contro i grillini che pur combinando un disastro dopo l'altro, trascurando i congiuntivi, non mollano di un punto sul piano dei sondaggi, che li danno comunque in crescita e quindi in vantaggio. Anche chi non è esperto in alchimie politiche capisce che Matteo non ha perso soltanto la poltrona numero uno dell'esecutivo ma anche un bel po' di consensi: per lui non sarà facile ricostruire le condizioni che favorirono la sua ascesa. La confusione a Roma regna sovrana. Gli stessi pentastellati, nonostante crescano, con chi potranno creare una coalizione necessaria per sostenere un governo, posto che serve una maggioranza del 50 per cento e rotti? Un problema di cui si discute raramente forse perché nessuno ha una soluzione in tasca. Non ce l'ha neppure Renzi che parla e parla senza costrutto dello scibile politico con Ezio Mauro: afferma che punta a risalire al vertice, ma non dice come, con quali voti, con quali partiti. Anche lui naviga al buio, lui e i suoi avversari. Ergo l'Italia è nel casino.
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