Usa, dossier sull'attacco hacker alle elezioni: spunta il nome di Silvio Berlusconi
Nell'intricato caso-hacker che ha portato alle stelle la tensione tra Stati Uniti e Russia spunta anche Silvio Berlusconi. Già, perché il suo nome compare nel rapporto dell'intelligence a stelle e strisce sulle interferenze di Mosca nelle ultime elezioni presidenziali vinte da Donald Trump. Secondo quanto scritto nel rapporto, Vladimir Putin ha scelto di favorire The Donald, come riporta Il Messaggero, "anche perché ha avuto molte esperienze positive lavorando con leader politici occidentali i cui interessi d'affari li rendeva più disposti a trattare con la Russia", come l'ex premier italiano Berlusconi, appunto, e l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Tra gli altri motivi citati nella versione declassificata del documento e per i quali Putin avrebbe voluto favorire Trump, si parla anche dalla possibilità di formare una coalizione internazionale antiterrorismo contro l'Isis.
Da par suo, Trump, dopo la diffusione del rapporto ha ribadito che una posizione rigida verso la Russia è una follia, così come è da "veri stupidi" non auspicare buone relazioni con Mosca. Inoltre, il presidente eletto continua ad affermare che l'attività di hackeraggio russa non abbia influenzato in alcun modo il risultato del voto. Ma è il New York Times ad avanzare dei dubbi su quest'ultima affermazione, citando un passaggio del rapporto stesso in cui si legge: "Non abbiamo fatto una valutazione dell'impatto che le attività russe hanno avuto sul risultato delle elezioni". Analizzare i processi politici o l'opinione pubblica americana, insomma, andava oltre il compito del rapporto. E, dunque, la possibilità che l'intervento russo sulle elezioni abbia sortito qualche effetto ancora non può essere definitivamente smentito.
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