Trappola mortale dietro quella felpa: così Renzi ha fregato l'amico Paolo
Doveva pesare una tonnellata quella felpa con la scritta Amatrice regalata da Matteo Renzi a Paolo Gentiloni al rituale passaggio della campanella. Non bastava all'ex premier aver consegnato al suo successore un Paese nel pieno di una serie di emergenze epocali, da quella cronica dell'immigrazione alla crescita economica che stenta a scrollarsi dalla stagnazione. Quella felpa non è solo il richiamo, doveroso, al nuovo governo perché non dimentichi gli italiani del Centro Italia colpiti dai terremoti degli ultimi mesi.
Dietro quel simbolo c'è una delle eredità più spinose del presunto amico Renzi, che solo venti giorni fa aveva mentito spudoratamente sulla consegna delle prime case prefabbricate destinate ai terremotati di Amatrice. Nelle mitologiche slide, quell'impegno risultava "fatto", la realtà però ha di gran lunga smentito lo storytelling renziano, così come aveva confermato lo stesso sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, a Franco Bechis su Libero.
Se Gentiloni riuscirà nel miracolo, entro Natale ad Amatrice arriverà al massimo il 5% delle case previste. Dovrà però fare i salti mortali per ridurre tempi e lungaggini burocratiche, con tanti ringraziamenti a Renzi che sembra aver cominciato a boicottare il suo successore già da quando era in carica.
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