Stupro al centro sociale, la vittima azzittita: "Non dire niente agli sbirri"
I compagni della "Raf", la rete antifascista di Parma, l'hanno violentata nel centro sociale mentre festeggiavano, come ogni 12 settembre, la cacciata delle camice nere dalla città. Sei anni fa, quando si è consumato lo stupro, Claudia aveva 18 anni. "Mi sono svegliata su un tavolo di legno, i vestiti buttati a terra, sul mio corpo i segni di quello che mi avevano fatto...", queste le sue parole secondo la ricostruzione su La Repubblica.
Il processo contro i tre stupratori, però, è iniziato solo in questi giorni. Finora i compagni sono stati protetti da un incredibile muro di omertà. L'hanno violentata in tre. Prima l'hanno drogata. E poi hanno filmato con un cellulare per immortalare lo strazio. Quando la ragazza ha denunciato tutto alla polizia è stata emarginata, addirittura chiamata "infame" delle amiche. "Per tre anni, dal 2010 al 2013, erano stati tanti (e tante) i compagni e le compagne che avevano visto quel video", si legge su Repubblica, "girato con un vecchio Nokia, e dove Claudia (naturalmente il nome è di fantasia) viene addirittura chiamata con un nomignolo che allude, e qui l'orrore è massimo, ad atti ancora più brutali durante la violenza. Ma nessuno aveva rotto il silenzio, quasi fosse più importante difendere il movimento da incursioni di polizia e carabinieri, piuttosto che denunciare lo stupro e solidarizzare con la vittima".
L'anno scorso, in seguito alla denuncia di Claudia, finiscono ai domiciliari Francesco Cavalca (25 anni), Francesco Concari (29 anni) e Valerio Pucci (24 anni). La ragazza viene, quindi, contattata dai compagni che la minacciano e la insultano. "Con gli sbirri - le dicono - devi solo tacere".
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