Lapo, Dagospia: "Aveva contattato un caro amico, che ha avvertito John Elkann"
Le ultime notizie (bomba) sul caso Lapo Elkann piovono su Dagospia, che ricostruisce ciò che sarebbe davvero successo a New York. Secondo Dago, dopo le 48 ore di bagordi col trans Marie, Lapo non avrebbe chiamato una delle guardie del corpo che avevano le sue carte di credito, bensì un carissimo amico, molto legato alla famiglia Agnelli. E sarebbe stato quest'ultimo che, invece di inviargli i soldi, avrebbe contattato John Elkann, il fratello e presidente del gruppo FCA.
Dunque Yaki, sempre secondo la ricostruzione di Dago, avrebbe a sua volta contattato il pool di avvocati che lavora per il gruppo, legali che in quel momento si sarebbero trovati insieme a Sergio Marchionne. Dunque, in conference call, avrebbero deciso tutti insieme di rivolgersi alla polizia: inutile pagare i 10mila euro poiché, questo l'assunto, nell'epoca degli smartphone la cifra non avrebbe potuto scongiurare il rischio che fossero diffusi foto e video compromettenti.
Il caso, nota Dago, ricorda da vicino quanto accaduto due anni fa, quando Lapo fu pizzicato in stato confusionale per le strade di Milano da due fratelli, che dopo averlo portato a casa iniziarono a ricattarlo. Anche in quell'occasione i legali della famiglia Elkann si rivolsero alle autorità. In quest'ultimo caso, al contrario, sarebbero stati gli avvocati americani a contattare il New York Police Departement per mettere in piedi il "trappolone" per sventare il presunto rapimetno.
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