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venerdì 21 ottobre 2016

Bomba sotto la poltrona della Appendino: una bruttissima sorpresa firmata Fassino

Bomba sotto la poltrona della Appendino. Una bruttissima sorpresa firmata Fassino


di Elisa Calessi



Un presunto buco nel bilancio 2015 di 5 milioni di euro. Questa è l' ipotesi al centro dell' inchiesta che ha portato, ieri, la Guardia di Finanza negli uffici del comune di Torino. Per ora l' inchiesta, guidata dal gruppo della procura che indaga sui reati economici, è senza indagati. E senza ipotesi di reato. Ma il bersaglio è l' amministrazione comunale allora guidata da Piero Fassino. Si punta a fare luce su una presunta «discrasia» fra i conti dell' amministrazione e quelli di alcune società partecipate, fra cui quella di trasporti Gtt e quella per le infrastrutture legate ai trasporti InfraTo. Tutte partecipate dal Comune al cento per cento.

Subito il M5S, che ora con Chiara Appendino governa la città, ha cavalcato la vicenda. «Mancano 5 milioni di euro al bilancio 2015 firmato Fassino. Il mito della buona amministrazione della sinistra di Torino», scrive su Twitter Beppe Grillo. E sul blog ha dedicato un intero post alla faccenda: «Mentre la città si riempiva di poveri, milioni di euro sparivano dal bilancio comunale. Eppure quella di Fassino veniva descritta come l' amministrazione perfetta e tutti i giornalisti si sorprendevano della vittoria del Movimento 5 Stelle, solo i torinesi avevano capito tutto e ci hanno dato fiducia. Chiara Appendino e la sua giunta con i cittadini al loro fianco rimetteranno in piedi la città».

Dal punto di vista politico, il tentativo del M5S è di usare l' inchiesta per attaccare il Pd anche a livello nazionale e recuperare rispetto alle difficoltà incontrate da Virginia Raggi a Roma: «Se Torino sta così», continua Grillo nel post, «figuratevi Roma, la città del Pd e di Mafia Capitale, stiamo riparando i danni che hanno creato in decenni di malgoverno e illegalità diffusa. Oggi nessuno del Pd parla. Neppure fiatano. Bene. Continuate così. State zitti e lasciateci lavorare».

L' ex sindaco Fassino, in una nota, difende il suo operato: «Le politiche di bilancio», scrive, «sono sempre state gestite con rigore e trasparenza, nel rispetto delle leggi e dei principi contabili, sottoposto periodicamente agli organismi di verifica contabile, conseguendo sempre gli equilibri di bilancio e realizzando in cinque anni una consistente riduzione dell' indebitamento della città di oltre 500 milioni». E facendo riferimento all' indagine sui bilanci 2015 del Comune e di alcune partecipate: «In ogni caso un' inchiesta non può essere commentata prima di conoscerne i rilievi precisi che valuteremo quando saranno noti».

A sollevare il caso, provocando l' iinizativa della procura e della Corte dei Conti, erano stati dei consiglieri di opposizione di centrodestra, tra cui Alberto Morano, ex candidato sindaco indipendente di Lega Nord e Fratelli d' Italia. Si si trovassero riscontri, l' ipotesi è che si proceda per falso in atto pubblico. La storia era emersa a settembre su alcuni giornali. In pratica nel rendiconto del Comune di Torino, riferito al 2015, non c' erano crediti e debiti con due partecipate, Gtt e InfraTo. Non solo: nella relazione allegata al bilancio compariva la situazione debiti-crediti di tutte le società partecipate, tranne quelle due. Secondo il quotidiano La Stampa, che si è occupato della vicenda, i funzionari del Comune, rispondendo al consigliere di opposizione Morano che chiedeva spiegazioni, ammisero che «quei dati non sono stati mai forniti».

Ma le stranezze non finivano lì. Nel bilancio 2015 di una delle due partecipate, la Gtt, compare un credito di 40 milioni verso il comune di Torino che manca, invece, nel bilancio comunale. Chiara Appendino, appena insediata, si era accorta di queste anomalie e aveva incaricato una società di consulenza di fare una revisione sui conti. Ora, la cosa è nelle mani dei magistrati.

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