Napolitano sculaccia D'Alema & Co: "Roba surreale". Il Partito Democratico? È cosa sua
Un presidente (della Repubblica) è per sempre. E quando si parla di Giorgio Napolitano non soltanto per il titolo di "emerito". Già, perché l'ex inquilino del Colle, in una lunga intervista concessa al direttore di Repubblica, Mario Calabresi, detta la linea al Pd. O meglio, al Pd dei dissidenti capeggiato da Massimo D'Alema. "Con quello che succede nel mondo e quello che ha sulle spalle l'Italia - esordisce -, è davvero surreale l'infuriare di una guerra sul referendum costituzionale".
Dunque, senza troppi giri di parole spiega che "è tempo di uscire da questo assurdo stato di belligeranza. Bocciare la revisione della Carta sarebbe un'occasione mancata, scarseggia il senso di responsabilità". Chiarissimo il doppio messaggio: agli elettori ordina di votare "sì" al referendum costituzionale; mentre al Pd ordina di smetterla di fare la guerra a Matteo Renzi.
Poi, certo, spiega che sull'Italicum, la nuova legge elettorale, "c'è da riflettere". Perché? Per non fare vincere il Movimento 5 Stelle, e lo dice con una chiarezza disarmante: "Perché rispetto a due anni fa lo scenario politico risulta mutato in Italia come in Europa. Ci sono nuovi partiti, alcuni dei quali in forte ascesa che hanno rotto il gioco di governo tra due schieramenti, con il rischio che vada al ballottaggio previsto dall'Italicum e vinca chi al primo turno ha ricevuto una base troppo scarsa di legittimazione col voto popolare". Insomma, la riforma elettorale è da cambiare non tanto per i suoi errori, quanto piuttosto per il rischio che non vinca il Pd...
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