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giovedì 23 giugno 2016

Schwazer, l'ipotesi agghiacciante: perché lo hanno (ri)beccato dopato

Schwazer, agghiacciante: perché lo hanno (ri)beccato dopato



Il caso che ha travolto Alex Schwazer divide l'Italia: è recidivo e dunque imperdonabile o vittima di un complotto? Difficile arrivare a una risposta, quantomeno per tempo: nel mondo dello sport, infatti, l'onere della prova spetta all'accusato. E così il marciatore nuovamente accusato di doping difficilmente riuscirà ad uscire da questo pantano. Si può però tentare di riflettere su ciò che gli sia accaduto. Per prime, alcune nozioni. Per smascherarlo, si è appreso, i biologi del laboratorio Wada di Colonia hanno utilizzato lo stesso metodo che serve per smascherare il whisky, nel dettaglio il modo con cui si scopre se i "single malt" lo sono davvero o se sono soltanto dei "blended" taroccati. La pipì di Schwazer è stata ionizzata, bombardata con un fascio di elettroni, e poi sparata all'interno di un analizzatore che ha dato il verdetto: nelle urine c'erano tracce di precursori del testosterone sintetico estranei all'organismo. Certo, la tempistica lascia ancora qualche dubbio: come mai la scoperta è avvenuta soltanto quasi sei mesi dopo la prima analisi di quel campione?

Di materiale per i complottisti ce n'è parecchio. Ma l'idea che siano state truccate le provette è difficile anche solo da immaginare: il primo controllo di gennaio, infatti, è stato effettuato su un campione "cieco", ovvero senza sapere prima del test di chi fossero quelle urine. Idem il secondo test, quello relativo al profilo ormonale, che ha confermato la positività di Schwazer. Il punto, ora, è capire come Alex possa essere risultato positivo. Le ipotesi, come spiega il Corriere della Sera, sono tre. La prima e più drammatica è che, semplicemente, si sia dopato: un micro-dosaggio continuativo, un piano organizzato di doping alle spalle del suo team e del suo allenatore. Chi obietta che a un marciatore non servirebbe testosterone, forse, scorda che assumere la sostanza, a certi dosaggi, aumenta la resistenza agli allenamenti duri e, soprattutto, migliora il recupero.

La seconda ipotesi è invece la più agghiacciante: potrebbe esserci stata una contaminazione dolosa. I tecnici che hanno rilevato la positività, infatti, ammettono che le quantità trovate sono compatibili anche con un'unica assunzione involontaria, avvenuta in un range temporale di alcuni giorni prima del controllo. Assunzione di testosterone per via orale: qualcuno avrebbe potuto "piazzarlo" in una pietanza o in un liquido ingerito dal marciatore, per fregarlo, e dunque allontanare un personaggio scomodo dalle Olimpiadi. La terza e ultima ipotesi è la contaminazione, magari dovuta ad alcuni integratori alimentari, che Schwazer però ha sempre negato di utilizzare.

Ora la palla passa alla giustizia sportiva. Entro il 5 luglio verrà effettuata l'analisi del campione B (se la difesa otterrà un anticipo anche qualche giorno prima). E, come detto, se la positività fosse confermata, toccherebbe all'atleta provare la sua innocenza. Una sfida quasi impossibile.

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