Visualizzazioni totali

martedì 10 maggio 2016

Renzi è disperato, parte l'offertona: cosa darà ai ribelli in cambio del voto

Renzi disperato, offerta alla minoranza Pd: "Uniti fino al referendum, poi il congresso"


Uniti almeno fino al referendum, poi scatterà il tutti contro tutti. Matteo Renzi non lo dice e non lo può dire, ma il senso del suo appello al Pd in direzione al Nazareno è più o meno questo, ma la sensazione è che la sua mano tesa alla sinistra dem pronta a infiocinarlo sul referendum costituzionale del prossimo autunno (come già ha cercato di fare sulle trivelle) sia rimasta così, appesa nel vuoto. 

"Sfibrante discussione interna" - "Io credo che noi non abbiamo nessun motivo per continuare, nelle prossime ore e nelle prossime settimane, una sfibrante discussione interna quando altri nostri amici sono impegnati sul territorio", spiega il premier-segretario di fronte alla platea Pd. E come prova della sua buona volontà, Renzi annuncia l'anticipo del congresso in autunno, rispondendo così a una richiesta esplicita della sinistra. Un altro segnale distensivo da parte di Renzi è arrivato sulla segreteria. Anche qui, la sinistra del partito chiedeva di tornare a convocare l'organo di governo del Pd in cui, al momento, la sinistra non è rappresentata. L'annuncio del segretario di voler procedere a una "verifica" della segreteria dopo le amministrative è letta dalla minoranza proprio come un tentativo di rabbonimento dei "ribelli" in vista della lunga campagna referendaria.

Pd sotto (quasi) ovunque - Dalla sinistra dem non sono arrivati segnali incoraggianti: maglio sarebbe stato, ha spiegato Gianni Cuperlo, se la relazione del segretario si fosse concentrata sull’appuntamento elettorale più prossimo, quello con le amministrative. Renzi, però, non sembra preoccuparsene più di tanto. È vero che i sondaggi vedono il Pd in forte difficoltà in più di un grande Comune, ma è pur vero che, fanno notare fonti di maggioranza, che il partito ha dato prova di saper ribaltare anche i dati più catastrofici. "Ci danno quinti, sesti in molte realtà, una cosa difficile da credere". E invita i candidati "ad andare tra la gente, con il sorriso aperto, orgolgiosi di quello che stiamo facendo insieme". La mente corre alle Europee 2014, quando i dem segnarono il record con quel 41% che Renzi considera la vera e propria legittimazione popolare ad una legislatura nata sotto l'ala di Giorgio Napolitano e con lo scopo dichiarato di riformare il Paese. Ecco perché il premier, anche oggi davanti alla direzione, è tornato a spiegare che, se perde, sarà la fine della legislatura. 

Nessun commento:

Posta un commento