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domenica 8 maggio 2016

Le mani dell'islam su una regione Che pezzo d'Italia compra l'emiro

Le mani dell'islam su una regione: che pezzo d'Italia compra



In arabo significa “fonte” e per due secoli è stata un insediamento islamico. Aidone è un piccolo comune di 5 mila abitanti, in provincia di Enna nel centro della Sicilia, e conserva alcuni dei più importanti tesori artistici dell’isola: la villa romana di Piazza Armerina, l'area archeologica di Morgantina, risalente all'antica Grecia, la Venere, il castello arabo normanno dei Gresti e poi resti di moschee e minareti. Manufatti dal valore inestimabile a cui qualcuno ha dato un prezzo. Il prezzo è 30 milioni di euro. Quel qualcuno è il principe saudita Sultan bin Salman Bin Abdulaziz Al Saud.

In sua vece, scrive il Giornale, questa settimana ha visitato la Sicilia Ahmed Saeed Badrais, il segretario generale della Suprema commissione saudita per il turismo e le antichità. Due giorni fa, è stato siglato l’accordo: 30 milioni di euro per recuperare monumenti, ex moschee, il castello dei Gresti e tutto quello che testimonia il radicamento della cultura islamica in Sicilia, con l’obiettivo di ridare lustro all’enclave trasformarla in un importante polo turistico. In calce al protocollo, la firma di Vincenzo Lacchiana sindaco Pd di Aidone. Oltre ai restauri, l’accordo prevede anche la costituzione del King Salman Cultural and Architectural Islamic Arabic center, un polo culturale e universitario.

Galeotto fu l’Expo. Lì l’Arabia Saudita, che già aveva in mente un progetto di valorizzazione della storia araba in Sicilia, ha scoperto, o meglio riscoperto, la città di Aidone che, tra i suoi innumerevoli tesori, aveva portato a Milano i suoi Acroliti, frammenti marmorei appartenenti a statue con le estremità in marmo innestate su legno. E dopo aver appurato che Aidone, fondata intorno all'anno 1000, aveva ancora tante altre testimonianze: moschee trasformate in chiese, minareti e pure testimonianze linguistiche, il governo saudita non ha più avuto dubbi.

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