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sabato 30 aprile 2016

Vieni Avanti Crotone, la Calabria torna in serie A

Vieni Avanti Crotone, la Calabria torna in serie A


di Daniele Dell'Orco



Le sessantamila anime della città di Crotone hanno tutte qualcosa in comune: la devozione per San Dionigi, l'attaccamento a Pitagora (quello del teorema, che qui fondò la sua scuola) e la musica di Rino Gaetano, crotonese doc. Da oggi, a questi tre totem se ne affiancherà un altro, che arriva dalla Croazia e che anziché ascoltare Ma il cielo è sempre più blu ama pogare ai concerti di heavy metal. Si chiama Ivan Juric e ha portato il Crotone a conquistare per la prima volta una promozione in Serie A, con tre giornate di anticipo, grazie al pareggio 1-1 col Modena, dopo il vantaggio emiliano di Luppi pareggiato dal rigore del "senatore" Palladino (un anno fa tra le fila del Parma fallito). Juric è l'unico tecnico in Italia a giocare col 3-4-3. Anzi, l'unico oltre al suo mentore, Gian Piero Gasperini, che lo ha allenato al Genoa e lo ha avuto come assistente a Palermo e all' Inter.

Prima di conoscere Gasperini, però, Juric era già entrato nel cuore di tale Giuseppe Ursino, il ds del Crotone che lo prelevò dal Sibenik (serie B croata) e lo convinse a vestire il rossoblù per 5 stagioni (dal 2001 al 2006). Ursino è per distacco il miglior direttore sportivo d' Italia e da più di vent' anni scopre alcuni dei più interessanti talenti del nostro calcio. Con dieci lire in tasca. Sì, perché da quando i pitagorici rinacquero dopo il fallimento del 1991, Ursino ha rivoluzionato ogni anno la squadra con prestiti, svincolati e rilanci di talenti inespressi, scalando tutte le categorie dalla promozione alla A. Negli ultimi anni sono passati per la Calabria Pellé, Nocerino, Florenzi, Sansone, Cataldi e Bernardeschi, che hanno poi iniziato la loro carriera tra i grandi. Ora, tutta la squadra (età media 25,2 anni) approderà nella massima serie, sempre grazie ai giovani prestiti: il '94 Ricci e il '95 Balasa (entrambi della Roma), Capezzi ('95 della Fiorentina) e Guy Yao (ivoriano '96 dell' Inter). Oltre a loro i veterani Modesto (crotonese, con un passato tra Palermo e Genoa) e Paro, già vincitore del campionato di B con la Juve nel 2006. A trascinare i calabresi, però, sono stati i gol di Ante Budimir, croato pure lui, classe '91 già riscattato dal St.Pauli e autore di 16 gol.

Tutti loro sono i nuovi Carpi e Frosinone, autori di un' impresa che come nelle più belle storie vede lo sport come fonte di rivincita sociale. Prima di arrivare in testa alla classifica di B, infatti, Crotone primeggiava solo in graduatorie meno gratificanti. È la provincia con il tasso di disoccupazione più alto d' Italia (31,46%) ed è all' 89° posto tra le città con l' indice di qualità della vita più alto del Paese, per dirne due. Dopo la rinascita sui campi da gioco, però, calcio e politica mai come in questi giorni sembrano essere così vicini e visto che il 5 giugno ci sono le elezioni comunali i candidati fanno a gara a chi promette di più per aiutare il club a restare in A, partendo dall' adeguamento dello stadio Scida, che dai 9mila spettatori attuali dovrà arrivare a ospitarne 16 mila.

Il presidente Raffaele Vrenna, che nel 2011 ha affrontato un processo per concorso esterno in associazione mafiosa venendo assolto in appello dopo una condanna a 4 anni in primo grado, si dice pronto ad investire per ottenere la salvezza. Grazie pure, chissà, a un amico in Vaticano, quel Papa Francesco che il 20 aprile sventolò una sciarpa rossoblù in piazza San Pietro e che, indicendo un Giubileo straordinario, ha reso ancora possibile il binomio anno santo-promozione che già nel 2000 valse al Crotone l' approdo dalla C1 alla B.

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